sabato 31 dicembre 2022

Festa di Maria Madre di Dio – Anno A - 1 gennaio 2023

 

 


Dal libro dei Numeri 6,22-27

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

 

Salmo 66 - Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino, +
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 4,4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti;
oggi parla a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, iniziamo oggi un nuovo anno celebrando con la Chiesa la festa di Maria Madre di Dio e la giornata mondiale della pace, istituita 56 anni fa da Paolo VI. Le due memorie concordano felicemente, perché Maria con la sua maternità ha permesso l’ingresso nel mondo della pace vera, quella che Dio dona, della quale Gesù è chiamato dal profeta Isaia “Principe”, come abbiamo ascoltato a Natale, cioè colui che la porta e la suscita. Infatti possiamo constatare con evidenza come dove il Signore è di casa, dove egli è accolto e invocato la pace regna con lui; dove al contrario egli è respinto e ignorato la pace non resiste e regna aggressività e ostilità. Per questo ogni chiesa, anche la più umile e periferica è chiamata ad essere una casa di pace e la comunità che vi si raduna un ambito di pace, di accoglienza e di benevolenza, nella quale ciascuno è aiutato a maturare uno spirito di pace con tutti. Ma questo è possibile solo se il Signore in essa è accolto e amato. Anche noi qui lo sperimentiamo, apprendiamo la pace come un alfabeto e una grammatica della vita.

La pace infatti non è un sentimento sorgivo, e non è solo assenza di guerra. Non vive la pace di Cristo chi si limita a non aggredire gli altri; certo questo è un buon inizio, ma bisogna andare oltre e costruire la pace. Papa Francesco in un suo messaggio per la giornata mondiale della pace afferma che per costruire la pace bisogna rimuovere il primo e più grande ostacolo che è la paura dell’altro diverso da noi: “La guerra si nutre di … paura dell’altro e della differenza vista come ostacolo”.

Ecco dunque la prima pietra da porre per costruire l’edificio della pace: guardare all’altro come qualcuno del quale non avere paura, ma da incontrare ed amare. L’altro è sempre diverso da noi, ma proprio per questo ci apre un mondo nel quale siamo invitati a inoltrarci nell’amicizia, con rispetto e misericordia, scoprendo la novità di una fraternità sempre possibile. Ce lo dice l’apostolo, come abbiamo ascoltato: in Gesù siamo tutti resi figli di Dio, cioè fratelli e sorelle, nessuno escluso.

Ma c’è anche una seconda pietra da collocare: guardare all’altro come una persona verso la quale abbiamo delle responsabilità, in termini di risposta umana alla provocazione che è l’incontro, di debito di amore e di comunicazione del Vangelo, buona notizia di una fraternità sempre possibile.

Sono queste le due pietre fondamentali necessarie per edificare la pace mondiale, che non è solo una faccenda di altri, dei potenti o delle istituzioni, ma riguarda ciascuno di noi.

Ma dove si possono trovare queste pietre e come costruire con esse l’edificio della pace? Non siamo noi troppo piccoli o incapaci?

Abbiamo ascoltato che furono i pastori, gente non abituata ai rapporti con gente importante, lontana dai luoghi contano e ignorante, a recarsi per primi nella stalla di Betlemme dove era appena nato Gesù. Era buio, notte e freddo. Tutto sconsigliava di uscire allo scoperto, esporsi al rischio per andare incontro a qualcosa di nuovo e sconosciuto, qualcuno che non aveva niente a che fare con la loro vita. Perché rischiare? Dovevano lasciare incustodito il bene da cui dipendeva la loro esistenza: il gregge che dovevano sorvegliare. Era più sicuro starsene al riparo, al chiuso dei loro ricoveri. È questo quello che anche noi pensiamo davanti a chi ci è sconosciuto: io che c’entro, perché interessarmi, immischiarmi in fatti non miei?

Ma i pastori vinsero la loro paura ad uscire attratti da una luce che li avvolgeva di un calore nuovo, la speranza di trovare il segno sotto il quale mettere al sicuro la propria vita, la fonte della pace, la salvezza da ogni male. Era il luogo dell’incontro con l’altro, lo sconosciuto, chi è diverso da noi, ma allo stesso tempo benedetto dalla presenza di Gesù che nasce.

Ogni nuovo rapporto che rompe l’estraneità e la paura può far nascere qualcosa di nuovo e di prezioso, se vissuto con una scintilla dell’amore di Gesù. Dove incontriamo l’altro nel nome della pace di Gesù egli è presente in mezzo a noi, ce lo ha detto lui. Per questo l’incontro fiducioso e simpatico con l’altro è anche incontro con Dio, è la stalla di Betlemme, è la chiesa dei figli di Dio radunati attorno a Gesù.

I pastori, continua il vangelo di oggi, una volta usciti dall’incontro con Dio non poterono fare a meno di riferire quello che avevano vissuto a quanti incontravano. Proprio i pastori, gente fuori della società, diventano comunicativi e capaci di annunciare che Gesù nasce nella nostra vita portando pace e gioia, se noi usciamo nel buio incontro all’altro, incontro a lui. Hanno vissuto una nuova e felice esperienza, perché incontrare Gesù porta ad incontrare gli altri e a vincere la paura. Quell’incontro suscita nei loro cuori una grande gioia che è la pace, e li rende comunicativi. Chi è nella gioia dell’incontro non può essere violento e aggressivo, chi è vinto dalle paure è triste e deve difendersi dall’altro, magari aggredendo.

Quante volte anche noi siamo tristi e scontrosi, senza nulla da comunicare agli altri, perché non siamo pieni di gioia che dà pace. Ma questo, cari fratelli e care sorelle, significa che non abbiamo incontrato il Signore!

Dall’incontro con lui infatti si esce trasfigurati, la gioia infatti è forza che ci trasforma interiormente, ma anche che è capace di trasformare le persone che incontriamo e la realtà in cui viviamo suscitando anche negli altri il desiderio di pace. Se tutto resta uguale o peggiora è perché gli uomini e le donne non incontrano il Signore e la gioia è spenta nei loro cuori. Diveniamo portatori della gioia che nasce dall’incontro con il Signore e con gli uomini e la pace si diffonderà attorno a noi e nel mondo intero.

Un anno si chiude e uno nuovo inizia, apriamolo sotto il segno dell’incontro pacifico e gioioso con l’altro, perché la pace trovi in noi uno spazio dal quale diffondersi e illuminare chi ci circonda.

 

Preghiere 

 

O Dio che ci inviti ad uscire per raggiungere il luogo dove tu nasci in mezzo a noi, aiutaci a riconoscerti povero e piccolo, indifeso e mite per imitarti e seguirti sempre,

Noi ti preghiamo

  

Come ai pastori, anche a noi l’angelo della Parola di Dio ci ha invitato a non temere e a non rimandare l’incontro personale con te. Fa’ che senza indugio ti veniamo vicino e restiamo con te,

Noi ti preghiamo

 

O Signore Gesù che hai voluto nascere da Maria, donna umile e semplice, e ce la indichi come esempio di discepola attenta alla tua Parola e pronta a conservarla dentro di sé, aiutaci ad imitarla per divenire anche noi tuoi discepoli,

Noi ti preghiamo

 

Perdona o Padre la paura e la diffidenza che ci allontanano dagli altri, fa’ che scopriamo la bellezza di incontrare ogni uomo e ogni donna e di riconoscere in essi il fratello e la sorella che tu hai amato come figli.

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Signore per tutti quelli che soffrono a causa della violenza e dell’ingiustizia: per i profughi dalla guerra e dalla miseria, per i perseguitati, per chi è solo e senza aiuto. Sostieni col tuo amore tutti quelli che ti invocano,

Noi ti preghiamo

  

O Dio, ti preghiamo per il papa Benedetto che hai chiamato alla tua casa. Accoglilo nel tuo amore e fa’ che trovi la gioia del Vangelo per il quale ha speso la sua lunga e pacifica vita di pastore,

Noi ti preghiamo.

 

Salva o Signore Gesù le nostre vite dalla chiusura e dalla paura che ci chiudono all’altro. Fa’ che sappiamo gioire dell’incontro, gustando la bellezza di scoprire in ognuno un fratello e una sorella da amare,

Noi ti preghiamo

  

Ti ringraziamo o Signore per i doni con cui hai benedetto le nostre vite nell’anno che si è concluso: per la Parola che ci è stata annunciata, per le testimonianze di amore evangelico che abbiamo incontrato, per l’invito che abbiamo ricevuto a seguirti, nonostante la nostra indegnità,

Noi ti preghiamo

sabato 24 dicembre 2022

Natale del Signore - Anno A - 25 dicembre 2022

  


Dal libro del profeta Isaia 9,1-6

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Màdian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

 

Salmo 95 - Oggi è nato per noi il Salvatore.

 

Cantate al Signore un canto nuovo, +
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. +
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito 2,11-14

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

 

Alleluia, alleluia, alleluia.
Vi annunzio una grande gioia:
oggi vi è nato un Salvatore: Cristo Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia.

 

Dal vangelo secondo Luca 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 

Commento

 

Care sorelle e cari fratelli oggi ci siamo riuniti in questo luogo per festeggiare il Natale e abbiamo appena ascoltato il racconto della nascita di Gesù.

Il Natale è una festa strana, perché avviene al buio, nella notte. Come mai, ci chiediamo, Gesù sceglie di nascere non solo nell’anonimato di un luogo periferico, da gente umile, in un contesto disagiato, ma anche di notte?

La notte, lo sappiamo, è il tempo in cui le cose hanno contorni incerti, non definiti. La realtà ci appare più come ce la immaginiamo che come realmente è. È il tempo in cui sogniamo, ma anche in cui gli incubi ci spaventano maggiormente.

Gesù nasce nella notte, che assomiglia molto al tempo che viviamo. È notte nei paesi in guerra, Ucraina, Siria, Yemen, Sudan; è notte dove la vita vale poco, disprezzata e calpestata da potenti dispotici, come avviene alle donne e ai giovani in Iran o in Afghanistan; è notte nelle case fredde e buie dove non c’è abbastanza per vivere dignitosamente.

Ma è anche la notte delle incertezze che tanti giovani sentono per il loro futuro, dopo il lungo tempo dell’isolamento sociale, con la pesante ipoteca dei cambiamenti climatici che li spaventano circa il futuro del pianeta in cui vivranno.

Ebbene proprio in questo buio Gesù nasce, perché la sua venuta porta una luce di speranza e di cambiamento. La sua presenza infatti rende i contorni della realtà più nitidi, e fa vedere chiaramente ciò che è bene e ciò che è male, dove è il dolore e dove è la consolazione, illumina le pieghe e gli angoli scuri delle nostre città dove sono nascoste le situazioni più difficili, quelle che nessuno nota e di cui nessuno si fa carico, ma fa brillare anche i gesti di amore, le attenzioni e le preoccupazioni che al buio passano inosservate.

È nel buio che la luce della nascita di Gesù risalta, perché quando c’è troppa luce la sua viene offuscata, messa in secondo piano. Il mondo è accecato da luci potenti, ma fredde, che illuminano i palcoscenici dove si svolge la storia che conta, quella dei famosi, dei potenti, delle persone di successo. Cosa può illuminare la luce calda ma debole della presenza di Gesù? Si perde. A Natale dobbiamo imparare a posare lo sguardo su altri orizzonti, che non siano gli scenari della gente famosa e dei luoghi alla moda, per poter scorgere la luce viva e delicata di un amore vero, di una ingenua speranza e fiducia nella forza del bene, che non si impone e non sovrasta, ma illumina e scalda le ombre della nostra vita e di quella del mondo.

E la luce che porta Gesù ha un nome ben preciso: la pace. Lo dicono gli angeli sul luogo della nascita di Gesù: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama.” Lo afferma il profeta Isaia che, come abbiamo ascoltato, annuncia la nascita di un re potente che è il “Principe della pace”. La pace di Gesù illumina veramente perché è vera pace, cioè senza limiti. La pace degli uomini pone condizioni, quella di Dio no. Tutti dicono di desiderare la pace, ma a certe condizioni, fintanto che non avviene qualcosa di grave, a patto che siano rispettate certe condizioni, altrimenti la pace non è ammessa. Per Dio invece no: la pace è principio di ogni azione e di ogni rapporto con ciascun singolo uomo e con i popoli interi. La pace viene prima e conclude ogni cosa. La pace è a ogni costo e in ogni situazione.

Cari fratelli e care sorelle, questo forse può sembrarci eccessivo, ma Gesù è principe della pace, perché la pace è il principio di tutto. Se cominciamo a mettere condizioni e porre limiti essa muore, diventa ricattabile dalla forza del male che non accetta volentieri che gli si ponga un argine.

A Natale in questa casa gustiamo la gioia della pace invitando proprio quelli che soffrono di più per la mancanza di essa: i poveri. La tavola sarà imbandita, come facciamo ogni anno, per quelli che aspettano e desiderano la pace e la consolazione di un amore che si prenda cura della loro debolezza e fragilità, che assicuri la vicinanza e il calore umano con i quali Gesù è venuto a illuminare il mondo. Vuole essere per tutti l’immagine concreta del Natale come Gesù lo farebbe oggi se nascesse qui in mezzo a noi.

 

Preghiere

 

O Signore che nasci in una stalla perché nella confusione della città nessuno ti lasciava spazio, aiutaci a sgombrare il nostro cuore dagli affanni e dall’egoismo, perché ci sia spazio per te.

Noi ti preghiamo

 

 

O Cristo, che porti la luce della vera pace per illuminare il buio del mondo fa’ che tutti gli uomini sappiano accoglierla e custodirla in sé per far cessare ogni guerra e ogni contesa.

Noi ti preghiamo



 

O Padre che hai mandato il figlio unigenito perché il mondo conoscesse il tuo amore, aiutaci a trovarti quando ti fai vicino a noi e a seguire la strada che il Vangelo ci indica per restare sempre in tua compagnia.

Noi ti preghiamo

 

 

O Cristo che non ti sei vergognato di nascere nella miseria di una stalla, fa’ che tutti noi sappiamo essere umili come te nel servizio ai fratelli e premurosi come Maria e Giuseppe con chi è piccolo e indifeso.

Noi ti preghiamo

 

  

O Signore che sei stato accolto dai pastori, e non hai trovato attenzione nella città dei benestanti, fa’ che sappiamo chinarci su chi è misero e riconoscere in lui la tua presenza che si fa vicina alla nostra vita.

Noi ti preghiamo

 

 

Cristo Gesù, aiutaci ad ascoltare l’angelo che annuncia la venuta della nostra salvezza e ad incamminarci verso di te, aprendo il nostro cuore alle tue parole e rendendo grazie per l’amore che ci insegni.

Noi ti preghiamo

 



O Signore che hai radunato l’umanità non davanti a palcoscenici della gente famosa e importante ma accanto all’umiltà di una stalla, fa’ che noi tuoi discepoli siamo fedeli al Vangelo, perché la forza al tuo amore trasformi la nostra vita.

Noi ti preghiamo

 

 

O Gesù proteggi e benedici quanti in questo giorno di Natale condivideranno la mensa della fraternità in questa casa. Dona a tutti consolazione nel dolore, guarigione e salvezza.

Noi ti preghiamo

domenica 18 dicembre 2022

IV domenica del tempo di avvento - Anno A - 18 dicembre 2022

 


Dal libro del profeta Isaia 7, 10-14

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

 

Salmo 23 - Viene il Signore, re della gloria.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1, 1-7

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio - che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo -, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

 

Alleluia, alleluia alleluia.
La vergine darà alla luce un figlio:
sarà chiamato: «Dio con noi ».
Alleluia, alleluia alleluia.

 

Dal vangelo secondo Matteo 1, 18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Commento

Cari fratelli e care sorelle, il vangelo cha abbiamo ascoltato si apre con un’affermazione: “Così fu generato Gesù Cristo.” Essa risponde ad una domanda che anche noi ci poniamo: “Come può Gesù Cristo essere generato oggi fra noi?” Noi facciamo fatica a scorgere i segni che preparino un evento così bello. Piuttosto ad ogni angolo vediamo minacciosamente in agguato solo cattive notizie: crisi economica, instabilità politica, una società frammentata in tanti “io” individuali che non riescono a unirsi in un disegno comune, guerre, minacce terroristiche, esodi di popoli in fuga da violenza e miseria. Quale patria, quale grembo può generare oggi e fare spazio al re della pace, al Signore mite e umile di cuore capace di condurre il gregge disorientato di tanti uomini ad un pascolo buono e abbondante?

Sono domande alle quali non sappiamo bene come rispondere. Ma anche il tempo del primo Natale era gravido di minacce e tutto sembrava dire che non era possibile la nascita di quel bambino. Ci dice l’evangelista Matteo che Giuseppe stava meditando di ripudiare Maria proprio a causa di quel bambino che doveva nascere e persino Maria stessa fu assai turbata e spaventata dall’annuncio di quella nascita così imprevista ed eccezionale, e, di primo impulso, si ritrasse, prima di dire di sì, ma solo alla fine. Al momento della sua venuta sembra che non ci sia proprio posto per Gesù: ce lo ricorda il prologo del vangelo di Giovanni che afferma: “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto” (1,10-11) ed anche Luca parlando della famiglia di Gesù sottolinea che “non c’era posto per loro” (2,7).

Insomma il mondo non sembra un pronto ad accogliere il figlio di Dio che nasce. Che posto può trovare in questo mondo la fonte di ogni bene, il re della pace vera? È ciò che afferma il nostro realismo sfiduciato: nel mondo è impossibile che ci sia posto per l’altruismo, la generosità e la gratuità; non è possibile fidarsi, bisogna piuttosto guardarsi e difendersi dall’altro, essere diffidenti. Il mondo è la patria dei violenti e degli arroganti, o di quelli che almeno sono furbi; sono questi quelli che hanno sempre la meglio.

Ma, in mezzo a tante difficoltà, oggi la Scrittura ci dice che un angelo venne in sogno a Giuseppe e lo rassicurò, invitandolo a prendere con sé Maria e quel figlio destinato a cambiare il futuro dell’umanità. Anche Maria fu rassicurata dalla visione dell’angelo che, nel dialogo con lei, le parlò dello Spirito e della potenza di Dio che volevano trovare spazio nella sua piccola e umile vita.

Insomma il vangelo ci mostra come la nascita di Gesù viene resa possibile da un sogno e da una visione.

Infatti, se la realtà è così dura e ostile, come il realismo sfiduciato ci suggerisce, ancora di più abbiamo bisogno di sognare un futuro diverso in cui si possa realizzare un tempo libero dalla cappa pesante dell’impossibile che rende irrealistica ogni speranza di bene.

Se l’esperienza concreta ci fa toccare con mano la durezza dei rapporti e la distanza che separa l’uno dall’altro, c’è bisogno di una visione diversa che ci fa scoprire nell’altro il volto del fratello, non nemico né rivale.

Allora possiamo dire che affinché Gesù possa oggi nascere ancora una volta dentro di noi e in mezzo a noi c’è bisogno che accogliamo un sogno e una visione, che liberiamo il nostro animo dal peso delle paure e della rassegnazione che dicono: “è impossibile”.

Non temiamo di dare spazio nella nostra vita ad un sogno e a una visione, anche se ci sembra pericoloso o fuori luogo, perché attraverso di essi Dio prepara lo spazio in cui suo Figlio possa essere accolto, crescere e fortificarsi, da cui possa parlare e manifestare la forza buona del suo amore.

Questo significa prepararsi al Natale. Non abbiamo paura dei sogni che talvolta si affacciano al nostro cuore, non scacciamoli via spaventati. Non lasciamo che il filtro del realismo sfiduciato renda sfocata e buia la visione del mondo. E il sogno non è solo un pensiero astratto: il sogno di Giuseppe divenne decisione concreta di prendere Maria e far nascere Gesù nel seno di una famiglia protettiva e accogliente. Il sogno è un grembo che fa nascere cose nuove, è un terreno fertile che genera frutti buoni di pace e vita buona.

Giuseppe dal sogno uscì rinfrancato e con un nuovo senso di responsabilità: “prese con sé la sua sposa” ci dice Matteo. Anche noi assumiamoci la responsabilità di far spazio ad un mondo nuovo, prendiamo con noi Maria, cioè la promessa di un tempo rinnovato dalla presenza di Dio in sé. Non ripudiamola, non spegniamo il sogno e non offuschiamo la visione, ma facciamone la nostra forza e il motore che spinge noi e il mondo verso il futuro possibile di pace e di bene che Dio prepara per i suoi figli.

 

 

Preghiere 

 

O Signore che vieni a visitare la nostra vita, ti preghiamo donaci il sogno e la visione di un tempo nuovo, perché possiamo vincere le nostre paure e incontrarti a Natale umile e indifeso.

Noi ti preghiamo

  

O Dio Padre onnipotente, guarda con amore al nostro mondo, ancora così diviso dagli odi e segnato dalla violenza. Fa’ che la nascita del tuo Figlio unigenito porti in ogni luogo pace fra gli uomini e riconciliazione fra i nemici.

Noi ti preghiamo

 

Come Giuseppe o Signore, anche noi siamo presi tante volte dal dubbio e dal timore che ci fa allontanare da te. Ti preghiamo, manda l’angelo della tua Parola a suggerirci la via giusta per prenderti con noi e restare sempre con te.

Noi ti preghiamo

  

Proteggi o Dio del cielo, tutte le vite che nascono deboli e indifese, liberale da ogni minaccia e fa’ che crescano con qualcuno accanto che si prende cura di loro con amore.

Noi ti preghiamo


Guarda con amore o Dio questa famiglia riunita nel tuo nome, perché accogliamo sempre con gioia l’invito a radunarci attorno alla tua mensa per ascoltarti e nutrirci del tuo corpo e sangue.

Noi ti preghiamo

  

Benedici e libera da ogni male i nostri fratelli che vivono nella guerra. Per gli uomini e le donne colpiti duramente dal terrorismo e per tutti i paesi nei quali infuria la violenza fratricida, manda presto o Dio la tua pace,

Noi ti preghiamo

 

Consola o Dio tutti coloro che sono nel dolore e in modo particolare proteggi la vita di chi non ha casa e soffre in questi giorni per la durezza del clima. Fa’ che trovino il calore della vicinanza dei fratelli e delle sorelle.

Noi ti preghiamo

  

Guida e proteggi o Signore il nostro papa Francesco; fa’ che attraverso la sua parola e il suo esempio la forza del Vangelo prevalga nei cuori e susciti sentimenti di benevolenza e pace.

Noi ti preghiamo

sabato 10 dicembre 2022

III domenica del tempo di Avvento - Anno A - 11 dicembre 2022

 


Dal libro del profeta Isaia 35,1-6a. 8a.10

Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.

 

Salmo 145 - Vieni, Signore, a salvarci.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.  

Dalla lettera di Giacomo 5,7-10

Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio.
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Matteo 11,2-11

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, in questa terza domenica di Avvento incontriamo Giovanni Battista. Egli è l’uomo dell’Avvento, che prepara se stesso e il mondo attorno a sé per la venuta del Signore. Il Vangelo ce lo presenta in carcere, perché il mondo ascolta con fastidio la domanda pressante di Giovanni a prepararsi per la venuta del Signore e vuole imprigionare quella voce scomoda.

Eppure, ci dice il Vangelo, una grande folla era andata a chiedere a Giovanni il battesimo nel deserto, sulle rive del Giordano. Segno che c’è una grande domanda di cambiamento, allora come anche oggi, un bisogno profondo di rinnovamento di una vita che si sente sbagliata.

Ma? Gesù pone in modo pressante tre volte la domanda su che cosa quella gente aveva trovato nel deserto, lungo la riva del torrente Giordano: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto?»

Gesù pone anche a noi questa domanda dell’Avvento: che cosa cerchiamo per la nostra vita? Gesù dà due risposte ipotetiche, che in qualche modo riassumono simbolicamente come ci si pone davanti al futuro: o il fatalismo passivo di uno scorrere degli eventi, la canna esposta ai venti che la piegano secondo il verso da cui soffia, oppure la ricerca di una solidità nella forza di questo mondo, il benessere e il potere.

Gesù però mette in guardia da entrambi questi atteggiamenti. Il proprio futuro e quello del mondo intero è troppo importante per affidarlo al fatalistico scorrere degli eventi o alla ricerca di forza e potere di questo mondo, che si rivelano facilmente una fallace illusione.  Il Signore ripete una terza volta. “Che cosa siete andati a vedere nel deserto?” e risponde: “Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.”

Questa è dunque la risposta alla domanda su cosa vale la pena cercare per la propria vita: per il proprio futuro bisogna cercare una profezia, cioè le indicazioni di un messaggio forte che traccia una nuova via.

Sì, noi e il mondo intero abbiamo bisogno di una visione profetica, cioè una prospettiva che incarni il sogno di Dio per l’umanità. Non ci può bastare il realismo pessimista e con gli occhi bassi, concentrato su di sé e rassegnato che il mondo continuerà ad andare così come è adesso.

Tante volte siamo tentati di far vincere in noi la paura e a desiderare che tutto resti così com’è ora, per timore di un futuro nuovo. Tanti ci consigliano di vivere così questo Natale: “Che tutto resti così, che niente cambi, che il futuro sia come il nostro passato!”

Ma la prospettiva del discepolo di Gesù è quella dell’Apocalisse: “le cose di prima sono passate” e “Io faccio nuove tutte le cose”.

Hanno bisogno di questa profezia quanti oggi sono oppressi e umiliati, quanti soffrono, i popoli oppressi dalla guerra e in cerca di un approdo di pace; ma ne abbiamo bisogno anche noi, talvolta intristiti e col cuore indurito in una insensibilità a chi ci è accanto che ci chiude in una morsa di fredda indifferenza.

Abbiamo bisogno della visione profetica del Natale, dei cieli aperti sopra una stalla umile, dell’annuncio degli angeli di pace per una umanità segnata dalla guerra, così amata da Dio da essere da lui visitata e abitata, di un mondo non più immerso nel buio, ma rischiarato da colui che porta la luce di un amore più forte del male.

Noi spesso facciamo fatica a cercare ancora una profezia per la vita nostra e del mondo, eppure Giovanni pur stando in carcere non smette di avere questa visione negli occhi, manda i suoi discepoli da Gesù, cerca da lui una conferma che quanto atteso possa realizzarsi. Ad essi Gesù presenta i segni di un mondo nuovo che lui ha inaugurato: chi sta male è curato, chi soffre è consolato, la pace vera è donata a chi ne ha più bisogno.

Anche noi in questo tempo che ci separa dalla visione grande e maestosa del cielo che si apre per lasciare scendere Dio in mezzo a noi facciamo nostra questa visione profetica, attendiamola e cogliamo nel presente i segni che già fanno gustare la sua realizzazione.

Stiamo attenti a non disprezzarli, perché essi sono Vangelo, cioè buona notizia che salva. Stiamo attenti a non preferire il disgusto deluso e insoddisfatto di una vita in cui non riusciamo a cogliere nessun segno dell’amore di Dio.

Alcuni segni concreti oggi li possiamo vedere anche realizzarsi in questa nostra realtà parrocchiale, umile e piccola, ma resa profetica dentro Terni dalla presenza della visione di Giovanni battista. Qui i poveri sono amati e protetti, chi è debole è accolto e voluto bene, la speranza trova spazio e si rafforza in tanti, chi è in ricerca di motivi di fiducia per operare il bene è sostenuto e trova alleati. Sono segni concreti di un amore che si fa strada e che piano piano va a comporre il grande mosaico della visione profetica che Giovanni dal carcere vede nonostante il buio.

Poniamo dunque anche noi quella domanda pressante e ripetuta da Gesù alle folle: “Che cosa andiamo a vedere nel deserto?” e troviamo nel vivere il suo amore concreto la via per giungere davanti a lui a Natale.

 

Preghiere 

 

O Signore Gesù ti preghiamo: compi ogni giorno i miracoli di amore che i poveri e i piccoli ti invocano. Aiutaci a gioirne e alimentare con essi la nostra speranza nel regno di pace e di giustizia che vieni a realizzare.

Noi ti preghiamo

  

Ti ringraziamo o Signore per il dono di vedere attorno a noi i segni del tuo amore. Fa’ che guidàti da essi sappiamo anche noi gioire della tua benedizione che non dimentica nessuno e dona guarigione e salvezza a chi ti invoca.

Noi ti preghiamo

 

O Dio Padre onnipotente proteggi ogni uomo e ogni donna che vive nel dolore. Dà un tetto a chi è indifeso e fratelli a chi non ha nessuno. Fa’ che il freddo del clima e dei cuori sia riscaldato dalla fiamma del tuo Spirito di carità.

Noi ti preghiamo

  

Ti ringraziamo o Signore perché con la tua nascita fra di noi vuoi colmare la nostra distanza da te. Fa’ che sappiamo aspettarti liberi dal nostro egoismo. Aiutaci ad attendere con impazienza che la tua venuta realizzi un tempo di pace e di salvezza per il mondo intero.

Noi ti preghiamo

 

Accogli e consola, o Dio nostro Padre, la vita di tutti coloro che soffrono. Ti preghiamo per i malati e per gli anziani, per le vittime della guerra e delle ingiustizie, per gli immigrati, per chi assieme a loro lavora per la realizzazione di un mondo nuovo. Benedici le loro vite e proteggili.

Noi ti preghiamo

 

Sostieni o Signore Gesù i piedi di chi cerca la pace. Fa’ che ogni tuo discepolo si leghi al giogo soave del Vangelo e sappia indicare Te come la fonte di ogni gioia e la tua Parola come benedizione e salvezza della vita di ciascuno.

Noi ti preghiamo.

 

In questo tempo di Avvento o Padre misericordioso, aiutaci a coltivare l’attesa impaziente per la tua venuta, perché pronti ad uscire dalle nostre case sappiamo incontrarti, piccolo e indifeso come un bambino, nelle vie del mondo.

Noi ti preghiamo

  

Fa’ che i tuoi discepoli ovunque dispersi sappiano scrutare il cielo e riconoscervi i segni di speranza da seguire per incontrarti, come i Magi che seguendo la stella giunsero a Betlemme.

Noi ti preghiamo

giovedì 8 dicembre 2022

Festa dell'Immacoplata Concezione di Maria - Anno A - 8 dicembre 2022

 


Dal libro della Genesi 3,9-15.20

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».  L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

 

Salmo 97 - Cantate al Signore un canto nuovo

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1,3-6.11-12

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

 

Alleluia, alleluia, alleluia.
Rallegrati, piena di grazia,
il Signore è con te.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».  Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, nel nostro cammino di Avvento ci viene incontro questa festa nella quale ricordiamo e gioiamo perché la madre di Gesù è stata preservata dal male del peccato fin dalla sua nascita per poter degnamente accogliere il Figlio di Dio nel suo grembo. È oggi dunque una festa nella quale celebriamo la volontà di Dio che il mondo, a partire da ogni uomo e ogni donna, sia libero dal potere del male che si esprime nelle azioni malvage, cioè il peccato. Infatti possiamo leggere tutta la storia dell’umanità, così come anche la storia di ogni singolo uomo e donne, come una grande lotta fra la volontà di Dio che desidera e prepara un destino di bene, e la forza del male che si insinua nelle pieghe di questa storia per contrastare la volontà di Dio e rendere impossibile l’affermarsi del bene.

È una lotta cosmica, cioè che coinvolge tutto il mondo, di cui cogliamo i segni anche in questo nostro tempo: la guerra, il disprezzo per il creato, le ingiustizie.

Davanti a queste realtà è facile tirarsi fuori pensando di essere estranei, di non avere un ruolo in meccanismi che ci sovrastano e non sono certo alla nostra portata. Ma in realtà questa lotta cosmica non è esterna a noi. Infatti tanto la volontà di bene di Dio, quanto l’opera del male, per attuare i loro disegni nel mondo passano attraverso la decisione, la scelta di ognuno. Ciascuno è protagonista scelto da Dio per governare e non subire la storia, quella mia personale, quella del mio ambiente di vita, quella del più largo mondo attorno a me e lontano da me. Per questo Dio si è fatto uomo, come celebriamo a Natale, per mostrare concretamente che Dio si fa presente nella vita degli uomini dal di dentro e la abita anche attraverso la nostra vita.

Abbiamo infatti ascoltato Paolo affermare: “In lui [Dio] ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà.” Siamo predestinati, cioè “preparati”, per una vita santa e immacolata, cioè governata dal bene, ma siamo noi a dover attuare questo progetto che Dio ci ha offerto, accogliendo l’adozione a figli di Gesù, cioè ad essere membri della sua famiglia dei discepoli.

Gesù, principe della pace, fonte di ogni bene, modello di quella santità secondo Dio che è umanità mite e umile di cuore, vuole farsi strada dentro di noi e nascere al mondo attraverso di noi, cioè manifestarsi nelle parole, nelle opere, nelle decisioni di bene di cui ciascuno di noi è reso capace proprio dal Signore.

A Maria, ci racconta il Vangelo di Luca, l’angelo propose questo: ospitare nel suo seno Gesù perché nascesse nel mondo. La sua vita era stata preparata da Dio ad accoglierlo, ma anche noi, come afferma Paolo, siamo stati preparati, destinati, a riceverlo.

Nella prima lettura abbiamo visto come l’uomo, per il quale Dio aveva preparato un futuro di pienezza di vita con lui, ha liberamente scelto di seguire il suggerimento del male e ha fatto sua la volontà del male. Questo atto di Adamo ed Eva, i progenitori dell’umanità intera, è presentato dalla Scrittura come il primo caso in cui la libertà dell’uomo si è rivolta contro la felicità e il bene per il quale Dio l’aveva creata. In questo atto cioè si identifica ogni atto degli uomini che scelgono per il male e per porre distanza fra sé e Dio stesso. 

Fratelli e sorelle, accogliamo oggi l’invito a non farci sfondo anonimo e disimpegnato di una storia che procede schiava della forza del male, ma impegniamoci a fondo a realizzare il destino di bene che il Signore ci invita a far passare attraverso le nostre scelte e azioni. Maria disse di sì a questa proposta, non offuscò con la paura o la resistenza il realizzarsi del disegno di bene che le era proposto. Anche noi, facciamo brillare questa volontà di bene, portando alla luce, ben visibile e concreto, l’amore che in Gesù ci viene manifestato, partecipando all’evento del natale non come spettatori anonimi, ma come la culla dalla quale Gesù vuole manifestarsi al mondo.

  

Preghiere  

Ti preghiamo o Dio, aiutaci in questo tempo di Avvento a vivere con disponibilità e fiducia l’attesa della tua venuta,

Noi ti preghiamo

  

Come Maria ha accolto l’invito dell’angelo a rallegrarsi, così fa’ o Signore che anche noi sappiamo gioire alla notizia della tua venuta,

Noi ti preghiamo

  

Dona o Signore Gesù la pace a quanti ora vivono in guerra. Per i paesi dove si combatte e si muore per la violenza e l’odio fratricida,

Noi ti preghiamo

  

O Signore Gesù, concedi a tutti noi di compiere con gioiosa sollecitudine il cammino verso di te dell’Avvento, perché fiduciosi nel tuo disegno di amore siamo sempre disponibili a farlo nostro e viverlo,

Noi ti preghiamo

 

Guida o Padre del cielo i passi di quanti ti cercano, aiuta quanti sono dispersi nella tristezza, sostieni chi è sfiduciato e senza speranza, perché tu nasca presto nella vita di ognuno di loro,

Noi ti preghiamo

  

Sostieni gli sforzi o Dio di quanti annunciano il Vangelo a chi non lo conosce ancora. Fa’ che con l’esempio e le parole siano testimoni credibili dell’amore vero,

Noi ti preghiamo.

 

Proteggi o Padre misericordioso il papa Francesco, perché raggiunga i cuori di tutti e diffonda la pace che viene dall’essere tuoi figli,  tutti fratelli e membri di un’unica famiglia

Noi ti preghiamo

  

Benedici e guida o Dio la tua Chiesa ovunque diffusa, illumina quanti ascoltano oggi il Vangelo, dona a ciascuno la grazia di un tempo di conversione e di gioia nell’attesa,

Noi ti preghiamo