sabato 14 agosto 2010

Assunzione di Maria SS.ma - domenica 15 agosto 2010


Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo 11, 19a; 12, 1-6a.10ab

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

Salmo 44 - Risplende la Regina, Signore, alla tua destra.

Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Dietro a lei le vergini, sue compagne, +
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 15, 20-27

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.

Alleluia, alleluia, alleluia.
Maria è assunta in cielo;
esultano le schiere degli angeli.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 1, 39-56

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Commento

Cari fratelli e care sorelle, il vangelo di Luca si apre con la narrazione parallela di due donne che, per motivi diversi, hanno una gravidanza straordinaria. La prima è Elisabetta, donna anziana e rimasta per molti anni sterile, ma che ad un certo punto, improvvisamente, in seguito all’insistenza della preghiera sua e di suo marito Zaccaria, si trova gravida, e l’altra è Maria, donna al contrario molto giovane la quale riceve l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù dal suo grembo, lei che non aveva ancora avuto nessun rapporto col suo futuro marito Giuseppe. In entrambe i casi le nascite sono annunciate da un angelo che porta a Zaccaria e a Maria la notizia dell’evento straordinario che Dio realizzerà nella loro vita.
L’evangelista Luca sembra volerci indicare fin dalle prime righe del suo vangelo che tutta la vita di Gesù che esso riporta è un segno di quanto la Parola di Dio sia efficace e cambi la storia, fino a farsi carne e ad entrare con forza dentro le vicende umane. E Luca ci vuole dire anche con queste due storie in qual modo la Parola di Dio entra nella storia dell’umanità: non al di sopra o al di là delle nostre vite, ma attraverso la carne delle esistenze umane, anche quella di una donna anziana sterile e di una giovanissima ragazza, due esistenze che, per la mentalità dell’epoca, non contavano nulla. La loro umiltà, come sottolinea Maria, non è disprezzata da Dio ma anzi è strumento per la salvezza dell’umanità intera. Ed infatti, cosa che scandalizza la mentalità giudaica, ma ancora oggi mette in forte discussione le nostre convinzioni, Dio per entrare nel mondo non solo ha bisogno di due umili e bisogno del insignificanti donne, ma ha bisogno del loro consenso. Infatti le due storie riportano anche i due modi con i quali l’uomo può reagire davanti alla proposta di Dio: Zaccaria, dice Luca, all’angelo che gli annunciava la nascita di un figlio, resta scettico e dice: “Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni.” Zaccaria crede di sapere come vanno le cose, e questo suo realismo rassegnato (“sono vecchio”) lo rende muto: non impedisce alla potenza di Dio di realizzarsi attraverso la gravidanza di Elisabetta, ma allo stesso tempo lo esclude dalla possibilità di comunicare, lo taglia fuori dalla famiglia degli uomini. Maria invece, come sappiamo bene, accoglie subito con umiltà quella novità sconvolgente e inaudita e accetta che la volontà di Dio si realizzi nella sua vita: “Avvenga per me secondo la tua parola.”
E’ questa la grandezza di Maria che indica una strada anche a noi: accettare che la parola di Dio si faccia presente nella storia dell’umanità anche attraverso la nostra vita. Anche a noi l’angelo di Dio rivolge la Parola perché essa sia incarnata da noi e renda la nostra sterilità fertile e feconda di vita nuova.
Questa disponibilità di Maria a lasciare spazio dentro la sua vita si esprime anche in quella sua prontezza ad andare dall’anziana Elisabetta per aiutarla nel momento della gravidanza. In fondo anche lei era incinta e poteva trovare mille motivi oggettivi per pensare che non era il caso di affrontare un viaggio in montagna per giungere fino al suo villaggio. E’ un segno di generosità gratuita che esprime una vita rinnovata dal vangelo, è come un primo segno di quello spirito nuovo che il Signore Gesù verrà a portare nel mondo.
Anche e parole che Maria rivolge ad Elisabetta sono ricche dell’ispirazione dello Spirito: è come una anticipazione del mondo così come Dio lo vuole e come Gesù verrà per realizzarlo. Non è il mondo così come lo conosciamo, ma come Dio vuole che divenga, anche attraverso la nostra vita. E’ un mondo in cui non conta potenza o grandezza, ma docilità a Dio (“ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”), in cui la giustizia viene ristabilita e il bisogno dei poveri è ricolmato (“ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”). E’ il mondo delle beatitudini, il mondo delle parabole di Gesù. Maria piena di Spirito santo ha accolto la arola fatta carne e ha fatto suo il sogno di Dio sul mondo.
Dicevo, è questa la grandezza di Maria, per la quale la veneriamo e, oggi, la contempliamo assunta in cielo accanto al suo Figlio. Il suo sogno si è realizzato, ora vive nel Regno in cui ha creduto, e da lì guada con amore a tutti quelli che cercano di imitarla e chiedono a lei l’aiuto a fare proprio il sogno di Dio per il mondo. Anche noi oggi allora vogliamo alzare lo sguardo e implorare l’aiuto di Maria a vivere la sua stessa beatitudine, che Elisabetta gli attribuisce: “beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto.” Sì è beata perché, a differenza di Zaccaria, ha creduto che è possibile che si realizzi il sogno di Dio che l’angelo continua ad annunciare anche a noi attraverso la Parola di Dio. Crediamo anche noi, con fede ingenua e sincera, che sia possibile viere il Vangelo, e non restiamo scettici e amareggiati, convinti che la sappiamo più lunga noi, e vivremo la beatitudine di Maria, donna umile e grande perché Dio si serve di chi è piccolo per fare cose grandi.
Preghiere

Ti ringraziamo o Signore perché ci hai dato in Maria l’esempio di come sia possibile fidarsi della tua Parola e credere possibile realizzarla. Aiutaci ad imitarla.
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Gesù di non farci prendere dal realismo amaro e rassegnato di Zaccaria che crede di sapere meglio di Dio come va la vita. Aiutaci a essere fiduciosi in te e nella forza del Vangelo che cambia la storia degli uomini.
Noi ti preghiamo

O Signore che non hai disprezzato la vita di due donne umili e piccole per manifestare la tua potenza nel mondo, ti preghiamo di servirti anche di noi, nonostante la povertà delle nostre esistenze e il peccato di cui siamo schiavi.
Noi ti preghiamo
Donaci o Dio un cuore puro per riconoscere nella Scrittura la voce di Dio che ci chiama. Fa’ che con fiducia la viviamo ogni giorno.
Noi ti preghiamo
Ti preghiamo o Dio per tutti i cristiani di tutte le Chiese che oggi celebrano Maria assunta in cielo. Fa’ che tutti ci stringiamo alla Madre di Dio per essere discepoli fedeli del suo Figlio divino.
Noi ti preghiamo
Ti preghiamo o Padre del cielo per tutte le donne, specialmente per quelle che sono oppresse ed umiliate. Come tu hai innalzato l’umiltà di Maria, così liberale dal giogo pesante della loro condizione per incontrare la libertà di essere tue figlie e discepole.
Noi ti preghiamo.
Con umiltà e insistenza, o Dio, ti chiediamo la salvezza per tutti coloro che soffrono: i malati, i prigionieri, gli anziani, i soli e i disprezzati. Fa’ che in questo tempo non siano dimenticati dai fratelli e dalle sorelle.
Noi ti preghiamo

Dona la tua pace o Signore a tutti i popoli in guerra. Fa’ che dove ora regna l’odio e la sopraffazione possa presto imporsi il Regno di giustizia e di amore che tu sei venuto a inaugurare.
Noi ti preghiamo

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