venerdì 17 novembre 2023

XXXIII domenica del tempo ordinario - Anno A - 19 novembre 2024 - Giornata mondiale dei poveri

 


 Dal libro dei Proverbi 31,10-13.19-20.30-31

Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso. Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero. Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città.

 

Salmo 127 - Beato chi teme il Signore.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto +
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 5,1-6

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 25,14-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, Nel giugno 2017 papa Francesco ha scritto: “Al termine del Giubileo della Misericordia ho voluto offrire alla Chiesa la Giornata Mondiale dei Poveri, perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi.”

Oggi celebriamo questa giornata come un’occasione particolarmente dedicata ai poveri, il che non significa, ovviamente, che ce ne ricordiamo solo una volta l’anno.

Paradossalmente nella giornata dedicata ai poveri la liturgia ci fa leggere un brano evangelico nel quale si parla di ricchi: Ricco è quel padrone che partendo per un viaggio affida i suoi numerosi averi a tre servi. Ricchi diventano anche i servi, poiché la somma affidata a ciascuno è veramente esorbitante. Questo vuole significare che a ciascuno è dato molto, più di quanto immagini. Specialmente in questa parte del mondo riceviamo fin dalla nascita una condizione privilegiata di benessere, che non è solo quello economico, ma anche la pace, la sicurezza, la possibilità per tutti di studiare e curarsi, solo per citare alcuni elementi.

Seguendo il racconto della parabola dobbiamo allora oggi chiederci: cosa ne abbiamo fatto di questo tesoro?

Nel Vangelo si evidenziano due possibili atteggiamenti diversi. I primi due servi prendono quei soldi e li mettono in circolazione. Il Vangelo non dice cosa ne hanno fatto, di certo non li hanno tenuti per sé né li hanno consumati in cose vane. Il Vangelo ci dice che una volta messo in circolazione, il tesoro portò frutto e si moltiplicò.

Un altro servo invece nasconde il tesoro per paura: è come paralizzato e sotterra il talento avuto vivendo come se non avesse ricevuto nulla. Quei beni, che ripeto non sono solo le ricchezze economiche, sono così resi inutili, quasi fossero una possibile fonte di pericolo e angoscia, tanto che preferisce renderli inutilizzabili, seppellendoli come una cosa morta.

Le nostre società occidentali e benestanti assomigliano molto a quest’ultimo servo del ricco padrone. I privilegi che ci sono stati elargiti, e l’elenco come già detto è lungo, nella coscienza dei più è come se non esistessero. Anzi, ci si lamenta e si è insoddisfatti perché quello che si ha non basta mai. La pace di cui godiamo da lunghi anni è messa in rischio da spinte bellicose e un irresponsabile fascino delle armi e della guerra. La salute, la cultura viene disprezzata e messa a repentaglio da stili di vita che esaltano gli eccessi pericolosi e la rozzezza semplicistica. In questo modo i talenti ricevuti diventano inutili e anzi, deperiscono. Per fare un esempio fra molti pensiamo alla bassissima natalità che caratterizza i nostri Paesi occidentali. Sembra che non ci sia interesse nemmeno a lasciare il nostro mondo ricco a qualcuno che ne possa godere dopo di noi. La paura infatti genera egoismo e questo non fa guardare al di là del proprio agiato e comodo presente, negando così la possibilità che ci possa essere un futuro.

Ma se ci guardiamo attorno con uno sguardo meno spaventato e superficiale scopriamo attorno a noi un mondo vasto di persone che ambirebbero a godere anche solo di una piccola parte del tesoro che abbiamo a disposizione. Se pensiamo alla parabola di Lazzaro che abbiamo letto domenica scorsa, egli giacendo alla porta del ricco ambiva non a sede a mensa con lui, ma almeno a riceve gli avanzi che cadevano dalla sua tavola. Sì, i poveri, la cui miseria non è solo economica, ma anche di risorse e possibilità, quelle di cui noi abbondiamo e che nemmeno apprezziamo troppo, sono affamati di vita buona, hanno un bisogno disperato per sopravvivere di poter godere di almeno un po’ delle nostre risorse e privilegi: pace, salute, cultura, opportunità, ecc…

I poveri ci parlano di futuro, non si accontentano del presente, perché per loro questo è troppo triste e duro, e non smettono di chiederci aiuto, a volte in modo silenzioso e poco evidente, ma basta guardarsi attorno e sentirne l’invocazione salire da tanti luoghi di sofferenza.

Anche a noi si pone dunque in questo tempo la scelta che si trovarono davanti i servi di quel ricco proprietario: che fare del tesoro ricevuto in custodia? Anche noi possiamo assumere l’atteggiamento spaventato e avaro di quello che pur di non rischiare nulla viveva come se quelle ricchezze nemmeno esistessero. Oppure possiamo assumerle a piene mani e sperimentare come mettendole in comune si moltiplicano. La pace se vissuta pienamente genera altra pace, la cultura e la salute se utilizzate e offerte per il bene comune aumentano la bellezza del vita di tutti: I talenti si moltiplicano se lasciati circolare, se spesi e fatti fruttare rendono possibile un futuro migliore per sé e per tutti gli altri, a partire proprio da quelli che hanno più fame di futuro, i poveri.

Cari fratelli e care sorelle, non lasciamo morire l’entusiasmo e la gioia del donare, riceveremo un contraccambio ancora più grande. A Pietro che si lasciava vincere dalla paura di perdere la propria vita nello spenderla per gli altri Gesù rispose: “non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto …, e la vita eterna nel tempo che verrà.”

Ecco allora cari fratelli e sorelle, il senso di questa giornata dedicata ai poveri: ricordarci che nulla di ciò che è messo in comune e usato per il bene dei più deboli va perduto, anzi si moltiplica, mentre ciò che è  egoisticamente e paurosamente trattenuto e nascosto deperisce e muore nella tristezza.

 

 

Preghiere 

 

O Dio ti ringraziamo per il dono prezioso del tuo amore. Fa’ che l’accogliamo con gioia come un tesoro dal valore inestimabile,

Noi ti preghiamo

  

Aiutaci o Padre ad apprendere la vera sapienza contenuta nel Vangelo, affinché come tuoi discepoli diveniamo ricchi di umanità e liberi di amare tutti, e in modo particolare i più poveri

Noi ti preghiamo

 

Rendici, o Dio onnipotente, forti della gioia del Vangelo, perché non restiamo schiavi dell’impotenza e sottomessi al male, ma come uomini e donne sapienti trasformiamo il mondo e il suo modo di vivere,

Noi ti preghiamo

  

Ti chiediamo perdono o Dio per quando rifiutiamo il talento del tuo amore, accontentandoci del poco che sappiamo darci da soli. Apri il nostro cuore al Vangelo perché diveniamo sapienti e forti,

Noi ti preghiamo

 

Guida o Padre misericordioso i passi di coloro che cercano il bene e operano per la pace. Fa’ che presto nel mondo intero cessino le guerre e ogni forma di violenza,

Noi ti preghiamo

  

Suscita in ogni luogo o Padre misericordioso amici dei poveri e soccorritori di chi è in difficoltà. Guarda con amore chi è nel bisogno e ti invoca ed esaudisci la preghiera del misero,

Noi ti preghiamo.

 

O Signore Gesù che hai donato tutto te stesso per la nostra salvezza, perdona la nostra avarizia nel voler bene ai fratelli e alle sorelle che sono nel bisogno.

Noi ti preghiamo

  

Guida e proteggi o Dio tutti quelli che camminano sulla via del Vangelo: i testimoni dell’amore, i costruttori di pace, coloro che perdonano, i miti di cuore. Fa’ che la loro forza d’amore trasformi il mondo intero,

Noi ti preghiamo

Nessun commento:

Posta un commento