sabato 31 agosto 2019

XXII domenica del tempo ordinario - Anno C - 1 settembre 2019


 
 
Dal libro del Siràcide 3, 19-21.30-31

Figlio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso. Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore. Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti. Perché grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato. Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio, perché in lui è radicata la pianta del male. Il cuore sapiente medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

 

Salmo 67 - Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio, +
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. 



Dalla lettera agli Ebrei 12, 18-19.22-24

Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.

Alleluia, alleluia alleluia.
  

Dal vangelo secondo Luca 14, 1. 7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». 

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, abbiamo sentito dal libro del Siracide: “Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.

Cosa sono i segreti di Dio di cui parla la Scrittura? Sono le vie che conducono alla salvezza, cioè ad una vita che è preservata dall’usura del male e dal consumo sciocco di chi la spreca per ciò che non vale niente, ed è resa eterna dalla compagnia di Dio.

Queste vie sono definite un “segreto” non perché Dio vuole che restino nascoste ai più, anzi, per renderle accessibili a più persone possibile è addirittura nato come un uomo e vissuto annunciando il segreto della salvezza come un Vangelo, cioè una buona notizia. Piuttosto è un “segreto” perché non basta conoscerlo, ma ci vuole qualcosa in più che permette di entrarci dentro, e cioè di fidarci fino a viverlo. Non è sufficiente cioè conoscere la strada, bisogna avviarci su di essa e percorrerla. Se restiamo solo al punto di partenza essa rimane per noi sconosciuta, come un segreto, e soprattutto non ci porta a niente.

È quello che la Scrittura ci dice oggi: “ai miti Dio rivela i suoi segreti.” Sì perché non basta saperli questi misteri, bisogna renderli veri con la vita, e per viverli bisogna fidarsi di Dio che ce li dice, cioè avere l’umiltà e la mitezza di credere che se Dio ci indica proprio queste strade e non altre vuol dire sono le migliori e quelle che conducono alla vita che non finisce, cioè in sua compagnia.

Che dare rende più felici che ricevere, che egoismo, avarizia e aggressività siano atteggiamenti che rendono infelici, che l’amore è la forza più potente del mondo, persino della morte, Il Vangelo ce lo dice da secoli e lo proclamiamo nel Simbolo della fede e nel Padre Nostro, ma se non ci crediamo fino a viverlo, tutto ciò rimane una conoscenza misteriosa, cioè nascosta al nostro essere, come un segreto non svelato, una via non percorsa.

Ma perché solo i miti e gli umili sono in grado di vivere e penetrare pienamente il segreto della salvezza? La risposta è molto semplice: perché gli umili non pensano di saper già come si vive, di aver già capito il segreto e di possederlo, ma sono sempre alla ricerca di impararlo da Dio, e infatti il Siracide aggiunge: “Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio, perché in lui è radicata la pianta del male.”  Poi i miti, perché sono coloro che non si difendono dagli altri, allontanandoli con la propria aggressività, ma sono aperti, perché pacifici e pacificati nel cuore, all’incontro con l’altro, sia esso Dio che i fratelli e le sorelle, ed è solo assieme a loro che è possibile percorrere il segreto della via della salvezza.

Le parole del Vangelo di Luca ascoltate ci offrono alcuni esempi di come umiltà e mitezza, cioè non credere di saper già e apertura all’incontro con l’altro, siamo veramente vie che portano alla salvezza. Quello che cerca il primo posto ha una idea così alta di sé da credere che nessuno possa essere migliore di sé, ma la realtà lo sconfessa e si ritrova ad essere umiliato, cioè riportato alla propria dimensione reale, in verità molto modesta. Ma questa per lui è una sconfitta, un fallimento o un’ingiustizia, perché è offesa al suo orgoglio. Ma chi invece vede negli altri un valore grande, da essi impara la vera grandezza che è un animo capace di incontrare senza giudicare e disprezzare, e vuole bene. Per questo diventa un esempio, qualcuno posto davanti a tutti nell’ordine autentico del bene e del buono.

Lo stesso avviene a chi invita alla propria festa solo quelli da cui pensa di avere da guadagnare: i ricchi, i famosi, gli importanti agli occhi del mondo. In loro si specchia per vedere l’immagine di come desidera essere: ricco, famoso e importante per il mondo. Ma ecco che invece il saggio è colui che si specchia in chi ha bisogno, cioè i poveri, riconoscendo così la propria vera natura bisognosa di imparare da Dio la via della salvezza e di ricevere da lui la forza di percorrerla, il perdono per le volte in cui ha abbandonato la via, la grazia di riconoscerla anche nei momenti di buio.

È quanto abbiamo udito nella festa dell’Assunzione cantato dalla Vergine ad Elisabetta nel Magnificat: “ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.” È tutto il contrario di quello che avviene normalmente, eppure, canta Maria, è quanto il Signore è venuto a realizzare andandosi ad annidare nel suo seno per venire incontro a tutti ed annunciare il segreto della salvezza. Facciamo nostro il giudizio rovesciato del Vangelo e con umiltà e mitezza andiamo incontro al Signore per imparare da lui il segreto della salvezza.

Preghiere

O Signore Gesù aiutaci a non cercare di occupare tutta la nostra vita con noi stessi, le nostre preoccupazioni e affanni, ma di lasciare spazio alla tua Parola per ascoltarla e viverla,

Noi ti preghiamo

 
O Dio plasma le nostre esistenze a immagine tua, perché non prevalga in noi la ricerca del primo posto, ma sappiamo con umiltà e semplicità riconoscerci bisognosi del tuo aiuto ed essere pronti a voler bene a tutti, specialmente i poveri

Noi ti preghiamo

 Ti preghiamo o Signore Gesù per le vittime delle guerre, per chi è morto, per chi è ferito, per chi ha perso tutto e vede il futuro incerto e pieno di minacce. Sostieni quanti oggi sono nel dolore, dona loro speranza e fiducia nel tuo aiuto,
 

 
Noi ti preghiamo




Sostieni o Signore quanti con generosità si dedicano al soccorso di chi è debole e indifeso. Perché il loro impegno a sostegno della vita sia un esempio per tutti,

Noi ti preghiamo

 
Ti invochiamo o Signore, proteggi e libera dal male gli ammalati, chi è anziano, senza casa, prigioniero, per chi è vittima degli odi e delle persecuzioni. Dona a tutti pace e salvezza,

Noi ti preghiamo

 

Benedici o Padre santo, la tua famiglia che si raduna attorno al Vangelo e all’Eucarestia, rendila vigilante nell’attesa della tua venuta. Ti preghiamo per il papa Francesco e per tutti i pastori del tuo gregge. Dona ad essi coraggio e speranza perché portino a tutti l’annuncio della salvezza che viene da te,

Noi ti preghiamo

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