In quei
giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore
gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano. Allora il Signore
scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il
Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio
misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà». Mosè si
curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi
occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura
cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua
eredità».
Dn 3,52.56 - A te la lode o Dio e la gloria nei secoli.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi +
e siedi sui cherubini.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 13, 11-13
Fratelli,
siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli
stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con
voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. La
grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito
Santo siano con tutti voi.
Alleluia, alleluia alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era e che viene.
Alleluia, alleluia alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era e che viene.
Alleluia, alleluia alleluia.
Dal vangelo secondo Giovanni 3, 16-18
«Dio ha tanto
amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non
vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio
nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di
lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato
condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Commento
Cari
fratelli e care sorelle, domenica scorsa abbiamo celebrato con solennità la
discesa dello Spirito santo sui discepoli e lo abbiamo invocato perché riempia
di amore la vita di noi tutti. La festa di Pentecoste ci ripropone un evento
che fu cruciale nella storia dei discepoli del Signore. Infatti dopo la sua
morte e resurrezione essi ancora facevano fatica a capire il messaggio che il
Signore aveva loro affidato. Non si rendevano conto di come fossero accaduti
tutti quei fatti straordinari, dal giorno della cattura di Gesù, fino alla
croce, la resurrezione e infine l’ascensione al cielo del Signore. Che
significato aveva tutto ciò?
Anche
noi tante volte facciamo fatica a comprendere la volontà del Signore per la
nostra vita e per quella del mondo. I suoi segni ci appaiono contraddittori e
difficili da interpretare, come è avvenuto nel tempo in cui la malattia e la
morte sembrava essersi impossessata del mondo intero.
Infatti
finché i discepoli cercarono di capire e darsi spiegazioni, tutto restò oscuro per
loro. Fu necessario che lo Spirito li riempisse di amore perché tutto quello
che avevano vissuto acquistò un senso e un valore. Gesù non si preoccupò di
convincerli con argomentazioni e dimostrazioni razionali, ma li inondò letteralmente
di un amore che li sospinse subito fuori ad incontrare la gente, persone di
tutto il mondo, riuscendo a comunicare con tutti, al di là di ogni barriera
linguistica, culturale, umana.
È lo
Spirito che dona la chiarezza affettiva e l’intelligenza dell’amore che ci fa
sentire che il Vangelo indica la via migliore, percorribile e liberante dalla
prigione dell’egoismo autocentrato, dal cercare la propria salvezza solo in sé
stessi e nel proprio benessere. Finché i discepoli cercarono spiegazioni e
ragionamenti convincenti restarono prigionieri della paura e del dubbio. Appena
si lasciarono andare al soffio dello Spirito e riacquistarono la fiducia nel Signore
che non li aveva lasciati soli ebbero subito chiaro per cosa valeva la pena
vivere, chi seguire, verso dove indirizzare i propri passi: avevano ricevuto
dallo Spirito la chiarezza affettiva e l’intelligenza dell’amore.
A volte
noi facciamo fatica a sentire la presenza dello Spirito nella nostra vita,
eppure è il modo con cui Dio resta più stabilmente dentro di noi, se lo
invochiamo e lo accogliamo. Ogni volta che proviamo un sentimento di affetto, ogni
volta che intuiamo nel fratello e nella sorella l’amico da cui lasciarsi voler
bene e a cui voler bene, ogni volta che restiamo spiazzati e stupiti dalla
bellezza di un gesto di generosità, di una dimostrazione di benevolenza e di
generosità, ebbene è lo Spirito che ci guida e ci sostiene, ci fa “comprendere”
secondo il modo di comprendere di Dio e non quello del mondo.
Oggi,
una settimana dopo la Pentecoste, la Chiesa ci propone di soffermarci sulla
realtà trinitaria di Dio. A Pasqua abbiamo seguito gli ultimi passi di Gesù, lo
abbiamo visto resuscitato dal Padre e poi assunto in cielo per tornare a Lui, a
Pentecoste abbiamo incontrato lo Spirito. Ecco che dunque ora ci si presenta la
Trinità. Essa ripropone la realtà non individualistica di Dio. Egli non è solo
“uno”, nel senso umano della parola, ma trino: Padre Figlio e Spirito santo.
Questo spiega perché il nostro non è un Dio a cui ha molto senso credere “da
soli”, come spiega Paolo nel brano della lettera ai Corinzi che abbiamo
ascoltato. Egli dice come Dio è con noi se ci amiamo l’un l’altro: “siate gioiosi, tendete alla perfezione,
fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il
Dio dell’amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio
santo.” La Trinità si specchia in chi, come lei, vive il legame dell’amore
come un vincolo essenziale e indispensabile. Questo è l’invito che ci giunge
oggi da questa festa: impariamo l’obbedienza del Figlio al Padre, la
sollecitudine di questo per il Figlio, la presenza pervasiva e costante dello
Spirito.
Sì,
possiamo dire che lo Spirito agisce nell’uomo e nella storia come agisce anche
nella vita di Dio, con lo stesso effetto vivificante dell’amore. Lo vediamo nel
brano dell’Esodo presentato nella prima lettura. Il popolo ha pesantemente
disobbedito a Dio, si è fatto un vitello d’oro, ha rotto il patto col Signore,
lo ha tradito. Dapprima Dio promette a Mosè che per questo motivo distruggerà
il popolo: “Ho osservato questo popolo:
ecco, è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda
contro di loro e li divori.” (Es 32,9-10) Ma poi Mosè intercede e lo
Spirito fa letteralmente “cambiare idea” a Dio: “Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo
popolo.” (Es 32,14) tanto che poco dopo egli rinnova il patto col popolo,
gli consegna le tavole della legge, e afferma di sé: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e
ricco di amore e di fedeltà.” (Es 34,6)
Cari
fratelli e care sorelle, questo è il volto di Dio come egli si manifesta a noi:
misericordioso e lento all’ira, desideroso di salvare e restio a condannare. È
il volto di un Dio che è morto per gli uomini sulla croce (il Figlio), ha fatto
trionfare la vita sulla morte (il Padre), rimane sempre con noi per comunicarci
il suo amore e la misericordia di cui è fonte inesauribile (lo Spirito Santo).
Preghiere
O Dio nostro Padre, guidaci nelle vie del mondo. Sostieni
la vita dei tuoi figli: dona la pace, consola chi è nel dolore, salva chi perde
la vita seguendo le vie che non portano a nulla,
Noi ti preghiamo
O Signore Gesù Cristo, figlio unigenito del Padre e
nostro salvatore, ti ringraziamo per il Vangelo che hai annunciato e vissuto
come via alla portata di tutti per giungere alla vita eterna,
Noi ti preghiamo
O Spirito Santo, consolatore e guida, vieni e scalda i
cuori, illumina le menti e riempi in tutti il vuoto di amore, perché il mondo
sia trasformato dalla tua presenza,
Noi ti preghiamo
O Trinità santa comunica a noi l’amore che ti unisce
nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, fa’ che ogni uomo ti conosca e
impari a specchiarsi in te, amando gli altri uomini come sé stessi,
Noi ti preghiamo.
Ti invochiamo o Dio per ogni uomo che soffre, in modo
particolare per i popoli in guerra. Dona la pace vera che gli uomini non sanno
darsi,
Noi ti preghiamo
Ascolta il lamento o Padre misericordioso di quanti
invocano il tuo soccorso. In modo particolare ti ricordiamo quanti sono malati
nel mondo: manda loro guarigione e salvezza,
Noi ti preghiamo
Sostieni o Dio il papa Francesco, tuo servitore e
testimone, perché col tuo aiuto percorra con coraggio e serenità le vie del mondo
contemporaneo indicando te come l’unica salvezza dal male,
Noi ti preghiamo
Benedici e proteggi o Signore Gesù, questa comunità
che convochi ogni domenica al tuo banchetto eucaristico. Perché l’incontro con
la tua Parola e il tuo Corpo sia il fulcro della vita di ogni discepolo,
Noi ti preghiamo
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