sabato 19 agosto 2023

XX domenica del tempo ordinario - anno A - 20 agosto 2023

 

 

Dal libro del profeta Isaia 56, 1.6-7

Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli».

 

Salmo 66 - Popoli tutti, lodate il Signore.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1, 13-15.29-32

Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti? Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Gesù predicava la buona novella del Regno
e curava ogni sorta di infermità nel popolo.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 15, 21-28

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, Paolo nel brano che abbiamo ascoltato della lettera scritta ai Romani si presenta come “apostolo delle genti”. Questo titolo che si autoattribuisce a noi non dice molto, ma per un ebreo doveva suscitare scandalo. Che senso aveva definirsi “apostolo”, cioè “inviato da Dio”, a coloro che non sono credenti e non fanno parte del popolo che Dio stesso aveva scelto, cioè Israele? Nel sentire degli israeliti era forte infatti il senso di essere un popolo prescelto da Dio fra tanti per essere l’unico protagonista della storia di salvezza. Per questo Dio aveva loro trasmesso la legge, perché si mantenessero nettamente distinti dagli altri popoli, e non assumessero i culti idolatrici che tutti gli altri condividevano.

Ma questa appartenenza, che era un privilegio elargito del tutto gratuitamente da Dio, col tempo aveva portato gran parte degli ebrei a considerarsi superiori agli altri e ad usare la legge come una sorta di garanzia che faceva loro sentire esclusivo il rapporto privilegiato con Dio. In questo modo essi avevano come imprigionato Dio nel proprio piccolo ambito escludendo tutti gli altri. Così facendo però gli israeliti non si resero conto che assieme alle “genti” essi chiusero fuori dalla propria vita Dio stesso, quando, paradossalmente, in nome della fede in Dio respinsero, condannarono e uccisero Dio stesso nella persona di Gesù!

Oggi abbiamo ascoltato un episodio della vita di Gesù nel quale emerge con chiarezza l’atteggiamento del Signore verso i non-giudei. Trovandosi in una zona abitata da pagani Gesù viene fermato da una donna che chiede una guarigione, in modo eclatante, gridando. I discepoli vorrebbero che Gesù assecondasse quella richiesta, perché la sua insistenza è fastidiosa e imbarazzante. Il Signore risponde loro che non è il clamore e l’insistenza a motivare un suo intervento, ma solo la fede in Dio opera miracoli.

Ed ecco che allora quella donna mostra a Gesù la sua fede, chiedendo la guarigione della figlia non in nome dei suoi meriti o diritti, ma del fatto che Dio apprezza l’umiltà di chi sa farsi piccolo davanti a lui. La donna addirittura si paragona ad un cagnolino che racimola le briciole di attenzione di Dio, cadute dalla tavola che lui ha imbandito per coloro che ritiene degni di essere suoi commensali. Non chiede un invito speciale, non pretende di sedersi a tavola, ma resta umilmente e tenacemente ai piedi di Gesù, in attesa che una briciola della sua attenzione sfami il bisogno di guarigione di sua figlia.

Gesù giudica questa umiltà un segno di fede grande. Il suo grande bisogno infatti non la porta a inveire contro Dio o il destino, non è motivo per rivendicare il diritto alla sua attenzione, ma è portato davanti a Gesù fidandosi che lui possa e voglia intervenire.

Per Gesù è questo a fare la differenza e non solo accoglie la richiesta di guarigione (ma non per le motivazioni puerili accampate dai discepoli) ma loda la donna per la sua fede. Gesù loda una non ebrea, pagana, e donna, due condizioni di inferiorità che per la mentalità dell’epoca costituiscono motivi per non darsene cura.

Con il suo agire Gesù opera un rivoluzione culturale e religiosa, mettendo al centro il cuore e non l’identità religiosa, il bisogno e non i diritti, l’umiltà e non la capacità di attrarre attenzioni e imporsi all’attenzione degli altri.

Questo e gli altri episodi della vita di Gesù a contatto con persone non ebree o considerate eretiche e non perbene, come ad esempio la samaritana, sono per noi importanti perché capovolgono l’edificio che noi a volte costruiamo a testa in giù, pretendendo che il nostro comportamento sia sufficiente ad attestare la nostra fede, mentre per Dio è vero il contrario, e cioè che solo la fede dà valore al comportamento e gli dà contenuto e pienezza. Inoltre scardinano la nostra tentazione a delimitare confini e steccati per sentirci dalla parte giusta, mentre per Gesù non c’è frontiera che possa tenere una persona fuori dal suo interesse e attenzione se non la sua libera scelta di non essere amata da lui, e questo finché la sua insistenza e tenacia non vinca anche le ultime resistenze.

 

Preghiere 

 

O Signore Gesù, aiutaci ad aderire con sincerità all’ordine del mondo secondo il piano del tuo Regno, così diverso da quelli degli uomini. Fa’ che cooperiamo con generosa disponibilità alla sua realizzazione,

Noi ti preghiamo

  

Donaci, o Dio Padre nostro, la fede semplice e profonda di chi confida in te e si affida alla tua bontà. Fa’ che non resistiamo al tuo invito a cambiare il nostro cuore e le nostre azioni, per la realizzazione del tuo Regno di pace, giustizia e fratellanza universale,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio, dona la pace ai popoli colpiti dalla guerra e dal terrorismo. Suscita la conversione di chi oggi colpisce il fratello con mano violenta, perché cessino ovunque le morti e le distruzioni,

Noi ti preghiamo

 

 Solleva dalla sofferenza, o Signore, il popolo degli umiliati e degli oppressi, dei poveri e dei rifiutati. Suscita sentimenti di solidarietà e compassione perché a tutti sia data la possibilità di vivere in un tempo migliore,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Padre del cielo per tutti coloro che non ti conoscono e non hanno mai udito il Vangelo. Fa’ che li raggiunga presto l’annuncio della tua salvezza e del Regno promesso agli umili e ai retti di cuore,

Noi ti preghiamo

  

Guida, o Signore, i passi di papa Francesco. Fa che le sue parole e il suo esempio suscitino in tanti il desiderio di amarti con fede sincera e appassionata,

Noi ti preghiamo.

martedì 15 agosto 2023

Festa dell'Assunzione di Maria Ss.ma - 15 agosto 2023

 



Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo 11, 19a; 12, 1-6a.10ab

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

 

Salmo 44 - Risplende la Regina, Signore, alla tua destra.

Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
Dietro a lei le vergini, sue compagne, +
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 15, 20-27°

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Maria è assunta in cielo;
esultano le schiere degli angeli.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 1, 39-56

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, la prima lettura dal libro dell’Apocalisse ci introduce alla festa di oggi descrivendo in termini grandiosi la nascita del Signore. Questo racconto è molto diverso dalla descrizione contenuta nei Vangeli. In essi tutto è umile e piccolo, tanto da passare inosservato ai più: due giovani sposi, l’inospitalità abituale della città, una stalla, la mancanza del superfluo e anche del necessario, i pastori. Piccoli fatti di piccola gente, piccola storia. L’Apocalisse invece narra con grandiosità lo stesso evento: una donna deve partorire un figlio, ma un drago vuole distruggerlo. La protezione di Dio salva però sia il bimbo che la madre, perché quel piccolo è destinato a divenire re della terra. In qualche modo l’Apocalisse ci insegna a guardare la storia apparentemente banale e ordinaria con uno sguardo diverso, che ne coglie sotto l’apparenza di piccolezza la grandezza della lotta fra bene e male, la decisività degli eventi apparentemente banali, e soprattutto la presenza di Dio che imprime alla storia un corso diverso. Sotto un velo di banalità si cela la grandiosità della storia, di ogni storia umana, perché è unica agli occhi di Dio e perché si inserisce nel quadro cosmico della perenne lotta fra bene e male.

Anche noi siamo abituati a vedere con occhi scontati la nostra storia, a giudicarla ininfluente e a credere che le scelte da fare riguardino solo il mio bene, tranquillità e benessere. Quanta fatica facciamo a cogliere anche nella nostra esistenza i segni della necessità di compiere scelte importanti, perché utili e necessarie nella prospettiva della lotta universale, cosmica, fra bene e male! Anche nella piccola storia della nostra piccola vita si cela il mistero di quella lotta alla quale Dio stesso prende parte, e l’incarnazione ne è appunto il momento più significativo. Anche noi possiamo essere decisivi e imporre una svolta alla storia. La vicenda di Maria narrata dal Vangelo torna a ricordarcelo in questa festa di oggi a lei dedicata. Anch’essa aveva una piccola storia fatta di piccole aspirazioni e piccole soddisfazioni, ma seppe cogliere l’occasione dell’incontro con l’angelo per accettare di guardare ad essa con occhi diversi, sotto quella luce di grandiosità che assume la vita di ognuno quando la guardiamo nella prospettiva di Dio. Impariamo anche noi ad assumere per la nostra vita lo sguardo di Dio, sogniamo il suo sogno, accogliamo il disegno di bene che lui concepisce, e niente più sarà banale, piccolo e senza significato. Sì, la forza dell’amore che Dio ci comunica e la disponibilità ad esercitarla ogni volta che se ne presenta l’occasione cambia la vita e ci rende cooperatori dell’opera di salvezza universale di Dio. In questa prospettiva non è indifferente se noi accogliamo o respingiamo il fratello e la sorella, se aiutiamo o ignoriamo chi ha bisogno del nostro aiuto, se viviamo con gratuità o con una logica di guadagno e convenienza, se guardiamo al prossimo con ostilità o con simpatia, se preghiamo o se facciamo come se Dio non esistesse, ecc…     

L’Apostolo Paolo ci aiuta a capire che ciascuno di noi è destinato ad essere parte di una storia di salvezza, se resta unito a Cristo: “Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.” A noi scegliere se restare confinati nella prospettiva di Adamo, cioè del prevalere delle logiche del mondo, o fare nostra quella di Cristo, cioè farci discepoli dei suoi insegnamenti e con essi ricevere la forza della vita vera.

Maria una volta accolto il disegno di Dio diviene Teofora, cioè porta Dio dentro di sé. Per questo è capace di suscitare anche in chi incontra il sussulto di gioia e di vita che suscitò in Elisabetta. Se accettiamo di vedere dietro la banalità dei fatti che accadono lo straordinario del disegno di Dio la nostra presenza è apportatrice di bene e di felicità, Quell’esultanza di Elisabetta, quel sussulto nel suo grembo. Altrimenti saremo solo una triste conferma della forza del male e accetteremo senza lottare la sua vittoria sulla vita.

Cari fratelli e care sorelle, la tradizione della Chiesa ci ricorda oggi come Maria, dopo aver partorito, protetto e accompagnato Gesù come sua discepola, fu assunta in cielo con il suo corpo. Proprio per dire che tutto della vita di Maria è stato accolto da Dio come parte del suo disegno di bene. Niente è stato inutile o banale, tutto ha partecipato fin dalla prima scelta di accogliere l’annuncio dell’angelo con disponibilità piena alla battaglia per affermare la vittoria del bene. Sappiamo che la vittoria finale sarà riportata da Cristo, che con la sua resurrezione ha posto le basi, ma vogliamo fin da ora, come Maria, collaborare in questa sua lotta e far sì che il bene si affermi definitivamente. Lo facciamo ogni volta che, accogliendo l’invito del Signore Gesù, diveniamo suoi discepoli fedeli. Anche noi possiamo divenire, come Maria, un corpo, un’anima, una vita tutta intera salvata e protetta, destinata ad un futuro grandioso di partecipazione alla vita divina.

 

Preghiere 

 

Ti ringraziamo o Padre del cielo per l’umile disponibilità di Maria che seppe farsi carico del bisogno di salvezza di tutta l’umanità e accogliere in sé il Figlio di Dio. Dona anche a noi di essere strumento del tuo amore nella lotta contro il male,

Noi ti preghiamo

 

 O Dio nostro Padre, proteggi la debolezza delle vite minacciate, offese e oppresse dalla forza del male. Fa’ che chi è piccolo e indifeso sia scampato da ogni male e goda della tua benedizione,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Signore Gesù perché apriamo il nostro sguardo alla dimensione universale della lotta fra il bene e il male che si combatte nel mondo. Rendici in essa tuoi alleati fedeli e generosi, capaci di scegliere, ogni volta, di restare dalla tua parte

Noi ti preghiamo

 

 Scampa o Dio quanti sono minacciati dalla violenza della guerra e del terrorismo e vivono oppressi dal dolore. Liberaci tutti dalla radice di peccato che ci unisce in Adamo, per essere invece partecipi e operatori della vera pace portata da Cristo,

Noi ti preghiamo

 

Proteggi o Dio il nostro papa Francesco nel suo impegno senza sosta per la predicazione del Vangelo e per la testimonianza del tuo amore. Fa’ che ciascuno di noi sia toccato dalle sue parole e dal suo esempio per vivere con autenticità evangelica,

Noi ti preghiamo

  

Guida e proteggi o Padre del cielo tutti  i tuoi figli che oggi nel mondo intero venerano e invocano la tua Madre come protettrice e guida. Fa’ che con la sua stessa umiltà e umanità sappiamo fare spazio a Cristo nelle nostre vite,

Noi ti preghiamo.

sabato 12 agosto 2023

XIX domenica del tempo ordinario - Anno A - 13 agosto 2023

 

 


Dal primo libro dei Re 19,9a.11-13

In quei giorni, Elia, essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb, entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.

 

Salmo 84 - Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: +
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani. 9, 1-5

Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

 

Alleluia, alleluia alleluia.

Io spero, Signore. Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
Alleluia, alleluia alleluia.

 

Dal vangelo secondo Matteo 14, 22-33

Dopo che la folla ebbe mangiato, subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!»

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, la Scrittura oggi, sotto diverse angolature, ci offre la possibilità di affrontare il tema della preghiera. Essa è un elemento che sappiamo essere essenziale della vita di fede. Il nostro rapporto con Dio si nutre della preghiera e da essa dipende la qualità del nostro vivere quotidiano come discepoli del Signore. Gesù stesso ci ha mostrato la sua necessità di incontrare il Padre nella preghiera. Lo abbiamo visto nel Vangelo: dopo aver vissuto una giornata intensa con le folle, dopo aver parlato lungamento con loro e averle sfamate con il poco a disposizione moltiplicato miracolosamente nelle mani degli apostoli, si ferma a pregare.

Anche Gesù, il figlio di Dio ha bisogno di dialogare col Padre, nell’intimità di un tempo e un luogo dedicati solo a questo. C’è bisogno, ci dice Gesù col suo comportamento, di preservare tempi e luoghi da dedicare solo a questo, nella confusione o nella ripetizione più o meno scontata dei nostri gesti e incontri quotidiani.

Anche il profeta Elia incontra Dio, in modo inaspettato e non per propria iniziativa. Il brano del libro dei Re ci fa vedere come quando forse meno se lo aspettava Dio si fa presente nella sua vita, e il racconto sottolinea come l’incontro con lui non si impone per i segni straordinari di forza e potenza, ma nella semplicità di una “brezza leggera”. Questo rende più difficile accorgersene, bisogna saper cogliere, per incontrare Dio nella preghiera, il momento in cui è lui stesso a farsi vicino a noi, a cercarci, a desiderare comunicare con noi. Dobbiamo essere pronti a riconoscerlo, e questo viene solo dalla familiarità che si acquista nel frequente incontro con lui. Non è il fuoco o la tempesta a dircelo, ma i segni del suo discreto e delicato avvicinarsi, quando sa ceh ne abbiamo più bisogno.

Il brano dell’incontro dei discepoli con Gesù in mezzo al lago di Tiberiade ci fornisce altri elementi di riflessione.

L’acqua è agitata e il vento contrario: si tratta di un momento difficile per i dodici. È proprio allora che Gesù si avvicina, vincendo il muro dell’impossibile e della distanza. I discepoli sono spaventati, più dalla vista di lui che dalle onde impetuose. Anche a noi spesso sembra più impegnativo e difficile incontrare Gesù che sbrogliarci nelle difficoltà concrete della vita. Gesù incoraggia i suoi a non temere lui, ma casomai la sfida del mare agitato, dubitando un po' di più delle proprie capacità.

Ecco che allora Pietro entra in dialogo con il Signore, gli risponde, apre il varco della preghiera. La sua è quasi una sfida: “Se sei veramente tu” dice “fa che vinca la forza agitata della vita e dei suoi pericolosi ostacoli come tu stesso sai fare”. Sappiamo come Gesù affronta i pericoli e il mare agitato della sua vita, lo vediamo soprattutto nel momento più duro della passione e morte: continuando a voler bene a tutti e vincendo così la forza del male che si abbatte su di lui con il suo voler bene. Questo chiede Pietro, senza forse rendersene nemmeno bene conto, ma preso dal desiderio di imitare Gesù e rivestirsi della sua stessa forza che vince le onde agitate, quella dell’amore.

Gesù gli concede volentieri la sua forza, e lo invita a fare come lui. L’incontro con il Signore nel dialogo della preghiera ci rende capaci di imitarlo e di muovere i nostri passi incerti sulle sue stesse orme. È l’essenza della vita cristiana. Pietro e ciascuno di noi possiamo farlo, ma presto vince su di lui la paura. Voler bene in mezzo alle onde agitate ci sembra troppo difficile, pericoloso, forse il modo sbagliato di affrontare le durezze della vita. Pietro smette di imitare Gesù e torna se stesso, a fare come lui sa.

È il rischio di staccare il tempo della preghiera, durante il quale Dio ci dona la forza del suo amore, da quello della vita, rinunciando a conservare in noi e applicare alla realtà la forza ricevuta da Lui.

Di nuovo Pietro invoca l’aiuto di Gesù, che gli svela il perché del suo fallimento: la poca fiducia in lui.

Cari fratelli e care sorelle, la Scrittura oggi ci invita a rivolgerci a Dio per dialogare con lui e chiedere il suo aiuto, ma soprattutto ci mette in guardia dalla diffidenza con la quale valutiamo il suo esempio e i suoi insegnamenti come inadeguati a noi e alle situazioni della vita che ci troviamo ad affrontare.

Pietro alla fine si fida e assieme a Gesù trova la calma delle onde e la sicurezza della barca. Il suo fidarsi, e non certo le sue altre doti, parlano di Dio a chi lo vede, lo rendono riconoscibile, vicino. Sì, se ci fideremo di Dio, della forza umile e debole del suo voler bene sempre e comunque, se imitandolo ci faremo forti di questo per affrontare anche i momenti difficili della vita, la nostra esistenza parlerà di Dio, mostrerà a chi vede come nell’incontro con lui nella preghiera siamo salvati e troviamo la vera pace.

 

Preghiere 

 

O Signore Gesù vieni incontro a noi nei momenti difficili, perché rassicurati dalla tua presenza possiamo venirti incontro. Donaci la fede necessaria per vincere la paura e affidare a te la nostra vita,

Noi ti preghiamo

  

O Dio, il mondo è sconvolto da innumerevoli tempeste e le onde di violenza e miseria sembrano travolgere popoli interi. Vieni presto a salvare chi oggi rischia di essere travolto dalla guerra e dalla povertà,

Noi ti preghiamo

 

Salva o Dio di misericordia i tanti che attraversano il Mediterraneo ostile e chiuso per trovare nelle nostre coste un approdo sicuro. Salva chi è in viaggio, proteggi la vita di chi è debole e fa che tutti trovino scampo e salvezza dal pericolo,

Noi ti preghiamo

  

Fa’ o Signore Gesù che non ti lasciamo mai, perché da soli siamo deboli e in balia delle onde incerte della vita. Aiutaci a restare sempre con te e a riconoscerti pronto ad aiutarci.

Noi ti preghiamo

 

Ti supplichiamo o Padre di eterna bontà, manda il tuo Spirito a scaldare i cuori e a suscitare in ciascuno di noi sentimenti di misericordia e perdono. Fa’ che riconoscendo il nostro peccato diveniamo più indulgenti con quello dei nostri fratelli.

Noi ti preghiamo

  

In questo tempo estivo ti preghiamo o Signore per tutti coloro che soffrono di più per le condizioni del tempo: per gli anziani, i malati, i prigionieri. Dona loro sollievo e conforto, compagnia nelle prove più difficili.

Noi ti preghiamo.

venerdì 4 agosto 2023

Festa della Trasfigurazione - Anno A - 6 agosto 2023

 


Dal libro del profeta Daniele 7,9-10.13-14

Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti.

Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.

 

Salmo 99 - Il Signore regna, il Dio di tutta la terra.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. 

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. 

Perché tu, Signore, +
sei l’Altissimo su tutta la terra,

eccelso su tutti gli dei. 

 

Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo 1,16-19

Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino.

 

Alleluia, alleluia, alleluja

Questi è il Figlio mio, l’amato: 

in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo.

Alleluia, alleluia, alleluja
  

Dal vangelo secondo Matteo 17,1-9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, nel cuore di questa estate ci giunge l’annuncio del Vangelo della Trasfigurazione del Signore. È Uno degli episodi più misteriosi del Vangelo, e la Chiesa ha voluto mettere in relazione questo evento con il mistero della croce: infatti il 6 di agosto cade quaranta giorni prima della festa dell'Esaltazione della Croce che si celebra il 14 settembre, una data simbolica e significativa.

Ma qual è il legame fra la realtà gloriosa e trionfante di Cristo al Tabor e quella umiliata e sconfitta del Golgota?

C’è un legame stretto tra il volto del crocifisso e quello del Tabor: l’amore che si dona fino alla fine trasfigura, è il messaggio della croce che indica la resurrezione come il vero traguardo di cui il dolore e la sconfitta sono solo una tappa di passaggio. Ma anche sul Tabor i tre apostoli che assistono attoniti alla conversazione fra Gesù, Mosè ed Elia ricevono un messaggio simile, e cioè che il Signore trasfigura la storia degli uomini, per quanto essa sia segnata dal dolore e dai limiti del nostro vivere. Infatti la glorificazione di Gesù assieme a quelli che avevano preceduto e preparato la sua venuta guidando il popolo di Israele verso il Signore non avviene fuori dal mondo, fuori dalla storia, in un tempo futuro e indefinito, ma è nel presente di Pietro, Giacomo e Giovanni che vi assistono. Ma ancora di più questo è chiaro dall’invito che i tre ricevono dalla voce del Padre durante questa esperienza eccezionale che vivono sul monte: “Ascoltatelo” e poi da Gesù stesso: “Alzatevi e non temete”.

Sono tre parole chiave che ci parlano di come anche noi, umili discepoli del Signore, possiamo trasfigurare la nostra vita e quella del mondo.

Ascoltare: i tre sono sconvolti da quanto vedono, si gettano faccia a terra, Pietro vuole rinchiudere in tre capanne i personaggi che sono impegnati in un dialogo serrato. È la reazione naturale, spaventata e bloccata che accompagna l’inattesa visione dell’irrompere della realtà di Dio nel mondo che cambia tutto. Il Padre riporta però questa realtà dentro l’esperienza umana: tutto nasce dall’ascolto, dal farsi discepoli, dall’imparare e dal lasciarsi guidare e trasformare dalla Parola di Dio che cambia la vita. L’ascolto è uno strumento semplice e umano, forse troppo per noi che cerchiamo l’eccezionale e lo straordinario come prova della forza di Dio, eppure è quello che Gesù usa e ci propone attraverso il Vangelo.

Alzarsi e non temere: quando si ascolta la Parola ci sentiamo spinti fuori. Fuori da me stesso, verso gli altri; fuori dalla mia vita abituale, verso mondi e realtà che non ci sono familiari; fuori dalle abitudini, verso sentimenti e azioni nuovi. La novità però spaventa e blocca, per questo Gesù aggiunge l’invito a non farsi vincere dalla paura, ma a fidarsi di lui ed uscire.

Oggi, 6 agosto, cade l’anniversario dell’esplosione nucleare di Hiroshima in Giappone, dove fu lanciata nel 1945 la prima bomba atomica che uccise sul colpo tra le 70.000 e le 80.000 persone. È una memoria tragica che in qualche modo richiama l’urgente necessità che la storia sia visitata e trasfigurata dalla presenza del Signore. È solo una tappa, ma significativa, del lungo cammino dei dolori dell’umanità che continuano a segnare la vita di interi popoli.

Impariamo dunque a cogliere sempre con attenzione e sensibilità la dimensione della forza del male che agisce nel mondo senza mai smettere di ascoltare, allo stesso tempo, la Parola di Dio che pone un argine a quella forza, la contrasta con quella del voler bene e la vince, se noi ce ne facciamo ascoltatori e attori fedeli.

 

Preghiere 

  

O Signore Gesù, ti ringraziamo perché hai realizzato la volontà del Padre inaugurando fra di noi il suo Regno di pace, amore e giustizia,

Noi ti preghiamo

  

O Padre del cielo, perdona il nostro sgomento e disorientamento, perché come gli apostoli anche noi vorremmo che il Regno si imponesse subito con la forza e la potenza di questo mondo. Aiutaci a capire i tuoi disegni di amore e misericordia che parte dagli umili,

Noi ti preghiamo

 

Accetta o Signore Gesù che collaboriamo alla tua missione amando i più poveri, aiutando gli umili e soccorrendo chi è nel bisogno, perché i semi del tuo Regno germoglino e crescano sulla terra,

Noi ti preghiamo

  

Aiuta o Dio i nostri poveri sforzi per realizzare il bene, aiuta il mondo intero a vivere nella concordia, benedici i piedi di chi porta pace, guarisci chi è malato e salva chi è nel dolore,

Noi ti preghiamo

 

O Signore ti invochiamo perché chi oggi soffre ed è oppresso trovi consolazione e riscatto. Venga il tuo Regno e si salvi ogni uomo,

Noi ti preghiamo

  

Sostieni o Padre celeste il nostro papa Francesco impegnato nell’annuncio del Vangelo ai giovani. Fa che la sua profezia mostri al mondo intero le vie della pace e della giustizia,

Noi ti preghiamo.