lunedì 18 settembre 2023

Festa dell'Esaltazione della Croce - 14 settembre 2023

 



Dal libro dei Numeri 21, 4b-9

In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.

 

Salmo 77 - Non dimenticate le opere del Signore! 

Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore. 

Lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza. 

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira 
e non scatenò il suo furore.

Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi 2, 6-11

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

 

Alleluia, alleluia, alleluia.

Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua croce hai redento il mondo.
Alleluia, alleluia, alleluia.

 

Dal vangelo secondo Giovanni 3, 13-17

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.  Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». 

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, celebriamo oggi la festa antica e solenne dell’Esaltazione della Santa Croce. Essa viene a riproporci, lontano dai giorni della Passione del Signore, di soffermarci sul simbolo della morte di Gesù. In modo particolare per noi questa festa è ancora più solenne perché è il titolo a cui la nostra chiesa è dedicata e che costituisce, per così dire, la “santa protettrice” della nostra comunità.

Quest’anno questa festa ha un sapore e un colore diverso, perché si colloca in un tempo fortemente segnato dalla presenza vicina, direi incombente, della guerra. Una presenza che accompagna le nostre giornate da un anno e mezzo e che rischia di divenire come una compagna abituale, normale delle nostre giornate. Non suscita più stupore, sdegno, dolore, diviene una presenza normale del nostro tempo.

Così è anche della croce. È un simbolo ormai antico e siamo abituati alla sua presenza come un elemento ornamentale e privo di significato. La festa di oggi ricorda il momento quando fu ritrovato il legno della croce che era stato seppellito in basso, in un luogo nascosto e inaccessibile.

Sì il mondo cerca sempre di allontanare dal nostro sguardo la croce, come fa con la guerra e il dolore degli uomini di oggi, e, non potendo nasconderla fisicamente, il modo migliore per farlo è renderla insignificante, come qualcosa a cui si è abituati.

Oggi questa festa viene innanzitutto a dirci che non ci si può abituare alla croce, non ci si può abituare alla guerra, non ci si può abituare al dolore delle persone.

Il mondo nasconde la croce perché ne ha paura, ma non solo perché ricorda una morte dolorosa, piuttosto, e direi soprattutto, perché ci dice che la morte è stata vinta e che essa non deve più farci paura. Essa non è l’ultima parola e non è nemmeno una condanna irrevocabile. La Resurrezione del Signore l’ha vinta e dalla croce Gesù ha “soffiato lo Spirito” su tutti gli uomini della terra, quello Spirito che è vita, pace e resurrezione.

Care sorelle e cari fratelli oggi abbiamo voluto intronizzare la Bibbia proprio sull’altare delle croci per dire che dalla croce ci viene il messaggio del Vangelo che proclama la resurrezione. La croce non è muta, non è silenzio di morte, ma è proclamazione potente della voce di Dio che da quella croce, dalle guerre del mondo, dai dolori che provano duramente tante persone ci fa giungere l’annuncio che la vita vince, la pace è possibile, il dolore può essere consolato e superato.

Come è possibile questo?

Abbiamo ascoltato dal libro dei Numeri che la salvezza per gli Israeliti morsi dal veleno di morte fu alzare lo sguardo verso l’alto, e anche il Vangelo di Giovanni ci riporta le parole di Gesù: “bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.” Finché teniamo gli occhi bassi vediamo solo il presente desolante della guerra e dei dolori, un presente che sembra senza scampo e definitivo, tanto da essere considerato “normale”. Ma se alziamo lo sguardo verso Gesù vediamo sì la croce, cioè non dimentichiamo il dolore, ma riceviamo da essa la visione del sogno di Dio, fatto di pace, consolazione, vita e pienezza di gioia.

Non pensiamo che siamo troppo giovani o troppo anziani, troppo impegnati o senza niente da fare, troppo tristi o troppo spensierati: ognuno può ricevere dalla Croce lo Spirito della pace che è una visione diversa che diventa gesti, decisioni, sentimenti e atteggiamenti nuovi. Ognuno ha la possibilità di vivere la pace nei rapporti e nelle situazioni in cui vive. E questa pace non è inattività o remissività, piuttosto è un atteggiamento attivo e tenace di realizzazione del bene dove il male sembra prevalere. Ogni gesto, ogni decisione di bene si riverbera sul mondo intero e allarga i confini della pace, include pezzi di vita, persone, luoghi sotto il segno della pace vera.

A quel sogno dobbiamo guardare per impegnarci a realizzarlo fin da ora. Se restiamo con lo sguardo basso sul presente non troveremo una via di uscita, la guerra ci sembrerà normale, il dolore degli altri accettabile.

Cari amici, non facciamoci rubare la vista della croce, rivolgiamo ad essa il nostro sguardo fiducioso e pieno di speranza. Da essa riceviamo il Vangelo della pace e del voler bene, vera risposta ad ogni male odierno. Solleviamo il nostro sguardo e il nostro cuore ad un livello più alto del chiacchiericcio confuso e stordente per far risuonare forti le parole del Signore che abbiamo appena ascoltato: “Dio … ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.  Dio, …, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.


 

Preghiere 

 

O Signore Gesù, dalla croce a cui sei stato inchiodato ci provochi ad un amore per tutti senza limiti né condizioni. Fa’ che rispondiamo con disponibilità al tuo invito, Noi ti preghiamo

 

O Gesù, dalla croce dona con abbondanza a tutti gli uomini il tuo Spirito che fa mettere al primo posto il bene degli altri e che fa riconoscere in ognuno il proprio fratello e la propria sorella, Noi ti preghiamo

 

O Spirito di amore, riempi i nostri cuori perché non vinca la paura e la rassegnazione, ma prevalga il desiderio di restare accanto alle croci piantate nel mondo per aiutare quanti oggi ne sopportano il peso,

Noi ti preghiamo

  

O Dio manda dal cielo la tua benedizione su quanti affrontano viaggi rischiosi e faticosi per raggiungere un approdo di pace e un futuro felice. Proteggi quanti fuggono per mare e per terra, salvali dalla cattiveria degli uomini e dai pericoli mortali del viaggio,

Noi ti preghiamo

 

Proteggi o Padre buono gli uomini e le donne che vivono in guerra. Dona pace ai paesi sconvolti dalla violenza e schiacciati dal terrorismo,

Noi ti preghiamo

 

Dona o Signore salvezza al mondo intero, specialmente dove ora regna ingiustizia e povertà. Fa’ che il bene regni ovunque, dove oggi c’è disuguaglianza e sfruttamento,

Noi ti preghiamo

 

Aiutaci, o Dio, a sollevare il nostro sguardo verso la tua croce e i dolori di questo mondo. Fa’ che sentiamo sempre il bisogno di realizzare il bene della pace che tu ci doni,

Noi ti preghiamo

 

Sostieni o Signore i tuoi figli ovunque dispersi, radunali nella famiglia dei discepoli ai piedi della tua croce, per celebrarti risorto e nutrirsi del tuo corpo e sangue. Proteggili da ogni male e dalla tentazione di fuggire dalla croce,

Noi ti preghiamo

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