sabato 11 ottobre 2025

XXVI domenica del tempo ordinario - Anno C - 28 settembre 2025

 


Dal libro del profeta Amos 6, 1.4-7

Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti. 

 

Salmo 145 - Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. 

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 6, 11-16

Diletto figlio Timoteo, uomo di Dio, tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen. 

 

Alleluia, alleluia, alleluia.
Gesù Cristo da ricco che era, 

si è fatto povero per noi
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 16, 19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». 

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, Gesù racconta a un gruppo di farisei la storia del ricco che banchetta e del povero Lazzaro. Dice Luca che questo racconto è rivolto a quelli che “erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui”.

Gesù si rivolge a loro perché non prendono sul serio il suo vangelo, cioè la buona notizia che manifesta con le sue parole e le sue opere. Questa buona notizia è per tutti, perché afferma che c’è la possibilità fin da subito di rendere il mondo più giusto, senza violenza, in cui tutti gli uomini e le donne sono fratelli e sorelle di un’unica famiglia, e poiché tali si trattano con amore. Questa buona notizia si fonda su una grande novità: Dio si è fatto uomo, proprio per dimostrare che è possibile vivere così, che non è un’utopia irrealizzabile da noi esseri umani.

Come tutte le buone notizie però, purtroppo, essa ha come due facce: da un lato riempie di gioia quanti sono nel dolore, vittima di ingiustizie, sfortunati solo perché sono nati nel posto sbagliato e nel tempo sbagliato, poiché mostra loro che la speranza di un tempo diverso è fondata e realizzabile, ma d’altra parte la stessa buona notizia sembra ad altri di tutt’altro segno, cioè una disgrazia che non ci si può augurare si realizzi.

Pensiamo ad esempio alle guerre. Appare evidente a tutti noi come esse siano una realtà tragica e tutti noi, a partire proprio da chi le subisce, ci auguriamo che possano al più presto finire. Ma quanti invece quelle stesse guerre le giustificano, le provocano, vogliono che proseguano fino all’annientamento totale del nemico. Sono i potenti che vogliono accrescere il proprio dominio, i produttori e i mercanti di armi che ci guadagnano, tutti quelli che sono accecati da ideologie, nazionalismi, odi e rancori che affondano le radici in storie lontane, i quali la guerra la amano e se ne sentono fatalmente attratti.

La stessa cosa possiamo dirla dei sistemi ingiusti che si basano sullo sfruttamento economico, la dittatura politica, l’oppressione, la discriminazione e il razzismo. Alcuni subiscono e soffrono, altri dominano e ne traggono vantaggio.

Ma la notazione di Luca ci dice anche che quanti desiderano il mantenimento della situazione così come è, cioè malvagia, vogliono dare a questa loro scelta l’aspetto di una realtà inevitabile e giusta: “ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui”. Chi la contrasta, sperando invece nella buona notizia di una fine possibile, è giudicato un illuso, un sognatore di cose impossibili, un pericoloso coltivatore di false speranze. Ad esempio questo affermano quanti dicono che la guerra è normale, che in certi casi è giusta, che è sempre esistita, ecc.. Ci si fa beffa della speranza del Vangelo, della sua buona notizia che il bene è possibile.

Gesù davanti a questo atteggiamento, così attuale nel nostro quotidiano, racconta una storia che descrive una ingiustizia evidente e il rifiuto di farsene carico. Colpisce nella descrizione della parabola la totale assenza di spiegazione dei motivi che hanno portato alla ricchezza dell’uno e alla povertà dell’altro. Gesù non considera nemmeno i mille ragionamenti e giustificazioni che noi ci facciamo sulla “giustizia” del male e sulle colpe degli uni e i meriti degli altri che giustificherebbero le due differenti condizioni.

Il secondo elemento che emerge dal racconto è come davanti alle manifestazione del male non si possa restare neutrali, senza prendere posizione: o si è fra quelli che giustificano, accettano, traggono vantaggio, dicono “che posso farci?”, o fra quelli che subiscono la forza del male e la contrastano con quella del bene. La scelta, ci dice Gesù, o è benedizione per la nostra vita o è maledizione.

Infine questa storia ci dice che al ricco che banchettava non era richiesto di eliminare le cause dell’ingiustizia in tutta la società, ma di estirparle da sé e dare da mangiare a Lazzaro, accoglierlo, volergli bene, qualunque fosse la causa della sua condizione attuale. Cioè Gesù dice che non vale la pena fare qualcosa solo se siamo in grado di cancellare la forza del male dalla faccia della terra, ma siamo tenuti a fare qui ed ora ciò che ci è possibile, senza titubanze.

Davanti a tutto ciò possiamo forse sentirci turbati: chi ci darà la forza o la capacità di non andare oltre, di non ignorare, di non trascurare la responsabilità che l’incontro con la forza del male ci restituisce tutta intera? Gesù lo dice chiaramente: abbiamo Mosè e i profeti, cioè la Scrittura è per noi una scuola di umanità se presa sul serio e vissuta concretamente e l’esempio di Gesù, i suoi atteggiamenti e sentimenti che il Vangelo ci mostrano chiaramente sono un modello di umanità piena e sensibile che non è mai sorda alla richiesta di aiuto di chi è nel bisogno. Dall’ascolto della Scrittura possiamo imparare a riconoscere e prendere in seria considerazione il bisogno di chi ci è accanto, possiamo imparare a sentirlo come nostro e a mostrarci solidali e amici ed infine possiamo liberarci dalla schiavitù dell’attimo presente e dall’illusione che vi sia sempre un domani nel quale cambiare atteggiamento. Il nostro domani, ci dice Gesù, lo costruiamo oggi, e l’incontro col povero è benedizione se invece di lasciarlo fuori dalla porta della nostra vita lo facciamo entrare e riconosciamo in lui il fratello e la sorella che il Signore ci manda incontro perché imparando a volergli bene preserviamo la nostra umanità dal disfacimento.

 

Preghiere 

 

O Signore fa’ che non chiudiamo la porta per escludere te e i fratelli dalla nostra vita, aiutaci a mettere sempre al centro chi ha più bisogno del nostro aiuto.

Noi ti preghiamo

  

O Cristo che hai donato tutta la tua vita per la salvezza nostra, liberaci dalla prigione dell’egoismo per essere tuoi figli e discepoli.

Noi ti preghiamo

 

O Padre del cielo guarda con amore a tutti coloro che danno valore solo a ciò che è materiale ed esteriore, fa’ che scoprano presto che ciò che conta veramente è l’amore e la compassione.

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Signore perché liberi la nostra società dai mali che la affliggono: l’indifferenza per chi è debole, la perdita di senso, l’egoismo, la chiusura in se stessi. Fa’ che riscopra presto la vocazione ad essere luogo di incontro e di accoglienza.

Noi ti preghiamo

 

Perdona Signore tutte le volte che abbiamo considerato gli altri solo per la loro utilità. Fa’ che impariamo a conoscere e apprezzare sempre più il valore dell’amicizia gratuita e senza interesse.

Noi ti preghiamo

  

Aiuta e proteggi o padre santo i nostri fratelli e sorelle più giovani che imparano col nostro aiuto ad essere tuoi discepoli e amici. Fa’ che tutti noi sappiamo accompagnarli con l’affetto e la preghiera.

Noi ti preghiamo.

                                                                      

Sostieni o Padre misericordioso tutti coloro che hanno bisogno del tuo aiuto: i malati, gli anziani, i senza casa, i prigionieri, i sofferenti, gli immigrati. Fa’ che la loro vita sia sostenuta nelle prove e liberata dal male.

Noi ti preghiamo

   

Proteggi o Signore tutti i tuoi discepoli ovunque dispersi. Fa’ che l’annuncio del vangelo raggiunga coloro che ancora non ti conoscono e cambi la loro vita.

 

Noi ti preghiamo

 

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