Una donna forte chi potrà trovarla? Ben
superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non
verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i
giorni della sua vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le
mani. Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso. Apre le
sue palme al misero, stende la mano al povero. Illusorio è il fascino e fugace
la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Siatele riconoscenti per il
frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città.
Salmo
127 - Beato chi teme il Signore.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto +
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 5,1-6
Riguardo ai
tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti
sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la
gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà,
come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire. Ma voi, fratelli,
non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.
Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo
alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e
siamo sobri.
Alleluia, alleluia alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice
il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia,
alleluia alleluia.
Dal vangelo secondo Matteo 25,14-30
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un
uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi
beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le
capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque
talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne
aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un
solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo
padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i
conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò
altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho
guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo
padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte
alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due
talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho
guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone
–, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo
talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai
seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a
nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli
rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e
raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri
e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque
il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato
e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il
servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di
denti”».
Commento
Cari fratelli e
care sorelle, Nel giugno 2017 papa Francesco ha scritto: “Al termine del Giubileo della Misericordia ho voluto offrire alla
Chiesa la Giornata Mondiale dei Poveri, perché in tutto il mondo le
comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di
Cristo per gli ultimi e i più bisognosi.”
Oggi celebriamo
questa giornata come un’occasione particolarmente dedicata ai poveri, il che
non significa, ovviamente, che ce ne ricordiamo solo una volta l’anno.
Paradossalmente
nella giornata dedicata ai poveri la liturgia ci fa leggere un brano evangelico
nel quale si parla di ricchi: Ricco è quel padrone che partendo per un viaggio
affida i suoi numerosi averi a tre servi. Ricchi diventano anche i servi,
poiché la somma affidata a ciascuno è veramente esorbitante. Questo vuole
significare che a ciascuno è dato molto, più di quanto immagini. Specialmente
in questa parte del mondo riceviamo fin dalla nascita una condizione
privilegiata di benessere, che non è solo quello economico, ma anche la pace,
la sicurezza, la possibilità per tutti di studiare e curarsi, solo per citare
alcuni elementi.
Seguendo il
racconto della parabola dobbiamo allora oggi chiederci: cosa ne abbiamo fatto
di questo tesoro?
Nel Vangelo si
evidenziano due possibili atteggiamenti diversi. I primi due servi prendono
quei soldi e li mettono in circolazione. Il Vangelo non dice cosa ne hanno
fatto, di certo non li hanno tenuti per sé né li hanno consumati in cose vane.
Il Vangelo ci dice che una volta messo in circolazione, il tesoro portò frutto
e si moltiplicò.
Un altro servo invece
nasconde il tesoro per paura: è come paralizzato e sotterra il talento avuto
vivendo come se non avesse ricevuto nulla. Quei beni, che ripeto non sono solo
le ricchezze economiche, sono così resi inutili, quasi fossero una possibile
fonte di pericolo e angoscia, tanto che preferisce renderli inutilizzabili,
seppellendoli come una cosa morta.
Le nostre società
occidentali e benestanti assomigliano molto a quest’ultimo servo del ricco
padrone. I privilegi che ci sono stati elargiti, e l’elenco come già detto è
lungo, nella coscienza dei più è come se non esistessero. Anzi, ci si lamenta e
si è insoddisfatti perché quello che si ha non basta mai. La pace di cui
godiamo da lunghi anni è messa in rischio da spinte bellicose e un
irresponsabile fascino delle armi e della guerra. La salute, la cultura viene
disprezzata e messa a repentaglio da stili di vita che esaltano gli eccessi
pericolosi e la rozzezza semplicistica. In questo modo i talenti ricevuti diventano
inutili e anzi, deperiscono. Per fare un esempio fra molti pensiamo alla
bassissima natalità che caratterizza i nostri Paesi occidentali. Sembra che non
ci sia interesse nemmeno a lasciare il nostro mondo ricco a qualcuno che ne
possa godere dopo di noi. La paura infatti genera egoismo e questo non fa
guardare al di là del proprio agiato e comodo presente, negando così la
possibilità che ci possa essere un futuro.
Ma se ci
guardiamo attorno con uno sguardo meno spaventato e superficiale scopriamo
attorno a noi un mondo vasto di persone che ambirebbero a godere anche solo di
una piccola parte del tesoro che abbiamo a disposizione. Se pensiamo alla
parabola di Lazzaro che abbiamo letto domenica scorsa, egli giacendo alla porta
del ricco ambiva non a sede a mensa con lui, ma almeno a riceve gli avanzi che
cadevano dalla sua tavola. Sì, i poveri, la cui miseria non è solo economica,
ma anche di risorse e possibilità, quelle di cui noi abbondiamo e che nemmeno
apprezziamo troppo, sono affamati di vita buona, hanno un bisogno disperato per
sopravvivere di poter godere di almeno un po’ delle nostre risorse e privilegi:
pace, salute, cultura, opportunità, ecc…
I poveri ci
parlano di futuro, non si accontentano del presente, perché per loro questo è
troppo triste e duro, e non smettono di chiederci aiuto, a volte in modo
silenzioso e poco evidente, ma basta guardarsi attorno e sentirne l’invocazione
salire da tanti luoghi di sofferenza.
Anche a noi si
pone dunque in questo tempo la scelta che si trovarono davanti i servi di quel
ricco proprietario: che fare del tesoro ricevuto in custodia? Anche noi
possiamo assumere l’atteggiamento spaventato e avaro di quello che pur di non
rischiare nulla viveva come se quelle ricchezze nemmeno esistessero. Oppure
possiamo assumerle a piene mani e sperimentare come mettendole in comune si
moltiplicano. La pace se vissuta pienamente genera altra pace, la cultura e la
salute se utilizzate e offerte per il bene comune aumentano la bellezza del vita
di tutti: I talenti si moltiplicano se lasciati circolare, se spesi e fatti
fruttare rendono possibile un futuro migliore per sé e per tutti gli altri, a
partire proprio da quelli che hanno più fame di futuro, i poveri.
Cari fratelli e
care sorelle, non lasciamo morire l’entusiasmo e la gioia del donare,
riceveremo un contraccambio ancora più grande. A Pietro che si lasciava vincere
dalla paura di perdere la propria vita nello spenderla per gli altri Gesù
rispose: “non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o
madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non
riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto …, e la vita eterna nel
tempo che verrà.”
Ecco allora cari
fratelli e sorelle, il senso di questa giornata dedicata ai poveri: ricordarci
che nulla di ciò che è messo in comune e usato per il bene dei più deboli va
perduto, anzi si moltiplica, mentre ciò che è
egoisticamente e paurosamente trattenuto e nascosto deperisce e muore
nella tristezza.
Preghiere
O Dio ti ringraziamo per il dono prezioso del tuo
amore. Fa’ che l’accogliamo con gioia come un tesoro dal valore inestimabile,
Noi ti preghiamo
Aiutaci o Padre ad apprendere la vera sapienza
contenuta nel Vangelo, affinché come tuoi discepoli diveniamo ricchi di umanità
e liberi di amare tutti, e in modo particolare i più poveri
Noi ti preghiamo
Rendici, o Dio onnipotente, forti della gioia del
Vangelo, perché non restiamo schiavi dell’impotenza e sottomessi al male, ma
come uomini e donne sapienti trasformiamo il mondo e il suo modo di vivere,
Noi ti preghiamo
Ti chiediamo perdono o Dio per quando rifiutiamo il
talento del tuo amore, accontentandoci del poco che sappiamo darci da soli.
Apri il nostro cuore al Vangelo perché diveniamo sapienti e forti,
Noi ti preghiamo
Guida o Padre misericordioso i passi di coloro che
cercano il bene e operano per
Noi ti preghiamo
Suscita in ogni luogo o Padre misericordioso amici dei
poveri e soccorritori di chi è in difficoltà. Guarda con amore chi è nel
bisogno e ti invoca ed esaudisci la preghiera del misero,
Noi ti preghiamo.
O Signore Gesù che hai donato tutto te stesso per la
nostra salvezza, perdona la nostra avarizia nel voler bene ai fratelli e alle
sorelle che sono nel bisogno.
Noi ti preghiamo
Guida e proteggi o Dio tutti quelli che camminano
sulla via del Vangelo: i testimoni dell’amore, i costruttori di pace, coloro
che perdonano, i miti di cuore. Fa’ che la loro forza d’amore trasformi il
mondo intero,
Noi ti preghiamo
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