domenica 10 giugno 2012

Festa della Ss.ma Trinità



Dal libro del Deuteronòmio 4, 32-34. 39-40
Mosè parlò al popolo dicendo: «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l'uomo sulla terra e da un'estremità all'altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l'hai udita tu, e che rimanesse vivo? O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un'altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi? Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n'è altro. Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre». 

Salmo 32 - Beato il popolo scelto dal Signore.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell'amore del Signore è piena la terra.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.

Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L'anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 14-17
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!» Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. 

Alleluia, alleluia alleluia.
Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo:
a Dio che è, che era e che viene.
Alleluia, alleluia alleluia.
 
Dal vangelo secondo Matteo 28, 16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.  Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io so­no con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, festeggiamo oggi la solennità della Trinità con la quale siamo invitati a contemplare il mistero dell’unità del Padre, Figlio e Spirito Santo, i quali, pur essendo tre persone diverse, vivono la perfetta unità dell’amore, e per questo sono un modello per noi. È una realtà che sfugge alla nostra comprensione razionale, ed infatti si parla di mistero, ma non è sempre un mistero l’amore e non supera esso la capacità razionale? Voler bene veramente infatti significa proprio far esperienza di qualcosa che ci fa andare oltre il normale calcolo, l’abitudine e persino il buon senso e sconfina nel mistero di un totale sbilanciamento verso l’altro senza tener conto della convenienza e del vantaggio. Per questo celebriamo questa festa proprio nel tempo dopo Pentecoste, quando cioè lo Spirito Santo, seconda persona della Trinità, è disceso su di noi e agisce nel mondo, in modo misterioso e profondo, aprendo le vie che ci conducono a vivere l’amore.
Ci chiediamo allora oggi: da cosa vediamo che la nostra vita è riempita dallo Spirito, e che posso vivere anche io l’unità di amore e felicità che riunisce il padre il Figlio e lo Spirito nella santa Trinità? risposta non è psicologica e sentimentale.  Lo Spirito non è qualcosa di intimistico, che si gioca tutto sul piano dei sentimenti. La No, è cosa di molto più seria, impegnativa e concreta: la Chiesa ci insegna che è una persona, non un sentimento o qualcosa di vago e impalpabile. Ricevere lo Spirito è qualcosa che cambia la vita, un incontro personale significativo.
Nel Vangelo vediamo che molto cambia nella vita degli apostoli dopo la Pentecoste. Dopo la morte di Gesù, i discepoli ricevono più volte l’annuncio della sua Resurrezione, ma fanno fatica a crederci fino in fondo, tant’è che Gesù risorto più volte torna a incontrare i discepoli, ma questi non lo riconoscono. L’esempio più evidente è la Maddalena che lo scambia per un giardiniere, eppure lo conosceva bene; ma anche i discepoli che vanno verso Emmaus, stanno con lui un’intera giornata di viaggio, lo ascoltano parlare lungamente, ma non lo riconoscono, e poi i discepoli sul lago di Tiberiade, lo scambiano per un fantasma, e così via. Tutti questi episodi ci dicono che non basta conoscere da tanto tempo il Signore, per riconoscere Gesù quando ci viene incontro. Non è sufficiente che Gesù sia risorto per la nostra salvezza, dobbiamo anche noi risorgere dalla nostra vita vecchia e acquistare uno sguardo nuovo per riconoscere il Signore. E’ una resurrezione nello Spirito quella che vissero i discepoli a Pentecoste, quando lo Spirito scese su di loro come lingue di fuoco. Solo allora i discepoli divennero capaci di credere alla straordinaria forza della resurrezione del Signore, che cioè l’amore di Dio può vincere il male nelle sue molteplici manifestazioni. Prima per essi la morte era l’ultima parola e il Vangelo di Gesù era come stato sepolto assieme al Maestro. Ma con la Pentecoste riconobbero che voler bene è una forza irresistibile che può superare anche le chiusure, le paure e le impossibilità da cui erano rimasti prigionieri, tanto che riuscirono a comunicare il Vangelo con efficacia alle migliaia di persone che erano presenti quel giorno di festa a Gerusalemme, addirittura a gente che nemmeno parlava la loro lingua.
Anche a noi, fratelli e sorelle, non basta aver conosciuto Gesù per riconoscerlo, e tutti noi che siamo qui lo conosciamo, ne abbiamo sentito parlare tante volte. Sappiamo bene che è risorto, ma non è sufficiente, c’è bisogno che lo Spirito Santo scenda su di noi. Cioè non basta sapere chi è Gesù, bisogna anche volergli bene, ed è lo Spirito che ci fa amare. Ma cosa vuol dire voler bene a Gesù? Provare un calore nel cuore, commuoverci davanti a una immagine o altre strane sensazioni? Gesù ha detto “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli (cioè che mi volete bene), se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). Cioè vogliamo bene a Gesù se vogliamo bene a chi ci sta accanto, specialmente quelli che ne hanno più bisogno e ai quali ci viene meno spontaneo voler bene. Infatti ci viene facile voler bene ai propri familiari, a chi a sua volta ci vuol bene, e questo è una buona cosa, ma non basta. Dice Gesù “se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?” (Mt 5,46) L’amore cristiano, l’amore che nasce dallo Spirito Santo e che unisce le tre persone della Trinità in modo profondo, significa sentire con il fratello e la sorella così che il suo dolore e la sua gioia sono anche i miei.
La trinità è un mistero, perché l’amore è sempre un mistero: è gratuito, senza motivo, per amore si fanno cose che non si spiegano e non si mette avanti a tutto il proprio interesse, ma quello delle persone amate. E’ un mistero che non possiamo capire, ma possiamo viverlo, non è al di sopra delle nostre possibilità, se accogliamo il dono dello Spirito.
Fratelli e sorelle, accogliamo l’invito a lasciarlo agire nella nostra vita imparando ad amare un po’ di più gli altri, specialmente i poveri, a non mettere sempre al primo posto se stessi, e a sentire nostri i loro dolori e la loro gioia.
Dice il Vangelo che i discepoli “Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano” Sì, anche noi dubitiamo in cuor nostro non ci fidiamo fino in fondo che le parole del Vangelo siano vere, che si possa voler bene a un altro come a se stesso. Ma Gesù a quei discepoli dubbiosi risponde con la promessa di un amore ancora più forte, che vince ogni nostra freddezza: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Il Signore non ci lascia in balia dei nostri dubbi, del nostro egoismo. Rimane con noi e continua a riempirci il cuore del suo Spirito. Accogliamolo, e quando incontreremo un povero proviamo a riconoscere nella sua sofferenza anche la nostra sofferenza, scopriremo che la consolazione e la speranza che Dio concede loro diviene anche la nostra. È quella comunicazione di amore, speranza, gioia che unisce le persone della Trinità e, come loro , tutti coloro che facendosi trasformare da dentro dallo Spirito del suo amore, vivono l’esperienza della comunione profonda con i fratelli e, di conseguenza, con Dio.

Preghiere

O Santissima Trinità, insegnaci l’amore che ci unisce tutti come una famiglia di veri fratelli e sorelle.
Noi ti preghiamo

O Padre che sei nei cieli, aiutaci a condividere con i nostri fratelli e sorelle il dolore e la gioia della vita, perché incontriamo la consolazione che tu doni a chi ti invoca,
Noi ti preghiamo

O Signore Gesù, Figlio del Padre, vieni in soccorso di tutti quelli che ti invocano, perché siamo guidati a conoscerti ed amarti con tutto il nostro cuore,
Noi ti preghiamo

O Spirito Santo, riempi la nostra vita cancellando ogni freddezza e timore. Aiutaci a vivere come figli di Dio, fratelli e sorelle di tutti gli uomini,
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Dio per tutti coloro che sono stati colpiti dal terremoto e vivono nel timore e nell’insicurezza. Consola chi è ferito, sostieni chi ha perso tutto e dona loro il coraggio di ricostruire una nuova vita,
Noi ti preghiamo

O Santissima Trinità fa’ che nessun uomo soffra per la violenza e la guerra. Sostieni chi soffre e consola chi è nel dolore, perché tutti siamo una sola famiglia,
Noi ti preghiamo.

Ti preghiamo o Padre per tutti i cristiani nel mondo che tu chiami a volersi bene come un’unica famiglia. Fa’ che non vincano i limiti angusti dei vincoli di sangue, che escludono tanti, ma fa’ che vinca la larghezza di un amore che abbatte ogni frontiera,
Noi ti preghiamo

Sostieni o Padre del cielo coloro che annunciano il vangelo di un amore che vince il male e sconfigge la morte. Fa’ che ogni uomo possa ascoltare presto la lieta notizia della salvezza che il Figlio ha portato all’umanità,
Noi ti preghiamo

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