Fu rivolta a Giona questa parola
del Signore: «Alzati, va’ a Ninive, la grande città, e annuncia loro quanto ti
dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore. Nìnive era
una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a
percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta
giorni e Nìnive sarà distrutta». I cittadini di Nìnive credettero a Dio e
bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro
opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si
ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Salmo 24/25 - Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 7,
29-31
Questo vi dico, fratelli: il
tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se
non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che
gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non
possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero
pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
Alleluia, alleluia alleluia.
Il regno di Dio è
vicino;
convertitevi e credete nel
Vangelo.
Alleluia, alleluia alleluia.
Dal vangelo secondo Marco 1, 14-20
Dopo
che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di
Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e
credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea,
fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E
subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo,
figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca
riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo
nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Commento
Cari fratelli e care sorelle, celebriamo oggi in tutto
il mondo la festa della Parola di Dio con la quale papa Francesco ha voluto
ricordarci la centralità del dono forse più grande che fin dall’inizio Dio ha
fatto al mondo e agli uomini. La Parola di Dio infatti, è bene ricordarcelo,
prima che scritta è stata Parola pronunciata ed è agli inizi dell’esistenza di
tutte le cose: “Dio disse: «Sia la
luce!». E la luce fu.” (Gen 1,3). Anche le parole del Vangelo prima che una
“lettura”, come siamo abituati a considerarlo, furono vita vissuta, voce che
parlava, Gesù che operava. Per questo la Parola di Dio conserva il potere
creatore di vita nuova: se essa non risuona a vuoto, cioè se è accolta e
conservata, fa nascere vita nuova. La parabola del seminatore che getta la
semente sulla strada, fra i rovi e poi sul terreno buono è stata narrata da
Gesù proprio per farci capire questo: non basta che il seme sia gettato, e non basta
nemmeno una buona disposizione d’animo, c’è bisogno che le due cose si
incontrino perché un terreno buono produca frutti buoni. Questo avviene con un
ascolto attento e disponibile. E il frutto, ricordiamoci sempre bene, non è qualche
soddisfazione in più, è la salvezza della nostra vita che altrimenti va sprecata.
Questa festa ci viene incontro con la prima lettura
dal libro del profeta Giona.
La sua storia ci narra come Dio si era fatto presente
a lui e lo aveva invitato ad annunciare la sua Parola alla città di Ninive
perché questa cambiasse il proprio comportamento violento: “Fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa
parola del Signore: «Alzati, va’ a Ninive la grande città e in essa proclama
che la loro malizia è salita fino a me».” Dio con la sua Parola chiede a
Giona un’assunzione di responsabilità perché ponga argine al dilagare del male
in quella grande città, anche se essa è al di fuori del suo contesto culturale
e religioso. La Parola richiama sempre ciascuno di noi alla responsabilità
davanti al mondo e alle sue vicende, al di là dei confini del nostro contesto personale,
e questo avviene perché essa fonda quella fraternità universale basata sulla
unica e comune paternità di Dio. È il Padre che parla e la sua voce rinnova la
fraternità: la sua è Parola per tutti, rivolta a tutti allo stesso modo, Parola
che convoca in una comunità di destino per la quale quello che accade all’altro
mi riguarda, Parola che sgorga da un amore che non conosce limitazioni.
Come sappiamo Giona fugge da questo invito di Dio:
pensa che ci si possa nascondere da questa realtà voltando le spalle. È l’idea,
così diffusa anche fra noi, che la responsabilità della vita del fratello e
della sorella è solo di chi se la assume, in realtà chi la ignora si riveste di
una responsabilità ancora maggiore, quella di lasciare il male libero di agire
contro gli altri. Ricordiamo le parole di Gesù in Matteo 25: “ho avuto fame e non mi avete dato da
mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere.” (45) L’accusa, motivo
della condanna da parte di Gesù, è di “non
aver fatto” qualcosa e non di “aver fatto
qualcosa contro” qualcuno.
Alla fine però Giona si convince: accetta l’invito di
Dio e va a Ninive, come abbiamo ascoltato nel brano odierno. Ed ecco che il
profeta scopre qualcosa di straordinario. Egli, all’inizio, forse pensava di
non essere all’altezza, di non avere le doti necessarie per provocare la
conversione di una città intera, grande “tre
giornate di cammino” da un estremo all’altro del suo territorio. Forse
aveva paura delle conseguenze di un rifiuto: condanna, giudizio, persecuzione.
O forse, più semplicemente era pigro e la salvezza di una città intera non gli
sembrava un motivo abbastanza grande per spingerlo ad affrontare la fatica di varcare
i confini del proprio piccolo mondo e di andare fin lì.
Sono più o meno le stesse motivazioni che spingono
anche noi a non intervenire, a farci da parte, a non farci carico della
responsabilità del bene del fratello e della sorella.
Ma ecco che basta che Giona cambi idea a accolga l’invito
della Parola rivoltagli da Dio che, all’improvviso e inaspettatamente, tutte le
difficoltà paventate si risolvono: la tempesta è sedata, Giona è salvato dalla
balena dal naufragio, e, soprattutto, quando Giona annuncia alla città di
Ninive le parole che Dio gli ha detto essa si converte, fa penitenza e si salva
dalla distruzione.
Insomma quando Giona si fida della Parola scopre che
la forza che è in essa è sufficiente a portare a termine la volontà di Dio. Non
sono necessarie doti straordinarie, eroismi o chissà quali capacità: basta
annunciare la Parola che Dio ci ha affidato. Sì perché è in essa la vera forza
e basta metterla in pratica perché essa si sprigioni con abbondanza e trasformi
la realtà, come afferma il profeta Isaia: “Come
infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere
irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, …, così sarà
della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza
aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.”
(55,10-11)
Care sorelle e cari fratelli ogni anno questa festa ci
riconsegna simbolicamente la Parola di Dio tutta intera, come un messaggio
rivoltoci da Dio, non una lettera morta, come una parola efficace non un
lamento impotente o una denuncia sterile. Facciamola nostra mettendola in pratica,
cioè facendo sì che sprigioni la forza che contiene. È un peccato sprecarla e
accettare che parli invece con forza la parola di questo mondo che ci vuole insoddisfatti
e impotenti.
Preghiere
O Padre misericordioso e benigno, ti ringraziamo per
il dono della tua Parola che riunisce l’umanità intera in un’unica famiglia. Fa’
che ascoltiamo e viviamo con essa per sempre
Noi ti preghiamo
Accogli o Dio onnipotente la nostra preghiera, perché tutti
possano ascoltare la tua Parola e trarre da essa la forza per una vita
rinnovata dal tuo amore.
Noi ti preghiamo
O
Gesù che hai percorso le strade del mondo perché noi potessimo seguirti, fa’
che ascoltiamo il tuo invito a lasciare ciò che non vale e a legarci a te, ai
fratelli e alle sorelle.
Noi ti preghiamo
Noi ti preghiamo
Ti preghiamo o Dio per tutti coloro che soffrono nel
mondo: per i malati, i prigionieri, i disprezzati e i sofferenti. Fa’ che
sappiamo essere loro fratelli e sorelle, testimoni della resurrezione di
Cristo.
Noi ti preghiamo
Abbi pietà di noi o Signore perché spesso abbiamo
cercato il nostro interesse e vantaggio, anche a discapito degli altri. Aiutaci
a vivere un legame fraterno con tutti, perché cerchiamo il bene comune.
Noi ti preghiamo.
O Cristo Gesù, dai forza e coraggio alle comunità dei
tuoi discepoli ovunque disperse nel mondo.
Fa’ che la loro presenza in ogni città sia segno di
umanità e di vita vera.
Noi ti preghiamo
O
Padre buono e misericordioso, ascolta l’invocazione di chi ha bisogno di aiuto,
conforto e salvezza, perché presto si realizzi il tuo regno di pace e di giustizia.
Noi ti preghiamo
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