sabato 25 aprile 2020

III domenica del tempo di Pasqua - Anno A - 26 aprile 2020



Dagli Atti degli Apostoli 2, 14a. 22-33

Nel giorno di Pentecoste, Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”. Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: “questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione”. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».


Salmo 15 - Mostraci, Signore, il sentiero della vita.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore +
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita, +
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. 


Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 1, 17-21

Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio. 


Alleluia, alleluia alleluia.
Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;
arde il nostro cuore mentre ci parli.
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Luca 24, 13-35

In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. 


Commento

  
Cari fratelli e care sorelle, il Vangelo oggi ci mostra Gesù subito dopo la sua resurrezione. L’evangelista Luca fa vedere come egli continui ad accompagnare i discepoli, non li lascia soli neppure dopo che ha fatto tutto quello che poteva per consegnare loro per intero il messaggio che era venuto a portare. Lo aveva fatto con le parole intense e personalissime dell’ultima cena, con i gesti compiuti in quelle ultime ore di passione tutte concentrate non su di sé e sul proprio dolore ma sui discepoli, perché accogliessero il valore profondo di quei fatti, fino al dono totale di sé sulla croce. Lo aveva fatto infine mostrando come nemmeno la morte aveva potere sul suo voler bene, attraverso la sua resurrezione.
I discepoli hanno visto e udito, conoscono tutto ciò, e i due che vanno ad Emmaus raccontano al loro sconosciuto compagno di viaggio tutto per filo e per segno, fino alla resurrezione, ma questo non è bastato a cambiare la loro vita, che sta riprendendo la strada di sempre, verso i luoghi di prima di quando avevano incontrato il Signore.
Come è possibile?
Cari fratelli e care sorelle, noi siamo nella stessa loro situazione: anche a noi sono state rivolte quelle parole e siamo stati testimoni di quei gesti, li abbiamo ascoltati e rivissuti nella settimana santa e nella Pasqua da poco trascorsi, eppure come è facile, anche per noi, cercare i luoghi della nostra vita di sempre, ancorati ai modi di essere abituali!
L’evangelista Luca offre una spiegazione: “i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.” Cioè anche incontrando Gesù in persona non sanno chi è.
È l’atteggiamento di chi pensa di conoscere già, di aver già capito e di sapere, e la scelta stessa dei due di lasciare Gerusalemme e tornarsene a casa dice che per loro ormai non c’è più niente da aspettarsi dal loro incontro con Gesù, che lui non ha più niente di nuovo da dire alla loro vita.
Gesù per questo li definisce con due aggettivi: “sciocchi e tardi di cuore”.  
Sciocchi: cioè non sanno leggere i fatti che hanno vissuto con la sapienza della Scrittura, ma li vedono con lo sguardo del mondo, superficiale e incapace di vedere nella storia il dipanarsi dei disegni di Dio, e non solo il susseguirsi di eventi casuali che non possiamo far altro che subire passivamente.
Tardi di cuore: ovvero spettatori freddi, non coinvolti affettivamente, incapaci di partecipare col cuore a quello che accade.
Questi modi di essere li rendono incapaci di riconoscere Gesù risorto che si fa loro compagno.
Per loro era stato tutto chiaro finché avevano visto Gesù come un maestro, il fine conoscitore della Scrittura capace di tener testa anche ai sapientoni Farisei e Sadducei. Avevano imparato a conoscerlo come un uomo di successo, cercato dalle folle, letteralmente rapite dai suoi discorsi, accolto a Gerusalemme come un principe. Allora sapevano bene chi era, ma nel momento in cui si era rivelato a loro fino in fondo come colui che dava la vita per loro e per la gente, che li amava di un amore così forte da non temere la morte, che chiedeva loro di farsi servi come lui, di lavare i piedi, di lasciarsi umiliare e schiacciare per amore degli altri, ecco che allora non lo riconoscono più: il Gesù della passione, morte e resurrezione non è quello che i loro occhi avevano imparato a conoscere, gli era estraneo, lontano da quello che si aspettavano e che avevano apprezzato in lui nei momenti migliori del suo peregrinare per città e campagne della Palestina, fino a Gerusalemme.
Nonostante questo Gesù non rinuncia ad un estremo tentativo di riconquistare anche quei due che se ne andavano tristi. Per lui ogni discepolo è importante, anche io, pur così sciocco e freddo da non riconoscerlo come colui che può cambiare radicalmente la mia vita con la forza della sua resurrezione che ha vinto la morte e libera dalla schiavitù del male. Anche ciascuno di noi, pur così sicuri di aver capito e di sapere da non aspettarci da Gesù più niente di nuovo in grado di spiazzarci e di stupirci, di vincere il velo triste di banalità e scontatezza del nostro vivere secondo abitudine.
Gesù con i due di Emmaus usa le sue “armi” solite: la sua parola, nutrita di Scrittura, e il suo amore totale, espresso nel paziente accompagnarli passo passo e nel rinnovare loro l’offerta di tutto se stesso col gesto semplice ed eloquente del pane e del vino.
Ad Emmaus possiamo dire che Gesù celebra la sua seconda Liturgia Eucaristica, e lo fa rivestito di tutta la forza della sua resurrezione. Ed essa compie il miracolo di aprire il cuore e gli occhi dei due discepoli e di far loro riconoscere Gesù risorto. Essi non sono più gli stessi di prima, ora non sono più sciocchi e tardi di cuore. Come loro stessi affermano, prima di tutto si scalda il loro cuore nel sentirlo parlare, anzi addirittura se lo sentono “ardere” nel petto, e poi cominciano a capire chi è veramente quel viandante, riconoscendo in lui Gesù. Il maestro sapiente, il parlatore capace di attrarre tutti ora combacia nel loro sguardo con il servo che con il suo amore li ha “inseguiti” fin sulla strada di Emmaus per trasformarli con la forza della sua resurrezione. E infatti, possiamo dire che anche loro sono risorti con lui a vita nuova e dal triste tornare indietro sotto il giogo della rassegnazione alla forza del male corrono indietro dai fratelli per annunciare l’incontro con il Signore risorto.  Un cuore che arde di amore fa aprire gli occhi e scioglie la corsa verso gli altri.
Cari fratelli e care sorelle, ogni domenica Gesù celebra per noi la Liturgia del suo amore. Egli si fa nostro compagno nel cammino della vita, ci accoglie così come siamo, sciocchi e freddi, con tanta difficoltà a riconoscere nella nostra vita e in quella del mondo la forza della sua resurrezione che cambia la storia e fa vincere il bene sul male, la vita sulla morte. Egli ci parla pazientemente con la sapienza della Scrittura che è annunciata, ci rivolge la sua parola personale nel Vangelo, rinnova il dono di tutto il suo amore donandoci il suo corpo e il suo sangue. Come non sentirci, ogni volta, ardere il cuore? Come non riprendere subito dopo il cammino cambiando la strada solita e scontata per correre dai fratelli e annunciare a tutti con le parole e i fatti che Gesù è risorto e resta per sempre con noi?

Facciamo nostra la sapienza che la Liturgia eucaristica ci dona di saper leggere negli eventi della nostra vita e di quella del mondo la domanda di Dio di divenire docili alla sua volontà, di aiutarlo cioè a realizzare i suoi disegni di bene per tutti, divenendo anche noi annunciatori e realizzatori della sua Parola che fa vincere la vita e la rende felice ed eterna. 


Preghiere




O Signore che ti fai incontro a noi risorto, fa’ che sappiamo riconoscerti vittorioso sul male e salvatore di ognuno di noi.

Noi ti preghiamo


Perdona o Signore Gesù la nostra incredulità che ci rende sciocchi e tardi di cuore. Aiutaci ad accogliere con fiducia l’annuncio che l’amore ha vinto sulla morte e tu sei risorto per sempre. 

Noi ti preghiamo


Dona, o Padre del cielo, la vita che non finisce a tutti coloro che ti invocano. Ascolta il grido dell’oppresso e del sofferente, chinati su chi è vittima dell’ingiustizia e schiacciato dal dolore. Fa’ che l’annuncio della resurrezione risuoni con forza dove oggi vince il male.

Noi ti preghiamo


Rendici o Signore testimoni convincenti della tua resurrezione. Fa’ che sappiamo annunciare con le nostre parole e le nostre azioni il vangelo del tuo amore più forte di ogni male. 

Noi ti preghiamo
 

Perdona o Dio del cielo il nostro peccato, perché liberi da ogni impaccio e animati dalla forza del tuo perdono sappiamo sempre lodare il tuo nome e annunciare le tue meraviglie.

Noi ti preghiamo


Proteggi ogni uomo dal pericolo di una vita spesa per ciò che non vale e vissuta inutilmente. Fa’ che chi ancora non ti conosce e non ti ama possa presto incontrarti come il Signore buono e che salva.

Noi ti preghiamo.




Preghiere n. 4



Proteggi o Padre del cielo tutti i tuoi discepoli ovunque dispersi, in modo particolare coloro che soffrono per la persecuzione e la violenza. Fa’ che la loro testimonianza sia inizio di un nuovo tempo di pace e di riconciliazione.

Noi ti preghiamo



O Dio, dà forza e coraggio a papa Francesco che annuncia il Vangelo e guida il popolo dei tuoi figli verso di te. Perché con la sua testimonianza sia di esempio e comunichi a tanti come cercare il dono inestimabile della pace.

Noi ti preghiamo


sabato 18 aprile 2020

II domenica del tempo di Pasqua - anno A - 19 aprile 2020


 
 
Dagli Atti degli Apostoli 2,42-47

Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. 

 

Salmo 117 - Rendete grazie al Signore perché è buono.

Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.

Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.


Grida di giubilo e di vittoria +
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.


Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!  



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo1, 3-9

Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Giovanni 20, 19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, il vangelo di Giovanni ci riporta alla sera del giorno di Pasqua. Quel mattino i discepoli hanno ricevuto la notizia che la tomba di Gesù è vuota, Maria di Magdala gli ha detto di averlo visto vivo e che le ha parlato, mandandola a riferire a loro del suo incontro con lui. Eppure che cosa è cambiato per i discepoli? Sembra tutto come prima: stessa paura, stessa chiusura in se stessi, stessa incredulità. Quanto è difficile credere alla resurrezione di Gesù per quegli undici e per tutti gli uomini. Quanto questo nostro mondo sembra vivere come se Gesù non fosse mai risorto, con il male e la morte liberi di esercitare il loro dominio incontrastati. Eppure i discepoli, come anche noi, avevano condiviso tanta strada con Gesù, erano stati testimoni di eventi straordinari, avevano ascoltato le sue parole, gli insegnamenti pubblici rivolti a tanti, ma anche le parole rivolte personalmente solo a loro nell’intimità.

Sì, il male e la morte restano più forti di tutto: chiudono il cuore e gli occhi, tanto che anche chi lo incontra non lo riconosce vivo; rendono impossibile fidarsi dei fratelli, come Tommaso e gli undici stessi con le donne andate al sepolcro; spengono la speranza, facendo dimenticare che Gesù aveva preannunciato quello che gli sarebbe accaduto, ed anche la sua resurrezione.

Quella morte che Gesù ha vinto è rimasta ancora padrona dei discepoli e del mondo.

Per questo Gesù torna nel chiuso delle loro vite e degli uomini di ogni tempo, vuole aprire i loro occhi, scaldare il loro cuore, riaccendere fiducia e speranza in animi spenti. Non basta a Gesù aver vinto la battaglia con la morte che si era impossessata della sua esistenza, deve continuare a combattere contro la morte che si impossessa della vita degli uomini rendendoli sordi all’annuncio della più grande buona notizia che ci sia mai stata, il vangelo della resurrezione, vittoria sul male e sulla morte.

Ma in cosa consiste questa forza che la morte esercita sugli uomini? È la convinzione che il male sia più forte e che contro di esso non si possa fare nulla, che ci voglia realismo e accettazione per situazioni che non possono cambiare e volgere al bene. Esso consuma cioè le energie del bene impedendo agli uomini di farsene forti, di usarlo come antidoto contro il veleno che spegne la vita.

In ogni tempo Gesù torna a combattere contro questa forza della morte che imprigiona uomini e donne, popoli interi nel buio della rassegnazione, nel senso di impotenza, nella rinuncia a credere che il bene può prevalere dove esso è così umiliato e sconfitto da essere irriconoscibile.

Ogni domenica, celebrazione della Pasqua settimanale, il Signore viene a chiederci se siamo disposti a farci dominare dalla forza del male e della morte, dopo che lui li ha vinti una volta per tutte dandoci la prova che il loro potere è intaccabile e cancellabile.

Non a caso le prime parole che Gesù rivolge ai discepoli timorosi e rinchiusi è “Pace”. Perché vincere il dominio della morte è fidarci del Signore nella lotta quotidiana che il male ci solleva contro. Questo ci fa vivere la pace, nei rapporti con gli altri, nella ricerca del bene che non delude, nel riporre la nostra soddisfazione in ciò che veramente conta e vale, nel continuare a sperare, anche quando sembra impossibile.

Gesù mette subito in chiaro che la “sua” pace non deriva dallo starsene in disparte a godersi la propria tranquillità, ma dall’andare incontro all’altro, facendosi portatori di questa buona notizia: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Sì, anche noi siamo mandati come Dio ha mandato il suo Figlio, cioè pieni della forza del suo Spirito, capace di rivoluzionare il mondo dominato dalla paura e di non rassegnarsi ad un potere del male che sembra così oggettivamente prevalente. Gesù oggi torna oggi a dirci che il bene ha una forza superiore a quella del male, la sua resurrezione ce lo dimostra, e ci manda a vivere ciò nella concretezza delle nostre vite.

Non rinunciamo, sottomessi e sconfitti in partenza, a combattere con il nostro voler bene contro il male che tiene in scacco così tante vite. Non rassegniamoci al realismo pessimista e comodo, che ci fa adattare alle situazioni difficili senza il desiderio di ribaltarle. Non viviamo ossequiosi ad una cultura che mira ad imporre la forza del male come la normalità: Il dominio del male, la morte, il dolore e l’ingiustizia non sono mai “normali”, ma frutto della timidezza del discepolo a combatterli con le armi pacifiche e pacificanti che il Signore ci offre.

Queste armi sono la forza dello Spirito che il Signore dona quando incontra gli undici, come un soffio che li rivitalizza e incoraggia. L’audacia cristiana nella lotta al male infatti non è una virtù innata, ma viene dal dono dello Spirito che ci fa voler bene come Lui sapeva fare, generosamente, con mitezza e umiltà, ma anche tenacia invincibile nell’imporre le ragioni del bene. È questo amore che scardina le tante schiavitù del male che sono i peccati, complicità con esso che amplifica e conferma il suo dominio sugli uomini, e dona il perdono, cioè la via di liberazione da questa schiavitù.

Cari fratelli e care sorelle, lasciamo allora che il Signore combatta anche in noi la sua battaglia, che sconfigga la cecità dei nostri occhi e la freddezza dei cuori, accogliamo la pace e il dono dello Spirito che ci rende testimoni credibili di un amore autentico e sincero, capace di trasformare il mondo e liberarlo dalla forza del male che lo imprigiona ancora troppo.

 
Preghiere

O Signore Gesù ti ringraziamo perché torni a incontrarci nel chiuso delle nostre stanze per vincere la paura e donarci la pace. Aiutaci ad accoglierti con la fede di chi crede per la testimonianza e le parole dei fratelli.

Noi ti preghiamo

 

Ti ringraziamo o Signore per il grande dono della Pasqua, vittoria sulla morte che sconfigge per sempre il male. Sostieni la nostra fede perché sappiamo leggere la storia alla luce della tua resurrezione

Noi ti preghiamo


Aiutaci, o Padre buono, quando dubitiamo in cuor nostro che il mondo possa cambiare e che la storia possa prendere una strada diversa da quella attuale. Fa’ che sull’esempio degli apostoli vinciamo la paura e diveniamo annunciatori del Vangelo e testimoni della Resurrezione di Cristo.

Noi ti preghiamo

 

Guida i nostri passi o Signore perché una volta ricevuto l’annuncio della tua Resurrezione, come fecero le donne anche noi riferiamo la novità del vangelo di Pasqua a tanti nostri fratelli e sorelle. 

Noi ti preghiamo


Rafforza in ogni tuo discepolo o Signore la certezza che la morte non è l’ultima parola e che quando tutto sembra perduto la fiducia in te fa risorgere la speranza. Dona a tutti quelli che invocano il tuo nome il dono della pace.

Noi ti preghiamo

 

Fa’ o Signore Gesù che tutti quelli che ti sono compagni nella via dolorosa verso il Calvario siano risollevati dal loro dolore assieme a te che risorgi. Ti preghiamo per i malati, gli immigrati, gli anziani, chi è senza casa, oppresso dalla guerra e dalla violenza. Dona loro pace e salvezza. 

Noi ti preghiamo.
 
 

O Dio nostro Padre, rafforza la fede e l’amore del papa Francesco che non smette di indicarci il Signore Gesù vicino e amico. Proteggilo dal male e sostienilo sempre,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio, proteggi tutti i cristiani nel mondo, specialmente quelli che sono perseguitati e discriminati. Fa’ che l’annuncio della tua Resurrezione doni loro coraggio nella prova e la forza di resistere al male,

Noi ti preghiamo

 

 

 

giovedì 16 aprile 2020

Creazione di un fondo di solidarietà e Rendiconto economico



Parrocchia Santa Croce

Terni, 15 aprile 2020


Cari amici,

come sapete l'attuale situazione di isolamento e la chiusura di molte attività lavorative sta causando gravi problemi per alcune persone che si sono trovate a non avere più mezzi di sostentamento. Per fortuna alcune misure governative e dell'amministrazione comunale stanno dando un sostegno a molti.

Da questi aiuti però restano esclusi tutti coloro che o perché non hanno una residenza anagrafica o perché lavoravano in nero non rientrano nelle categorie protette dalle misure alle quali facevo cenno.

Diversi di loro si stanno affacciando alla Parrocchia di Santa Croce. Vi faccio alcuni esempi: alcuni immigrati che chiedevano l'elemosina davanti ai supermercati o svolgevano altri piccoli lavori saltuari; persone che facevano le pulizie o i badanti a ore e che non sono più chiamati nelle famiglie per il timore del contagio; le persone che vivevano di piccolo commercio ambulante o dello spettacolo viaggiante o già da tempo disoccupate; ecc....

Per tutte queste persone "invisibili" alle istituzioni pubbliche stiamo organizzando una raccolta di offerte per costituire un fondo di solidarietà per spese alimentari o per far fronte a urgenti necessità (affitto, utenze, medicine, ecc...). Chi volesse partecipare può inviare un contributo al conto intestato: Parrocchia Santa Croce, IBAN IT73Q0306909606100000153342 , causale "fondo di solidarietà". Anche piccole offerte, messe insieme, costituiranno un aiuto importante per molti.

Le somme raccolte e i contributi devoluti sono descritti in modo trasparente (omettendo i nomi) qui di seguito e saranno man mano aggiornati.  

Grazie e, se possibile, fate girare la notizia anche a quanti pensate siano interessati.

Don Roberto Cherubini



Rendiconto economico


Contributi ricevuti

Offerente
Somma
data
L.V.
50,00
15.04.20
R.C.
200,00
15.04.20
E.F.A.
35,00
15.04.20
P.S.C.
150,00
15.04.20
D.N.P.
20,00
16.04.20
P.T.
20,00
16.04.20
A.B.,E.D.
100,00
16.04.20
S.U.P.C.
100,00
16.04.20
L.T.,d.b.
50,00
17.04.20
f.m.,r.m
100,00
17.04.20
e.o.,c.c.
200,00
17.04.20
a.d.m.
200,00
17.04.20
U.U
100,00
17.04.20
C.R.
160,00
17.04.20
A.W.
209,00
17.04.20
D.D.C.
70,00
17.04.20
a.v.
50,00
18.04.20
R.
20,00
18.04.20
L.B.
50,00
19.04.20
F.D.F.
50,00
19.04.20
M.C.
160,00
19.04.20
I.N.M.
50,00
20.04.20
S.R.
25,00
20.04.20
G.B.C.
100,00
20.04.20
L.R.
200,00
20.04.20
R.B.
30,00
20.04.20
C.S.
150,00
20.04.20
D.A.
50,00
20.04.20
R.C.
50,00
20.04.20
M.C.
20,00
20.04.20
V.D.G.
20,00
20.04.20
A.F.
100,00
21.04.20
C.T.
20,00
21.04.20
R.R.
150,00
21.04.20
F.L.
100,00
21.04.20
M.T.
100,00
22.04.20
M.G.M.
150,00
22.04.20
A.C.R.
350,00
24.04.20
L.B.
50,00
24.04.20
M.R.T.
30,00
24.04.20
R.M.
50,00
27.04.20
M.L.S.
100,00
27.04.20
G.p.
30,00
27.04.20
L.D.V.
100,00
29.04.20
S.V.
50,00
30.04.20
S.M.
100,00
30.04.20
S.F.
50,00
30.04.20
F.G.
50,00
04.05.20
S.M.
100,00
06.05.20
P.C.
100,00
06.05.20
Totale
4.569,00



Erogazioni

Beneficiario
Tipo erogazione
Valore
data
O.O.
Contributo per affitto
50,00
15.04.20
I.E.
Alimentari + mascherine
25,00
17.04.20
G.R.
Alimentari + mascherine
25,00
17.04.20
A.P.
Alimentari + mascherine
25,00
17.04.20
O.S.
Alimentari + mascherine
25,00
17.04.20
O.B.
Alimentari + mascherine
25,00
17.04.20
B.B.
Alimentari + mascherine
25,00
17.04.20
P.A.
Alimentari + mascherine
25,00
17.04.20
S.M.
Alimentari + mascherine
25,00
17.04.20
A.S.
Ricarica postepay
12,00
17.04.20
S.P.
Contributo per bollette
52,00
18.04.20
G.R.
Farmaci e mascherine
15,00
18.04.20
A.O.
Contributo per affitto
50,00
19.04.20
M.I.H.
Contributo per alimentari
49,00
23.04.20
B.W.
Alimentari
30,00
26.04.20
A.K.W.
Alimentari
30,00
26.04.20
O.D.
Alimentari
30,00
28.04.20
G.T.Z.
Alimentari
30,00
28.04.20
A.P.
Alimentari + mascherine
25,00
03.05.20
S.M.
Alimentari + mascherine
25,00
03.05.20
G.R.
Alimentari + mascherine
35,00
03.05.20
F.H.
Contributo per alimentari
50,00
03.05.20
D.B.
Alimentari
20,00
30.04.20
E.F.O.
Alimentari
20,00
05.05.20
G.T.Z.
Alimentari
20,00
05.05.20
O.O.
Alimentari
20,00
30.04.20

Totale
763,00