Dal libro del profeta Isaia 43, 1-6
Così dice il
Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: "Non
temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se
dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà
bruciare, poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo
d'Israele, il tuo salvatore. Io do l'Egitto come prezzo per il tuo riscatto,
l'Etiopia e Seba al tuo posto. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei
degno di stima e io ti amo, do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della
tua vita. Non temere, perché io sono con te; dall'oriente
farò venire la tua stirpe, dall'occidente io ti radunerò.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.Rinfranca l'anima mia, +
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
Alleluia, alleluia alleluia.
Venite a me, voi tutti affaticati e oppressi,
e io vi darò ristoro.
Alleluia, alleluia alleluia.
Venite a me, voi tutti affaticati e oppressi,
e io vi darò ristoro.
Alleluia, alleluia alleluia.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15, 4-9, 12-17
Rimanete in me e io in voi. Come
il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così
neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in
me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo
raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie
parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo
è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei
discepoli.
Come il Padre ha amato me, anche
io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Questo è il mio comandamento: che vi
amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande
di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate
ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello
che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito
dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho
scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro
frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo
conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
Commento
Il nostro essere qui infatti non
è casuale. È la realizzazione di quelle parole che Gesù rivolse ai suoi più
stretti amici nel momento della sua agonia, come abbiamo appena ascoltato dal
Vangelo di Giovanni. Il Signore stava per morire, era ad un passo dall’essere
arrestato, condannato e ucciso, e
proprio in quel momento invitò i suoi amici a restare uniti come i rami
all’albero: “Io sono la vite, voi i
tralci.” Sì, cari fratelli e care sorelle, i rami degli alberi a volte sono
scossi dal vento, e magari quando c’è tempesta, sbattono anche l’uno contro
l’altro. Anzi proprio quelli che stanno più vicini sembrano cozzare con più
forza, e quante volte succede anche a noi. A volte, nei momenti più duri,
quando il freddo si fa intenso, essi perdono le foglie, appaiono spogli e
secchi. Sono i momenti della tristezza e del dolore che tutti noi abbiamo
conosciuto e che anche Serge ha provato, come il dolore per la perdita della
moglie e della figlia e poi, subito dopo, anche del padre. Sono i momenti in
cui la vita sembra perdere colore e senso, eppure anche allora la linfa
continua a circolare dentro di noi, perché un albero forte ci tiene attaccati
al tronco che è l’amore di Gesù che ci sostiene e ci protegge. Proprio grazie
alla tenacia di questo legame con cui il Signore ci tiene legati a sé dopo i
momenti difficili arriva l’ora in cui le foglie tornano a spuntare e maturano i
frutti.
E oggi anche se siamo addolorati
per la morte di un amico sentiamo la dolcezza di questi frutti che il calore
dell’amore di Dio ha fatto maturare: l’amicizia fra noi, la solidarietà,
l’allegria di stare assieme.
Anche Serge godeva della dolcezza
di questi frutti con la sua mitezza, la riservatezza, la capacità di tenere
vivi i rapporti, anche con il suo inseparabile computer che lo teneva collegato
al mondo intero. Una dolcezza che lo ha sostenuto fino agli ultimi momenti
della sua vita, accompagnata e confortata con fedeltà fino all’ultimo proprio
dalla presenza di un amico che gli voleva bene e non lo ha lasciato solo.
Gesù sapeva bene cosa vuol dire
soffrire: essere abbandonato da tutti che si vergognano di lui, ritrovarsi da
solo davanti ad una folla cattiva e indifferente, avere a che fare con
l’arroganza sprezzante dei poliziotti e dei giudici corrotti. Per questo,
proprio mentre stava andando a patire tutto questo, dice ai suoi: restate
attaccati a me come i rami al tronco, e la vostra vita sarà protetta e darà
frutto. Lui sapeva che da soli siamo più deboli, in balia del freddo del vento
che diventa anche freddo del cuore e incapacità a voler bene.
Cosa sarebbe di noi infatti se
pensassimo di poterci staccare da lui, di fare a meno del tronco e degli altri
rami? Diventeremmo un legno secco, arido e freddo, senza vita, spento e
incapace di dare frutto. Per questo allora oggi siamo qui tutti insieme, per
dire con la nostra presenza che vogliamo restare attaccati al tronco, che è il
Signore Gesù, che ci permette di non inaridire nell’egoismo e nel pensare solo
a noi stessi, che ci dà forza e vita. Una forza e una vita che nemmeno la morte
ci può strappare. Anzi oggi pensiamo a Serge come un ramo ancora più verde e
carico di frutti, nonostante il clima rigido che arriva, perché il Signore che
lo ha accolto in cielo lo protegge dal freddo dell’inverno e dal caldo
dell’estate, assieme ai tanti altri che ricordiamo con lui: a Stanislao, a
Mario, ecc…
Questo Serge l’aveva capito bene.
E infatti appena possibile, dopo quell’espulsione ingiusta subita un paio
d’anni fa, era voluto tornare subito a Terni, da dove avevano provato ad
estirparlo, perché qui era il tronco dell’amicizia con i fratelli e le sorelle
di tanti anni, attraverso i quali Dio non gli faceva mancare il nutrimento per
l’anima e la felicità della vita. E in questi ultimi mesi si erano aggiunti
tanti altri compagni che negli appuntamenti serali, alla stazione, hanno cominciato
a voler bene a Serge, intrecciando i nostri rami con la sua mitezza da
montanaro e con l’allegria che con la musica della sua chitarra suscitava
attorno a sé.
In questo ultimo periodo di
malattia Serge ha dimostrato tutto il suo attaccamento alla vita e il desiderio
di viverla bene. Sono stati momenti duri, segnati dalla sofferenza, ma che non
lo hanno vinto. È come se sia passato indenne attraverso le prove più
difficili, come dice Isaia “Se dovrai
attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai
passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare.”
Oggi allora affidiamo il nostro amico Serge all’amore di Dio che non lo ha
lasciato mai con la tenacia di un legame fedele e allo stesso tempo sentiamo il
bisogno di stringerci a quell’unico tronco che ci da’ la vita, perché anche
noi, dispersi nelle strade di questa città e del mondo intero, non restiamo mai
senza il calore di un amore che ci fa passare indenni attraverso le durezze
della vita, perché fa sì che il nostro cuore non diventi freddo come l’inverno
ma, riscaldato dal sole dell’amicizia, produca sempre nuovi frutti di
generosità e affetto per gli altri.
Preghiere
O Signore ti preghiamo di accogliere nel tuo amore il
nostro fratello Serge. Come lo hai protetto e amato in vita oggi fallo entrare
nella gioia senza fine della tua compagnia,
Noi ti preghiamo
Ti preghiamo o Padre buono e misericordioso: asciuga
le lacrime di chi soffre per le difficoltà della vita e la durezza dei cuori degli
uomini. Fa’ che ciascuno trovi il sostegno del tuo amore e la consolazione
dell’amicizia dei fratelli,
Noi ti preghiamo
Accogli nel tuo abbraccio o Padre misericordioso tutti
coloro che sono morti e di cui ricordiamo i nomi e i volti. Fa’ che vivano
nella gioia del Regno dei cieli dove non c’è dolore, né affanno, né lamento,
Noi ti preghiamo
Perdonaci o Signore misericordioso per quando induriamo
il nostro cuore e lo chiudiamo al bisogno dei fratelli e delle sorelle. Aiutaci
a restare uniti al tuo amore che ci riscalda e ci sostiene nel fare il bene,
Noi ti preghiamo
Ascolta sempre o Dio l’invocazione di aiuto dei
poveri. Proteggi chi è senza casa, dona fratelli e sorelle a chi è solo,
guarisci chi è malato, consola chi è nel dolore, sostieni chi è disperato,
salva chi è nel pericolo, libera i prigionieri,
Noi ti preghiamo
O Dio Padre onnipotente che hai fatto risorgere il tuo
figlio Gesù messo a morte dagli uomini, dona anche a noi tuoi figli la vita che
non finisce e la possibilità di incontrarti un giorno nel tuo Regno,
Noi ti preghiamo.
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