martedì 1 novembre 2011

XXXI domenica del tempo ordinario



Dal libro del profeta Malachia 1,14-2,2.8-10
Io sono un re grande – dice il Signore degli eserciti – e il mio nome è terribile fra le nazioni. Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione. Voi invece avete deviato dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete distrutto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. Perciò anche io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete seguito le mie vie e avete usato parzialità nel vostro insegnamento. Non abbiamo forse tutti noi un solo padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro, profanando l’alleanza dei nostri padri?

Salmo 130 - Custodiscimi, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.

Io invece resto quieto e sereno: +
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 2,7-9.13
Fratelli, siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio.  Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.

Alleluia, alleluia alleluia.
Uno solo è il Padre vostro, quello celeste
e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo23,1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Commento
Cari fratelli e care sorelle, Gesù parla alla folla e ai discepoli, cioè parla a tutti. Parla a chi lo ascolta e cerca la sua parola, ma anche a chi è distratto, chi è preso da altro, chi si nasconde in quella folla di pensieri, preoccupazioni che non lasciano spazio alla Parola di Dio. Gesù ci parla così come siamo, così come noi ci facciamo trovare. La domenica veniamo a Messa, ma oltre a essere fisicamente presenti siamo qui per ascoltare e vedere, per toccare la presenza del Signore che si fa così vicino a noi? E’ la domanda che il Vangelo ci pone oggi, attraverso le parole che Gesù rivolge alla folla e ai discepoli: con chi stiamo noi, con la confusione della folla o con il desiderio di ascoltare dei discepoli? E non c’è una via di mezzo. Non è questione di stabilire chi è buono e chi è malvagio, chi è santo e chi è peccatore, che anzi, proprio chi si sente più peccatore ha desiderio di ascoltare il Signore, e proprio chi ha una coscienza più umile e meno piena di sé approfitta delle occasioni di ascoltare parole così vere e profonde, come è raro trovarne in giro.
Per descrivere questo atteggiamento Gesù fa l’esempio di quelli che: “Legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.”  Anche noi a volte viene spontaneo, come a quegli uomini di cui parla Gesù, giudicare tutto e tutti, avere qualcosa da dire su ogni comportamento, su ogni situazione. Ammettiamolo, ci sentiamo in grado di esprimere sempre i nostri giudizi. Pensiamoci bene, fratelli e sorelle, è un’abitudine molto più diffusa e più comune di quanto crediamo. Ci viene spontaneo pensare e dire “Quel tale è così…”  “Quell’altro è colà…” dando giudizi su tutti. Crediamo di potercelo permettere perché abbiamo esperienza della vita, sappiamo come vanno le cose.
Ma se così fosse veramente altrettanto spesso ci capiterebbe di restare colpiti da qualcuno che è migliore di noi. Invece questo è assai più raro. Quante volte restiamo stupiti perché qualcuno vuole bene come noi non sappiamo fare, o perché qualcuno è più generoso, ecc.. ? Infatti il nostro sguardo è così attento a trovare motivi di critica e di giudizio pesante, che tutto quello che c’è di buono negli altri scompare e noi siamo sempre migliori di tutti. E’ proprio come dice il Vangelo: noi leghiamo sulle spalle della gente giudizi pesanti come fardelli. Eppure, cari fratelli e care sorelle, se veramente ci accorgessimo che una persona porta un carico pesante fino, a volte, a restarne schiacciato, non dovremmo essere i primi a voler sollevare quella persona, a dargli una mano a portarlo? Se uno è schiacciato dal proprio peccato non dovremmo volergli ancor più bene, fino a sciogliere il peso del male che lo opprime? Invece, come dice Gesù, leghiamo sul dorso altrui pesanti fardelli di giudizi, ma ci guardiamo bene dal toccarli nemmeno con  un dito.
Ma allora cosa bisogna fare? Far finta di niente e andare avanti così come se nulla fosse? No, perché anche l’indifferenza ha un peso, e l’estraneità grava come un macigno sulle spalle di chi ci sta accanto. Accorgersi che qualcosa non va nel fratello, che il male si fa strada nella vita di una sorella non è occasione per fare confronti e sentirci migliori, ma per volergli più bene. “Dove abbonda il peccato, sovrabbonda la Grazia”, dice S. Paolo (Rm 5,20), esprimendo che l’amore del Signore si concentra proprio su chi è più peccatore. A che vale infatti sentirsi tanto superiori, così migliori degli altri, se poi ci scopriamo a comportarci nel modo esattamente contrario a quello di Dio?
Tutto dipende, cari fratelli e care sorelle, da quali maestri ci scegliamo, da chi vogliamo imparare. Infatti il mondo è pieno di gente che vuole insegnare. Ci vuole insegnare a vivere, ci vuole insegnare come pensare e giudicare. Ci insegnano che a non esprimere sugli altri giudizi taglienti e affilati come coltelli rischiamo di fare la figura degli sciocchi. Ci insegnano che è meglio essere diffidenti e pensare subito male di qualcuno, poi a cambiare opinione si fa sempre in tempo. Ci insegnano che è meglio non avere a che fare con gente discutibile, poco per bene; ci insegnano a tenere alla larga chi ha troppi problemi, non sia mai che ci coinvolga! Sono tanti i maestri e noi stessi ci facciamo maestri degli altri nell’insegnare questo “saper vivere”. Ma Gesù nel Vangelo di oggi ci dice: “voi non fatevi chiamare “maestro”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli … uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.” Non diamo ascolto ai tanti maestri che ci vogliono insegnare a vivere, per dare retta all’unico Maestro che vale la pena ascoltare: saremo più felici. Se non ci atteggeremo a maestri che sanno il fatto loro scopriremo tanti fratelli, “voi siete fratelli” dice il Vangelo. Ci scopriremo capaci di aiutare chi ha un problema e sta peggio, scopriremo che invece di pensare subito male si può pensare bene degli altri, stimarli, coglierne il lato migliore. Scopriremo che non dovremo più difenderci dall’ostilità altrui, perché questa verrà sciolta dalla nostra benevolenza come una barriera di ghiaccio è sciolta dal fuoco dell’amore. Così facendo invece di costruire i muri che ci rinchiudono come una cella, diverremo capaci di costruire ponti di comprensione, autostrade di amicizia, fiumi di misericordia. Si realizzerà così il sogno di Gesù di un mondo più umano e più fraterno, che il Signore esprime con le parole: “Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.” Non accada fratelli e sorelle che dopo esserci innalzati così in alto da poter giudicare tutti e tutto, rotoliamo a terra, crollando fragorosamente fra le macerie di una vita vissuta male, sprecata.

Preghiere 

O Signore Gesù, aiutaci a non giudicare i nostri fratelli e a non appesantire col nostro pensare male chi ci sta accanto. Fa’ invece che siamo sempre pronti ad aiutare chi ha bisogno,
Noi ti preghiamo
  
Perdona o Padre buono i nostri peccati, perché torniamo a te come figli pentiti e cerchiamo il tuo aiuto per essere migliori,
Noi ti preghiamo
  
Solleva dal peso del male tutti coloro che si fanno complici del peccato e agiscono con ingiustizia. Fa’ che convertiamo i nostri cuori per divenire operatori di bene e costruttori di concordia,
Noi ti preghiamo
  
Guarda con amore o Signore misericordioso tutti quelli che disprezzano il Vangelo e preferiscono ascoltare i maestri di questo mondo. Fa’ che presto tutti si accorgano che è meglio essere tuoi servi che schiavi del male,
Noi ti preghiamo
  
Accogli col tuo amore o Padre buono tutti coloro che hanno bisogno di aiuto: i poveri, chi è senza casa e senza famiglia, gli anziani, i malati, gli stranieri. Perché trovino accoglienza e amore,
Noi ti preghiamo
  
O Dio, unisci tutti gli uomini nell’unica famiglia dei tuoi figli. Fa’ che non vincano le divisioni fra i popoli e le nazioni, ma tutti collaboriamo a costruire un mondo migliore,
Noi ti preghiamo.
  
Fa’ o Signore che tutti i tuoi discepoli sappiano vivere e testimoniare la gioia e la pace che nasce dal Vangelo, facendosi operatori di bene e di unità,
Noi ti preghiamo

Proteggi o Padre i nostri fratelli in pericolo: i perseguitati per la loro fede, coloro che rischiano per operare il bene e chi si oppone alla violenza. Benedicili e liberali da ogni male,
Noi ti preghiamo

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