sabato 2 gennaio 2021

II domenica del tempo di Natale - anno B - 3 gennaio 2021

 



Dal libro del Siracide 24, 1-4. 8-12

La sapienza fa il proprio elogio,

in Dio trova il proprio vanto,

in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.

Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,

dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,

in mezzo al suo popolo viene esaltata,

nella santa assemblea viene ammirata,

nella moltitudine degli eletti trova la sua lode

 

e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:

«Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,

colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:

"Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele,

affonda le tue radici tra i miei eletti" .

Prima dei secoli, fin dal principio,

egli mi ha creato, per tutta l'eternità non verrò meno.

Nella tenda santa davanti a lui ho officiato

e così mi sono stabilita in Sion.

Nella città che egli ama mi ha fatto abitare

e in Gerusalemme è il mio potere.

Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,

nella porzione del Signore è la mia eredità,

nell'assemblea dei santi ho preso dimora».

 

Salmo 147 - Il Verbo si è fatto carnee ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,

loda il tuo Dio, Sion,

perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,

in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

 
 
Così non ha fatto con nessun'altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Egli mette pace nei tuoi confini

e ti sazia con fiore di frumento.

Manda sulla terra il suo messaggio:

la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,

i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.


Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1, 3-6. 15-18

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Perciò anch'io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Gloria a te, o Cristo, annunziato a tutte le genti;
gloria a te, o Cristo, creduto nel mondo.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 1,1-18

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, oggi la Scrittura ci ripete ancora una volta l’annuncio della venuta del Salvatore, che già a Natale abbiamo accolto e meditato. Il prologo del Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato però non racconta i fatti che accompagnarono la nascita di Gesù. Esso sottolinea piuttosto il significato profondo che la venuta del Salvatore rappresenta per noi.

Innanzitutto mette in luce come il Signore che è nato costituisca l’inizio di tutto: del creato intero, quindi di animali, piante, cielo, terra, ecc… ma anche, e questo spesso ci sfugge, di ciascuno di noi individualmente: “In principio era il Verbo, e … tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste”. Anche noi esistiamo per quel principio di tutto che è Gesù. Questo significa che in qualche modo noi portiamo in noi stessi le impronte delle mani creatrici del Signore Gesù che ci rendono a lui familiari e in qualche modo somiglianti. Sono le sue dita che hanno plasmato e conformato il nostro essere, imprimendogli quei caratteri che ci rendono “a somiglianza” di Dio: la capacità di voler bene, di essere empatici, soffrendo e gioendo con chi abbiamo accanto, la generosità senza motivi e senza convenienza, ecc…

Questo è il “principio” che da fondamento alla nostra vita, lo sostiene, in qualche modo spiega il motivo del nostro stesso esserci e ci da uno scopo e un senso.

Davanti a questa realtà Giovanni evidenza il paradosso che, nonostante ciascuno sia legato al suo creatore da un legame stretto, egli “Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”.  È la grande assurdità della storia dell’umanità che in tanti modi prende le distanze da Dio e disconosce le sue “impronte” sul nostro essere. Pensiamo alle ideologie che nelle varie epoche hanno voluto eliminare ogni riferimento a lui, o a quelle che ne hanno fatto una caricatura stravolgendo il senso del suo essere un “principio” per farne uno “strumento” dei propri scopi. Ma anche in modo molto più semplice e banale, ciascuno in fondo pensa sempre che il proprio principio sia se stesso e che la conformazione della propria esistenza sia merito proprio, delle capacità, delle doti, della fortuna, o del caso.

Ma proprio per questo, prosegue Giovanni, Dio è venuto, è nato, ha assunto quella stessa carne e quello stesso spirito che lui ha plasmato e formato mostrando concretamente, visibilmente, che il principio che lui vi ha immesso è reale. Ha mostrato che il voler bene come lui lo intende e lo ha immesso in noi è vivibile e costituisce la via percorribile migliore per l’uomo e la donna. Per questo Giovanni lo chiama “la luce che illumina il mondo”, perché solo a partire da lui riusciamo a vedere veramente chi siamo noi e cosa è la realtà che ci circonda. Altrimenti c’è il buio, il caos, la confusione totale.

Ed è quando si pretende di spiegare l’uomo eliminando la sua parte spirituale che lo assimila a Dio si arriva facilmente a giustificare lo sfruttamento, la violenza, le ingiustizie, si accetta come normale la guerra, si giustifica che chi non conta niente o non è abbastanza forte debba soccombere come è nell’ordine naturale delle cose materiali. Ma per fortuna, ci ricorda Giovanni, l’uomo non è solo un grumo di particelle organizzate in un certo modo più o meno spiegabile e razionale, ma una persona che è stata creata, voluta, desiderata da Dio stesso, e questa è la sua più grande dignità.

Il Natale è il tentativo estremo di Dio di riportare l’uomo a riconoscere se stesso e il prossimo quali siamo veramente rispecchiandoci in Gesù, Dio che si è fatto uomo perché lo possiamo incontrare più facilmente. In Gesù possiamo riscoprire la nostra vera natura: umana, amica, generosa, solidale con chi è nel bisogno e capace di riscoprire nell’altro il fratello.

Le due cose infatti sono intimamente legate: chi non riconosce Dio come il proprio creatore e Padre non riconosce nell’altro il fratello e la sorella. È qui l’origine di tante ingiustizie e conflitti che dividono le nostre società in ricchi e poveri, superiori e inferiori, oppressori e vittime, a volte nemici gli uni degli altri.

 

In un suo discorso papa Francesco descrive bene come superare la tensione che proviene da queste divisioni: “tra voi si confonda chi aiuta e chi è aiutato. Una tensione che lentamente cessa di essere tensione per diventare incontro, abbraccio: si confonde chi aiuta e chi è aiutato. Chi è il protagonista? Tutti e due, o, per meglio dire, l’abbraccio.”

Nei giorni scorsi abbiamo voluto vivere in modo concreto questo incontro nella cena che ha raccolto tanti poveri, persone sole, senza casa, stranieri, anziani, e persone che si sono volute fare loro servitori e amici. Purtroppo, a differenza degli scorsi anni, non abbiamo potuto sederci tutti allo stesso qui tavolo, qui in chiesa, ma abbiamo visitato la casa di oltre 200 persone per portare loro la cena, un regalo e l’amicizia. È stata una vera festa attorno al Signore che è nato e che ci ha riuniti, anche se separati, facendoci riconoscere fratelli e sorelle, perché tutti figli e figlie dell’unico creatore. Nell’abbraccio dell’amore si è confuso chi aiutava e chi era aiutato, si è sciolta ogni tensione e diffidenza. Come dice il papa nessuno era protagonista, nel senso nessuno prevaleva sull’altro, perché tutti ci sentivamo ugualmente debitori dell’amore che il Signore è venuto a portarci vivendolo lui per primo. Non contavano tanto quello che ciascuno sapeva fare e quanto questo valeva, ma ci univa la gratitudine per l’essere stati riuniti in un abbraccio caldo e accogliente.

 

Continua il Vangelo di Giovanni: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.” Questo è quello che abbiamo vissuto: Abbiamo accolto nel fratello, nel piccolo e nel povero il Signore stesso che ci si fa vicino a Natale e questo ci ha reso figli di Dio e non più delle divisioni di questo mondo. Questo non ce lo insegna la carne né il sangue, cioè il vincolo familiare naturale, ma il vivere l’amore di Gesù, gratuito, generoso e solidale. Così abbiamo riscoperto nel nostro volto e nel volto di chi avevamo accanto, illuminati dalla luce vera dell’amore di Gesù, il volto di Cristo che ci ha creati suoi figli e fratelli fra di noi.

Sia questa la nostra esperienza di ogni giorno, perché da questo Natale ci giunge un messaggio di pace e fraternità che trasforma la vita di chi lo accoglie, donandoci la pace vera e la gioia del cuore.


Preghiere 

 

O Gesù che ci hai creati a tua immagine, fa’ che riconosciamo nel volto del fratello e della sorella la bellezza e la grandezza tue,

Noi ti preghiamo

  

O Dio che non ti rassegni alla distanza che mettiamo fra noi e te, ti ringraziamo perché fai ancora nascere il tuo figlio unigenito nella vita di quanti accolgono il Vangelo,

Noi ti preghiamo


Ti preghiamo o Signore per quanti vogliono cancellare la tua immagine nell’uomo riducendolo a un essere del creato come tutti gli altri. Fa’ che possano scoprire la bellezza di essere tuoi figli,

Noi ti preghiamo

 

O Padre del cielo fa’ sì che a quanti sono respinti e disprezzati sia restituita la dignità più grande, quella di essere tuoi figli, e per questo siano amati e rispettati,

Noi ti preghiamo

 

Insegnaci, o Padre misericordioso, a gioire del tuo amore che ci è donato gratuitamente e senza condizioni. Fa’ che lo accogliamo con gratitudine e lo ricambiamo con generosità,

Noi ti preghiamo

  

In questo inizio di anno ti invochiamo o Dio: manda la pace nei paesi sconvolti dalla guerra. Riconcilia i cuori di chi oggi è sopraffatto dall’odio e dalla violenza,

Noi ti preghiamo

 

Concedi a tutti noi, o Padre misericordioso, di annunciare con la nostra vita la gioia del Vangelo, perché tanti possano essere raggiunti dalla novità che il Natale ci porta a vivere,

Noi ti preghiamo

 

Proteggi e sostieni il nostro papa Francesco e la tua Chiesa ovunque diffusa, perché sia sempre segno di pace e testimone di riconciliazione,

Noi ti preghiamo.

 

 

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