venerdì 17 febbraio 2017

VII domenica del tempo ordinario - Anno A - 19 febbraio 2017




Dal libro del Levitico 19, 1-2. 17-18
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”».

Salmo 102 - Il Signore è buono e grande nell'amore
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.  

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 3, 16-23
Fratelli, non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi. Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani». Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

Alleluia, alleluia alleluia.
Chi osserva la parola di Gesù Cristo,
in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 5, 38-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». 

Commento
Cari fratelli e care sorelle, i brani della Scrittura ascoltati oggi contengono tutti e tre l’invito ad essere santi. Lo dice esplicitamente il libro del levitico: “[Dio disse a Mosè] Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi”; poi Paolo riprende: “santo è il tempio di Dio, che siete voi.” E infine l’evangelista Matteo ci riporta le parole di Gesù: “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Ma cosa vuol dire essere santi e dunque perfetti davanti a Dio, addirittura come lui stesso?
L’Apostolo dice: “Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio.” Non illudiamoci cioè di raggiungere il modello di perfezione e successo che il mondo propone con la sua sapienza, cioè l’essere senza difetti o mancanze, immuni da errori e sempre nel giusto. Non è questa la santità che Dio chiede da noi, perché essa è fuori dalla portata dell’uomo. Questa sapienza è illusoria, se crediamo di averla raggiunta, e frustrante, se vediamo che non riusciamo mai a raggiungerla. Meglio, per Paolo, scegliere la vera sapienza di Dio che porta alla santità, anche se sembra perdente e fa fare la figura degli sciocchi. MA in cosa consiste questa santità frutto della sapienza di Dio?
Il libro del levitico, abbiamo visto, invita esplicitamente alla santità tutti i membri del popolo di Israele, ma, anche in questo caso, esso propone una santità diversa da quella intesa comunemente dal mondo ebraico. Per gli ebrei infatti come la santità di Dio si concentrava nell’essere un Dio unico e diverso da tutti gli altri numerosi e vari dei e idoli dei popoli vicini, così la santità del suo popolo consisteva nella diversità da tutti gli altri popoli. Loro, ai quali Dio si era rivelato e che erano stati da lui prescelti preferiti e destinati ad un futuro privilegiato, non potevano condividere gli usi e le abitudini comuni a tanti popoli dell’oriente. Da questo desiderio di differenziarsi nacque quello scrupolo nell’applicazione delle leggi che regolavano ogni minimo dettaglio della vita quotidiana ed erano il vanto, al tempo di Gesù, degli scribi e dei farisei. Questo era ritenuto necessario, e sufficiente, per essere santi, cioè diversi.
Il levitico fornisce la motivazione: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.” Ma questo significa: per essere santi siate come me! Dio cioè non si limita a porre delle regole di comportamento da osservare scrupolosamente, ma chiede di trasformare la propria umanità lì dove le scelte e le decisioni nascono, cioè nel cuore. È lì che si rivela la possibilità di assomigliare veramente a Dio, in tutto e per tutto, nel coltivare un cuore capace di volere bene come lui, cioè in modo misericordioso, gratuito e fedele, come esprime bene la famosa frase: “amerai il tuo prossimo come te stesso”, ovvero come a te piace essere amato, il più possibile!
Paolo continua su questa stessa strada, affermando che c’è bisogno di far entrare Dio nella propria vita in modo così profondo, tanto da far vivere lui stesso dentro di sé: “Fratelli, non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? … santo è il tempio di Dio, che siete voi.” Questo è reso possibile dalla consuetudine col Signore Gesù, la conoscenza delle sue Parole, la compagnia costante con il suo esempio, comportamento e modo di essere, dall’essere così intimi con il Signore che lui e il suo Spirito vengono ad abitare dentro di noi e a vivere nella nostra vita. È come se Paolo dicesse: fidati e credi nella Parola ed essa diventerà il tuo stesso modo di vivere, la tua vita renderà presente e vivo Gesù che attraverso di te esprime il suo amore per tutti gli uomini.
L’evangelista Matteo ci riporta alcune parole di Gesù che parlano della perfezione della santità mostrando come effettivamente essa sia agli occhi del mondo una vera stoltezza. Essa sostanzialmente consiste per Gesù nel dare a chi abbiamo accanto la priorità assoluta, prima persino della ragionevole cura del proprio interesse. Gli esempi che Gesù propone sono evidenti. Egli ci dice che la ragionevolezza naturale ci porta a dire che è giusto rispondere con il male al male: “Occhio per occhio e dente per dente.” Chi fa del male merita male ed è giusto aspettarsi che gli venga inflitto. È la logica della cosiddetta “giustizia retributiva”, quella che così spesso si invoca oggi davanti ai fatti di cronaca violenta.
A questa giustizia umana Gesù ne contrappone un’altra, e lo fa innanzitutto con la sua vita: egli è nato, vissuto, morto e risorto non per suo interesse, anzi contro di esso, per l’interesse esclusivo di noi uomini, che non ne avevamo nessun diritto o merito. Gesù ha semplicemente risposto ai segni di odio, violenza intolleranza che gli venivano manifestati, spesso duramente, continuando a voler bene. È stato schiaffeggiato dalla malevolenza di tanti, ma ha continuato ad esporsi ugualmente a critiche e giudizi; è stato giudicato duramente come pazzo, ingiusto, un fuorilegge, ma ha continuato a voler bene a tutti mettendo il loro interesse davanti al proprio; ecc… questo significano gli esempi concreti che fa: “se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.” Come già abbiamo detto altre volte a proposito delle beatitudini, sono affermazioni contro ogni logica, che è impossibile capire razionalmente, sono la stoltezza che il mondo ridicolizza e condanna, ma se uno prova a viverle esse rivelano la loro profonda bellezza, perché rivelano la fiducia incrollabile di Dio per la forza del bene che può e deve prevalere su ogni male.
Questo introduce una domanda che spesso ci sorge spontanea: la Scrittura ci parla di santità, ci invita a perseguirla e ci indica anche delle vie concrete da seguire, ma è possibile e applicare a noi quella logica paradossale della perfezione evangelica e delle beatitudini? Non è al di sopra delle nostre possibilità?
Non è una domanda banale, perché su di essa si gioca tutta la vita e determina la scelta di come spenderla. E’ la domanda che sta alla base del fatto che pur conoscendo il Vangelo tante volte non lo viviamo.  

Io non credo che ci sia una risposta razionale a questa domanda. L’unica risposta possibile infatti è fidarsi di Dio e di chi l’ha già vissuto, perché intuiamo, e forse talvolta abbiamo sperimentato, che è il modo migliore di vivere. Altri motivi non ce ne sono, è quel salto della fede che ci fa avere fiducia anche senza certezze e garanzie. Per questo dobbiamo essere grati alla testimonianza dei santi, cioè di coloro che ci hanno preceduto e hanno fatto, prima di noi, un tratto di quella strada indicata dal vangelo. Ci hanno raccontato cosa è significato per loro, e ce lo dimostrano con la bontà semplice e spesso ingenua della loro vita. Il loro seguire il Vangelo è stato la scoperta di un tesoro prezioso che, una volta trovato in un campo, si vende tutto per poterlo acquistare. Sì la santità è il modo più bello di vivere senza sprecare un attimo, un sentimento, un’azione della nostra vita, lasciando che il male la ghermisca e se ne impossessi. Vale veramente la pena allora di vendere tutto quello che non vale, lasciare la sapienza del mondo che ci fa calcolare i rischi e le convenienze, per poter scavare nel campo della vita il suo tesoro grande: la sapienza del Vangelo.

Preghiere 

 O Signore Gesù che ci hai mostrato con la tua vita la volontà del Padre, donaci il desiderio di imitarti e fa’ che seguendo il tuo esempio diveniamo perfetti nell’amore,
Noi ti preghiamo


Sostieni la nostra debolezza o Signore, perché facciamo fatica a credere che la tua via sia il modo di vivere più felice e più bello. Confermaci nella certezza che amare i fratelli e te sia ciò che dona all’uomo la vita vera che non finisce,
Noi ti preghiamo


Aiutaci o Padre del cielo a fidarci della tua Parola, anche quando essa ci sembra troppo esigente e difficile da vivere, perché scopriamo presto che fare la tua volontà è la nostra felicità,
Noi ti preghiamo


Sostieni quanti, o Signore Gesù, cercano di seguire i tuoi insegnamenti, nella mitezza e nella misericordia, volendo bene e perdonando, cercando la pace e portando la concordia fra gli uomini. Dona loro di ottenere il frutto desiderato della conversione del cuore,
Noi ti preghiamo



Sciogli o Dio ogni uomo e ogni donna dalla schiavitù del peccato che ci lega al male e lo fa aumentare. Donaci di divenire operatori di bene, secondo l’esempio dei tanti santi che ci hanno preceduto su questa strada,
Noi ti preghiamo


Sostieni o Dio ogni uomo che è nel dolore. Guarisci i malati nel corpo e nella mente, consola chi è solo e oppresso, libera i prigionieri e aiuta chi soffre,
Noi ti preghiamo.



Proteggi o Padre misericordioso il nostro papa Francesco e confermalo nella via di una testimonianza evangelica semplice e autentica. Da’ alle sue parole la forza autorevole che Gesù aveva quando parlava alle folle,
Noi ti preghiamo


Benedici o Dio ogni famiglia riunita nel tuo nome, vieni in mezzo a noi a riempire di Spirito Santo i cuori, perché con fiducia e disponibilità restiamo uniti e concordi,
Noi ti preghiamo

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