sabato 6 aprile 2024

Pasqua di Resurrezione - Anno B - 31 marzo 2024

 


Dagli Atti degli Apostoli 10, 34a. 37-43

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

 

Sal 117 - Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3, 1-4

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Cristo è risorto dai morti e non muore più,

Egli ci attende in Galilea.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 24,1-12

Il primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: «Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno»». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l'accaduto.

 

Commento

 

Care sorelle e cari fratelli, abbiamo vissuto questi giorni passati con il cuore inondato dalla tristezza per le vicende dolorose accadute a Gesù in Gerusalemme. Una storia dura di ingiustizia, persecuzione, tradimento, abbandono e infine morte. La stessa storia l’abbiamo voluta fissare sulle pareti di questa chiesa che giovedì santo si è aperta alla preghiera e alla meditazione dei fedeli della città come un memoriale dei tanti migranti in fuga da guerra, miseria e disperazione, morti nel loro viaggio di speranza verso un futuro migliore.

Ma già da anni ormai il nostro animo è appesantito anche dal dolore che tante notizie e immagini di guerra ci trasmettono da molti luoghi della terra. Siamo in tempo di guerra ed essa lambisce e occupa il nostro animo di profonde preoccupazioni.

Tutto ciò ci appare assurdo e inspiegabile e facciamo fatica a trovare la nostra posizione. Da un lato la preoccupazione, il pessimismo, ma dall’altro anche il desiderio di evadere, di non lasciarsi sopraffare. Come reagire?

Abbiamo udito dal racconto evangelico come anche i discepoli e le discepole, dopo la morte di Gesù, vivano sentimenti contrapposti: il dispiacere, ma anche la paura, il disorientamento davanti a un futuro incerto: erano preoccupati di come sarebbe continuata la loro vita.

Le donne reagiscono facendo ciò che era possibile, in realtà ben poca cosa, cioè prendersi cura del corpo morto di Gesù per assicurargli almeno una degna sepoltura.

Vanno al sepolcro portando gli oli necessari e con questo stato d’animo li coglie di sorpresa la resurrezione di Gesù. Non solo non se l’aspettavano, anche se Gesù gliel’aveva preannunciata più volte, ma anche davanti a segni evidenti, quali la tomba vuota, gli angeli che gliela annunciano, la testimonianza dei fratelli, il sudario ripiegato di lato, non riescono a crederci veramente. Altrettanto avviene a Pietro con gli altri discepoli ai quali le donne riferiscono ciò che hanno visto.

Quando il cuore è invaso dalla tristezza, quanto è difficile credere ai segni di speranza!

Si preferisce non vederli, o sminuirne la portata, come cose non risolutive. Che cambia?

Il realismo rassegnato nasconde i segni della resurrezione di Gesù dietro una nebbia di tristezza. Il Vangelo ci dice che a Pietro con gli altri “Quelle parole parvero come un vaneggiamento e non credevano ad esse.”

Care sorelle e cari fratelli anche oggi facciamo molta fatica a credere ai segni di speranza che pure nel mondo ci sono. Ogni volta che la logica della sopraffazione e degli odi è scardinata da gesti di solidarietà, ogni volta che il senso di fraternità che unisce persone diverse sovrasta le barriere frapposte dal bellicismo e del nazionalismo, ogni volta che ci si immedesima nel dolore o nella gioia di un altro invece di restare indifferenti o cinicamente calcolatori, è un segno che la vita è più forte della morte e che riafferma le ragioni del bene.

Diveniamo, fratelli e sorelle, cercatori di segni di resurrezione, capaci di coglierli nelle pieghe nascoste della vita e di rafforzarli facendoli nostri, non lasciandoli deperire nell’indifferenza di tutti. Non vederli ci rende complici del male perché rafforza il realismo rassegnato che fa dire che tanto non ci si può fare niente, che tanto la guerra e il male sono realtà normali o addirittura necessarie, nel mondo.

Il Vangelo che abbiamo ascoltato si conclude con un grande senso di incertezza: la tomba è vuota, gli angeli hanno parlato, i discepoli e le discepole hanno visto, ma ancora non risuona alto il grido “è risorto! la vita ha vinto, la morte è sconfitta!” Il Vangelo lascia a noi il compito di innalzare con la nostra vita questo grido. Ogni volta che siamo attenti e partecipi alla vita colpita e umiliata, offesa dalla forza del male è un grido che innalziamo: “è risorto!”, un grido che non è solo detto a parole, ma con tutta la forza del cambiamento della realtà. Ogni volta che crediamo nella pace possibile e la riaffermiamo con gesti di mitezza e fraternità con tutti, rifiutando ogni bellicismo e normalità della guerra, innalziamo il grido: “è risorto!”

Se in tanti gridiamo con le nostre azioni e i nostri comportamenti quei segni nascosti ai quali, spesso, nessuno da peso, assumono la rilevanza dell’annuncio di resurrezione.

Facciamoci con la nostra vita annunciatori credibili e audaci della resurrezione di Cristo credendo possibile un amore più forte dell’odio, una pace più forte della guerra, una vita più forte della morte. È l’annuncio di Pasqua è la salvezza che il Signore Gesù è venuto a portare all’umanità intera. Completiamo con la forza delle  nostre azioni il Vangelo che abbiamo ascoltato, dando compimento alla promessa di Gesù che torna da noi e si fa incontrare da noi vivo e risorto, forte e audace di un amore che non finisce sotto i colpi della passione e non è inchiodato alla croce, ma risorge ogni volta che lo prendiamo sul serio e lo facciamo nostro. Cristo è risorto, veramente è risorto!

 

Preghiere 

 

O Signore nostro Gesù Cristo, ti rendiamo gloria perché con la tua resurrezione hai vinto la morte e rendi chi ti resta vicino vittorioso sul male,

Noi ti preghiamo

  

Ti ringraziamo o Signore, perché qui nella tua casa riceviamo l’annuncio gioioso della vita che vince la morte. Aiutaci a non fuggire il male che vediamo attorno a noi, ma a vincerlo con la forza del tuo amore,

Noi ti preghiamo

 

O Signore Gesù, tu che dalla tomba sei sceso negli inferni per portarvi la salvezza della resurrezione, visita i luoghi di guerra e di dolore e risolleva quanti in essi sono prigionieri del male, perché trovino presto la salvezza che attendono,

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Signore Gesù per tutti i tuoi discepoli ovunque dispersi e che in ogni parte della terra in questo giorno ti proclamano risorto. Fa’ che viviamo sempre in unità, come una famiglia radunata dalla tua Parola attorno all’unica mensa

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio perché tutti gli uomini che ancora non ti conoscono possano presto udire l’annuncio del Vangelo di resurrezione e, divenuti tuoi discepoli, essere rivestiti della forza del tuo amore

Noi ti preghiamo.


 

Guida e proteggi o Padre il nostro papa Francesco che annuncia al mondo il Vangelo e testimonia la forza invincibile del tuo amore. Sostienilo nelle difficoltà, rendi la sua vita un segno eloquente della gioia della resurrezione,

Noi ti preghiamo

 

 Salva o Dio misericordioso tutti coloro che ti invocano. In modo particolare ti preghiamo di proteggere coloro che vivono dove infuria la guerra e la violenza. Dona la tua pace al mondo intero,

Noi ti preghiamo

 

Ti ringraziamo O Signore Gesù perché hai affidato alla debolezza delle donne venute al sepolcro l’annuncio della resurrezione rendendole testimoni audaci della forza del tuo amore. Fa’ che anche noi, nonostante la nostra fragilità e piccolezza diveniamo forti della resurrezione difronte all’arroganza del male,

Noi ti preghiamo

 

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