giovedì 3 novembre 2011

Accompagniamo al Signore il nostro fratello Serge


Dal libro del profeta Isaia 43, 1-6

Così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: "Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo salvatore. Io do l'Egitto come prezzo per il tuo riscatto, l'Etiopia e Seba al tuo posto. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo, do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita. Non temere, perché io sono con te; dall'oriente farò venire la tua stirpe, dall'occidente io ti radunerò.

 Sal 23 - Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia, +
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Alleluia, alleluia alleluia.
Venite a me, voi tutti affaticati e oppressi,
e io vi darò ristoro.

Alleluia, alleluia alleluia.
 

Dal Vangelo secondo Giovanni 15, 4-9, 12-17
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Commento

 Cari fratelli e care sorelle, da tante strade diverse oggi ci siamo radunati qui per pregare per il nostro amico Serge. Lui veniva da lontano, dalle montagne della Svizzera, come anche molti di noi hanno percorso tanta strada e sono giunti qui da lontano. Sembra uno strano destino: gente così diversa eppure oggi ci ritroviamo uniti e stretti fra noi e attorno ad un amico. Come mai? Le strade in genere dividono gli uomini, li portano ad allontanarsi l’uno dall’altro, ciascuno per il proprio cammino individuale. A noi invece le strade diverse delle nostre vite ci hanno fatto convergere verso un unico luogo, la casa dell’amicizia fra i fratelli e le sorelle e con Dio.

Il nostro essere qui infatti non è casuale. È la realizzazione di quelle parole che Gesù rivolse ai suoi più stretti amici nel momento della sua agonia, come abbiamo appena ascoltato dal Vangelo di Giovanni. Il Signore stava per morire, era ad un passo dall’essere arrestato, condannato e  ucciso, e proprio in quel momento invitò i suoi amici a restare uniti come i rami all’albero: “Io sono la vite, voi i tralci.” Sì, cari fratelli e care sorelle, i rami degli alberi a volte sono scossi dal vento, e magari quando c’è tempesta, sbattono anche l’uno contro l’altro. Anzi proprio quelli che stanno più vicini sembrano cozzare con più forza, e quante volte succede anche a noi. A volte, nei momenti più duri, quando il freddo si fa intenso, essi perdono le foglie, appaiono spogli e secchi. Sono i momenti della tristezza e del dolore che tutti noi abbiamo conosciuto e che anche Serge ha provato, come il dolore per la perdita della moglie e della figlia e poi, subito dopo, anche del padre. Sono i momenti in cui la vita sembra perdere colore e senso, eppure anche allora la linfa continua a circolare dentro di noi, perché un albero forte ci tiene attaccati al tronco che è l’amore di Gesù che ci sostiene e ci protegge. Proprio grazie alla tenacia di questo legame con cui il Signore ci tiene legati a sé dopo i momenti difficili arriva l’ora in cui le foglie tornano a spuntare e maturano i frutti.

E oggi anche se siamo addolorati per la morte di un amico sentiamo la dolcezza di questi frutti che il calore dell’amore di Dio ha fatto maturare: l’amicizia fra noi, la solidarietà, l’allegria di stare assieme.

Anche Serge godeva della dolcezza di questi frutti con la sua mitezza, la riservatezza, la capacità di tenere vivi i rapporti, anche con il suo inseparabile computer che lo teneva collegato al mondo intero. Una dolcezza che lo ha sostenuto fino agli ultimi momenti della sua vita, accompagnata e confortata con fedeltà fino all’ultimo proprio dalla presenza di un amico che gli voleva bene e non lo ha lasciato solo.

Gesù sapeva bene cosa vuol dire soffrire: essere abbandonato da tutti che si vergognano di lui, ritrovarsi da solo davanti ad una folla cattiva e indifferente, avere a che fare con l’arroganza sprezzante dei poliziotti e dei giudici corrotti. Per questo, proprio mentre stava andando a patire tutto questo, dice ai suoi: restate attaccati a me come i rami al tronco, e la vostra vita sarà protetta e darà frutto. Lui sapeva che da soli siamo più deboli, in balia del freddo del vento che diventa anche freddo del cuore e incapacità a voler bene.
Cosa sarebbe di noi infatti se pensassimo di poterci staccare da lui, di fare a meno del tronco e degli altri rami? Diventeremmo un legno secco, arido e freddo, senza vita, spento e incapace di dare frutto. Per questo allora oggi siamo qui tutti insieme, per dire con la nostra presenza che vogliamo restare attaccati al tronco, che è il Signore Gesù, che ci permette di non inaridire nell’egoismo e nel pensare solo a noi stessi, che ci dà forza e vita. Una forza e una vita che nemmeno la morte ci può strappare. Anzi oggi pensiamo a Serge come un ramo ancora più verde e carico di frutti, nonostante il clima rigido che arriva, perché il Signore che lo ha accolto in cielo lo protegge dal freddo dell’inverno e dal caldo dell’estate, assieme ai tanti altri che ricordiamo con lui: a Stanislao, a Mario, ecc…
Questo Serge l’aveva capito bene. E infatti appena possibile, dopo quell’espulsione ingiusta subita un paio d’anni fa, era voluto tornare subito a Terni, da dove avevano provato ad estirparlo, perché qui era il tronco dell’amicizia con i fratelli e le sorelle di tanti anni, attraverso i quali Dio non gli faceva mancare il nutrimento per l’anima e la felicità della vita. E in questi ultimi mesi si erano aggiunti tanti altri compagni che negli appuntamenti serali, alla stazione, hanno cominciato a voler bene a Serge, intrecciando i nostri rami con la sua mitezza da montanaro e con l’allegria che con la musica della sua chitarra suscitava attorno a sé.
In questo ultimo periodo di malattia Serge ha dimostrato tutto il suo attaccamento alla vita e il desiderio di viverla bene. Sono stati momenti duri, segnati dalla sofferenza, ma che non lo hanno vinto. È come se sia passato indenne attraverso le prove più difficili, come dice Isaia “Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare.” Oggi allora affidiamo il nostro amico Serge all’amore di Dio che non lo ha lasciato mai con la tenacia di un legame fedele e allo stesso tempo sentiamo il bisogno di stringerci a quell’unico tronco che ci da’ la vita, perché anche noi, dispersi nelle strade di questa città e del mondo intero, non restiamo mai senza il calore di un amore che ci fa passare indenni attraverso le durezze della vita, perché fa sì che il nostro cuore non diventi freddo come l’inverno ma, riscaldato dal sole dell’amicizia, produca sempre nuovi frutti di generosità e affetto per gli altri.
Preghiere

O Signore ti preghiamo di accogliere nel tuo amore il nostro fratello Serge. Come lo hai protetto e amato in vita oggi fallo entrare nella gioia senza fine della tua compagnia,
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Padre buono e misericordioso: asciuga le lacrime di chi soffre per le difficoltà  della vita e la durezza dei cuori degli uomini. Fa’ che ciascuno trovi il sostegno del tuo amore e la consolazione dell’amicizia dei fratelli, 
Noi ti preghiamo

Accogli nel tuo abbraccio o Padre misericordioso tutti coloro che sono morti e di cui ricordiamo i nomi e i volti. Fa’ che vivano nella gioia del Regno dei cieli dove non c’è dolore, né affanno, né lamento,
Noi ti preghiamo

Perdonaci o Signore misericordioso per quando induriamo il nostro cuore e lo chiudiamo al bisogno dei fratelli e delle sorelle. Aiutaci a restare uniti al tuo amore che ci riscalda e ci sostiene nel fare il bene,
Noi ti preghiamo

Ascolta sempre o Dio l’invocazione di aiuto dei poveri. Proteggi chi è senza casa, dona fratelli e sorelle a chi è solo, guarisci chi è malato, consola chi è nel dolore, sostieni chi è disperato, salva chi è nel pericolo, libera i prigionieri,
Noi ti preghiamo

O Dio Padre onnipotente che hai fatto risorgere il tuo figlio Gesù messo a morte dagli uomini, dona anche a noi tuoi figli la vita che non finisce e la possibilità di incontrarti un giorno nel tuo Regno,
Noi ti preghiamo.

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