venerdì 22 aprile 2011

Pasqua di Resurrezione




Dagli Atti degli Apostoli 10, 34a. 37-43
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

Salmo 117 - Alleluia, alleluia, alleluia.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési 3, 1-4
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Alleluja, alleluja, alleluja
Cristo è risorto dai morti e non muore più
Egli ci attende in Galilea
Alleuja, alleluja, alleluja

Dal vangelo secondo Matteo 28,1-10
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».



Commento


Cari fratelli e care sorelle, nei giorni scorsi abbiamo accompagnato il Signore nell’ultimo tratto del cammino della sua vita. Abbiamo vissuto in mezzo ad una folla concitata ed urlante, abbiamo visto la violenza di tanti, l’indifferenza degli altri, il calcolo opportunista, la paura di perdere il potere, ecc… I discepoli in mezzo a tutta questa agitazione sono stati come piccole barche sbattute dalla tempesta, sommerse da onde alte hanno cercato riparo nascondendosi. Il sabato, cioè oggi, abbiamo ascoltato dal Vangelo, ormai tutto si è compiuto: Gesù è stato ucciso e sepolto, non c’è più niente da fare.


Eppure due donne, solo loro, si ricordano di lui, vanno a cercare il suo corpo per un estremo saluto, per un gesto di affetto. Solo loro due se ne occupano, perché tutti gli altri forse lo ritengono un gesto inutile, una preoccupazione senza senso. Ma in fondo, fratelli e sorelle, l’amore non è sempre un gesto inutile e una preoccupazione senza senso? Lo hanno visto i discepoli di Gesù: ha passato una vita a compiere gesti di amore e cosa ne ha ricavato? L’ostinazione a voler bene fino alla fine, a non porre un limite al suo voler salvare gli altri lo ha rovinato. Se si fosse fermato in tempo, se si fosse preoccupato almeno un po’ della sua incolumità, se si fosse difeso con più forza ora non sarebbe finito così, nella tomba.


I discepoli non vogliono fare lo stesso sbaglio di Gesù: si sono nascosti, non corrono rischi facendosi scoprire con gesti inutili, come andare alla tomba: ci sono le guardie, potrebbero vederli e perseguitare anche loro come seguaci di Gesù.


Quelle due donne invece vanno a cercarlo, ingenue, imprudenti, sentimentali.


Quel loro gesto si rivela decisivo: diventano le prime testimoni di un evento che cambia la storia dell’umanità. Incontrano un angelo che annuncia loro la resurrezione di Cristo.


Un semplice gesto di umanità, la tenerezza ingenua, quella che appare un’attenzione inutile ed eccessiva è la loro salvezza, cambia la loro storia.


È quello che Gesù aveva cercato di far capire ai discepoli nell’ultima cena col gesto assurdo di lavare loro i piedi. Ora quelle donne applicano il suo comandamento: “Come ho fatto io, anche voi dovere farlo l’un l’altro”. Le donne si vogliono prendere cura del corpo di Gesù ferito e oltraggiato e lo ritrovano vivo e pieno di forza.


È quello che possiamo vivere anche noi: non giudichiamo inutile anche un piccolo gesto di amore, non crediamo che non valga la pena compierlo. Torniamo là dove sembra ormai essere stata detta l’ultima parola, dove tutto sembra inutile e anche un piccolo gesto sprecato. Proprio lì possiamo incontrare la vita vera, che non finisce, che si comunica e dà forza, quella del risorto.

Ma come si fa a non scoraggiarsi, davanti a certe situazioni? Come non ritenere superfluo, sprecato l’amore con certe persone, come si può non pensare che è meglio lasciar perdere e rinunciare? Come si può vincere la paura di essere giudicati e di rimetterci?


Sono le paure che bloccano i discepoli e li tengono lontani da Gesù. Lo dice l’angelo alle donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso.” È il loro tornare da Gesù, il cercarlo che le rende capaci di vincere ogni paura. Sì, se torniamo da Gesù, se non ci stanchiamo di ascoltare la sua parola, se non la riteniamo ormai scontata e vecchia, potremo vincere ogni paura e scoraggiamento. Troppo spesso noi riteniamo inutile tornare ad ascoltarlo, secondario cercarlo, una perdita di tempo chiedersi dove sia.


L’angelo ci guida: a quelle donne fa vedere la tomba vuota, Gesù non è dove si aspettavano di trovarlo, e indica invece loro dove andare per incontrarlo vivo, e mentre vanno, tutte felici e già col cuore pieno di speranza lo vedono e lo abbracciano.


Come i discepoli anche noi abbiamo bisogno che due donne deboli e ingenue ci annuncino che la morte non è l’ultima parola e non ha vinto su tutto, che Gesù è vivo e ci aspetta, là dove non ci aspetteremmo di trovarlo. Quelle due donne sono la carità e la speranza. La carità che è l’amicizia piena di affetto per chi è debole, e la speranza, che è la fiducia che si possa realizzare anche ciò che sembra impossibile. Sono due atteggiamenti di debolezza, femminili, non da capi né da gente riuscita e forte. Eppure sono loro che ogni domenica ci parlano dal Vangelo, ci indicano che sì, lo hanno visto vivo, che la vita ha vinto sulla morte, che si può vivere quello che Gesù ha insegnato e testimoniato con le sue azioni, che non lo hanno messo a tacere per sempre, che non è stato sconfitto.


Gli undici, lo vedremo meglio le prossime domeniche, ascoltano quelle donne, sulla loro debole parola superano la paura che li tiene vinti in schiavitù e anche loro vanno verso la tomba vuota per fare esperienza della forza della resurrezione.


Fratelli e sorelle, seguiamo anche noi le indicazioni che ogni domenica la carità e la speranza ci danno da questo luogo dove zampilla la loro fonte. La loro è acqua viva che disseta e dà forza, non riteniamole fantasie infantili e poco adatte alla realtà. La vita del risorto è più vera di quella dello schiavo della paura, perché è piena di forza e non finisce, realizza il sogno di Dio di rendere ogni uomo libero e felice.


È l’annuncio che riceviamo oggi e ogni domenica, è l’esperienza che facciamo ogni volta che ci fidiamo ingenuamente della Parola di Dio e la viviamo in pratica, è il segreto che questa notte viene confidato nel buio perché l’alba di un giorno nuovo e di una storia nuova si apra sul nostro orizzonte e su quello del mondo intero.


Preghiere


O Signore nostro Gesù Cristo, ti ringraziamo perché torni da noi con la forza della Resurrezione e ci doni la speranza che la vita vince sulla morte e non finisce. Aiutaci ad avere sempre fiducia in te e a non abbandonarti mai,
Noi ti preghiamo

Riempi o Signore della forza della Resurrezione i nostri cuori, spesso sfiduciati e avari di amore. Manda il tuo angelo santo ad indicarci la via per incontrarti vivo e vittorioso,
Noi ti preghiamo



O Dio del cielo, troppo spesso noi siamo stati spaventati e delusi ed abbiamo smesso di credere che il tuo amore possa vincere ogni nemico e superare ogni ostacolo. Ti preghiamo, perché rafforzati dall’annuncio della Resurrezione impariamo da te la tenacia e la perseveranza del voler bene al di là di ogni ragionevolezza,
Noi ti preghiamo

Donaci di incontrare ogni domenica, o Dio del cielo, la carità e la speranza alla fonte inesauribile del Vangelo. Fa’ che siano nostre compagne nel cammino di ogni giorno,
Noi ti preghiamo

Aiutaci o Padre misericordioso ad obbedire al tuo comando di lavare i piedi a chi ci è vicino, per curarne le ferite e alleggerirne il peso. Fa’ che possiamo adempiere alla promessa che non si perda nessuno di quelli che tu ci hai affidato,
Noi ti preghiamo

Cura col tuo affetto infinito, o Dio, le piaghe di chi è nel bisogno e soffre per la malattia e la violenza. Proteggi chi è in pericolo, guida chi è disperso, dona pace a chi è in guerra. Risana tutta l’umanità sofferente,
Noi ti preghiamo.

Ti preghiamo o Dio del cielo per il nostro papa Benedetto e tutti quelli che con lui annunciano il Vangelo della resurrezione ai popoli della terra. Fa’ che la loro esistenza sia una predicazione del tuo amore che vince la morte e dona la vita che non finisce,
Noi ti preghiamo


Guida e proteggi o Padre clementissimo tutti i tuoi figli ovunque nel mondo e radùnali in questo giorno di Pasqua attorno alla tuo sepolcro vuoto. Fa’ che la gioia della resurrezione li renda forti nell’amore e invincibili nella gioia,
Noi ti preghiamo


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