domenica 26 maggio 2024

Festa della Pentecoste - Anno B - 19 maggio 2024

 


Dagli atti degli apostoli 2, 1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

 

Salmo 103 - Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici
il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. 

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati 5, 16-25

Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la car­ne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Vieni, Santo Spirito, riempi i nostri cuori
accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 15, 26-27; 16, 12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, la festa di oggi, Pentecoste, ricorda un evento che segnò una svolta decisiva nella storia degli apostoli e, attraverso di loro, di tutta l’umanità.

Infatti abbiamo più volte sottolineato nelle settimane scorse, a partire da Pasqua, come i discepoli di Gesù vivessero, dopo la sua resurrezione, senza credervi, come se lui fosse ancora morto e sepolto. Per loro era tutto finito e tornare alla vita di prima sembrava per essi l’unico destino possibile: ricominciare a fare il mestiere di pescatori, ritornarsene al paese natìo Emmaus, riprendere i ritmi della vita normale che avevano sempre fatto. Buon senso e realismo li spingevano verso questa direzione.

Come dargli torto, cosa avrebbero potuto fare? Senza Gesù, adesso, tutto sembrava impossibile, ogni ostacolo insormontabile, il modo di vivere di prima era divenuto all’improvviso, nel giro di poche ore, irrealizzabile.

È lo stesso buon senso e realismo che tutti noi oggi viviamo davanti alla realtà. Davanti al grande scenario del mondo, come le guerre, le grandi ingiustizie, i drammi, cosa possiamo fare? Ma anche a volte davanti al più limitato scenario della nostra vita quotidiana, come le situazioni bloccate, le piccole ingiustizie, l’ostinazione di certe persone a vivere male, o il nostro stesso peccato che si ripete sempre uguale e al quale non riusciamo a porre un argine. Cambiare tutto ciò appare impossibile, ogni alternativa impraticabile, meglio adattarsi e accettare le cose così come stanno. L’alternativa d’altronde quale sarebbe? Vivere nella frustrazione, nel senso di impotenza, sperimentare fallimenti, se non, addirittura, finire male. Meglio lasciare perdere prima di sbattere la testa e farsi male.

Possiamo ben dire che gli apostoli hanno imparato ben presto a parlare la lingua del “no!”: non è possibile, non sono capace, non basta quel che ho e che so, non si arriva a tutto, non si può rispondere a ogni domanda, non si può superare il limite, il confine, non è più come un tempo, ecc...

Abbiamo ascoltato nel brano del libro degli Atti che essi si trovavano tutti assieme in un luogo chiuso. Probabilmente questo essere insieme gli dava l’idea che ancora non avevano del tutto abbandonato la chiamata di Gesù ricevuta tempo addietro. Poi erano rimasti nel cenacolo, un luogo pieno di ricordi importanti di Gesù, potremmo dire come per noi oggi sono le chiese. Cosa potevano fare di più?

A volte anche noi pensiamo, come loro, che già facciamo quello che è possibile: resistiamo alla dispersione, restiamo qui fra di noi in chiesa, e questo in fondo è già molto rispetto all’indifferenza e la distanza di molti dalla fede.

I dodici però, e noi con loro, non si rendono conto che vivere così vuol dire accettare di vivere senza Gesù. Sotto una patina di normalità, di buon senso e di realismo si nasconde in realtà il grande vuoto di Gesù. Non c’è la sua vita, mai appagata e sempre desiderosa di un di più di amore, di libertà, di salvezza per tutti; non c’è la sua generosità, nello spendersi non con la misura piccola del possibile e del realismo, ma con l’ambizione larga del bisogno, a volte troppo grande, di chi si incontra; non c’è la sua misericordia che si sente attratta proprio lì dove il male è più forte e agisce con incredibile cattiveria, senza sfuggirlo spaventato.

Manca la vita di Gesù!  

Ma ecco che, a Pentecoste, quella vita di Gesù irrompe. Le porte del luogo dove si trovano sono chiuse, e allora scardina le finestre, soffia forte come un vento che scompiglia vite ben ordinate e composte, brucia come un fuoco che scioglie freddezze di anni, di generazioni, romba come il grido di tutti i disperati del mondo che chiedono amore, conforto, compagnia, aiuto, salvezza.

Lo Spirito Santo è la vita di Gesù che vuole trascinarci a vivere con lui e mai più senza di lui, con il grande vuoto della sua assenza. Gli effetti si vedono, li abbiamo ascoltati nella descrizione del libro degli Atti. Gli apostoli escono dal chiuso, vanno in mezzo alla gente, parlano a tutti e si fanno capire perché quello che dicono è quello che vivono, cioè la compagnia di Gesù, capiscono quello che le persone vivono, se ne lasciano coinvolgere e cercano risposte, propongono a tutti non se stessi, le proprie conoscenze limitate e soluzioni inefficaci, ma la vita con Gesù che allarga gli orizzonti, apre i cuori, spalanca gli occhi su mondi sconosciuti, rende intelligenti nel trovare soluzioni, insomma, in una parola, imparano a parlare la lingua del “sì!”

Lo Spirito santo ci insegna che la parola “no” ha un senso solo se rivolta al maligno che ci suggerisce di smettere di sognare e di pensare di più a noi stessi, mentre alle domande che pongono le persone possiamo sempre rispondere “sì!”, che non vuol dire avere le soluzioni a tutti i problemi, ma essere sempre disponibili a cercarle insieme, perché sì, io ti voglio bene e la tua vita mi sta a cuore.

Cari fratelli e care sorelle, lo Spirito irrompe oggi qui e in tutto il mondo, ma quante porte restano sbarrate! Quante finestre hanno vetri blindati e serrature anti scasso! Lo Spirito è forte e tenace, ma non può irrompere se non lasciamo almeno uno spiraglio aperto, la serratura senza doppia mandata.

Oggi solennemente Gesù ci chiede di lasciare entrare la sua vita in noi, con la forza dello Spirito che illumina, scalda e spinge in avanti, ci chiede di parlare la lingua del “sì!” e di colmare quel vuoto di amore, di misericordia, di speranza e di sogno che la sua assenza ha scavato nei nostri cuori.

 

Preghiere 

  

O Signore manda il tuo Spirito a scaldare i cuori e ad illuminare le menti, perché ci renda capaci di riempire il mondo del tuo amore,

Noi ti preghiamo

  

O Dio dona a tutti di lasciarsi ispirare da uno Spirito diverso da quello del mondo: spirito di amore e di pace, di perdono e di generosità, di condivisione e solidarietà,

Noi ti preghiamo

 

O Spirito di Dio riempi ogni luogo, anche quelli dimenticati da tutti, dove oggi c’è guerra, sofferenza, violenza e ingiustizia, perché ovunque regni il bene,

Noi ti preghiamo

  

Dona il tuo Spirito o Padre a tutti i tuoi discepoli, perché ovunque sono riuniti nel tuo nome siano testimoni della gioia del Vangelo di salvezza,

Noi ti preghiamo

 

Sostieni o Dio quanti sono colpiti dalla forza del male, proteggili e salvali dalla morte. Fa che l’odio sia vinto dalla forza del perdono e della riconciliazione,

Noi ti preghiamo

  

o Signore tocca il cuore di coloro che sono indifferenti al bisogno dei fratelli. Fa’ che sperimentino la gioia di avere un cuore scaldato dallo Spirito e guidato dal tuo amore,  

Noi ti preghiamo.

 

Ti preghiamo o Dio per tutti quelli che nel mondo sopportano le conseguenze dalla crisi climatica e delle catastrofi naturali, come le alluvioni in Afganistan e Indonesia, la siccità nel Sahel e la carestia. Fa’ che trovino presto consolazione e una prospettiva di serenità,

Noi ti preghiamo

  

Sostieni o Padre del cielo il nostro papa Francesco e quanti con lui annunciano il Vangelo nel mondo, specialmente coloro che sono perseguitati e ostacolati. Dai loro il coraggio e la forza dello Spirito santo,

Noi ti preghiamo

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