venerdì 12 agosto 2011

XX domenica del tempo ordinario



Dal libro del profeta Isaia 56, 1.6-7
Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli».

Salmo 66 - Popoli tutti, lodate il Signore.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1, 13-15.29-32
Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti? Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!

Alleluia, alleluia alleluia.
Gesù predicava la buona novella del Regno
e curava ogni sorta di infermità nel popolo.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 15, 21-28
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Commento
Il vangelo di Matteo che abbiamo ascoltato ci fa incontrare Gesù in viaggio fuori da Israele. Una donna lungo la strada lo riconosce e implora il suo aiuto per la figlia malata. I discepoli nel sentire quella donna gridare invitano Gesù a mandarla via: usano la stessa espressione che avevano usato per la folla che aveva seguito Gesù ed era rimasta senza cibo e lontana da casa: “Mandali via perché vadano a procurarsi il cibo da qualche parte!” I discepoli esprimono il fastidio per le richieste pressanti e gridate troppo forte, è lo stesso fastidio che ancora oggi proviamo per l’eccessiva grandezza di certe grida di aiuto che giungono a noi, quali, ad esempio, il grido degli affamati del Corno d’Africa dove in questi giorni si sta consumando una vera e propria strage di innocenti, specialmente bambini. Anni di guerra e la siccità improvvisa hanno provocato in Kenya, Somalia e Etiopia la perdita dei raccolti e la conseguente carestia. “Lasciali andare” dice l’opinione pubblica mondiale, che ha da occuparsi di altro, in questo tempo di crisi economica così grave per l’Occidente, compresi gli Stati Uniti. Lì manca il necessario per vivere, qui da noi rischiamo di dover rinunciare al superfluo. E poi ci stupiamo che proprio da quella regione del mondo partano tanti disperati che affrontano viaggi pericolosi e durissimi per giungere alle coste dell’Italia e spesso morire in mezzo al mare! Ma noi, come i discepoli diciamo “Mandali via, lasciali stare, vadano a procurarsi il cibo da qualche altra parte!” Gesù invece, come vedremo meglio, non lascia inascoltato quel grido.
Questa volta però Gesù non dice ai discepoli “Date voi stessi da mangiare” ma risponde in modo molto più duro: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele.” Perché Gesù rifiuta il miracolo della guarigione alla figlia di quella povera donna? Perché Gesù non manda almeno un discepolo a consolarla e magari a guarire la giovane? Sembra un atteggiamento troppo duro e sprezzante. In realtà Gesù non fa che confermare ciò che anche già altre volte aveva affermato, e cioè che il miracolo non è una magia che viene eseguita a comando, ma è il frutto della fede. Infatti al lebbroso guarito il Signore dice “La tua fede ti ha salvato” (Lc 17,19) e lo stesso al cieco di Gerico che torna a vedere (Mc 10,52). E ricordiamo anche cosa avvenne a Nazareth dove la gente si scandalizzava per le parole di Gesù: “E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità” (Mt 13,58). La mancanza di fede in quella regione straniera in cui Gesù si trova gli rende impossibile a di esaudire la richiesta della donna siro-fenicia.
Ma ecco che, ancora una volta, come già domenica scorsa, sentiamo levarsi il grido disperato che Pietro emise quando cominciò ad affondare mentre camminava sulle acque verso Gesù: «Signore, aiutami!». Questa volta a pronunciare questa invocazione è una donna pagana, che non ha la fede nel Dio d’Israele. Ed anche a Pietro Gesù rimprovera la mancanza di fede: “gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” (Mt 14,31) «Signore, aiutami!» è la preghiera di chi riconosce di non avere fede. E come per Pietro la richiesta di aiuto porta la salvezza dalla tempesta che lo sommergeva (“Gesù stese la mano, lo afferrò”), così l’umile invocazione della donna pagana fa sì che il Signore si fermi con lei. È solo un inizio, ma nel dialogo con Gesù la donna esprime tutta la sua fiducia in lui, assieme all’umiltà di chi non pretende nulla, ma si accontenta anche di una briciola di attenzione per sé. Fiducia ed umiltà: in esse Gesù riconosce la grandezza della fede, e le dice: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”.
Fratelli e sorelle, questo episodio un po’ sconcertante della vita di Gesù ci rivela una grande verità, e cioè che quello che noi chiediamo non si realizza non perché Dio è indifferente o lontano, ma perché pretendiamo, accampiamo diritti o ci stanchiamo subito di chiedere. È quello che ci insegna l’apostolo Giacomo: “Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni.” (Gc 4,2-3) Impariamo la fiducia e l’umiltà di quella donna e otterremo che la realtà si trasformi secondo la volontà di Dio, che spesso noi travisiamo e non vogliamo seguire, preferendo che Dio assecondi le nostre pretese o sensazioni passeggere.
Gesù afferma che quella donna, una pagana!, ha una grande fede. Lo stesso aveva detto del centurione (Lc 7,9), un altro pagano!. Sono gli unici casi in cui il Signore esprime una così grande cosiderazione. Questo ci fa capire meglio come il Signore non si fermi a giudicare le apparenze o l’esteriorità, ma penetra nei cuori per giudicare chi si trova di fronte. In entrambi questi casi gli stranieri pagani mostrano di avere una fiducia incrollabile che la realtà, anche quella che sembra più immutabile e definitiva, come la morte, può cambiare se ci affidiamo con umiltà a Dio. Tutti e due infatti credono che da soli non possono nulla. Non ripongono infatti la loro fiducia nelle proprie forze, ma si affidano a Gesù, perché credono che lui può veramente cambiare le situazioni. È la fede semplice ma profonda di una povera donna e di un soldato romano a cui Gesù cambia la vita, impariamo da loro ad aver fiducia e umiltà perché, imparando a chiedere, anche la nostra preghiera sia esaudita.
Preghiere

O Signore Gesù, fa’ che ti ascoltiamo con fiducia e umiltà, senza confidare nelle nostre forze e capacità, ma affidando a te il nostro bisogno,
Noi ti preghiamo

Donaci, o Dio Padre nostro, la fede semplice e profonda di chi confida in te e si affida alla tua bontà. Tu che conosci ciò di cui noi abbiamo bisogno, vieni in nostro aiuto e non far mancare a nessuno la tua misericordiosa vicinanza,
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Dio, non far mancare mai il cibo necessario alla vita dei tuoi figli. In modo particolare dona il pane ai popoli colpiti dalla carestia in Kenya, Somalia ed Etiopia, e suscita la generosità di noi popoli del benessere, perché il grido dei miseri non sia la nostra condanna,
Noi ti preghiamo
Ferma la violenza, o Signore, in Gran Bretagna e nei paesi in cui gli umiliati e gli oppressi cercano la loro liberazione attraverso la violenza. Suscita sentimenti di solidarietà e compassione perché a chi non riesce ad avere fiducia per il futuro sia data la possibilità di sperare in un tempo migliore,
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Padre del cielo per tutti coloro che non ti conoscono e non hanno mai udito il Vangelo. Fa’ che li raggiunga presto l’annuncio della tua salvezza e del Regno promesso ai giusti e ai retti di cuore,
Noi ti preghiamo

Guida, o Signore, i passi di chi cerca la pace perché possa trovare la via per raggiungere i cuori di tanti. Suscita sentimenti di perdono e riconciliazione in chi oggi odia e desidera vendetta,
Noi ti preghiamo.

Proteggi o Dio tutti coloro che sono oppressi dal bisogno e dalla miseria: i malati, gli anziani, gli immigrati, i senza casa, i prigionieri, i soli. Dona loro consolazione e salvezza,
Noi ti preghiamo

Fa’ o Signore Gesù che i giovani che fra pochi giorni si troveranno a Madrid con il Santo Padre per la Giornata Mondiale della Gioventù sperimentino nella loro vita la profondità della tua amicizia che non abbandona mai nessuno. Rafforza la loro fede perché divengano annunciatori del tuo Regno a chi non crede e non spera.
Noi ti preghiamo

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