sabato 28 dicembre 2024

Festa della Santa Famiglia - Anno C - 29 dicembre 2024


 

Dal primo libro di Samuele 1,20-22.24-28

Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele, «perché - diceva - al Signore l’ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre». Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.

 

Salmo 83 - Beato chi abita nella tua casa, Signore.

Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.

 

Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

Beato chi abita nella tua casa:

senza fine canta le tue lodi.

 

Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio

e ha le tue vie nel suo cuore.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,

porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.

 

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 3,1-2.21-24

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
perché accogliamo le tue parole
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 2,41-52

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

Commento

 

Care sorelle e cari fratelli, la festa del Natale ci ha portato la notizia straordinaria della nascita del Signore Gesù, Figlio di Dio fattosi uomo per annunciare la buona notizia di un Regno nuovo che è venuto ad inaugurare.

È un Regno diverso da quelli di questo mondo, fondati sul potere economico, politico, militare, perché fin dal suo inizio ha i tratti della mitezza, della semplicità e della povertà che si riconoscono in quel bambino indifeso appena nato a Betlemme.

La festa di oggi, che si celebra la prima domenica dopo il Natale, ci viene invece ad indicare la prima grande novità che quella nascita è venuta a portare, e cioè il fatto che la presenza del Signore Gesù crea la famiglia. Certo, la famiglia esisteva già prima di Gesù, come istituzione naturale che raccoglie in un nucleo i genitori e i figli in una comunità di vita desiderata e voluta da una scelta di amore. Ma quella nella quale Gesù nasce non è una famiglia così intesa.

Già parlavamo a Natale della persona di Giuseppe che non era il padre naturale di Gesù, eppure ne ha svolto le funzioni, assumendosi la responsabilità di proteggere il bambino e di garantirgli il necessario per crescere. Nemmeno Maria aveva scelto di avere quel figlio, e lo riceve come un dono di Dio inaspettato accogliendolo con gioia e disponibilità. Ciò sta a dire che la famiglia nella quale vede la luce Gesù non nasce tanto dalla scelta degli uomini, cioè dei genitori, ma dalla loro accettazione di un disegno di amore più grande di loro stessi e delle loro limitate, normali aspettative. Per questo la Chiesa la chiama “la Santa Famiglia”, proprio per distinguerla dalla famiglia naturale.

Ma proprio per questo la Santa Famiglia si realizza nella vita di ogni uomo quando questi fa suo e accoglie con felice disponibilità il disegno di Dio per sé e per il mondo, facendosene figlio. Proprio come vediamo nel brano di oggi: Maria e Giuseppe sono trattati da Gesù come dei suoi figli che non hanno ancora capito bene. Li rimprovera addirittura perché non assecondano un piano nel quale è lui, anche se ancora in tenera età, a tracciare la strada nel fare la volontà del Padre.

Ecco allora che la festa di oggi viene a dirci che Dio è venuto a portare la buona notizia di un Regno che ha innanzitutto i tratti della famiglia. Nel suo ordinamento infatti i rapporti fra le persone non sono gerarchici e autoritari, come in un esercito o in una monarchia, ma improntati ad un reciproco senso di responsabilità. I suoi membri sentono prioritario cercare e realizzare il bene comune, sentono giusto non lasciare indietro nessuno, non pensano che ognuno debba pensare a sé stesso perseguendo le proprie convenienze e vantaggi. Per dirla in una parola, quel Regno è una famiglia, cioè quell’ambito nel quale appunto i rapporti sono intessuti dal reciproco amore.

Se vogliamo il modello che Gesù ci propone è rovesciato rispetto a quello di questo mondo, cioè quello della famiglia naturale. Cioè non è la scelta dei genitori a far nascere una nuova famiglia, ma è la scelta di quel bambino, cioè di una speranza ingenua, di un amore gratuito, di una dipendenza e necessità dell’altro, di nascere dentro la vita di ciascuno di noi a farci diventare Famiglia, Santa perché la sua presenza è fondante.

Ed ecco allora che potremmo dire che quella Famiglia Santa, specialissima e unica, nasce ogni volta che lasciamo che Gesù nasca, trovi casa e cresca in noi, accettando che susciti in noi desideri nuovi, scelte diverse dalle solite, in una logica in cui ogni uomo e ogni donna, per quanto diversi da me, o estranei e lontani, persino naturalmente “nemici”, sono un mio fratello e una mia sorella, e come tali chiedono di essere voluti bene.

È quello che afferma l’Apostolo Giovanni nel brano della seconda lettura di oggi: “vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!” Ribadisce Giovanni che è la scelta di Dio, il dono del suo amore per ciascuno di noi a renderci figli di una nuova famiglia che riunisce l’umanità intera. E questo non in un senso simbolico o metaforico, ma realmente, ovvero se crediamo e accettiamo che lui è il nostro Padre buono non potremo fare a meno di trattare ogni persona, sentendo la responsabilità di volere e cercare il suo bene come nostro.

Questo fa sì, fratelli e sorelle, che la vera Famiglia, Santa per la presenza del Signore Gesù che vi trova spazio per nascere, si manifesta ogni volta che io incontro un altro, gli voglio bene e lo accolgo come un fratello e una sorella.

Certo, anche la famiglia naturale può assumere i tratti della Famiglia Santa, se non si rinchiude al suo interno come una piccola isola felice che trova la propria gioia nell’escludere chi non ne fa parte. Tante volte si pensa che solo i propri familiari sono coloro dei quali devo avere cura e responsabilità e che tutto il resto viene dopo. È il contrario di quello che l’angelo propose a Maria, cioè di non considerare prioritario il proprio progetto familiare di sposare Giuseppe e di mettere su famiglia con lui nel modo che loro si immaginavano, e lo stesso a Giuseppe. Questo non fu facile da accettare per quei due giovani, e il Vangelo di oggi ce lo fa vedere bene. Devono imparare cosa vuol dire essere Famiglia Santa con Gesù: cioè mettere sempre al primo posto il progetto di Dio che è voler bene innanzitutto agli altri, nessuno escluso, e rispondere al loro bisogno di essere voluti bene e sostenuti. Infatti ai due genitori che rivendicano il loro volergli bene dimostrato nell’affanno e preoccupazione nel cercarlo, Gesù contrappone la sua risposta che manifesta un amore diverso: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?»

 

Preghiere 

 

Ti preghiamo o Signore Gesù, renderci capaci di conservare in noi l’annuncio della tua nascita che abbiamo ricevuto a Natale. Fa’ che uscendo dal chiuso delle nostre abitudini ti troviamo per le vie del mondo,

Noi ti preghiamo

 

Accordaci o Signore di riconoscerti bambino nei volti dei fratelli e delle sorelle che sono nel bisogno e ci chiedono protezione, aiuto e sostegno. Aiutaci a fermarci davanti a loro come fratelli e sorelle premurosi,

Noi ti preghiamo

 

Sostieni o Dio ogni uomo e ogni donna che ti cerca. Aiutali a trovarti nella debolezza di un amore vulnerabile e generoso, tenero e fragile come un bambino,

Noi ti preghiamo

 

Accoglici o Signore Gesù nella famiglia dei tuoi discepoli, rendici figli e fratelli tuoi, attenti al tuo insegnamento e desiderosi di metterlo in pratica, per scoprire la bellezza di far parte della famiglia dei figli di Dio.

Noi ti preghiamo

 

Proteggi o Padre misericordioso tutti i tuoi figli, in modo particolare coloro che sono vittime della guerra e della violenza in tante parti del mondo. Sostienili nelle difficoltà e proteggili da ogni pericolo,

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Dio per tutti coloro che hanno dimenticato di essere tuoi figli e per questo non sanno più voler bene. Manda il tuo Spirito che ci riunisce in una vera Famiglia, resa Santa dalla tua presenza,

Noi ti preghiamo.

 

Guida e proteggi o Padre misericordioso i tuoi figli, specialmente quelli che sono minacciati dalla violenza e dalla persecuzione. Sostienili in ogni parte del mondo e fa’ sentire loro l’affetto della grande famiglia dei discepoli di Cristo,

Noi ti preghiamo

  

Da’ forza e coraggio o Dio a papa Francesco e a quanti annunciano la tua Parola, perché la vita di ciascuno sia un annuncio di pace e di amore e susciti nel cuore di chi incontrano il desiderio di seguirti,

Noi ti preghiamo

sabato 21 dicembre 2024

IV domenica del tempo di Avvento - Anno C - 22 dicembre 2024

 


 

Dal libro del profeta Michea 5,1-4a

Così dice il Signore: «E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui, fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!».

 

Salmo 79 - Fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

 

Dio degli eserciti, ritorna!

Guarda dal cielo, vedi e visita questa vigna,

proteggi quello che la tua destra ha piantato,

il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

 

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,

sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Da te mai più ci allontaneremo,

facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

 

Dalla lettera agli Ebrei 10,5-10

Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: "Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà"». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Ap­pena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bam­bino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orec­chi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, il vangelo di Luca subito dopo la narrazione dell’annuncio dell’angelo a Maria dell’imminente nascita del Signore ci presenta Maria che in fretta esce e va da una sua anziana parente, Elisabetta: “si alzò e andò di fretta verso la regione montuosa.

Anche oggi per tanti è un tempo in cui si va di fretta. Anzi questi sono giorni segnati dalla frenesia: per gli acquisti, per la preparazione delle feste, per scambiarsi gli auguri. Ma c’è una differenza fra la fretta di Maria, e quella degli uomini. Per noi infatti essere di fretta vuol dire essere assorbiti da noi stessi, dal proprio darsi da fare e dagli impegni, e questo fa scomparire gli altri dal nostro orizzonte.

La fretta di Maria invece è l’impazienza di incontrare un’altra persona, di raccontarle cosa era successo e di ascoltare come lei sta vivendo il fatto eccezionale che si realizza in lei. Anche noi allora oggi in questa ultima domenica di avvento, in prossimità della nascita del Signore, siamo invitati a lasciar cadere la fretta egocentrica e affannata su di sé e ad assumere invece la fretta di vedere Gesù nascere e di farlo conoscere a molti.

Maria va incontro ad Elisabetta, una donna anziana che, come lei, era incinta di un figlio inaspettato. Entrambe sono accomunate da una gravidanza imprevedibile, anzi impossibile. Maria all’inizio della sua vita, ancora inesperta giovinetta, neanche sposata, ed Elisabetta da vecchia, dopo una lunga vita di sterilità. Sì, il Signore suscita una vita nuova proprio dove non ce lo si aspetterebbe. In chi sembra troppo giovane per assumersi responsabilità così grandi, in un’età in cui si ritiene spesso si debba vivere spensierati e un po’ con la testa fra le nuvole, e in un’anziana, da cui la vita scivola via verso l’inutilità. Invece no, proprio Maria ed Elisabetta, diremmo le meno “adatte”, quelle dalle quali meno ce lo si aspetterebbe accolgono in sé una vita nuova che chiede di nascere.

È quello che questa ultima domenica di Avvento viene a dirci: il Natale è la novità di Dio che viene e si affaccia alla nostra vita, anche se noi facciamo fatica a rendercene conto e a gioirne o siamo distratti. Non ci sentiamo pronti, o pensiamo che il momento non sia adatto, l’ora, il luogo, la situazione non siano opportuni.

Il Natale, fratelli e sorelle, ci coglie così come siamo, col nostro carico di peccato e di inadeguatezza, “inadatti”, come lo erano Maria ed Elisabetta, proprio per stupirci con la novità di una vita diversa che vuole nascere proprio da noi.

Ma in cosa consiste questa vita nuova che vuole nascere?

Il racconto evangelico ce lo fa vedere concretamente. Entrambe le donne, Maria ed Elisabetta sono messe inaspettatamente davanti alla notizia della nuova vita che viene in loro, ma non si ritraggono spaventate, anzi, gioiscono. L’incontro fra le due è descritto dall’evangelista come uno scoppio di gioia reciproca. Il bambino che Elisabetta attende ha un sussulto di gioia ed essa stessa è riempita da uno spirito di giovanile esultanza. Maria, il brano prosegue, innalza un in di gioioso ringraziamento a Dio e benedice il futuro nuovo che sta per aprirsi per l’umanità intera.

Cambia il modo di vedere delle due donne, che ora scorgono segni di speranza per se stesse e per il mondo intero, un futuro nuovo di prepara, il cielo si apre su di loro e Dio si fa straordinariamente vicino.

Ma come è possibile che tutto ciò si realizzi? A noi il futuro sembra chiuso da nubi pesanti, i motivi di speranza pochi e insicuri, le prospettive per noi stessi e l’umanità profondamente segnate dal pessimismo, come si può gioire e guardare al tempo che viene come Elisabetta e Maria, piene di gioia e di speranza?

Elisabetta svela il “segreto”: “beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto.”

Maria ha ricevuto un annuncio di speranza e ci ha creduto, si è affidata, Ecco cosa ha cambiato la sua prospettiva e l’aspettativa!

Care sorelle e cari fratelli, credere nella promessa che Dio fa all’umanità dell’inizio di un tempo di pace, di fraternità con tutti e di giustizia rende possibile la sua realizzazione, perché ci rende suoi costruttori. Chi crede nella possibilità della pace, costruisce la pace; chi crede nella giustizia, costruisce giustizia; chi crede nella fraternità con tutti, tesse legami di fraternità e allarga attorno a sé il tessuto della famiglia di Dio.

Troppo spesso noi a parole diciamo di sperare, ma poi nel profondo del cuore restiamo scettici e increduli. “Magari!” pensiamo “ma non sarà mai possibile.” Il nostro pensiero è come inquinato dal tarlo della sfiducia che ci rende refrattari. Maria appena ricevuto l’annuncio dell’angelo non resta ferma a soppesare i motivi di scontentezza e i pericoli e i rischi che corre. Non si rinchiude in un guscio di pessimismo e di realismo rassegnato. No, lei esce di corsa di casa, corre fino alla casa di Elisabetta, le porta la novità che le è stata annunciata e cerca nella sua parente la conferma che per Dio tutto è possibile, basta fidarsi di lui.

In prossimità della festa del Natale, cari fratelli e care sorelle, anche noi siamo invitati a credere con fiducia alla novità possibile del Natale, che un tempo nuovo si inauguri di pace e di fratellanza, di giustizia e di concordia, se ci fidiamo che questa è ciò che il Signore vuole si realizzi anche attraverso di noi.

 

 


 

 

Preghiere n. 1

 

 

O Signore vieni presto in mezzo a noi, con impazienza ti attendiamo perché la pace regni fra gli uomini,

Noi ti preghiamo

 

 

Fa’, o Signore Gesù, che, scrutando nel nostro cuore, sappiamo leggere il nostro bisogno che tu nasca presto e abiti insieme a noi. Aiutaci ad accoglierti e a proteggere la tua presenza nella nostra vita

Noi ti preghiamo

 


Preghiere n. 2

 

 

 

Aiutaci o Dio ad essere ascoltatori attenti della tua Parola, fiduciosi che essa compie cose straordinarie e fa nuove tutte le cose. Rendici capaci di incontrare il fratello e la sorella e di fare loro spazio dentro la nostra vita,

Noi ti preghiamo

 

 

Perdona, o Padre misericordioso, la durezza dei nostri cuori, sordi all’annuncio dell’angelo e distratti alla tua Parola. Fa’ che sappiamo vincere il timore, rinunciare alla ripetitività abitudinaria, scegliere per l’ascolto docile del Vangelo,

Noi ti preghiamo

 


 

Preghiere n. 3

 

Aiuta o Padre clementissimo tutti coloro che si trovano nel bisogno: i poveri, gli affamati, chi soffre per la violenza e l’ingiustizia, i malati, i prigionieri, chi è senza casa e protezione. La tua venuta porti consolazione e aiuto a chi ti invoca,

Noi ti preghiamo

 

 

 

Sostieni o Signore Gesù tutti quelli che ti cercano. Aiutali a trovare la via che porta a te e ad incontrare nei tuoi discepoli compagni di strada premurosi e attenti,

Noi ti preghiamo.

 

 


Preghiere n. 4

 

 

Proteggi o Dio il papa Francesco che annuncia il vangelo e lo testimonia con la sua vita. Fa’ che le sue parole trovino la via che giunge al cuore degli uomini, perché il tuo nome sia amato e invocato ovunque,

Noi ti preghiamo

 

 

Sostieni o Padre del cielo tutti coloro che sono nel pericolo e affrontano disagi e rischi nel tuo nome. Fa’ che chi oggi disprezza i tuoi figli e li ostacola possa scoprire la bellezza del Vangelo e l’umanità piena del tuo volto,

Noi ti preghiamo

sabato 14 dicembre 2024

III domenica del tempo di Avvento - Anno C - 15 dicembre 2024

 


 

Dal libro del profeta Sofonìa 3,14-18a

Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».

 

Is 12,2-6 - Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

 

Ecco, Dio è la mia salvezza;

io avrò fiducia, non avrò timore,

perché mia forza e mio canto è il Signore;

egli è stato la mia salvezza.

 

Attingerete acqua con gioia

alle sorgenti della salvezza.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, +

proclamate fra i popoli le sue opere,

fate ricordare che il suo nome è sublime.

 

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,

le conosca tutta la terra.

Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,

perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 4,4-7

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.

 

Alleluia, alleluia, alleluia.

Lo Spirito del Signore è su di me,

mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio.

Alleluia, alleluia, alleluia.

 

Dal vangelo secondo Luca 3,10-18

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, ci inoltriamo con questa terza domenica nel tempo di Avvento e già pregustiamo la bellezza della nascita del Signore, come ci esorta a fare la seconda lettura con il suo invito insistente: “siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti.” È veramente il caso di essere lieti, perché ci troviamo in un tempo benedetto nel quale un dono viene fatto a ciascuno, la nascita del Signore Gesù.

Il Vangelo ci propone di nuovo la persona di Giovanni, perché egli è l’uomo dell’Avvento. Per lui attendere, oggi lo vediamo bene, significa essenzialmente “preparare”. Questo ci fa comprendere bene come un atteggiamento passivo o fatalista, disinteressato o pessimista rivela che in realtà non attendiamo un tempo nuovo né ci interessa che le cose cambino. Così, per esempio, attendere e desiderare la pace significa innanzitutto preparare la pace, realizzarla dove noi siamo, a cominciare da sé, sviluppando un animo pacifico.

È quello che fa Giovanni: cosciente che il tempo è maturo perché si realizzi la manifestazione di Dio non resta con le mani in mano, al contrario agisce, parla, si dà da fare. Va nel deserto e comincia ad annunciare a tutti la profezia di un tempo nuovo che lui stesso ha cominciato a vivere, con uno stile di vita sobrio ed essenziale. Il solo fatto di vivere in modo diverso suscita in tanti una domanda su di sé, anch’essa concreta: «Che cosa dobbiamo fare?» chiedono, dimostrando di aspettare un tempo nuovo.

Le persone che interrogano Giovanni infatti sono spinte da un desiderio, dalla ricerca di risposte a domande profonde, dall’aspirazione ad un futuro diverso dall’oggi così come è. Per questo non hanno esitazione ad affrontare un viaggio non facile fin dentro il deserto.

Chiediamoci allora oggi, esortati dall’esempio di Giovanni e delle folle che cercano da lui risposte concrete, io desidero un tempo nuovo? Aspiro ad un futuro diverso dall’oggi che vivo? Sento il bisogno di un cambiamento radicale?

Sono domande impegnative per tutti. Per chi è un po’ avanti nell’età, perché ci siamo abituati ad un mondo fatto così, pieno di contraddizioni e ingiustizie, ma nel quale ormai ci sentiamo a nostro agio. Oppure, per chi è più giovane, la domanda è concentrata tutta sul futuro per me, le prospettive per il mio star bene, e il resto del mondo e le sue contraddizioni e necessità rimane sfocato, sullo sfondo, lontano.

A quella domanda il Battista risponde con proposte concrete. Non si tratta tanto di vivere emozioni o sentimenti nuovi, ma di modificare il proprio modo di agire nel mondo, con gli altri. Tre sono i punti salienti: la generosità (Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto), la giustizia (Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato), la mitezza pacifica (Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno). Sono tre indicazioni concrete che oggi Giovanni propone anche a noi per rispondere alla domanda dell’Avvento: “Che cosa dobbiamo fare?”, perché anche noi ci immergiamo in un battesimo di conversione e rinnovamento della nostra vita, e, attraverso di essa, del mondo intero.

La preparazione di cui ci parla Giovanni è il battesimo di acqua, cioè vivere con generosità, giustizia e mitezza, ed esso ci serve per incontrare finalmente Gesù che così trova il posto nel quale nascere. E questo incontro avviene nella sua Parola e nei fratelli e sorelle, specialmente i più poveri e deboli. Cioè Giovanni ci dice che la nostra fede non è solo uno sforzo personale di perfezionamento morale, certo, questo è ciò che permette il passo successivo che è fermarsi con lui, incontrare, parlare con Gesù. Cioè c’è bisogno che ci sia un Natale, la nascita di un incontro sempre nuovo, fatto di volti, parole. Cioè, in sintesi, c’è bisogno di imparare a voler bene a lui assieme ai fratelli e alle sorelle.

Questo è il “battesimo in Spirito Santo e fuoco” al quale Giovanni indirizza coloro che hanno ricevuto quello di acqua che lui gli propone sulle rive del Giordano. Il battesimo di farci riempire del suo voler bene, di far nascere in noi un amore che assomiglia al suo e giorno per giorno cresce con il nostro legarci a lui e ai fratelli e alle sorelle.

Fratelli e sorelle lasciamo allora che Gesù ci insegni a consumare col fuoco del voler bene tutti gli atteggiamenti, le paure, le abitudini che ingombrano la nostra vita togliendo lo spazio all’incontro salvifico con lui e con i fratelli e sorelle. Prepariamoci a questo incontro salvifico, perché il Natale ci trovi pronti a far spazio a lui nella nostra vita.  

 

Preghiere 


 O Signore che vieni e visiti la nostra vita, aiutaci a vivere l’attesa di un tempo nuovo che la tua nascita inaugura nel mondo. Fa’ che come le folle ci chiediamo cosa dobbiamo fare perché la novità del Natale nasca in noi,

Noi ti preghiamo

  

Dio Padre buono e misericordioso, manda il tuo Spirito perché inondi la nostra vita con la forza del tuo amore. Fa’ che purificati da ciò che è inutile raccogliamo abbondanti e duraturi frutti di amore e solidarietà,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio Padre nostro per i migranti che affrontano i pericolosi viaggi dai paesi della guerra e della miseria. Per quanti sono morti in questi mesi e per i tanti che soffrono lontano dalle loro case e famiglie,

Noi ti preghiamo

  

Aiuta o Signore tutti i tuoi figli ad entrare con gioia nel tempo del Natale per vivere con impegno e responsabilità la novità del Vangelo,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio del cielo per tutti coloro che sono nel dolore. Per i malati, per gli anziani, per chi è senza casa e famiglia, per le vittime della guerra e della violenza, per i prigionieri, per chi è solo e senza speranza. Aiuta tutti e nel loro dolore.

Noi ti preghiamo

  

Trasforma o Dio il cuore degli uomini di questa città, perché nessuno sia escluso e disprezzato, ma ognuno trovi fraterna accoglienza.

Noi ti preghiamo.

 

O Padre del cielo sostieni e proteggi il nostro papa Francesco nel suo ministero di guida e testimone del Vangelo. Fa’ che le sue parole e il suo esempio confermino tutti noi nella via della vocazione cristiana.

Noi ti preghiamo

  

O Dio ti preghiamo per quanti ancora non ti conoscono e non hanno udito la Parola evangelica. Fa’ che presto possano conoscerti e unirsi alla famiglia dei tuoi figli.

Noi ti preghiamo

sabato 7 dicembre 2024

Festa dell'Immacolata concezione di Maria - Anno A - 8 dicembre 2024

 


Dal libro della Genesi 3,9-15.20

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».  L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

 

Salmo 97 - Cantate al Signore un canto nuovo

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1,3-6.11-12

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

 

Alleluia, alleluia, alleluia.
Rallegrati, piena di grazia,
il Signore è con te.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».  Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, nel nostro cammino di Avvento ci viene incontro questa festa nella quale ricordiamo e gioiamo perché la madre di Gesù è stata preservata dal male del peccato fin dalla sua nascita per poter degnamente accogliere il Figlio di Dio nel suo grembo. È oggi dunque una festa nella quale celebriamo la volontà di Dio che il mondo, a partire da ogni uomo e ogni donna, sia libero dal potere del male che si esprime nelle azioni malvage, cioè il peccato.

Il brano della Genesi ascoltatoci racconta le vicende salienti della storia di Adamo ed Eva. Esso inizia con una domanda di Dio: «Dove sei?». Dio cerca l’uomo, dopo il peccato originale, perché esso si è allontanato da lui e si è reso irraggiungibile.

Dio è in ricerca dell’uomo, non accetta che ci sia distanza fra sé e l’uomo, non ammette che la separazione sia una condizione normale.

A volte si accusa Dio di essere distante e indifferente alle nostre vicende, sordo alle nostre richieste, come se una barriera invalicabile lo tenesse separato dalle nostre storie. Ma in realtà è l’uomo che si allontana da lui. Nel racconto della Genesi sappiamo come Adamo ed Eva vogliono fare a meno di Dio, facendosi loro come Dio, il Dio di se stessi, come il serpente aveva promesso loro sarebbe accaduto se avessero mangiato del frutto maledetto.

In cosa consiste questo rifiuto di Dio, nessuno di noi afferma che Dio non esiste. In realtà il rifiuto di Dio avviene ogni volta che rifiutiamo di riconoscere che chi ci è difronte è mio fratello e mia sorella, di comportarmi con essi come tale. Perché Dio è innanzitutto il Padre comune, colui che non solo ha creato attraverso Adamo ed Eva ogni persona, ma ha continuato da allora in poi a cercare ciascuno, per restargli vicino.

Rifiutare il fratello e la sorella è rifiutare il Padre, e questo rende l’uomo invisibile a lui, perché ogni atto di orgoglio e malvagità è fuga e nascondimento da lui. Sono gli uomini e le donne, come fecero Adamo ed Eva, ad averlo voluto cancellare dalla loro vita, come qualcosa di cui erano felici di fare a meno.

Ma Dio continua a cercarli. Evidentemente sa cosa è accaduto, ma non si rassegna alla situazione di fatto e vuole ritrovare i suoi due figli. Talmente grande è il rispetto di Dio per l’uomo e la donna che non si impone a loro, ma devono essi stessi accettare di incontrarlo. Quella domanda allora non manifesta l’ignoranza di Dio per la condizione di Adamo ed Eva, ma è frutto del suo desiderio che essi si facciano ritrovare, tornando indietro da lui, accettino di incontrarlo come un Padre.

Cari fratelli e care sorelle, questo è anche il senso dell’Avvento. Dio ci cerca e per questo manda il Figlio a vivere con noi. Sono le settimane nelle quali risuona il «Dove sei?»  che Dio rivolge a ciascuno.

A questa domanda siamo chiamati a rispondere, ciascuno secondo la propria coscienza, per poter tornare indietro da lui e accettare d’incontrarlo, finalmente, a Natale. Con le nostre azioni e i nostri giudizi abbiamo creduto di poter fare a meno di lui e ci siamo resi invisibili a lui perché con orgoglio pensiamo di essere autonomi e autosufficienti, pensandoci ciascuno come il Dio di se stesso.

Ma davanti a questa realtà così comune a tutta l’umanità, la festa di oggi vuole porci di fronte un esempio diverso.

Il racconto dell’annunciazione che l’evangelista Luca ci propone è l’esempio di Dio che cerca l’uomo e la donna. Il messaggero di Dio chiama Maria e le rivolge una richiesta semplice e impegnativa: “sei disposta a far entrare Dio nella tua vita e, attraverso di te, in quella di tutta l’umanità?” è qualcosa di talmente grande che Maria vacilla: “è mai possibile? Come mai proprio io? Non sono capace, non sono pronta, non fa per me.” La resistenza di Maria però è poca cosa, non regge all’insistenza di Dio.

Maria si fa subito trovare da Dio, è lì davanti a lui, non si nasconde e non fugge, parla con lui, dialoga, argomenta e alla fine cede volentieri alla sua insistenza di fare quello che lui vuole per il bene di tutti.

Per questo lei è il nostro esempio. Di lei sappiamo molto poco, tutto quello che il vangelo ci narra di lei è in relazione a Gesù. La sua vita si realizza nell’essere con lui, nel seguirlo, nell’imparare da lui. Questo la rende esemplare e ci indica una via. Nella tradizione orientale Maria non è mai raffigurata da sola, senza Gesù. Sia allora questo vero anche per noi, che nessun pensiero, parola e azione siano senza Gesù che viene a cercarci e a colmare quella distanza che il nostro orgoglio e autosufficienza cerca di imporci. E questo sarà vero solo che impariamo a riconoscere in ciascuna persona il fratello e la sorella che ci richiamano la paternità di Dio comune a tutti.

 

Preghiere  


Ti preghiamo o Dio, aiutaci in questo tempo di Avvento a vivere con disponibilità e fiducia l’attesa della tua venuta,

Noi ti preghiamo

  

Come Maria ha accolto l’invito dell’angelo a rallegrarsi, così fa’ o Signore che anche noi sappiamo gioire alla notizia della tua venuta,

Noi ti preghiamo

 

Dona o Signore Gesù la pace a quanti ora vivono in guerra. Per i paesi dove si combatte e si muore per la violenza e l’odio fratricida,

Noi ti preghiamo

  

O Signore Gesù, concedi a tutti noi di compiere con gioiosa sollecitudine il cammino verso di te dell’Avvento, perché fiduciosi nel tuo disegno di amore siamo sempre disponibili a farlo nostro e viverlo,

Noi ti preghiamo

 

Guida o Padre del cielo i passi di quanti ti cercano, aiuta quanti sono dispersi nella tristezza, sostieni chi è sfiduciato e senza speranza, perché tu nasca presto nella vita di ognuno di loro,

Noi ti preghiamo

  

Sostieni gli sforzi o Dio di quanti annunciano il Vangelo a chi non lo conosce ancora. Fa’ che con l’esempio e le parole siano testimoni credibili dell’amore vero,

Noi ti preghiamo.

 

Proteggi o Padre misericordioso il papa Francesco, perché raggiunga i cuori di tutti e diffonda la pace che viene dall’essere tuoi figli,  tutti fratelli e membri di un’unica famiglia

Noi ti preghiamo

  

Benedici e guida o Dio la tua Chiesa ovunque diffusa, illumina quanti ascoltano oggi il Vangelo, dona a ciascuno la grazia di un tempo di conversione e di gioia nell’attesa,

Noi ti preghiamo