sabato 6 dicembre 2025

XXXIV domenica del tempo ordinario - Festa di Cristo Re dell'Universo - Anno C - 23 novembre 2025

 


Dal libro del profeta Isaia Is 2,1-5

Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore.

 

Salmo 121 - Andiamo con gioia incontro al Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore!».

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme!

 

È là che salgono le tribù del Signore, +

secondo la legge d’Israele,

per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,

i troni della casa di Davide.

 

Chiedete pace per Gerusalemme:

vivano sicuri quelli che ti amano;

sia pace nelle tue mura,

sicurezza nei tuoi palazzi.

 

Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: «Su di te sia pace!».

Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13, 11-14

Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

 

Alleluia, alleluia, alleluia.

Mostraci, Signore, la tua misericordia

donaci la tua salvezza.

Alleluia, alleluia, alleluia.

 

Dal vangelo secondo Matteo 24, 37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, questa domenica inizia un nuovo anno con il Signore del quale in queste prime quattro settimane attendiamo la nascita. Tempo di attesa e di preparazione alla venuta di Gesù, tempo di Avvento.

Sì, perché Gesù non è nato solo 2025 anni fa in uno sperduto villaggio della Palestina, la sua nascita è un evento che si ripete ogni volta che gli uomini invocano la venuta di un tempo nuovo: la fine delle guerre, la salvezza di chi oggi è disperato e senza prospettive, il ristabilimento della giustizia, la guarigione dai mali che si abbattono sull’umanità. Anche oggi il grido degli uomini nel dolore che si alza verso Dio lo provoca a mandare ancora una volta il suo Figlio Gesù, nelle tante Betlemme che sono sparse nel mondo intero.

Oggi Betlemme è Gaza in Palestina, o Kiev, Zaporizhia e Kherson in Ucraina, Khartum in Sudan, Kabul in Afghanistan, ma anche le carceri italiane sovraffollate dove si muore per suicidio con una frequenza inaccettabile e gli angoli delle strade dove giacciono intirizzite sui cartoni tante persone senza casa. Da questi luoghi si innalza la preghiera di invocazione a Dio, che a volte è un grido disperato, a volte uno sguardo vuoto che non sa dove posarsi, a volte un volto muto che non ha più parole da esprimere il proprio dolore. Ma per Dio ogni sofferenza è un’invocazione e una richiesta di aiuto a cui non può non rispondere. Per tutti questi luoghi la vita è un’attesa piena di speranza, un vero tempo di Avvento.

Per essi ancora oggi il Padre del cielo manda suo Figlio a consolare, a guarire, a lenire le sofferenze, a pronunciare parole di pace.

Ma esistono sulla terra anche i mondi sazi del benessere e dell’arroganza, dove le persone sicure di sé difendono con caparbietà il proprio privilegio. I mondi nei quali si accumulano ricchezze in mano a pochissimi, nei quali si producono, si commerciano o si immagazzinano armi micidiali per difendere il proprio status quo o per accrescere il proprio dominio minacciando gli altri popoli fino all’aggressione bellica. Da lì non si innalza al cielo né invocazione né preghiera e non si attende colui che viene a ristabilire la giustizia e la pace, anzi lo si teme e ci si difende da lui. In questi luoghi non c’è spazio per l’attesa del suo Avvento.

Possiamo allora dire che l’Avvento è un dono dei poveri al mondo, dei disperati, delle vittime di violenza e ingiustizia che attendono e invocano la nascita di un tempo nuovo.

Sì l’Avvento non è una data scontata del calendario, né una buona vecchia abitudine, piuttosto è un dono dei poveri al mondo intero, compreso quello dei sazi e dei benestanti.

Anche per noi oggi qui l’Avvento è un dono che forse noi non abbiamo chiesto, del quale non sentivamo il bisogno. Per questo ci coglie impreparati, distratti, presi da molte cose futili, con il tempo tutto occupato da noi stessi.

Per questo cogliamo come una benedizione l’invito dell’Apostolo rivolto ai Romani: “è tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina.

Sì, è tempo di svegliarci da un sonno confortato e anestetizzato e fare nostro il grido di invocazione che sale dalle tante Betlemme della terra. Paolo prosegue dicendo: “gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.” Sì, noi siamo abituati alla penombra della mediocrità, della tranquillità assopita, della ricerca di una normalità senza scossoni, ma invece, ci dice l’Apostolo, la realtà è fatta di tenebre e di luce, il mondo è diviso fra chi invoca e attende un mondo nuovo e chi invece lo teme e lo rifugge, fra chi opera nel buio per fortificare il proprio benessere e chi cerca la luce di un tempo nuovo di pace, equità e giustizia, di consolazione e felicità.

Noi a quale parte del mondo vogliamo appartenere?

Stiamo attenti a non rifiutare il dono dei poveri dell’attesa dell’Avvento di Gesù re della pace e del suo Regno di giustizia. Non ci avvenga quello che Gesù dice nel brano che abbiamo ascoltato: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato.” La loro vita era normale e serena: mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito. Che male c’è?

C’è che “non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti”. E il diluvio colpisce solo pochi, ma travolge tutti. La guerra si svolge solo in alcuni Paesi, ma contagia tutti. L’ingiustizia e le diseguaglianze sembrano riguardare sempre solo gli altri, ma fanno complici tutti quelli che accettano il mondo così com’è e non fanno nulla per cambiarlo. Per questo ci dice Paolo “così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato”. La nascita di Gesù inaugura un tempo nuovo, e sarà per uno benedizione e epr l’altro maledizione.

Benedizione per chi ne invoca la venuta e affretta la realizzazione del tempo nuovo che viene a realizzare. Ma per chi si difende dalla novità e preferisce conservare quello che ha e quello che è perché lo ritiene un privilegio a cui ha diritto ecco che quella nascita è maledizione, perché ne mina la quiete e ne mette in discussione gli equilibri.

Care sorelle e cari fratelli l’Avvento è un dono che ci è fatto perché nelle settimane che ci attendono sappiamo far nostro il grido del mondo che con ansia aspetta che il principe della pace faccia la sua comparsa e inauguri il suo Regno eterno.

 

Preghiere 

  

O Signore che vieni e visiti le nostre vite, fa che sappiamo prepararci con gioia all’incontro con te. Fa’ che non crediamo di salvarci da soli ma accettiamo di far parte del popolo grande di quanti ti cercano, percorrono le tue vie e aspirano al santo dono della tua pace.

Noi ti preghiamo

  

Con pazienza e fedeltà, o Signore, ci guidi in questo tempo di crisi e disorientamento. Aiutaci a trovare la via che conduce all’arca di salvezza che è il tuo popolo santo, la quale accoglie tutti coloro che amano e desiderano la pace.

Noi ti preghiamo

 

In questo tempo di Avvento o Signore fa’ che non viviamo presi dall’affanno per noi stessi e distratti dalle abitudini banali. Aiutaci a prepararci perché possiamo riconoscerti re e salvatore delle nostre vite.

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Dio del cielo per questo nostro mondo, attraversato da correnti di odio e di violenza. Dona la tua pace a tutti coloro che ora sono sottoposti alla durezza della guerra, guarisci i cuori induriti dall’inimicizia e aprili al tuo amore.

Noi ti preghiamo

 

Salva o Dio questo tuo popolo. Fa’ che le nostre invocazioni siano ascoltate e che il tuo aiuto non ci venga mai meno. Confermaci nel bene che cerchiamo di compiere e impedisci che i nostri piedi percorrano le vie del male.

Noi ti preghiamo

  

Consola o Padre misericordioso chi è nel dolore: i poveri, i disperati, i senza casa e senza famiglia, i prigionieri, i malati. Guida i nostri passi sulla via della solidarietà con chi è debole e dell’aiuto fraterno a chi ne ha bisogno.

Noi ti preghiamo.

 

Benedici o Padre chi nel mondo annuncia il Vangelo e testimonia la tua pace. Proteggi ovunque i tuoi discepoli, specialmente dove la loro vita è minacciata. Incoraggia chi è timido nel proclamare la salvezza che viene dal tuo Vangelo.

Noi ti preghiamo

  

Perdona o Dio clemente il male che compiamo e ispiraci sentimenti di bontà e fraternità. Fa’ che gli tutti uomini siano presto radunati nell’unica famiglia dei tuoi figli incamminati verso la casa dell’incontro con te.

Noi ti preghiamo

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