sabato 22 aprile 2017

II domenica del tempo di Pasqua - Anno A - 23 aprile 2017




Dagli Atti degli Apostoli 2,42-47
Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. 

Salmo 117 - Rendete grazie al Signore perché è buono.
Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.

Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.

Grida di giubilo e di vittoria +
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.

Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!  

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo1, 3-9
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

Alleluia, alleluia alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 20, 19-31
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Commento

Cari fratelli e care sorelle, questa domenica riflette ancora davanti a noi la gioia della resurrezione che abbiamo vissuto a Pasqua. L’annuncio che Gesù non è più morto, prigioniero della tomba risuona ancora nelle nostre orecchie con forza.
Eppure, lo vediamo nel vangelo di oggi, questa notizia così sconvolgente ed entusiasmante fa fatica ad entrare solidamente nella coscienza dei discepoli. Li troviamo ancora impauriti, chiusi dentro. Ma soprattutto Tommaso ci stupisce per la diffidenza con cui accoglie l’annuncio dei dodici che gli ripetono che Cristo è risorto, veramente è risorto e lo hanno incontrato addirittura!
Tommaso a causa di questo episodio della sua vita è divenuto quasi proverbialmente il prototipo della diffidenza e dell’incredulità. Eppure lui non era né migliore né peggiore degli altri dodici. Aveva condiviso con loro tutta la storia con Gesù, lo ha seguito e amato come tutti. Era presente nell’ultima cena, Gesù gli ha lavato i piedi come a tutti gli altri undici, tuttavia Tommaso fa una grande fatica a credere alla resurrezione di Gesù. In questo, ripeto, non è diverso da tutti gli altri discepoli. Il Vangelo è pieno di episodi da cui emerge come i dodici e le donne a lui più vicine non lo riconoscano nemmeno quando si presenta loro di persona risorto. Lo scambiano per un contadino vicino alla sua tomba, o per un fantasma, per un viandante qualunque, a Emmaus.
La resurrezione di Gesù è la cosa che i discepoli fanno più fatica ad accettare e sembra che facciano di tutto per metterla da parte, come un dettaglio poco importante.
Ci racconta il Vangelo come i capi del popolo vollero mettere alla tomba di Gesù delle guardie perché Gesù aveva parlato di resurrezione e avevano paura che i discepoli per dare forza alla loro nuova fede avrebbero potuto sottrarre il corpo di Gesù per poter poi proclamare che era risorto dai morti. In realtà è vero il contrario. Non è la fede dei discepoli che “inventa” la resurrezione, ma è la resurrezione di Gesù che fa nascere la vera fede.
Infatti la vera fede, quella autentica e profonda non si misura nei momenti di entusiasmo e successo. Quando i dodici hanno lasciato tutto per seguire Gesù, quando lo hanno accompagnato e aiutato nei suoi viaggi missionari. Quando hanno assistito a miracoli o sono entrati a Gerusalemme fra due ali di folla osannante. Sì sono stati tutti momenti importanti, di passaggio nelle loro vite. Si sono fidati di lui, lo hanno seguito, ma il vero scoglio, il momento di prova massima per la loro fede è la Pasqua. Lo vediamo dal loro comportamento durante la passione e morte di Gesù. Ma potremmo dire: si capisce, correvano pericolo di morte, era umano e comprensibile farsi vincere dalla paura. Ma in realtà quello stesso atteggiamento di paura e diffidenza continua anche davanti ai tanti segni di resurrezione di cui sono testimoni diretti o dei quali ricevono testimonianza dai fratelli.
Lo stesso è per noi. La nostra fede è “verificata” dalla resurrezione. È autentica e provata se crediamo che in Gesù la vita ha vinto la morte e che per questo il dominio del male è stato sconfitto una volta per tutte. Non è facile crederlo e viverlo! Sì perché vivere la forza della resurrezione trasforma tutto il nostro modo di essere e ci rende capaci di cose grandi e incredibili, contro l’ordine naturale delle cose, come grande e “contro natura” è la resurrezione.
È paradossale, quello che dovrebbe essere un annuncio apportatore di grande gioia è accolto con diffidenza. A quella fede che ci rende così forti e pieni di risorse di vita davanti al male si resiste, lo dicevamo prima.
Cari fratelli e care sorelle, non lasciamoci vincere dal realismo pessimista di questo mondo. Non restiamo impigliati nelle reti del dubbio, ma apriamoci alla fede vera. Essa si fonda nella fiducia, incrollabile e verificata dall’incontro con Gesù, che il male non è padrone, che nella storia personale e del mondo intero c’è una volontà di bene superiore che, seppur conosce tanti momenti di passione e morte, non cessa di essere indirizzata al bene, il quale è destinato a prevalere.
Tommaso, dicevamo, non solo è diffidente, perché non crede ai discepoli, ma è anche incredulo, perché non crede che sia possibile che Gesù sia risorto. Entrambe, diffidenza e incredulità, sono vinte dal contatto con le piaghe di Gesù viste però alla luce della sua resurrezione, cioè sentendo Gesù parlargli e vedendolo vicino a lui.
Sia allora così anche per noi l’esperienza pasquale. Non temiamo di toccare le piaghe di questo mondo ferito, a volte in modo mortale, da tanto dolore, ma impariamo a contemplarlo alla luce della resurrezione, cioè sapendo che quelle piaghe non hanno vinto, che il dolore non è definitivo e l'ultima parola, ma che Cristo ci si fa vicino e vince il male. Possiamo crederlo perché sentiamo Gesù parlarci, con lo stesso amore e sollecitudine di sempre, lo sperimentiamo vicino alle nostre vicende e partecipe alle vicissitudini di questo nostro travagliato mondo. Questa sia la nostra fede, rinata e rafforzata davanti alla tomba vuota, davanti all'annuncio pieno di entusiasmo dei fratelli che in questo tempo di Pasqua non cessano di proclamare: “Cristo è risorto! Veramente è risorto!”

  
Preghiere 

O Signore Gesù ti ringraziamo perché torni a incontrarci nel chiuso delle nostre stanze per vincere la paura e donarci la pace. Aiutaci ad accoglierti senza la diffidenza di Tommaso, ma con la fede di chi crede per la testimonianza e le parole dei fratelli.
Noi ti preghiamo


Ti ringraziamo o Signore per il grande dono della Pasqua, vittoria sulla morte che sconfigge per sempre il male. Sostieni la nostra fede perché sappiamo leggere la storia alla luce della tua resurrezione
Noi ti preghiamo


Aiutaci, o Padre buono, quando dubitiamo in cuor nostro che il mondo possa cambiare e che la storia possa prendere una strada diversa da quella attuale. Fa’ che sull’esempio degli apostoli vinciamo la paura e diveniamo annunciatori del Vangelo e testimoni della Resurrezione di Cristo.
Noi ti preghiamo


Guida i nostri passi o Signore perché una volta ricevuto l’annuncio della tua Resurrezione, come fecero le donne anche, anche noi riferiamo la novità del vangelo di Pasqua a tanti nostri fratelli e sorelle. 
Noi ti preghiamo



Rafforza in ogni tuo discepolo o Signore la certezza che la morte non è l’ultima parola e che quando tutto sembra perduto la fiducia in te fa risorgere la speranza. Dona a tutti quelli che invocano il tuo nome il dono della pace.
Noi ti preghiamo


Fa’ o Signore Gesù che tutti quelli che ti sono compagni nella via dolorosa verso il Calvario siano risollevati dal loro dolore assieme a te che risorgi. Ti preghiamo per i malati, gli immigrati, gli anziani, chi è senza casa, oppresso dalla guerra e dalla violenza. Dona loro pace e salvezza. 
Noi ti preghiamo.


O Dio nostro Padre, rafforza la fede e l’amore del papa Francesco che non smette di indicarci il Signore Gesù vicino e amico. Proteggilo dal male e sostienilo sempre,
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Dio, proteggi tutti i cristiani nel mondo, specialmente quelli che sono perseguitati e discriminati. Fa’ che l’annuncio della tua Resurrezione doni loro coraggio nella prova e la forza di resistere al male,
Noi ti preghiamo






Nessun commento:

Posta un commento