sabato 1 febbraio 2025

III domenica del tempo ordinario - Anno C - 23 gennaio 2025

 


 

Dal libro di Neemìa 8,2-4.5-6.8-10

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza. Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

 

Salmo 18 - Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 12,12-30

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

 

Alleluia, alleluia alleluia.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia, alleluia alleluia.

 

Dal vangelo secondo Luca 1,1-4; 4,14-21

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, oggi celebriamo la festa della Parola di Dio e la liturgia con la lettura del libro di Neemia ci riporta al tempo in cui Israele tornò in Palestina dopo la lunga deportazione a Babilonia. Siamo circa nel 400 avanti Cristo e gli ebrei, tornando, trovano una Gerusalemme in rovina. La guerra e l’abbandono l’avevano resa inabitabile. Per questo si diede inizio alla sua riedificazione, a partire dal tempio e dalle mura di cinta.

Ma anche questi impegnativi lavori sembrano non bastare a restaurare la vita del popolo nella sua città. Per questo Neemia indice una pubblica lettura della Scrittura, alla quale partecipano tutti. È un momento pieno di commozione. Tutti sono toccati in profondità dall’ascolto della Parola che per tanto tempo era rimasta muta. È un evento che ristabilisce il legame forte e profondo del popolo con Dio dei suoi membri fra loro.

Anche oggi in un certo senso le nostre società occidentali appaiono disorientate e confuse, come reduci da un esilio nel quale si sono perse le radici culturali e spirituali, l’identità, il senso di comunità.

Lo si dice spesso, la globalizzazione spinta ha portato il mondo ad essere come un grande paese, dando l’impressione a tutti di essere membri di un’unica grande comunità in cui ci si conosce, ci si vede, si sa un po’ tutto di tutti. Ma, allo stesso tempo, in questa grande piazza universale della globalizzazione ci si sente sperduti e isolati, disorientati, senza poter più sapere quello a cui si può dare fiducia e cosa è ingannevole. È un tempo di cambiamento nel quale il futuro appare incerto e i riferimenti sicuri di un tempo vacillano. Ci spaventano le guerre che scoppiano così vicino a noi e la riemersa minaccia nucleare, l’apparente disordine mondiale e l’incapacità a ritrovare un nuovo sistema che bilanci i poteri e riporti un equilibrio pacifico.

Davanti a tutto ciò si sente il bisogno di un riferimento solido al quale aggrapparsi, una bussola, o piuttosto una guida sicura che indichi un cammino verso un futuro tranquillo e prospero.   

Nel mondo e in Europa vediamo che la scelta di molti popoli è per dotarsi di guide politiche che offrano questo riferimento solido, le certezze di una guida sicura. Al di là delle scelte politiche dei singoli Stati un tratto mi sembra comune a tutti: la convinzione di poter e dover farcela da soli. Gli altri, fossero i popoli o categorie di persone, o sono visti come rivali da abbattere e umiliare, o pesi morti da escludere ed eliminare.

La parabola che Paolo rappresenta nel brano ascoltato della lettera ai Corinzi ci dà un chiaro quadro di cosa significhi tutto ciò: può un membro del corpo, per quanto forte e vitale, fare a meno degli altri? Può il cuore o il cervello o le mani, cioè le parti che sembrano le più decisive perché hanno la capacità di operare scelte e di agire concretamente, fare a meno di tutti gli altri organi del corpo? Si potrebbero fare gerarchie sull’indispensabilità di questo o quell’organo, ma Paolo ripropone una verità che è evidente a tutti: tutti gli organi sono necessari a costituire un corpo sano, armonioso, capace di vivere bene. Ciascun organo è utile e fa stare bene tutto il corpo.

Certo nella realtà sociale e politica globale è difficile applicare questo principio che per il corpo appare così evidente, è più facile pensare che fare a meno degli altri è facile ed è meglio, e che devo interessarmi solo di quelli che aumentano la mia potenza.

Cari fratelli e sorelle, la conseguenza di questo modo di pensare e agire è sotto gli occhi di tutti: guerre, disuguaglianze, terrorismi globali, corsa all’armamento anche nucleare che impoverisce Stati e società. È quello che papa Francesco ripete da tempo facendo appello alla ragionevolezza di tutti.

Dove trovare le ragioni per costruire la consapevolezza che gli altri non possono essere considerati solo una minaccia o un peso inutile, ma che sono tutti necessari per una vita armoniosa?

Neemia questo cercò di fare: ridare al popolo quell’anima che anni di deportazione avevano umiliato nello svuotamento della schiavitù.

Egli sa che la vera forza e libertà si riacquista in un rapporto diretto e personale con Dio che riconnetta tutta la società in un’unica grande famiglia umana legata da vincoli di solidarietà. È questa l’unica roccia che dà sicurezza e stabilità a chi vi costruisce sopra la propria vita. Per questo fa sì che Dio parli al popolo, “esca” dal chiuso del tempio per entrare nelle vite e parlare agli ebrei come aveva fatto fin dai tempi di Abramo, dei patriarchi e dei profeti.

È toccante la scena del popolo raccolto in silenzio, commosso dal risuonare delle parole che Dio gli ha rivolto nella storia: “Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. … tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.” Sì, quando l’uomo presta ascolto alla Parola di Dio vengono toccate le corde profonde della sua anima, e quelle che a prima vista sembrano storie antiche diventano l’oggi di chi le ascolta. La Parola di Dio innanzitutto ricostruisce la comunità fra quelli che la ascoltano: ci sono tutti, di tutte le età e le condizioni, poveri e ricchi, importanti e marginali, piccoli e grandi, e alla voce della Scrittura che parla di nuovo i loro cuori tornano a battere allo stesso ritmo. È quello di cui abbiamo bisogno anche oggi per uscire dal pericoloso processo di esclusione, conflitto, sfruttamento globale.

Tutto comincia dalla scelta personale di ciascuno di noi. Diveniamo attori e non sudditi della storia. Dio parla all’umanità e indica le vie per vivere bene e felici, ascoltiamo e viviamo le sue parole e scopriremo che tutti sono necessari e utili al corpo delle famiglie, delle società, delle nazioni.

 

Preghiere


Donaci o Signore un ascolto attento e profondo della tua Parola, perché essa entri nei nostri cuori e trasformi con la sua potenza le nostre vite,

Noi ti preghiamo

  

Fa’ o Padre nostro che nessuna delle tue parole cada nel vuoto, ma rimanga in noi e ci segni in profondità. Donaci la gioia autentica che viene dall’ascolto e dalla conversione della nostra vita

Noi ti preghiamo

 

Fa’ o Signore Gesù che ad ogni popolo sia proclamato il Vangelo di salvezza. Perché ogni uomo e ogni donna abbia presto la possibilità di udirne il messaggio di salvezza e trovare in esso la speranza e il senso della propria vita,

Noi ti preghiamo

  

Sostieni o Dio l’opera di papa Francesco che comunica il Vangelo a tanti nel presente segnato da guerre, diseguaglianze e  ingiustizie, perché tutti l’accolgano come Parola efficace trasformatrice del nostro mondo,

Noi ti preghiamo

 

Perdona o Padre la durezza dei nostri cuori e la distrazione che fa scivolare via le tue Parole e le rende inutili e scontate. Manda il tuo Spirito nei nostri cuori perché siano attenti e docili ad esse,

Noi ti preghiamo

  

Concedi o Padre misericordioso a ciascuno di noi di scoprire il nostro bisogno, perché come piccoli e umili gustiamo con gioia la liberazione dalla schiavitù del peccato e la salvezza dal male che ci tiene prigionieri,

Noi ti preghiamo.

 

Salva o Dio tutti coloro che vivono nella guerra e nella violenza, dona la tua pace a chi oggi è vittima degli odi, consola chi soffre per l’ingiustizia e la sopraffazione,

Noi ti preghiamo

  

Guarda o Padre misericordioso con amore a questo nostro mondo e suscita in esso uomini che vivano il coraggio e la fedeltà del tuo amore, perché ovunque nel mondo la Chiesa guidi a te chi è disperso e senza futuro,

Noi ti preghiamo

 

 

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