sabato 12 aprile 2025

Domenica delle palme - Anno C - 13 aprile 2025

 





Processione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme:

dal vangelo secondo Luca 19,28-40

 

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Betfage e a Betania, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».

Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».

Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:

«Benedetto colui che viene,

il re, nel nome del Signore.

Pace in cielo

e gloria nel più alto dei cieli!».

Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

 

Dal libro del profeta Isaia 50,4-7

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

 

Salmo 21 - Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, +
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2,6-11

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

 

Lode a te o Signore, re di eterna gloria

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Lode a te o Signore, re di eterna gloria

 

 

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca

Lc 22,14-23,56

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, abbiamo aperto questa celebrazione con le parole del Vangelo di Luca che ci descrivono l’ingresso festoso di Gesù in Gerusalemme. Sembra una contraddizione: tanta festosa accoglienza, tante lodi e acclamazioni, tanta gioia da parte dei discepoli a cosa porteranno? Abbiamo ascoltato: tradimento, accuse faziose e infondate, un processo iniquo, tanta violenza, rinnegamento, morte.

I due estremi opposti si incontrano nel giro di poche ore. Come è possibile, ci chiediamo? Come possono convivere sentimenti così opposti e inconciliabili nelle stesse persone?

I capi dei Giudei, Erode e Pilato, la folla sono tutti esposti al vento delle emozioni e delle suggestioni del momento, perché tutti sono guidati dal proprio interesse personale.

Per i capi dei giudei si tratta di garantirsi l’egemonia sul popolo e il controllo sulla complessa macchina del culto istituzionale di Israele.

Erode ha un unico interesse, soddisfare la propria curiosità, vedere qualche cosa di straordinario, rompere la noia di una vita monotona con qualcosa di fuori del normale.

Pilato ha un solo interesse: evitare grane. Non è sciocco, intuisce che in quelle accuse si nascondono faide interne alla religione giudaica e giochi di potere, ma non vuole affrontare i problemi, preferisce la posizio9ne più comoda e senza rischi, assecondare chi è più forte.

Sì, care sorelle e cari fratelli, chi persegue come fine principale della vita il proprio interesse personale cambia facilmente idea, vive concentrato sull’immediato, sulle spinte delle passioni istintive, è interessato solo ad ottenere più possibile dalle situazioni in cui si trova. Non gli interessa di chi ha davanti, non giudica in base a giustizia e verità, non persegue un bene comune ma solo ed esclusivamente il proprio vantaggio.

Davanti a questo spettacolo meschino e intriso di violenza Gesù vuole prima di tutto preservare i suoi da questo istinto di perseguire il proprio vantaggio. Sa che non è facile, che questa è la postura naturale di ogni persona, ma proprio per questo non per4de occasione di manifestare un orientamento diametralmente opposto.

Le sue parole, all’inizio del Passio che abbiamo appena ascoltato, lo esprimono chiaramente “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.” Gesù propone ai suoi di vivere una diversa priorità: la ricerca del bene degli altri, del bene di tutti e non del proprio vantaggio. E non lo fa perché è spinto da un sentimento autodistruttivo ma perché sa che in questo sta la vera felicità, il senso di una vita non dominata dalle passioni passeggere che si contrappongono le une alle altre, non dalle fugaci esaltazioni di sé e dagli istinti aggressivi. Piuttosto quella che Gesù propone ai suoi è di vivere sempre con l’atteggiamento di chi si chiede come posso essere utile a chi ho dinanzi, a cosa posso servire.

Questa prospettiva fa paura. Pietro e gli altri vorrebbero invece affidarsi alla forza della violenza e tirano fuori le spade che tenevano nascoste e poi, come abbiamo ascoltato, ragionano fra di loro su chi è il più importante. Ma Gesù non accetta la logica dell’aggressività e del dominio come risposta alle paure. Ci viene spontaneo, ma così non facciamo che aumentare il clima di sopraffazione e violenza che già allaga il mondo.

Gesù invece propone ai suoi di seguire il suo esempio: mite e umile di cuore, servo di tutti e pronto a dare tutto se stesso per realizzare il bene di tutti.

Care sorelle e cari fratelli, i giorni che vengono sono come un affresco di come Gesù si fa servo fino in fondo. In mezzo a folla, Pilato, Erode e soldati che si lasciano andare alla logica della convenienza per sé Gesù è l’unico che sempre e comunque perdona, affida Maria a Giovanni e viceversa, accoglie il ladrone in paradiso e si sottomette alla forza del male senza reagire con violenza. Seguiamo in questi giorni i suoi passi fin sotto la croce, come oggi abbiamo iniziato a fare, e lasciamoci attrarre e condurre fino alla resurrezione dall’umanità di Gesù mite e umile, a servizio di tutti.

  

Preghiere 

 

O Signore Gesù che entri in Gerusalemme per portarvi la tua salvezza, entra anche nelle nostre vite, perché accogliamo con disponibilità e attenzione l’annuncio del tuo Vangelo,

Noi ti preghiamo

  

O Dio Padre onnipotente, i ramoscelli di ulivo che teniamo fra le mani siano un segno della nostra disponibilità ad essere testimoni del passaggio di Gesù nella nostra vita. Ti preghiamo, aiutaci a lasciarlo entrare vincendo distrazione e affanno per noi stessi,

Noi ti preghiamo

 

Signore che hai conosciuto la durezza del giudizio di quanti ti circondavano, l’arroganza dei potenti, la violenza della folla, crea in noi un cuore capace di voler bene, perché esso non batta solo per noi stessi e il nostro vantaggio personale,

Noi ti preghiamo

  

Accompagna con il tuo amore e la tua consolazione o Padre misericordioso quanti seguono il Signore Gesù portando la croce della propria sofferenza. In modo particolare ti preghiamo per chi è vittima della guerra, della violenza e del terrorismo. Dona la pace al mondo intero,

Noi ti preghiamo

 

Ti ricordiamo, o Padre buono, quanti fuggono dalla guerra e dalla miseria e trovano il loro cammino in Europa sbarrato dai muri e dal rifiuto. Fa’ che ogni persona possa trovare accoglienza e un futuro migliore,

Noi ti preghiamo.

  

O Signore, proteggi ovunque nel mondo i discepoli riuniti nel tuo nome. Fa’ che i giorni della passione accrescano la nostra fede e rafforzino la speranza per giungere con determinazione alla gioia della Resurrezione,

Noi ti preghiamo



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