Dal primo libro dei Re 19, 4-8
In quei giorni, Elia s’inoltrò
nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra.
Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io
non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto
Salmo 33/34 - Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 4, 30 -
5, 2
Fratelli, non vogliate
rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno
della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e
maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli
altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in
Cristo. Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha
amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave
odore.
Alleluia, alleluia alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal
cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia,
alleluia alleluia.
Dal vangelo secondo Giovanni 6, 41’-51
In
quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io
sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il
figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può
dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi.
Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo
risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno
istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a
me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha
visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io
sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e
sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non
muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane
vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Commento
Cari
fratelli e care sorelle, il brano evangelico di oggi segue quelli delle due
settimane scorse. Due domeniche fa abbiamo visto Gesù che ha sfamato la folla
moltiplicando il pane e il pesce fino a darne a tutti a sazietà (Gv 6,1-13), e
la gente che avrebbe voluto farlo re (14-15) perché pensavano che egli poteva garantire
loro benessere e abbondanza; vogliono divenire suoi sudditi, in cambio dei
privilegi che immaginano di ottenere. Per questo Gesù se ne va via, ma la gente
lo insegue e lo cerca (22-34) e il Signore li rimprovera perché cercano un
vantaggio materiale e immediato, la liberazione dalla necessità di guadagnarsi
da vivere, piuttosto che la liberazione interiore di un amore che sfama il
bisogno di ciascuno e li rende capaci di amare a loro volta. Alcuni della folla
si rendono conto di questa differenza, capiscono che Gesù può dare loro molto
più del pane e del pesce che hanno ricevuto in un momento di difficoltà, quando
non potevano procurarsi il cibo, e che questo dono era un segno di un dono più
grande e fondamentale dell’alimento ricevuto, il suo amore. Lo intuiscono e per
questo esclamano: “Signore, dacci sempre questo pane” (34).
Ed
ecco che giungiamo al brano ascoltato oggi: altri di quella folla mettono in
dubbio che Gesù possa donare un alimento più importante del pane, e cioè,
addirittura, l’amore di Dio. Tanto più perché Gesù ha la pretesa di
identificare questo amore di Dio con se stesso: il suo corpo e il suo sangue,
cioè tutta la sua vita, è, a suo dire, il nutrimento buono che Dio dona agli
uomini per sfamare il loro bisogno di amore e di imparare ad amare, tanto da
acquistarsi una vita che non finisce. Ecco allora l’espressione ironica di
alcuni: “Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non
conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?”
Ancora
una volta emerge l’idea che è impossibile che Dio abbia potuto farsi come noi,
rompere quella divisione fra cielo e terra che rende il mondo di Dio estraneo a
quello degli uomini. È facile infatti per noi ammettere la perfezione e
straordinarietà del mondo di Dio, purché esso non invada il campo del possibile
per noi e sia sempre un’utopia irrealizzabile e che non ci chieda di vivere
come cittadini di qual regno e non più di questo mondo, con le sue logiche e i
modi di essere, resi suoi figli da un Dio che ci ama come un padre che ci ha
adottato.
È la
resistenza a pensare possibile il Vangelo nel nostro mondo e a credere che la
vita di Gesù si mescoli con quella degli uomini tanto da poter essere vissuta
da ciascuno di noi se, appunto, ci alimentiamo di lui e traiamo la forza dalle
parole, i gesti e la vita tutta di Gesù, corpo e sangue. È questo lo scandalo
suscitato in quella gente. Loro conoscono Gesù, sanno da dove viene e di chi è
figlio, è uno dei loro, come può pretendere di dare loro la forza dell’amore di
Dio?
Anche
noi ci chiediamo: come è possibile per noi, gente così modesta e imperfetta, divenire
così vicini a Dio tanto da essere suoi figli, da acquistare la vita che non
finisce, da essere rivestiti di una forza di amore che solo lui può esercitare?
È il dubbio che ci rende scettici davanti al Vangelo, come ad un messaggio
troppo alto, troppo grande da poter essere vissuto da noi.
Ma
Gesù spiega bene come non siamo noi a dover arrivare a lui con le nostre forze,
ma è il Padre che ci attrae con una forza di amore a cui a noi è chiesto solo
di lasciarci andare: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che
mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.” Ed è per questo che
l’Apostolo esorta i suoi amici cristiani di Efeso: “camminate nella carità,
nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi”, li
invita cioè a voler bene agli altri perché e come Gesù per primo ha voluto bene
a noi. A noi non è chiesto altro che lasciarci voler bene da lui, con la sua
Parola e con il dono appassionato e fedele di tutto se stesso, corpo e sangue,
e questo, a nostra volta, ci rende capaci di voler bene agli altri. Fidiamoci e
non resistiamo, siamo grati di quanto ricevuto e non rifiutiamolo, ci
scopriremo così suoi figli, capaci di un amore paziente, tenace e forte come il
suo, capace di cambiare le situazioni, di guarire le ferite e di sfamare il bisogno
di essere voluti bene di tanti accanto a noi.
Preghiere
O Signore Gesù ti ringraziamo per il dono della tua
Parola che è un cibo buono e che sazia. Fa’ che ce ne nutriamo sempre con disponibilità
e gratitudine,
Noi ti preghiamo
O Dio che hai mandato tuo Figlio nel mondo perché
restasse sempre con noi, aiutaci ad accogliere con gioia ogni domenica il dono
del suo Corpo e Sangue, nutrimento di salvezza e di vita eterna,
Noi ti preghiamo
O Dio, ti preghiamo per tutti quelli che si accontentano
di cibi che non valgono e restano deboli, fragili ed impotenti davanti alla
forza del male. Fa’ che tutti presto gustino il cibo buono che tu doni e se ne
nutrano,
Noi ti preghiamo
Consola o Signore Gesù tutti coloro che sono nel
bisogno e soffrono in questo tempo di caldo e solitudine: Per gli anziani e i
malati, i prigionieri, per chi è senza casa; aiutali e sostienili con la forza
del tuo amore,
Noi ti preghiamo
Sostieni o Dio il nostro papa Francesco e tutti quelli
che annunciano e testimoniano il Vangelo in ogni parte del mondo. Dona loro di
gustare il frutto del tuo amore per chi ancora non ti conosce,
Noi ti preghiamo.
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