lunedì 30 gennaio 2023

IV domenica del tempo ordinario - Anno A - 29 gennaio 2023

 



Dal libro del profeta Sofonia 2,3; 3, 12-13

Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini; cercate la giustizia, cercate l’umiltà, per trovarvi al riparo nel giorno dell’ira del Signore. Farò restare in mezzo a te, Israele, un popolo umile e povero; confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele. Non commetteranno più iniquità e non proferiranno menzogna; non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta. Potranno pascolare e riposare senza che alcuno li molesti.

 

Salmo 145 -   Sono beati i poveri in spirito.

Il Signore è fedele per sempre,

rende giustizia agli oppressi,

dà il pane agli affamati.

Egli libera i prigionieri.

 

Il Signore ridona la vista ai ciechi, 

il Signore rialza chi è caduto, 

il Signore ama i giusti, 

il Signore protegge lo straniero.

 

Egli sostiene l’orfano e la vedova, 

ma sconvolge le vie degli empi. 

Il Signore regna per sempre, 

il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione. 

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 26-31

Considerate la vostra vocazione, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: “Chi si vanta si vanti nel Signore”.

 

Alleluia, alleluia, alleluia

Rallegratevi ed esultate,

grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Alleluia, alleluia, alleluia

  

Dal vangelo secondo Matteo 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

 

Commento

 

Care sorelle e cari fratelli, le letture di oggi contengono, tutte e tre, un’esaltazione dei piccoli, degli umili, dei semplici. “Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini; cercate la giustizia, cercate l’umiltà” dice il profeta Sofonia; “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto …, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole …, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato” scrive Paolo ai Corinzi, e infine l’evangelista Matteo riporta il discorso pronunciato da Gesù alle folle in cui sono detti “beati i poveri, gli afflitti, i miti, gli affamati di giustizia, i misericordiosi” ecc…  

Queste parole sembrano invitare ad incarnare il ruolo di un cristiano timido e remissivo, che non è significativo nella società e nel mondo. Ma questo ruolo non rappresenta forse la rinuncia a a incidere nella realtà, a far emergere la fede cristiana come vincente? In un certo senso sì, questo è vero, e in passato e, in fondo, ancora oggi è esistita la tentazione di rifiutare questo rischio. Tante volte si è cercata una via più efficace per imporre e far emergere il cristianesimo come vincente, religione e cultura dominante. Tante volte si è nostalgici di un tempo (un po’ mitico in realtà) in cui tutto era cristiano: la società, la cultura, il potere, persino l’arte e le espressioni poetiche. Niente usciva dall’alveo della fede cristiana e ogni aspetto della vita sembrava intrisa di fede. Ma è questo il risultato che il Signore Gesù ha perseguito nel suo passaggio terreno?

Una volta i discepoli Giacomo e Giovanni proposero a Gesù di annientare con una pioggia di fuoco un villaggio dal quale erano stati rifiutati in malo modo: “«Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». [Ma egli] Si voltò e li rimproverò.” (Lc 9,56). Non è con la potenza fisica o verbale che Gesù vuole imporsi, ma conquistando le persone, una ad una. A Pietro che vuole difendere con la spada Gesù e se stesso dall’arresto il Signore replica: “Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture” (Mt 26,53-54), e Pietro voleva solo difendersi, non aggredire. Gesù propone a quelli che lo incontrano di seguirlo, ma mai lo impone, tanto che spesso riceve rifiuti: “Udito questo, il giovane se ne andò triste” Mt 19,16.

Insomma la via che Gesù sceglie è quella dell’umiltà semplice e povera di mezzi, perché sa che solo attraverso di essa può ottenere l’ ”adempimento delle Scritture”, che è l’unica cosa che gli interessa. E le Scritture hanno un unico grande messaggio da rivolgere all’umanità intera: che Dio l’ama, che le è vicino, che fa di tutto per renderla felice e libera dalla forza del male.

L’autorità che si impone con la forza riesce a ottenere da parte della gente, e neanche sempre, la sottomissione per paura, ma non conquista il loro cuore. La promessa di assicurare il successo, il potere, la superiorità sugli altri conquista magari la gente, perché la rassicura e la fa sentire più forte, ma il loro cuore con chi sta? A che vale imporre un’adesione esteriore alla fede in cambio di qualcosa se il cuore poi resta legato a ciò che non conta, o peggio, diventa pronto a farsi alleato della forza del male?

Lo vediamo in modo eclatante in questi giorni: ci sono due popoli che sono entrambi cristiani e fanno della loro fede un elemento di orgogliosa identità, eppure si stanno uccidendo l’uno con l’altro, per ragioni di predominio politico e di potere. Le loro società, la cultura, il senso di identità nazionale è intriso di cristianesimo, ma i loro cuori no. Si può proclamare con la bocca che Cristo è Signore e poi sottomettersi volentieri al principe del mondo che rende schiavi in nome della conquista del potere.

Ma in fondo, nel nostro piccolo, non siamo anche noi pronti a mostrare ossequio e sottomissione alle istituzioni cristiane, partecipare alle cerimonie, appoggiare quella che presumiamo essere “la parte giusta”, ma poi davanti ai poveri, alle situazioni scomode e difficili, quando costa e fa fatica prendere concretamente posizione, quante volte scegliamo di darci da fare per ciò che non ci avvantaggia? E dunque il nostro cuore da che parte sta?

Dio conosce bene questi meccanismi, sa come la fragilità umana fa “funzionare” il nostro cuore, per questo non si affida alla forza per conquistare la signoria sul mondo. L’unica conquista a cui ambisce è quella che può passare solo attraverso la piccolezza, la semplicità, l’umiltà di un rapporto personale con lui. Attraverso di questo passa il flusso del suo amore, che è l’unica cosa che riesce a conquistare tutta una vita. 

Cari fratelli e care sorelle, non basta avere uno stato cristiano, partiti cristiani, cultura cristiana e arte cristiana perché il mondo diventi secondo il disegno pieno di bontà che Dio ha per l’umanità. Ci vogliono cuori cristiani, e ad essi Gesù punta e si rivolge. Solo da essi infatti si sprigiona la forza di bene che "parla" di Dio al mondo molto più di roboanti proclami o espressioni di orgoglio ammantato di religione. Chi ha il cuore che palpita con quello di Gesù, chi lo lega a lui in modo stretto fino a condividerne i sentimenti e i desideri, rappresenta in modo evidente nel mondo la sua Signoria, si vede e si sente, e si comunica.

Per questo Gesù non ha remore a dire che bisogna essere poveri, afflitti, miti, deboli, misericordiosi, perché quelli che ammettono di esserlo sono gli unici che non si sono già affidati al potere del mondo per sentirsi forti e dominanti, per dirsi capaci, autosufficienti, risolti. Quelli hanno accettato che la fragilità e la debolezza insita nella natura umana non venisse mascherata dalla durezza, dalla forza, dalle logiche di potere e supremazia, ma venissero invece colmate dall’unica forza che è veramente capace di dare la vittoria per cui vale la pena darsi da fare, quella sul male. Unica forza che è: voler bene sempre e comunque.

  

Preghiere 

 

O Dio padre nostro che continui a convocarci fa’ che non vincano le nostre divisioni e le rivalità, ma come figli e membri di una sola famiglia ci amiamo gli uni gli altri con affetto sincero.

Noi ti preghiamo

  

O Signore che sei nato nel buio della notte, rischiara anche le tenebre di questo nostro tempo, perché dove sembra vincere il male e la durezza di cuore, i rancori e le divisioni, noi tuoi discepoli sappiamo invece far spazio al Vangelo che illumina e scalda la vita.

Noi ti preghiamo

 

O Signore fa’ che non ci spaventiamo della nostra umile dimensione, ma ne facciamo la forza che ci spinge a cercare in te, e non altrove, la forza e la grandezza.

Noi ti preghiamo

  

Riempi o Padre santo i nostri occhi delle visioni e dei sogni del vangelo. Fa’ che non vinca in noi il realismo triste e rassegnato, ma fa’ che viviamo a partire da noi stessi la forza trasformatrice del Vangelo

Noi ti preghiamo

 

O Signore Gesù fa’ che non manchi mai il sostegno necessario ai poveri e ai bisognosi. Ascolta il grido di chi invoca da te l’aiuto che non trova dai fratelli e dalle sorelle.

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Padre misericordioso per tutti coloro che soffrono: i malati, gli anziani, i deboli, chi è senza casa, i prigionieri, le vittime della guerra e della violenza. Dona a tutti loro pace e salvezza.

Noi ti preghiamo.

  

Guarda con amore o Dio di ogni bontà a tutti quelli che ci hanno lasciato per raggiungerti in cielo. Non guardare al loro peccato, ma alla fede di quanti ti invocano perché splenda su tutti loro la luce perpetua della tua misericordia.

Noi ti preghiamo

  

Guida i passi o Signore Gesù di tutti quelli che annunciano il vangelo. Fa’ che con la loro testimonianza piena di amore e di bontà rivelino a chi non ti conosce il vero volto di Dio.

Noi ti preghiamo

sabato 21 gennaio 2023

III domenica del tempo ordinario - Anno A - Domenica della parola di Dio - 21 gennaio 2023

 


 Dal libro del profeta Isaia 8,23b - 9,3

In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Mádian.

 

Salmo 26 - Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore, tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

 

Dalla prima lettera di Paolo Apostolo ai Corinzi 1,10-13. 17

Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire. Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo». È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo? Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Gesù predicava il Regno e guariva

ogni sorta di infermità nel popolo
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo 4, 12-23

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, il Vangelo appena ascoltato ci presenta un momento di svolta nella vita di Gesù. Giovanni è stato arrestato, la sua voce è messa a tacere, e il Signore avverte che è arrivato il momento di farsi un annunciatore ma, ancor di più, un realizzatore, con le parole e con i gesti, della buona notizia di un tempo nuovo che si apriva. È un grande cambiamento per Gesù, egli lascia il suo ambiente, il paese in cui è cresciuto, compie un esodo dalla sua vita di sempre, dalle abitudini e da tutto ciò che gli è noto e familiare per andare incontro a un futuro nuovo.

Il Vangelo sottolinea che egli lo fa “perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia.” Gesù cioè intraprende questo nuovo cammino per realizzare una volontà e un disegno delineato ed espresso dal Padre nella Scrittura. Egli fin dai suoi primi passi si manifesta come l’umile esecutore che compie la volontà del Padre, fino alla fine, e ne realizza la Parola, come dirà nell’orto degli ulivi: “non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42) o altrove ai discepoli: “sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 6,38).

Oggi questa celebrazione festiva, per desiderio di papa Francesco, ci propone di soffermarci sulla centralità della Scrittura come Parola di Dio nella vita del cristiano. Essa infatti è sì un testo scritto, come tanti altri, ma è unico perché ci mette in diretta comunicazione con la volontà del Padre che si è espressa e manifestata nella storia dell’umanità fin dall’inizio dei tempi. Infatti la Scrittura ci descrive come l’origine di tutto sia nelle Parole pronunciate da Dio che diedero esistenza a tutte le cose: “Dio disse: «Sia luce!» E luce fu.” (Gen 1,3). Ma poi, al tempo scelto da Dio, agli uomini è stato dato il privilegio di incontrare personalmente questa stessa Parola, il Verbo incarnatosi nella persona di Gesù e che continua a parlare attraverso il Vangelo. Per questo possiamo dire che la Scrittura ci si presenta come la storia dell’umanità nella quale si mescola la volontà degli uomini, a volte buona, ma anche spesso malvagia, e quella di Dio. Questa storia si manifesta nella Scrittura attraverso l’azione dello Spirito Santo che rende la volontà di Dio un messaggio credibile e vivibile da tutti. Gesù ne è appunto l’esempio: la sua volontà si uniforma a quella di Dio che si era espressa nella Scrittura che lo ha preceduto, e la realizza in azioni concrete che imprimono una svolta nella storia successiva dell’umanità.

Per questo è vero quello che dice S. Girolamo, un uomo che amò profondamente la Scrittura, traducendola per farla capire a molti: “L’ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo.” Cosa vuol dire ignoranza delle Scritture? Essenzialmente due cose: la prima, più evidente, è la non familiarità con il libro delle Scritture. Il non sapere come è fatto, cosa contiene, in sintesi non leggerlo. Ma poi c’è un’ignoranza che significa che anche quando sappiamo cosa la Parola di Dio ci dice, perché ad esempio la ascoltiamo a Messa, facciamo come se non dicesse nulla, se non avesse nessuna implicazione pratica con la nostra esistenza. Sì, noi mettiamo a tacere la Parola di Dio rendendola una parola morta.  

Al contrario Gesù insiste nel dire che quello che fa lui lo può fare chiunque si ponga con umiltà nel suo stesso atteggiamento di filiale docilità alla volontà del Padre espressa nella sua Parola. A questo proposito egli dirà: “chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste.” (Gv 14,12)

L’evangelista Matteo ci propone una sintesi della missione alla quale Gesù ci sente chiamato: “Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».” Egli innanzitutto vuole far conoscere come la realizzazione del disegno di Dio per gli uomini sia alla nostra portata, vicino, realizzabile e che vale la pena spendere la vita per attuarlo qui subito fra di noi. Questa è la conversione di cui egli parla nei suoi discorsi: cambiare idea circa la realizzabilità della Parola che ci parla del Regno. Infatti non è un ideale, un’utopia, l’illusione di persone ingenue. E i primi apostoli, di cui ci narra la chiamata il Vangelo di oggi, alla Parola che Gesù rivolgeva loro credettero e lo seguirono, cioè cambiarono strada e modo di vivere, e sperimentarono in prima persona che quella Parola non solo annunciava, ma realizzava il Regno di Dio: “Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Cari fratelli e care sorelle, la Scrittura divenga sempre più quella luce che illumina le tenebre del dubbio, della sofferenza o della semplice mancanza di speranza e prospettiva. Se noi leggiamo ogni giorno e conserviamo nel nostro cuore, un frammento di quella Parola di Dio contenuta nella Scrittura, essa sarà una luce che illumina e scalda, un modo concreto per far sì che la volontà buona di Dio si fa strada nel buio del mondo, troppo pieno di male. Sia essa la lampada ai nostri passi e la luce che illumina il nostro cammino.

  

Preghiere 

  

O Dio nostro, vieni e visita la nostra vita. Fa’ che ascoltando la tua Parola ti seguiamo docilmente come discepoli e figli.

Noi ti preghiamo

  

O Signore che ci vieni incontro e ci rivolgi la tua Parola fa’ che l’accogliamo come liberazione dal peso della tristezza. Rendici capaci di conservarla e meditarla nel cuore come fece Maria.

Noi ti preghiamo

 

O Dio del cielo, tu che hai seminato con pazienza il seme buono della Parola nel terreno accidentato del mondo, aiutaci a dissodarlo dai sentimenti di diffidenza e disillusione per poter godere della gioia di una mietitura abbondante.

Noi ti preghiamo

  

Fa’ o Dio che, vivendo il Vangelo della docilità alla volontà del Padre la nostra gioia sia moltiplicata e la nostra vita sia arricchita dal centuplo che tu prometti ai discepoli.

Noi ti preghiamo

 

Proteggi o Padre buono ogni uomo e ogni donna che è fragile e indifeso: i poveri, i malati, gli anziani, i bambini, chi è senza casa e senza famiglia. Salva quanti sono colpiti dalla violenza. 

Noi ti preghiamo

  

Ti invochiamo o Dio della pace per tutti i popoli in guerra. Per le nazioni sconvolte dalla violenza, Dona a tutti pace e salvezza.

Noi ti preghiamo.

  

Guida o Signore Gesù i passi di chi ti cerca e fa’ che incontrino discepoli annunciatori e testimoni del Vangelo. Aiuta l’umanità intera a sperare in te e ad invocare con fiducia il tuo Nome.  

Noi ti preghiamo

 

Perdona o Padre buono le nostre colpe e cancella il nostro peccato, perché anche per causa nostra il regno tarda a realizzarsi sulla terra. Fa’ che con umiltà lavoriamo perché la nostra vita sia un terreno fertile per la pianta del Vangelo.

Noi ti preghiamo

sabato 14 gennaio 2023

II domenica del tempo ordinario - Anno A - 15 gennaio 2023

 


Dal libro del profeta Isaia 49, 3. 5-6

Il Signore mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».

 

Salmo 39 - Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Ho sperato, ho sperato nel Signore, +
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 1-3

Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sostene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Gesù è l’agnello di Dio
che toglie il peccato del mondo
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 1, 29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, ancora una volta il Vangelo ci presenta Gesù che va incontro a Giovanni. Abbiamo visto più volte, in questi giorni di Natale come il cristianesimo sia la fede in un Dio vicino all’uomo, che prende l’iniziativa di andargli incontro, perché non sopporta la distanza da lui e fra gli uomini.

Questa realtà riguarda tutti. Dio ci si fa vicino in tanti modi, ma principalmente con la sua Parola che rende viva la sua presenza in mezzo a noi. E proprio per sottolineare questa realtà papa Francesco ha voluto istituire la “Festa della Parola di Dio” che con tutta la Chiesa celebreremo domenica prossima.

Spesso noi invertiamo la prospettiva e crediamo che la vicinanza con Dio sia principalmente un merito dell’uomo che si allontana dal mondo per andare verso di lui, compiendo chissà quale sforzo ascetico. In realtà è Dio che si avvicina fino a raggiungerci proprio qui, in mezzo al mondo, e non fuori da esso. È immersi nella realtà umana, nelle vicende della storia che lo incontriamo, cioè nel modo con il quale, attraverso l’incarnazione, si è voluto far conoscere.

Giovanni riconosce Gesù che gli viene incontro e dice a chi gli sta attorno: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!” Sì, Gesù viene incontro all’uomo per togliere quel peccato fondamentale e origine di tutti i mali che consiste nella distanza fra Dio e gli uomini.

Certo, il peccato si manifesta in occasioni concrete della nostra vita, ma non è l’errore di una volta, una svista, piuttosto è frutto della scelta di fondo di tenere Dio lontano da sé, nonostante questi faccia di tutto per starci vicino. E il Signore insiste nel volerci stare accanto poiché sa che il male ci vuole convincere a restare lontano da lui. È questa scelta di fondo che genera le azioni malvage, i peccati, e per questo anche una vita spesa solo per se stessi, pur senza compiere azioni malvage, può essere una vita di peccato, perché marcata dalla distanza da Dio che ci si manifesta proprio nella domanda di amore da parte delle persone che incontriamo. In questo caso il peccato si manifesta nell’irrilevanza che diamo al Signore, alle sue parole, ai suoi insegnamenti. “Omettere”, cioè negare, il nostro amore a chi ne ha bisogno è un peccato, tanto quanto compiere un’azione malvagia.

Ma come uscire da questa condizione di distanza da Dio?

Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui lo riconosce per i tratti di mitezza e umiltà tanto da definirlo “l’agnello di Dio”. Gesù non si impone all’attenzione con forza, ma con la sua umanità mite, generosa, disponibile e buona: non combatte il male che è in noi con le armi di questo mondo, ma corrodendone la forza con un’altra forza più forte, quella del voler bene. “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” dirà Gesù alle folle (Mt 11,29).

Poi Giovanni aggiunge un’osservazione che può sembrare strana: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Non ha difficoltà ad ammettere la priorità di Gesù nella sua vita ed a lui si affida, anche quando non capisce, come sul Giordano: non sa come mai egli sia venuto proprio da lui, ma fa’ comunque come lui gli dice, lo “lascia fare”, per usare le parole del vangelo che già abbiamo sottolineato l’altra domenica.

Egli si sottomette a chi “viene prima di lui” e non pretende, come noi, di essere lui ad avere l’ultima parola. Noi ci infastidiamo se le nostre vicende non seguono i nostri piani. Ma invece, proviamo piuttosto, con Giovanni, a comprendere un disegno di Dio che è diverso dal nostro, fiduciosi che questo non potrà che essere il nostro bene. Accettiamo che la nostra storia sia indirizzata dalla parola e dalla volontà di uno “che viene prima di noi”. A volte cambiare la prospettiva con cui giudichiamo le cose ce la fa comprendere più in profondità.

Infine Giovanni conclude ricordando che c’è un battesimo di Spirito che è superiore a quello di acqua che lui amministra alle folle. Cioè al di sopra di tutto, anche della correttezza e dell’onestà di chi si può dire limpido come chi si è purificato con l’acqua, c’è un dono da ricevere più grande, lo Spirito dell’amore di Dio. Sì, chi accetta di stare con lui, conserva le parole e i gesti di Gesù e li confronta con le scelte della propria vita quotidiana, viene avvolto dal suo Spirito che riscalda il cuore e illumina la mente con l’intelligenza dell’amore che fa comprendere le cose della vita in modo diverso.

Lasciamoci allora avvicinare da Gesù che ci viene incontro, non scappiamo spaventati dalla novità di quello che dice e che fa’. Non chiudiamo la porta credendo di sapere e di avere capito già. Non ci voltiamo dall’altra parte per inseguire i modelli mondani di successo che ci promettono felicità e benessere, ma poi non mantengono. Volgiamo a lui i nostri occhi e le nostre orecchie e prepariamoci ad un incontro importante: Dio ci viene incontro e noi non possiamo presentarci così come capita, ma con l’abito buono dell’attenzione e dell’umiltà, della docilità di chi si fa discepolo di un agnello che con la sua mitezza e umiltà è venuto a cancellare dalla nostra vita il peccato della distanza da Dio.

 

 Preghiere 


O signore Gesù, ti ringraziamo perché continui a venirci incontro per restare con noi. Aiutaci a non sfuggirti e ad accoglierti sempre con gioia, nella tua Parola, nei fratelli e sorelle, nei poveri.

Noi ti preghiamo

  

Perdona il nostro peccato o Dio, quando ci chiudiamo in noi stessi e crediamo di sapere già da noi qual è il nostro bene. Apri il nostro cuore perché diveniamo tuoi discepoli docili,

Noi ti preghiamo

 

O Signore Dio fa’ che accettiamo che la priorità non sono io stesso, il mio interesse e ciò che penso e dico io. Aiutaci a imparare da Giovanni l’umiltà di accoglierti e seguirti, per compiere non la nostra, ma la tua volontà,

Noi ti preghiamo

  

Suscita in noi o Dio un cuore pieno di Spirito, perché non ci accontentiamo di non far niente di male, ma cerchiamo con tutta la nostra forza di compiere il bene che tu indichi,

Noi ti preghiamo

 

Proteggi o Padre del cielo chi è povero. Sostieni chi soffre nel corpo e nello spirito per la malattia e la solitudine; chi è senza casa, lavoro e famiglia; chi è schiavo dell’odio e della sopraffazione; chi è colpito dalla miseria,

Noi ti preghiamo

  

Dona la tua pace o Signore Gesù ai popoli in guerra. Riconcilia i cuori segnati dal dolore e dona il coraggio della speranza a chi non riesce più a desiderare il bene dell’altro,

Noi ti preghiamo.

 

 Guida e proteggi o Dio papa Francesco e fa’ che le sue parole ed il suo esempio conducano a te il gregge della Chiesa che gli hai affidato. Proteggilo da ogni male,

Noi ti preghiamo

  

Proteggi le comunità dei discepoli ovunque radunate nel mondo. Dona loro di essere fermento di vita buona e di pace dove esse vivono ed operano,

Noi ti preghiamo

sabato 7 gennaio 2023

Festa del Battesimo di Gesù - Anno A - 8 gennaio 2022

  


Dal libro del profeta Isaia 42, 1-4. 6-7

Così dice il Signore: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

 

Salmo 28 - Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.

La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.

Tuona il Dio della gloria,
nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre. 

Dagli Atti degli Apostoli 10, 34-38

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Si aprirono i cieli e il Padre disse:
«Questi è il mio Figlio amato: ascoltatelo».
Alleluia alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 3, 13-17

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, il vangelo di Matteo appena ascoltato ci parla dei primi passi della vita pubblica di Gesù. Lo abbiamo visto bambino, in una mangiatoia, dove tanti, dagli umili pastori ai sapienti Magi, chinano il capo e si sottomettono a lui come al loro Signore. E oggi troviamo lui che china il capo davanti a Giovanni per ricevere il battesimo.

Dice il vangelo che Gesù “dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui”. È Gesù che intraprende un viaggio verso Giovanni. È la storia del Natale: Dio si fa vicino di sua iniziativa, accorcia le distanze, si incammina dal cielo per giungere fino a noi. È questo lo straordinario che si cela dietro l’ordinarietà dei luoghi, delle persone e dei fatti di Betlemme. Il vangelo infatti non è riservato a gente straordinaria, eroi dello spirito o grandi per nascita o virtù. La straordinarietà non è nelle persone, ma viene dalla presenza di Dio che si fa piccolo proprio per entrare nelle nostre umili vite.

A volte si pensa il contrario, e cioè che è possibile che il Vangelo si realizzi solo in figure eccezionali, dalla volontà di ferro, con virtù straordinarie, coraggio e tenacia non comuni. Ma i cristiani non sono diversi dagli altri per nascita o per doti naturali, ma lo divengono se così come sono, gente comune, accolgono Gesù che vuole nascere nella loro vita, realizzare attraverso le loro azioni il Vangelo di un mondo nuovo che egli, e non noi, viene a realizzare.

Non conta ciò che siamo prima, ma lo Spirito che porta la vita del cristiano su strade diverse dall’ordinario. A noi chiede solo di sottometterci e accoglierlo come Signore, come fecero i pastori e i Magi, come fa Giovanni al Giordano.

Giovanni davanti a Gesù che gli si presenta per chiedere il battesimo ha una reazione istintiva: “Giovanni però voleva impedirglielo”. Lo fa per umiltà, ma comunque istintivamente vuole impedire a Gesù di inaugurare la sua vita di predicazione e annuncio del Vangelo a tutti. A volte anche noi scegliamo una dimensione modesta di noi stessi, ci consideriamo troppo piccoli per poter vivere ciò che il Signore ci prospetta. Ci sentiamo inadeguati per l’ambizioso progetto di divenire luce e sale della terra, e anche noi, come Giovanni, vogliamo impedire a Gesù di compiere anche attraverso di noi la missione per cui è venuto al mondo.

Gesù risponde a Giovanni invitandolo a “Lasciar fare”, perché si compia ciò per cui lui è venuto sulla terra. Gesù non gli chiede di compiere azioni grandiose, ma di lasciar agire lui, di dargli lo spazio necessario perché si esprima e manifesti. Sì, noi il più delle volte siamo tanto cedevoli con il mondo che ci impone modelli e comportamenti, quanto invece resistiamo a Gesù.

Infatti ci vantiamo di vivere con indipendenza e autonomia e di non sottometterci a nessuno se non a se stessi, ma poi ecco che ci ritroviamo schiavi di mille paure e pronti a fare mille compromessi per salvaguardare il proprio benessere e tranquillità. Il mondo lo sa e ci propone di rinunciare alla nostra libertà in cambio della sicurezza di un angoletto tranquillo nel quale essere lasciati in pace.

Davanti a questo Gesù ci invita a non lasciar decidere al mondo, come ci viene così natrale, ma di “lasciar fare” a lui. Ogni volta che abbiamo accettato questo invito abbiamo sperimentato la forza di un amore che vince la paura e libera dalla schiavitù della tristezza e della rassegnazione.

Giovanni “lascia fare” a Gesù, e il risultato di questa docilità è i cieli si aprono. Come nel Natale il cielo si è aperto a Betlemme sopra i pastori facendo vedere le moltitudini degli angeli mettere in comunicazione il mondo degli uomini con quello di Dio, così, di nuovo, il cielo si apre sulle rive del Giordano. Il cielo sono le speranze, le prospettive, il futuro, e ora esso non è più impenetrabile e chiuso. Infatti ogni volta che non resistiamo a Dio e “Lasciamo fare” a lui egli parla con gli uomini, il suo volere non è più nascosto dalle nubi, il mistero è svelato, il volto divino assume i tratti miti di Gesù, che tutti possono conoscere come un amico alla propria portata.

Spesso siamo noi a chiudere il cielo che Gesù ha aperto e a dire che il nostro futuro è segnato, bloccato dalle scelte già fatte in modo irreversibile. Da adulti cosa possiamo cambiare? La nostra vita ormai è fatta! Ma anche a diciotto, venti anni, i giovani vedono il loro futuro bloccato dalla crisi economica, e hanno paura dei rapporti umani importanti perché hanno visto che troppo spesso essi portano alla delusione e al fallimento.

Il vangelo del battesimo di Gesù vene oggi a dirci che no, il futuro non è bloccato e il cielo è aperto sopra di noi. Ed infatti lo Spirito scese su Gesù e inondò il Giordano e tutti quelli che vi si trovavano.

Una voce forte scende dal cielo e sovrasta il chiacchiericcio confuso e banale, le giustificazioni, i lamenti, le parole inutili ed esprime la soddisfazione di Dio che vede raggiunto lo scopo della sua lunga storia di compagnia all’umanità: riuscire a stare con l’uomo, essere accolto come suo compagno e Signore.

Dopo le feste che oggi concludiamo questa è la prospettiva che si apre per il tempo che viene: far spazio nella nostra vita a Dio che è venuto per stare con noi e aprire il cielo chiuso dell’incomunicabilità con lui. Se lo faremo nella quotidianità della vita gusteremo anche noi quel compiacimento di Dio, gioia autentica e non passeggera, felicità di una vita libera dalle paure e riempita dall’amore di Dio.



Preghiere


O Signore Gesù che ti sei manifestato sulle rive del Giordano come il Figlio amato di Dio aiutaci ad accoglierti come Signore della nostra vita,

Noi ti preghiamo

 

 

Fa’ o Signore che siano vinti il nostro orgoglio e le resistenze del nostro cuore, perché con docilità accogliamo la tua parola e la mettiamo in pratica.

Noi ti preghiamo

 

 

O Signore, fa’ che i cieli si aprano sul capo dei tanti popoli che soffrono per la guerra e la violenza e l’angelo della pace annunci presto la fine di ogni conflitto.

Noi ti preghiamo

 

 

O Gesù che sei venuto per incontrare ognuno di noi da vicino, aiutaci a non fuggire le occasioni che tu ci dai di riconoscerti amico e fratello quando ci parli nel Vangelo e ci suggerisci il bene da compiere.

Noi ti preghiamo

 


 

Guida e proteggi o Signore ogni uomo che rinuncia a fare il proprio interesse per cercare il vantaggio degli altri. Ispiraci azioni buone perché le possiamo compiere.

Noi ti preghiamo

 

 

Consola o Padre di eterna bontà tutti coloro che sono nel dolore: i malati, i sofferenti, chi è senza casa e famiglia, i prigionieri, i profughi e i migranti. Dona guarigione e salvezza al mondo intero.

Noi ti preghiamo.

 

 

 

Fa’ o Padre buono che ogni uomo sia raggiunto dalla notizia della tua nascita. Perché il Vangelo del Natale sia annunciato a tutti e susciti in ciascuno la gioia dell’incontro col Salvatore della propria vita.

Noi ti preghiamo

 

 

Proteggi o Dio tutti i cristiani che ovunque nel mondo sono perseguitati e soffrono per la violenza. Fa’ che presto il tuo nome sia ovunque amato e rispettato.

Noi ti preghiamo

giovedì 5 gennaio 2023

Festa dell'Epifania - Anno A - 6 gennaio 2022

 


 

Dal libro del profeta Isaia 60,1-6

Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

 

Salmo 71 - Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E domini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 3,2-3a.5-6

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Abbiamo visto la tua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Matteo 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, il vangelo di oggi si apre con una notazione precisa: “Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode” che, nel linguaggio del tempo, significava dare le coordinate geografiche e temporali all’interno delle quali si è realizzato l’evento della nascita di Gesù.

Sì, Gesù è entrato nella storia in un luogo e in un tempo ben precisi, ma ecco che subito quell’evento supera ogni limite geografico e temporale e occupa un orizzonte universale ed eterno: “alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme”. Cioè, la festa di oggi viene a ricordarci che Gesù pur avendo vissuto in un tempo e un luogo ben determinati è nato per tutti gli uomini e le donne, di ogni tempo e di ogni luogo, non solo per quelli di un certo ambiente, di una certa sensibilità e religione. E i magi, personaggi un po’ misteriosi, rappresentano bene questa diversità di lingue, culture, religioni, condizioni sociali ed economiche, proprio per dire che per tutti è possibile l’incontro con Dio. Nessuno è inadatto, nessuno è troppo lontano, nessuno è incapace.

L’unica condizione, alla quale nemmeno i Magi si sono potuti sottrarre, è quella di mettersi in cammino, seguire un’indicazione chiara e luminosa (la stella), giungere e inchinarsi davanti alla piccolezza disarmante di un bambino appena nato in un luogo umile e semplice.

Vediamo cosa significano per noi oggi queste tre cose.

Mettersi in cammino. Noi crediamo di conoscere già Gesù, di sapere dove trovarlo e di averlo in qualche modo già incontrato. Ma non è vero, c’è bisogno sempre di uscire dalle nostre conoscenze e idee per chiedersi: “Oggi dove è nato? Adesso dove posso trovarlo?” Saremo stupiti di non trovarlo più dove ieri ci sembrava che stesse o dove avevamo imparato che fosse. È vero, Gesù nasce in un luogo e un tempo ben preciso, ma non è sempre lo stesso e ogni giorno dobbiamo uscire e incamminarci spinti dalla stessa domanda dei Magi: “Dov’è colui che è nato?” È oggi il tempo della nascita di Gesù, non ieri, e dobbiamo sempre scoprire dove egli ci si manifesta, perché questo dove non è sempre lo stesso. Cercarlo ci chiede di fare un viaggio lungo fuori di noi stessi, lontano dalle abitudini e le idee vecchie, in un mondo che è straniero ai nostri modi di vivere e di pensare, come fu per i Magi.

Seguire un’indicazione chiara e luminosa (la stella). Il nostro cercare Gesù non è seguire le proprie inclinazioni o gusti o umori, non è l’affermazione del proprio io, che chiamiamo carattere o indole. La luce della stella è chiara e visibile da tutti in cielo, ed è la Scrittura. Non c’è altra via che seguire le sue indicazioni concrete e semplici.

Infine: giungere e inchinarsi davanti alla piccolezza. Per incontrare Gesù c’è bisogno di tanta umiltà: la stalla nella quale è nato Gesù non è luogo degno per re e sapienti quali erano i Magi, cioè non si adatta alle esigenze di chi vi entra, ma chiede invece a ciascuno di adattarsi all’umiltà semplice e povera che rappresenta. È un luogo scomodo, freddo e sporco, ma è lì che si manifesta il Signore. Non cerchiamolo dove ci sentiamo a nostro agio, capiti e voluti bene, rispettati e considerati, desiderati e ammirati. Per vedere Gesù dobbiamo provare la scomodità di un luogo e di una postura a cui non siamo abituati: la prostrazione in mezzo alla sporcizia del mondo.

Cari fratelli e care sorelle, chiediamoci in questa festa se il nostro Natale ci ha portato lì, nel luogo scomodo, freddo e sporco in cui è nato Gesù, o ci ha visto soffermarci comodi, confortati e al caldo. Erode, i sapienti da lui consultati e in generale la popolazione di Gerusalemme così ha passato il Natale, a casa propria, cioè nell’ambiente in cui si sentiva più a suo agio, e Gesù non l’hanno incontrato. Non è indifferente come e dove viviamo il Natale, ma la festa di oggi viene a dirci che dobbiamo sempre uscire e incamminarci, se vogliamo incontrare Gesù.

Il racconto evangelico del cammino dei Magi si conclude in modo conciso: “Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.” Cioè tornarono che non erano più quelli di prima. Mentre all’andata avevano cercato il luogo che più si confaceva a se stessi, direi di chi più era simile a loro per rango e ruolo sociale, al ritorno non ne sentono più il bisogno, perché sanno che lì Gesù è mal sopportato e disprezzato. Questo è l’augurio che riceviamo da questa ultima festa di Natale: che anche noi torniamo alla nostra vita “feriale” di tutti i giorni per un’altra strada, con un orizzonte e uno sguardo diverso, perché l’incontro con Gesù ci ha cambiato e ha fatto nascere in ognuno il desiderio di non essere più quelli di prima.

 

Preghiere 

 

O Dio che ti sei fatto bambino per confondere con la tua umile semplicità i forti e i sicuri di sé, fa’ che usciamo dalle nostre vite per venire a contemplarti ogni volta che ascoltiamo la tua Parola,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Signore perché come i Magi anche noi sappiamo piegare il ginocchio e chinare il capo per adorarti piccolo e indifeso, nei poveri, nei deboli, in chi ha bisogno di sostegno e conforto. Guida e benedici il nostro cammino verso di te,

Noi ti preghiamo

 

Donaci o Dio la vera sapienza che ci fa cogliere i segni della tua presenza e la via per raggiungerti. Fa che non smettiamo mai di cercarti,

Noi ti preghiamo

  

Ti ringraziamo o Signore perché hai riempito le nostre vite dei doni preziosi di una umanità mite, di parole buone, di azioni misericordiose da offrire a chi incontriamo. Continua a sostenerci e ad aver pietà della nostra debolezza,

Noi ti preghiamo

 

O Cristo, re e Signore umile, riempi della forza del tuo amore le nostre vite, perché animati dalla gioia dell’incontro con te torniamo anche noi come i Magi per una via diversa, trasformati e rinnovati dall’incontro con te,

Noi ti preghiamo

  

Fa’ giungere o Padre misericordioso a tutti gli uomini l’annuncio gioioso del Natale perché in ogni popolo e in ogni lingua sia lodato il Dio bambino che è nato per la nostra salvezza,

Noi ti preghiamo

 

Senza di Te o Dio non possiamo nulla. Aiutaci a rinunciare all’orgoglio arrogante e al desiderio di imporci sugli altri per scoprire la bellezza del servizio alle sorelle e ai fratelli,

Noi ti preghiamo.

  

O Dio, dona al mondo intero la tua pace che riconcilia i cuori e li apre alla fiducia. Fa’ che il tempo che viene sia guarito dalla piaga della guerra e della violenza,

Noi ti preghiamo