mercoledì 27 luglio 2011

XVI domenica del tempo ordinario



Dal libro della Sapienza 12, 13. 16-19
Non c'è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall'accusa di giudice ingiusto. La tua forza infatti è principio di giustizia; il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti. Mostri la forza se non si crede nella tua onnipotenza e reprimi l'insolenza in coloro che la conoscono. Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta indulgenza, perché il potere lo eserciti quando vuoi. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini; inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza perché tu concedi dopo i peccati la possibilità di pentirsi.

Salmo 85 - Tu sei buono, Signore, e ci perdoni.
Pietà di me, Signore, a te grido tutto il giorno. +
Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica.

Tutti i popoli che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, o Signore,
per dare gloria al tuo nome;
grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio.

Signore, Dio di pietà, compassionevole +
lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele,
volgiti a me e abbi misericordia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 26-27
Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

Alleluja, alleluia, alleluia
Il Signore getta nel nostro cuore
il seme buono del Vangelo.
Alleluja, alleluia, alleluia

Dal vangelo secondo Matteo 13, 24-43
In quel tempo, Gesù espose alla folla una parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».
Un'altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami». Un'altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: "Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste" fin dalla fondazione del mondo. Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda! ».

Commento
Cari fratelli e care sorelle, la Scrittura che abbiamo ascoltato oggi ci parla del potere di Dio. Lo sappiamo, e lo proclamiamo ogni domenica a messa: Dio è onnipotente. Il suo potere è assoluto e illimitato. Nelle chiese orientali l’immagine del Signore “pantocrator”, cioè onnipotente, troneggia nel punto più elevato, in genere nel catino dell’abside o nella cupola, proprio a testimoniare il suo dominio sull’universo delle creature, a cominciare dalla sua ultima, l’uomo.
Ma tutto ciò non ci dice molto su che potere è quello che Dio esercita sull’uomo. In genere noi pensiamo che il potere sia la possibilità di fare tutto quello che si vuole, ma questa evidentemente non è una risposta, perché allora ci chiediamo: cosa vuole Dio?
Il libro della Sapienza abbozza una prima risposta: “La tua forza infatti è principio di giustizia; il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti.” La forza di Dio è la giustizia, ed ecco allora già un primo tratto: Dio vuole innanzitutto realizzare ciò che è giusto per l’uomo. Ma nemmeno questo basta, è troppo limitato. L’idea di giustizia, che spesso anche noi utilizziamo per misurare i nostri rapporti con gli altri, porta a dire infatti che l’attenzione di Dio bisogna in qualche modo meritarsela, che la sua benevolenza è commisurata ai nostri meriti. Si arriva a dire che chi si comporta bene ha diritto al favore di Dio, con tutto ciò che ne consegue in rivendicazioni e lamentele: “io ho fatto tanto, non ho mai fatto il male, e Dio mi ripaga così o non mi concede ciò che io chiedo?”
Ma Dio non solo è giusto, ma è indulgente cioè misericordioso. Continua il libro della Sapienza: “Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta indulgenza, perché il potere lo eserciti quando vuoi.” Strano, il potere e la forza non sono una giustizia inflessibile e inesorabile? In Dio esse si piegano nella mitezza e nell’indulgenza, che sembrano quasi fare ingiustizia, applicando misure diverse a seconda dei casi. L’onnipotenza di Dio sembra così l’atteggiamento di qualcuno incapace ad esercitare il potere con fermezza.
La parabola del seme buono e della zizzania ci offre un ulteriore spunto per capire qualcosa in più. Nel mondo ci sono buoni e cattivi, ci spiega Gesù stesso, ma il Signore non ripaga ciascuno con la ferrea logica della giustizia come i servi (che poi saremmo noi discepoli, i cristiani) suggeriamo e vorremmo: togliamo i cattivi di mezzo, prima che ci possano nuocere. Gesù sa però che nessuno è tutto e solo cattivo: estirpando il malvagio se ne tronca anche la parte buona che magari è nascosta o atrofizzata dalla prevalente cattiveria. Gesù lascia crescere e come un buon contadino, cerca di far venire su le parti migliori, quelle che danno più frutto, come il potatore fa con la pianta, eliminando i rametti sterili per far sviluppare meglio quelli fruttiferi. È molto più faticoso. Ci vuole molta più pazienza, e tanto amore e attenzioni, ma alla fine, al momento del raccolto, perché non sperare che la zizzania sia rimasta soffocata dalle piante buone che hanno preso il sopravvento? In fondo quel seme di senape è un granellino minuscolo, che affidamento può darci sul suo futuro e la sua utilità? Eppure l’amore paziente del coltivatore gli consente di crescere e svilupparsi come una pianta grande e utile a tanti.
Come ci comportiamo noi? Quanto è facile stroncare il fratello e la sorella con un giudizio netto e senza appello. Quanto è facile disprezzare la debolezza o l’esilità delle capacità altrui o delle loro possibilità di farcela. La Scrittura oggi ci dimostra che però questo atteggiamento che può sembrare giusto, perché segue criteri di oggettività e realismo, o comunque è quello di chi sa il fatto suo ed esercita assennatamente il potere che ha (di stroncare o di lascar crescere), in realtà è di chi si accontenta di poco e non ha a cuore che il raccolto sai abbondante: gli è sufficiente che basti per sé. Dio no, vuole che il raccolto sfami tutti, le folle, i popoli, il mondo intero. E per sfamare il mondo della sua fame di vita e di bene ce ne vuole! Per questo vuole trarre il massimo da ogni pianta, per quanto malvagia o gracile: da tutti cerca di far emergere il frutto buono di cui sono capaci. Questo atteggiamento, così estraneo alle logiche spietate del mondo dell’efficienza e del profitto, sono quella “dolce speranza” di cui parla la Sapienza, che Dio concede a tutti, meritevoli o meno, colpevoli o meno, fruttiferi o meno che siamo.
Facciamo nostro allora anche noi lo stesso potere di Gesù, potere ben più forte di quello di stroncare ed estirpare, che è il potere di sostenere e di far emergere e prevalere in ogni persona e in ogni situazione il massimo del bene possibile. Godremmo di una forza invincibile, dell’onnipotenza di Dio stesso, che può tutto perché spera, dà fiducia ed è giusto ma con misericordia. Anche noi se saremo così potremo tutto e anche le realtà che ci sembrano irrecuperabili si piegheranno col nostro aiuto verso la realizzazione del bene che Dio prepara per noi tutti.
Preghiere

O Signore che semini con abbondanza nei nostri cuori il seme buono del Vangelo, fa che lo accogliamo con gioia e lo facciamo fruttificare .
Noi ti preghiamo

Perdona o Signore Gesù perché nella nostra vita abbondano le piante cattive dei pensieri e delle azioni malvagie. Fa che sappiamo convertirle e salvarci dal male,
Noi ti preghiamo
Donaci, o Padre del cielo, la pazienza e la tenacia del coltivatore che cura con amore il terreno perché dia frutto abbondante. Aiutaci a non giudicare gli altri con durezza e ad aiutarli tutti ad essere tuoi discepoli,
Noi ti preghiamo

Rendici o Signore appassionati ascoltatori del vangelo perché facciamo nostro il tuo potere che è misericordia e perdono. Rendici ricchi della buona speranza che ci apre le porte di un futuro migliore,
Noi ti preghiamo

Perdona o Dio del cielo il nostro peccato, perché liberi da ogni impaccio e animati dalla forza del tuo perdono sappiamo sempre lodare il tuo nome e annunciare le tue meraviglie.
Noi ti preghiamo

Proteggi ogni uomo che vive minacciato dalla violenza o dalla guerra, perché in ogni luogo regni la pace, la giustizia prevalga dove oggi regna l’odio.
Noi ti preghiamo.

Proteggi o Padre del cielo tutti i tuoi discepoli ovunque dispersi, in modo particolare coloro che soffrono per la persecuzione e la violenza. Fa’ che la loro testimonianza sia inizio di un nuovo tempo di pace e di riconciliazione.
Noi ti preghiamo

Dai forza e coraggio a tutti coloro che annunciano il Vangelo e guidano il popolo dei tuoi figli. Per il papa, i pastori e tutti coloro che con la loro testimonianza sono di esempio e guida a molti.
Noi ti preghiamo

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