mercoledì 17 aprile 2019

Domenica delle Palme - Anno C - 14 aprile 2019





Dal libro del profeta Isaia 50,4-7

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

 

Salmo 21 - Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, +
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2,6-11

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

 Lode a te o Signore, re di eterna gloria
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Lode a te o Signore, re di eterna gloria




Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca

Lc 22,14-23,56

 

Commento


Cari fratelli e care sorelle, siamo giunti alle soglie della Santa Settimana di passione, morte e resurrezione del Signore, lo scrigno che contiene i tesori più preziosi della nostra fede. Nei giorni che seguiranno, fino a Pasqua, compiremo i gesti di quelle giornate così decisive e per questo facciamo nostre le parole del profeta Isaia nella prima lettura: “Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.” Come già dicevamo domenica scorsa, non tiriamoci indietro dal prestare attenzione a quello che disse e visse il Signore Gesù, senza distrazione, perché raccogliamo da lui il messaggio di salvezza che vuole trasmetterci.

Il racconto della passione di Gesù ci porta a Gerusalemme e ci fa rivivere quelle ore così drammatiche. In quello scenario così violento il vero protagonista è la forza del male. Esso agisce in modi diversi e attraverso diverse persone. Gesù ovviamente ne è la prima vittima. Vittima della violenza delle guardie del sinedrio venute a catturarlo, e poi dei capi giudei che lo imprigionano e lo giudicano cercando in ogni modo di farlo morire. Anche Pilato ed Erode, le due massime autorità politiche, diventano alleati proprio in nome della loro concorde volontà di togliere di mezzo un uomo così ingombrante per l’esercizio della loro autorità. Gesù è anche vittima della violenza della folla che grida “Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!” Vittima infine dei soldati romani che lo crocifiggono.

Per le vie di Gerusalemme si respira nell’aria così tanta violenza ed è facile farsene contagiare, tanto che pure i discepoli di Gesù fanno entrare nel loro cuore il virus della violenza. Lo fa Giuda che vende per denaro informazioni preziose su come e dove catturare Gesù senza che il popolo lo noti. Ma anche Pietro, poco dopo, rinnega Gesù proclamando che lui non lo conosce nemmeno. È quella forma di violenza che corrode l’amicizia. Ma già prima i discepoli alla richiesta di Gesù di tenersi pronti ad affrontare momenti difficili avevano tirato fuori due spade che tenevano nascoste, e l’hanno usate per far male ad un servo, coraggiosi della loro violenza contro un uomo inerme, per poi fuggire davanti all’aggressività dei soldati armati. Infine Giuda dopo aver “ucciso” Gesù nel tradimento rivolge su se stesso la stessa cieca violenza nel gesto così assurdo del suicidio.

Ma come è possibile che la violenza si faccia strada nei cuori di tutti, indistintamente? Usando la chiave della paura essa apre con facilità i cuori spaventati e prendere possesso di essi. La paura spinge a mettersi al sicuro, anche a costo di fare del male ad altri. È la paura dei discepoli che per tristezza si addormentano al Getsemani, mentre Gesù li esortava a farsi forti della preghiera per affrontare la prova che li attendeva. La paura di Giuda, Pietro e degli altri discepoli i quali, davanti a Gesù ormai vinto, cercano di mettersi in salvo mettendo una grande distanza fra sé e Gesù col tradimento e la fuga. Ma anche Pilato ha paura della folla minacciosa e, pur affermando che Gesù è innocente, accetta di condannarlo.

Il male sembra essersi impadronito di tutti e la violenza di uno si riflette nella paura dell’altro spingendolo a sua volta a divenire violento e a collaborare con la forza del male, perché si diffonda ovunque.

Ma in fondo, fratelli e sorelle, non è quello che ancora oggi avviene comunemente nella vita di tutti i giorni? L’arroganza degli uni si riverbera nella paura degli altri e genera altra violenza di parole e azioni. Si accusano gli altri per difendere se stessi, si individuano colpevoli per potersi sentire innocenti, si cerca un nemico per avere qualcuno a cui imputare frustrazioni, scontentezze, rabbie. È la logica della guerra che magari esplode per lotte di potere o economiche di pochi, ma poi si autoalimenta di una rabbia collettiva, perché ci si sente aggrediti e pertanto autorizzati ad aggredire a propria volta gli altri.

È la condanna che grava da sempre sulla vita degli uomini, ad essere schiavi della forza del male che si subisce, e che si compie, in un gioco dei ruoli che ci fa sentire giustificati, perché i meccanismi del male imprigionano tutti in una logica spietata. E la sapienza di questo mondo viene a dire che questo è normale, che non c’è soluzione, che è inutile cercare di uscirne fuori, perché la vita è fatta così.

Solo Gesù non riversa sugli altri il male subìto, anzi gli risponde con la forza del bene. Sapendo che la debolezza umana rende vulnerabili al male esorta i suoi a “pregare per non entrare in tentazione” ripetendolo ben due volte. Ai discepoli che davanti al suo annuncio della passione rispondono con la disputa su chi è più importante risponde che lui sta fra di loro come colui che serve e davanti alle spade tirate fuori oppone un “Basta” sdegnato. Gesù catturato e malmenato ha pietà del servo ferito dai suoi e lo guarisce; portato in catene al giudizio perdona con lo sguardo Pietro che lo ha appena rinnegato. E infine sulla croce accoglie nel suo Regno il ladro che invoca la sua misericordia e perdona quanti lo stanno uccidendo. Gesù è l’unico che non reagisce al male infertogli con altrettanto male, ma con la sua misericordia. Egli al mondo che offre solo due possibilità: subire il male e farlo agli altri indica con forza una terza possibilità che è di vincerlo in sé e negli altri con la forza del suo amore misericordioso. È questo il messaggio della sua passione e morte, per questo nel buio di quelle ore così terribili segnate dal dolore e dalla morte noi riusciamo già ad intravedere le prime luci dell’alba della resurrezione, cioè della vittoria completa su di essi. È come un seme gettato da Gesù perché germogli a Pasqua in ciascuno di noi. E ne vediamo già i primi segni in quel ladro che, a differenza dell’altro, non maledice Gesù ma ne invoca il perdono e in quel centurione pagano e nella folla degli ebrei che vedendo Gesù morire, seppur tardivamente, dicono “Veramente quest’uomo era giusto” e se ne tornano battendosi il petto. Li vediamo in Giuseppe di Arimatea che sfida il pericolo e si prende cura, assieme ad alcune donne, del corpo senza vita di Gesù. Sono esempi di come quella terza via che Gesù percorre e indica a noi viene seguita da alcuni, ancora timidamente e confusamente.

Anche noi, fratelli e sorelle, spettatori di quei fatti avvenuti a Gerusalemme, ma che ancora oggi si ripetono quotidianamente per le vie del mondo, non diamo ascolto alla sapienza del mondo che ci insegna ad accettare la logica spietata del predominio incontrastato del male. Oggi accogliamo la testimonianza e l’invito di Gesù a far nostra la via dell’amore misericordioso. Seguendo il suo cammino, in questa Settimana Santa cogliamo i gesti pacifici e pacificatori del Signore, ascoltiamo le sue parole di perdono, per non restare prigionieri della forza del male, subìto e fatto agli altri. Avviamoci sulla via di Gesù perché con lui, a Pasqua, riceviamo con pienezza la forza della sua Resurrezione che libera per sempre dalla schiavitù del male.


Preghiere


O Signore Gesù che entri in Gerusalemme per portarvi la tua salvezza, entra anche nelle nostre vite, perché accogliamo con disponibilità e attenzione l’annuncio della tua passione,

Noi ti preghiamo

 

O Dio, i ramoscelli di ulivo che teniamo fra le mani siano un segno della nostra disponibilità ad essere testimoni del passaggio di Gesù nella nostra vita. Ti preghiamo, aiutaci a lasciarlo entrare vincendo distrazione e affanno per noi stessi,

Noi ti preghiamo

 

Signore che hai conosciuto la durezza del giudizio di quanti ti circondavano, l’arroganza dei potenti, la violenza della folla, crea in noi un cuore capace di misericordia, perché esso batta per te e non solo per noi stessi,

Noi ti preghiamo

 
 

In questa Settimana santa che si apre ti preghiamo o Signore perché l’annuncio della tua passione, morte e resurrezione raggiunga tutti e susciti in quanti lo ascoltano la commozione della misericordia e la scelta per la conversione,

Noi ti preghiamo
 
 

Accompagna con il tuo amore e la tua consolazione o Padre misericordioso quanti seguono il Signore Gesù portando la croce della propria sofferenza. In modo particolare ti preghiamo per chi è vittima della guerra, della violenza e del terrorismo. Dona la pace al mondo intero,

Noi ti preghiamo

 Ti ricordiamo, o Padre buono, quanti fuggono dalla guerra e dalla miseria e trovano il loro cammino in Europa sbarrato dai muri e dal rifiuto. Fa’ che ogni persona possa trovare accoglienza e un futuro migliore,
 

 
Noi ti preghiamo.


 

Ti preghiamo o Dio per il papa Francesco che in questi anni ha annunciato con tenacia la forza della tua misericordia. Donagli a lungo forza e salute,

Noi ti preghiamo

 
O Signore, proteggi ovunque nel mondo i discepoli riuniti nel tuo nome. Fa’ che i giorni della passione rianimino la loro fede e rafforzino la speranza nella Resurrezione,

Noi ti preghiamo

 

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