venerdì 5 aprile 2019

V domenica del tempo di Quaresima - Anno C - 7 aprile 2019





Dal libro del profeta Isaia 43,16-21
Così dice il Signore, che offrì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi insieme;
essi giacciono morti: mai più si rialzeranno;
si spensero come un lucignolo, sono estinti.
Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa.
Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 3,8-14
Fratelli, tutto io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Lode a te, o Signore, re di eterna gloria
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché io sono misericordioso e pietoso.
Lode a te, o Signore, re di eterna gloria


Dal vangelo secondo Giovanni 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
  
Commento

Cari fratelli e care sorelle. Ci avviciniamo con questa ultima domenica di Quaresima al tempo benedetto della Settimana Santa che con le sue memorie e celebrazioni è come uno scrigno nel quale sono racchiusi i tesori della salvezza degli uomini. Domenica prossima, domenica delle palme, ricorderemo Gesù che entra in Gerusalemme in mezzo a due ali di folla osannanti. Giovedì celebreremo quell’ultima appassionata ultima cena del Signore con gli apostoli, durante la quale compirà i gesti forse più belli e significativi di tutta la sua vita, che esprimono la grandezza del suo amore per tutti: la lavanda dei piedi e il dono del suo corpo e sangue; venerdì lo accompagneremo nella via dolorosa verso il Calvario fino alla croce. Infine domenica venereremo il Cristo che dalla tomba emerge con la forza invincibile della sua resurrezione pasquale.
Sono le tappe della nostra salvezza, i momenti di amore più intenso che Gesù ci ha donato, e il Vangelo di oggi è come la porta attraverso cui entrare in questo tempo, perché ci aiuta a capire come viverlo.
La Settimana Santa, come tutta la nostra fede, si fonda sull’ascolto delle Parole di Dio. Ad esse ci affidiamo per ripercorrere le tappe della passione, morte e resurrezione di Cristo. Non abbiamo altro mezzo per ripercorrere quei passi che ascoltare e rivivere le Parole del Vangelo. Il brano ascoltato oggi ci parla proprio del diverso atteggiamento di quanti ascoltavano Gesù parlare, e in esso possiamo pertanto rispecchiarci per decidere quale debba essere il nostro.
Innanzitutto vediamo Gesù che va nel tempio e la folla lo cerca per ascoltarlo. Questo accade spesso nella storia di Gesù, rivelando il bisogno di ricevere un annuncio di speranza e salvezza. Ciascuno di noi ha in fondo al cuore il bisogno della buona notizia che il male può essere vinto con la forza del bene e veniamo a lui per sentircelo dire con la forza delle parole accompagnate dalle azioni, i miracoli, i gesti di amore. Ma nella folla, lo sappiamo, si ascolta, ma si dimentica anche con facilità. Domenica prossima vedremo come Gesù è accolto dalla folla con l’acclamazione “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Mc 11,10), ma solo poche ore dopo la stessa folla griderà a Pilato “Crocifiggilo!” Sì, fratelli e sorelle, non è sufficiente ascoltare “nella folla” le Parole di Gesù per stare dalla sua parte e prenderlo sul serio, e si rimane nella folla fintanto che non sentiamo che le parole dette da Gesù sono rivolte proprio a me, rivelano come sono fatto e mi chiedono di cambiare, mi offrono una possibilità di perdono, mi fanno vedere la realtà attorno con occhi diversi, mi interpellano e richiedono una risposta personale nella preghiera. Allora usciamo dalla folla e si realizza un incontro a tu per tu, l’unico vero incontro con Gesù.
Poi però vediamo un altro modo di ascoltare Gesù, quello degli scribi e farisei. Quello che li caratterizza è di essere molto esperti nelle cose di religione, e ciò ovviamente non è male. Ma questo li porta a credere di avere già tutte le risposte pronte, a saperla lunga. Infatti quando si rivolgono a Gesù per interrogarlo prospettano il “caso” con la soluzione già pronta. Si pongono in fondo sullo stesso piano di Gesù e il parere che gli chiedono col “Tu che ne dici?” non può che essere una conferma a ciò che sanno già. Così succede a noi quando ci sentiamo già abbastanza esperti nella vita e dal Vangelo non ci aspettiamo certo di essere contraddetti. Esso non potrà mai scalfire le nostre certezze assodate da anni di esperienza e rafforzate dal sentire comune. Il loro atteggiamento però rende Gesù muto. Non perché non abbia nulla da dire sulla questione, e poi lo dirà, ma perché sa che è inutile parlare a chi non ha interesse ad ascoltare. Ma poi, dietro le loro insistenze, Gesù parla e pone gli interlocutori davanti alla necessità di applicare a sé gli stessi criteri di giustizia applicati alla donna, cioè ad essere almeno onesti nell’applicare la giustizia che credono di possedere già. Il risultato però è che questi se ne vanno via. Il loro atteggiamento non cambia, le loro convinzioni restano le stesse, ammettono di non essere a posto, ma non sentono il bisogno di chiedere come uscirne fuori, come essere perdonati e salvati.
Infine abbiamo ascoltato il dialogo di Gesù con l’adultera. È un dialogo a tu per tu, avviene da soli. È un dialogo nel quale Gesù prende l’iniziativa rivolgendosi a lei, la quale risponde e parla con il suo stesso atteggiamento: non si giustifica, non nega la sua colpa, non fugge via, come avrebbe potuto, ma resta davanti a Gesù senza moltiplicare parole inutili, aspetta da lui la libertà che i suoi giudici non le hanno concesso. Questo suscita il perdono di Gesù che l’assolve chiedendole di cambiare vita.
Cari fratelli e sorelle, quella donna, è l’unica che ha ascoltato Gesù, ammettendo la sua colpa e dimostrando che solo da lui si aspetta la salvezza che tutti gli altri le hanno negato.
Sia questo il nostro atteggiamento davanti alle parole che ci guideranno nel cammino della Settimana Santa. Non accontentiamoci di un po’ di emozione e conformismo, come le folle che dimenticano subito; non ci presentiamo come chi non ha nulla di nuovo da aspettarsi dall’incontro con Gesù che parla, come gli scribi e i farisei. Accostiamoci invece come poveri peccatori, che sanno e ammettono di esserlo. Da nessuna parte possiamo trovare il perdono e la via di uscita dalle gabbie nelle quali ci siamo imprigionati da soli con il nostro egoismo e cattiveria, con l’indifferenza e la durezza di cuore e di giudizio. Tutto e tutti attorno a noi ci confermano che non c’è via di uscita, come con l’adultera a cui non era lasciato nessuno scampo. Come la donna adultera restiamo davanti a Gesù senza sfuggire via con la distrazione e l’essere indaffarati. Non ci giustifichiamo con scuse inutili a cui nemmeno noi crediamo. Accogliamo le sue parole che svelano la nostra debolezza ma per rivestirla della forza del suo perdono, come fece Gesù con Pietro che lo tradiva, come fece col ladrone sulla croce e con quelli che lo stavano uccidendo. Non ci nascondiamo, ma restiamo davanti e accanto a lui nel cammino della passione e la forza invincibile del suo amore ci trascinerà, perdonati e salvati, nella gloria della sua resurrezione.



Preghiere 

O Signore Gesù che ti appresti ad affrontare la passione, fa’ che sappiamo seguirti vigilanti e premurosi nei momenti più bui e tormentati della tua vita, senza addormentarci nella distrazione e nell’amore per noi stessi.
Noi ti preghiamo


Padre del cielo che hai mandato il tuo Figlio a salvare l’umanità intera, fa’ che riconosciamo con gratitudine il sacrificio del Signore Gesù e lo imitiamo nello spendere la nostra vita per gli altri e non solo per noi stessi.
Noi ti preghiamo



O Dio misericordioso, fa’ che sappiamo tornare a te per chiedere perdono del nostro peccato. Aiutaci a vincere l’orgoglio che non ci fa sentire bisognosi del tuo amore e ci fa dimenticare di essere tuoi figli.
Noi ti preghiamo


A noi che vediamo il male solo negli altri indica o Signore la via del pentimento sincero per poter sperimentare la grazia della misericordia e del perdono.
Noi ti preghiamo



Dio che non vuoi che nessuno si perda per la forza del male e del peccato, fa’ che impariamo a vedere in ogni fratello e sorella un amico da accogliere e perdonare, rinunciando ad ogni ostilità e freddezza.
Noi ti preghiamo


O Padre buono ti preghiamo per tutti quelli che non sanno come trovare la via del ritorno a te. Fa’ che ogni uomo e ogni donna sappia riconoscerti come un padre buono che attende con fiducia di riabbracciarlo.
Noi ti preghiamo.


O Signore che ti sei fatto piccolo e povero, guarda con amore a tutti coloro che sono nel dolore e soffrono per la mancanza di ciò che è necessario. Ti preghiamo: soccorrili e dona loro la salvezza.
Noi ti preghiamo

  
Ti preghiamo o Dio nostro Padre per il mondo così ferito dalla guerra e la violenza. Fa’ che la pace regni in ogni luogo e che ogni popolo conosca un nuovo tempo di prosperità e consolazione.
Noi ti preghiamo

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