martedì 3 maggio 2011

II domenica del tempo di Pasqua – 1 maggio 2011




Dagli Atti degli Apostoli 2,42-47
Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

Salmo 117 - Rendete grazie al Signore perché è buono.
Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.

Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.

Grida di giubilo e di vittoria +
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.

Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo1, 3-9
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

Alleluia, alleluia alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 20, 19-31
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


Commento


Cari fratelli e care sorelle, questa domenica la liturgia ci offre diversi motivi per essere pervasi da una gioia profonda. Il primo è il ricordo ancora così vivo nei nostri cuori della pasqua che abbiamo celebrato domenica scorsa. Il secondo è la beatificazione di Giovanni Paolo II che proprio in questa stessa ora si sta compiendo a S. Pietro. Sono due eventi che si richiamano l’uno con l’altro, come due grandi specchi che riflettono fra di loro e verso di noi lo splendore senza fine della Resurrezione del Signore.



Eppure il vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato ci parla dei discepoli di Gesù che pur avendo già ricevuto l’annuncio della resurrezione se ne stanno a porte chiuse, nascosti per la grande paura. Che ne hanno fatto della Pasqua vissuta col Signore? Che ne hanno fato del dono ricevuto del corpo e del sangue di Gesù, della lavanda dei piedi? Che ne hanno fatto della passione del Signore di cui sono stati testimoni da lontano, come paralizzati dallo spavento? Che ne hanno fato delle parole delle donne che hanno ascoltato l’angelo e poi hanno visto Gesù vivo? La loro testimonianza entusiasta non è stata abbastanza forte e convincente per smuovere i cumuli di diffidenza e rassegnazione che si sono stratificati davanti ai loro occhi. È la stessa cosa che avviene a noi: dopo tanti anni le parole delle donne che ci sono state proclamate a Pasqua risuonano come un sibilo flebile che non riesce a superare la corazza spessa della nostra abitudine scontata. Lo sappiamo, Gesù è risorto, ma che motivo c’è di agitasi tanto? Abbiamo avuto l’annuncio, ma tanto che cambia nella nostra via?



L’uomo occidentale, la donna della nostra società è spaventato da una vita che non riesce a capire e dominare: troppi eventi, troppe complicazioni, troppe domande. La guerra il Libia e la conseguente immigrazione dal Nord Africa. La crisi economica che sembra non passare mai. La violenza quotidiana nei rapporti familiari e sociali. Ciascuno ha abbastanza motivi per preoccuparsi per sé e il proprio futuro che non c’è spazio per la preoccupazione per l’altro. Ognuno deve tenere a bada i destini della propria esistenza che si aggrovigliano come impazziti, in famiglia, al lavoro, con i conoscenti, e non c’è spazio per pensare ad un futuro più largo del mio piccolo privato orizzonte. E poi, diciamo la verità, è troppo complicato stare dietro a così tante cose che accadono, io che a malapena riesco a tener testa alle mie faccende. In questa vita complicata l’annuncio della Resurrezione non trova spazio, non ha motivo di prendere piede e cambiare qualcosa, ma scivola via come acqua sul vetro in mille goccioline.



Non siamo molto originali, quasi duemila anni fa gli stessi pensieri bloccavano di paura i discepoli prigionieri della solita stanza chiusa, come noi che siamo prigionieri della cella del nostro io. La voce delle donne giunge da dietro la porta chiusa ma non supera lo sbarramento del cuore.


Tutto sembra bloccato e immutabile.



Ma nonostante tutto Gesù torna dai suoi, supera la porta chiusa del cuore, cerca di placare i loro animi agitati dalla paura con l’invito a trovare in lui la loro pace: “Pace a voi”. È lo stesso invito con cui Giovanni Paolo II inaugurò il suo pontificato: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo.” Il papa beato ha preso sul serio la voce di quelle donne, non è restato al chiuso della sua stanza, e ha invitato tutti i cristiani a fare altrettanto, per poter incontrare Cristo nostra pace. Sappiamo come Giovanni Paolo II ha vissuto in un tempo non facile. È passato attraverso la tragica esperienza della II guerra mondiale, durante la quale vide deportati e uccisi dai nazisti tanti suoi compagni e amici, e poi, dopo la guerra, ha visto il suo Paese soccombere sotto il peso schiacciante di un totalitarismo materialista e ateo. Egli in un mondo in cui si proclamava la morte di Dio e si giudicava la fede come qualcosa di vecchio e superato, in cui si predicava l’avvento del paradiso in terra con il socialismo, credette nella forza della resurrezione quando tutto sembrava bloccato e ormai perduto. Con la forza di questa fede semplice e incrollabile, da prete e poi da vescovo, seppe mantenere vivo nel suo popolo l’attaccamento ad un Vangelo che offriva la libertà dall’oppressione. Una volta eletto papa Giovanni Paolo II mantenne integra la sua fiducia che solo fondandosi sulla roccia solida del Vangelo la vita non si perde. In quegli anni settanta tutto consigliava prudenza e la Chiesa viveva un tempo di crisi. Molti erano spaventati dall’aggressività degli ambienti anticlericali e vivevano una chiesa rinchiusa nelle sagrestie a celebrare i suoi riti al chiuso. Il papa volle subito affermare con forza che dalla Resurrezione il cristiano doveva trarre la forza di liberazione da ogni paura, anche quella del nemico più invincibile, la morte. Lo testimoniò sfuggendo per un soffio al martirio, nel maggio 1981, non cercato, certamente, ma dovuto proprio a quel suo offrirsi alle folle che lo cercavano e lo attorniavano ovunque. Ma poi lo testimoniò anche vincendo la paura della malattia grave e della sofferenza, restando fino all’ultimo respiro a testimoniare quanto la forza della Resurrezione può rendere comunicativo di speranza perfino un vecchio dal corpo immobilizzato e la voce ammutolita.



Cari fratelli davanti alla vita di Giovanni Paolo II ci chiediamo: che ne ho fatto io dell’annuncio della resurrezione? La sua vita è stata eccezionale non per le sue doti naturali, che casomai furono il suo lato più fragile, ma per la fiducia incrollabile nel fatto che la resurrezione di Cristo poteva abbattere ogni parete, anche il muro di Berlino, spalancare le porte dei cuori, anche quelle dei giovani e dei lontani dalla fede, e far risorgere gli individui, come i popoli interi, dalla tomba della rassegnazione, del “nulla può cambiare”, del “tanto che ci si può fare”.



Di questa forza invincibile anche noi ci vogliamo rivestire facendo nostra la felicità di tanti cristiani nel mondo che gioiscono della beatificazione di Giovanni Paolo II. Se almeno un po’ apriamo uno spiraglio e ci fidiamo che la nostra vita e il mondo intero possono cambiare, vedremo i miracoli di uomini paurosi divenire coraggiosi testimoni del Vangelo e situazioni credute bloccate per sempre trasformarsi nel trionfo della vita e del bene. Questa è la nostra fede e questo lo spirito con cui vogliamo vivere questo tempo che segue la Pasqua, perché non passi invano, come un’occasione perduta di una nuova giovinezza e vita piena.



Preghiere


O Signore Gesù ti ringraziamo perché torni a incontrarci nel chiuso delle nostre stanze per vincere la paura e donarci la pace. Aiutaci ad accoglierti senza la diffidenza di Tommaso, ma con la fede di chi crede pur senza avere visto.
Noi ti preghiamo

Ti ringraziamo o Dio del cielo per il grande dono del papa Giovanni Paolo II che ha segnato la storia dell’umanità intera con la forza dirompente della Resurrezione. Fa’ che il suo ricordo renda vivo in ogni cuore il Vangelo di Pasqua.
Noi ti preghiamo

Aiutaci, o Padre buono, quando dubitiamo in cuor nostro che il mondo possa cambiare e che la storia possa prendere una strada diversa. Fa’ che sull’esempio degli apostoli vinciamo la paura e diveniamo annunciatori audaci del Vangelo e testimoni della Resurrezione di Cristo.
Noi ti preghiamo

Guida i nostri passi o Signore perché una volta ricevuto l’annuncio della tua Resurrezione, come fecero le donne anche noi riferiamo la novità del vangelo a tanti nostri fratelli e sorelle.
Noi ti preghiamo

Rafforza in ogni tuo discepolo o Signore la certezza che la morte non è l’ultima parola e che quando tutto sembra perduto la fiducia in te fa risorgere la speranza. Dona a tutti quelli che invocano il tuo nome la pace di chi non teme più il male ma lo combatte con le armi della benevolenza e del perdono.
Noi ti preghiamo

Fa’ o Signore Gesù che tutti quelli che ti sono compagni nella via dolorosa verso il Calvario siano risollevati dal loro dolore assieme a te che risorgi. Ti preghiamo per i malati, gli immigrati, gli anziani, chi è senza casa, oppresso dalla guerra e dalla violenza. Dona loro pace e salvezza.
Noi ti preghiamo.

O Dio nostro Padre, rafforza la fede nella vita che non finisce in tutti coloro che nel mondo iniziano a conoscerti. Perché con essi anche noi, ricordando il battesimo con cui siamo stati fatti morire al peccato e risorgere con Cristo, sappiamo vivere con pienezza il dono di una vita rinnovata dal tuo amore.
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Dio, proteggi tutti i cristiani nel mondo, specialmente quelli che sono perseguitati e discriminati. Fa’ che l’annuncio della tua Resurrezione doni loro coraggio nella prova e la forza di resistere al male,
Noi ti preghiamo

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