Nell'anno in cui morì il re Ozia,
io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto
riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali;
con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava.
Proclamavano l’uno all'altro: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti.
Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stipiti delle porte
alla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo
a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il
re, il Signore degli eserciti». Allora uno dei serafini volò verso di me;
teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare.
Egli mi toccò la bocca e mi disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato». Poi io udii la
voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi:
«Eccomi, manda me!».
Salmo 137 - Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dei, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!
La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
15,1-11
Vi rendo noto, fratelli, il
vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi,
e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui
ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso dunque,
anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri
peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno
secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito
apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di
essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi
a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io
infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere
chiamato apostolo, perché ho perseguitato
Alleluia, alleluia alleluia.
Venite dietro a me, dice il Signore,
vi farò pescatori di uomini.
Alleluia, alleluia alleluia.
Dal vangelo secondo Luca 5,1-11
In
quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genesaret e la
folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate
alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che
era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad
ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a
Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose:
«Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla
tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di
pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca,
che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al
punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle
ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui
per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo,
che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai
pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo
seguirono.
Commento
Care sorelle e cari fratelli, l’episodio
che narra Luca nel vangelo di oggi si situa agli inizi della vita pubblica di
Gesù. Fin dai suoi primi passi il Signore si caratterizza come colui che parla a
tanta gente, come avvenne anche nel suo paese, Nazareth. La sua vita è spesa
nello sforzo di comunicare un messaggio importante a più persone possibile,
superando ogni difficoltà e chiusura. Lo strumento principale che usa Gesù è, dunque,
la parola. Essa però non è come tante altre, perché è efficace, trasforma la
vita e le persone, opera miracoli. Nel brano che abbiamo ascoltato
l’evangelista Luca, all’inizio della vita pubblica di Gesù e del suo impegno a parlare
a tanti, vuole come darci una indicazione su che cosa vuol dire ascoltare Gesù,
cioè su come divenire suoi discepoli.
Pietro era stato tutta la notte a pescare,
ma senza risultato. Possiamo immaginare la sua stanchezza e delusione, il senso
di fallimento e, forse, anche la preoccupazione per come avrebbe potuto sfamare
la famiglia che dipendeva dal suo lavoro. In questa situazione possiamo leggere
anche la preoccupazione di tanti oggi, quando il futuro si prospetta incerto.
In una situazione così era normale che Pietro pensasse a sé e non stesse a
perdere tempo con i discorsi di un giovane predicatore. Anche noi spesso siamo
presi dalle nostre preoccupazioni che ci sembrano più importanti rispetto a
qualunque altra cosa.
Invece Pietro ascolta Gesù, e non solo, lo
fa addirittura salire sulla sua barca e lo trasporta un po’ al largo, perché possa
parlare più liberamente a tutti. È questa la prima indicazione che ci viene dal
Vangelo: non basta prestare distrattamente l’orecchio, bisogna accogliere Gesù
nella barca della propria vita, perché le sue parole non restino solo astratte
esortazioni ma i consigli di un amico importante. È questo il senso di quello “scostarsi
un poco da terra”, cioè dal luogo della sicurezza e del già noto, per
entrare nell’instabile navigazione verso un oltre ignoto lontano dalla riva
conosciuta. Infatti ogni volta che ascoltiamo il Vangelo con cuore aperto siamo
sospinti verso un oltre di amore, di interesse per gli altri, di responsabilità
per le realtà che incontriamo che aprono un mare aperto di domante, ma che ci
donano anche una maggiore profondità nel quale scoprirci capaci di risposte che
non pensavamo di avere.
Al termine del suo discorso rivolto alla
folla, Gesù si rivolge personalmente a Pietro. Quando si è creata un’intimità con
Gesù sulla nostra barca, le sue parole sono sentite da ciascuno in modo
personale, rivolte a sé. Quello di Gesù è un invito assurdo se non addirittura fuori
luogo. Che senso ha riprendere una pesca che già si è rivelata infruttuosa? Pietro
però si fida e “sulla sua parola”
obbedisce. È quella fiducia semplice e concreta di cui parla il Signore, quando
dice che basta una fede piccola come un granello di senape per spostare una
montagna. Sì, basta una fiducia semplice e un po’ ingenua come quella di Pietro
e le cose che sembravano impossibili diventano possibili. È questo
l’atteggiamento che chiamiamo “fede”, che non significa aderire a un concetto
astratto, ma fidarsi di quello che il Signore dice di fare, anche se non ne
siamo convinti.
È la seconda preziosa indicazione che ci giunge
dal Vangelo di oggi: ascolta veramente Gesù chi non rimane scettico e senza
opporre obiezioni anche ragionevoli fa diventare quella parola azioni,
decisioni, vita vissuta. Questo immediato vivere la parola produce frutti
abbondanti e la pesca miracolosa si rivela una benedizione non solo per Pietro,
ma anche per gli altri pescatori. La benedizione che viene dalla decisione di
ascoltare col cuore il Vangelo e di viverlo infatti si spande su chi ci è
vicino, produce frutti buoni di cui tanti possono godere.
A questo punto Pietro torna da Gesù. Quasi
sembra mettere in secondo piano il lavoro di raccogliere i tanti pesci presi,
venderli, portarli alla famiglia, sistemare reti e barca. Non si ferma a godere
dei risultati e a trarne la meritata soddisfazione. La gioia fa tornare Pietro
da Gesù perché ha maturato una rinnovata coscienza di sé e la rivela senza
paura: ora sa che è fragile, bisognoso di aiuto e di perdono: «Signore,
allontanati da me che sono un peccatore». L’ascolto vero della Parola
infatti ci rivela chi siamo veramente. Spesso facciamo tanto per mascherarlo,
ammantandoci di un’artificiosa autosufficienza. Il vangelo ci fa capire che è
fatica sprecata, che è meglio rivelarci a noi stessi e al Signore così come
siamo, povera gente bisognosa di aiuto e di consiglio, persone che da sole sperimentano
la fatica vana e una vita con poco frutto. Ecco che Simone allora torna da Gesù
con l’umiltà di chi ha trovato ciò di cui ha bisogno. Quest’uomo prostrato in
ginocchio davanti a Gesù è l’immagine del credente, esempio per tutti noi. Egli
riconosce il grande dono che ha ricevuto senza merito e riconosce il bisogno di
essere amato da Gesù proprio perché peccatore.
Pietro esclama: “Allontanati da me che sono un peccatore”. Ma Dio non si allontana
dal peccatore, anzi gli si avvicina; non è venuto per circondarsi di giusti ma
di umili che riconoscono il proprio peccato; non va incontro ai sani, va in
cerca dei malati che cercano la guarigione. Quella di Pietro è la preghiera più
autentica, perché nasce dal cuore di chi ha bisogno di aiuto: esprime la verità
di tutti noi di fronte a Dio.
Nel nostro mondo, in cui gli uomini non
accettano di chinare il capo davanti a nessuno, orgogliosi della propria
superiorità e indipendenza, è necessario recuperare la profondità di Pietro che
riconosce che da solo non può farcela, Ha bisogno di Gesù, ma anche degli altri
suoi compagni pescatori che lo aiutino a sostenere la fatica del lavoro. Abbiamo
tutti bisogno di ritrovare la fede semplice di Pietro che lo rende ascoltatore
della sua Parola, gliela fa mettere in pratica per poi tornare da lui per
restarci assieme sempre.
A noi, poveri uomini e povere donne, ma
prostrati davanti a Dio, oggi viene detto, come a Pietro quel giorno: “Non temete, d’ora in poi sarete pescatori di
uomini”. “D’ora in poi” dice il vangelo. È per Pietro l’inizio di
una nuova vita, quella con Gesù. Ma è un nuovo inizio anche per ciascuno di
noi, ogni volta che ascoltiamo la Parola di Dio e su quelle parole ci fidiamo
con semplice immediatezza di fondare la nostra vita.
Preghiere
O
Signore Gesù, aiutaci a non essere ascoltatori disattenti e superficiali della
tua Parola, ma fa’ che la facciamo entrane nella nostra vita come Pietro ti
fece salire sulla sua barca.
Noi
ti preghiamo
Ti
chiediamo o Signore di aiutarci ad avere una fiducia sincera nel Vangelo.
Perché non pensiamo che i tuoi insegnamenti sono troppo alti o difficili, ma li
mettiamo in pratica scoprendo che è possibile spostare le montagne di male che
sovrastano il mondo.
Noi
ti preghiamo
Padre
misericordioso perdonaci quando crediamo di avere già capito, di sapere come va
il mondo, di essere capaci di fare da soli. Aiutaci a scoprire il bisogno che
abbiamo di te, del tuo perdono, della tua misericordia.
Noi
ti preghiamo
O
Dio che non dimentichi chi ha fiducia in te, fa che torniamo fedelmente per
ricevere il tuo consiglio ed il sostegno di cui abbiamo così bisogno. Fa’ che
qui nella tua casa cerchiamo il senso della vita che altrove non possiamo
trovare.
Noi ti preghiamo
Ti
invochiamo o Signore per tutti i malati ed i sofferenti. Sostieni e guarisci
chi è nel dolore, fa’ che la potenza della tua resurrezione si effonda nei
corpi e negli spiriti di chi ha fede in te.
Noi
ti preghiamo
O Cristo Gesù che ti sei mostrato agli uomini umile e povero, fa’ che sappiamo fermarci davanti a chi chiede aiuto e ha bisogno del nostro sostegno. Ti preghiamo per chi è senza casa e famiglia, per i prigionieri, per chi è forestiero e profugo, per chi ha fame, per tutti i poveri.
Sostieni
o Signore le vittime della violenza e della guerra, tutti coloro che sono
feriti nel corpo e nello spirito. Fa’ che presto un futuro di pace li salvi.
Noi
ti preghiamo
Aiuta
o Signore il papa Francesco che annuncia il Vangelo e testimonia il tuo amore
nel mondo. Fa’ che anche noi sappiamo imitare il suo coraggio e suscitiamo in
molti i frutti buoni di conversione e riconciliazione con te.
Noi
ti preghiamo
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