lunedì 4 aprile 2011

III domenica del tempo di Quaresima




Dal libro dell’Esodo 17, 3-7 In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?» Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: «Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!» Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e và! Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele. Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?»


Salmo 94 – Alzati o Dio giudice della terra Fino a quando i malvagi o Signore Fino a quando i malvagi trionferanno? Sparleranno, diranno insolenze Si vanteranno tutti i malfattori? Calpestano il tuo popolo Signore Opprimono la tua eredità. Uccidono la vedova e il forestiero Massacrano gli orfani. Ma il Signore è il mio baluardo Roccia del mio rifugio è il mio Dio. Su di loro farà ricadere la loro malizia + Li annienterà per la loro perfidia, li annienterà il Signore nostro Dio.


Dalla Lettera di Paolo Apostolo ai Romani 5, 1-2. 5-8 Fratelli, giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.


Lode a te o Signore, re di eterna gloria

Io ti darò acqua viva, dice il Signore Che ti disseterà in eterno.

Lode a te o Signore, re di eterna gloria


Dal Vangelo secondo Luca Gv 4, 5-42 In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna» . «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?» , o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto» . E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».


Commento

Era mezzogiorno e il sole cadeva a picco. Gesù, dopo aver camminato a lungo, ormai stanco, aveva fame e sete. Mentre gli Apostoli erano andati a prendere da mangiare, lui si sedette presso l’antico pozzo di Giacobbe. Ecco, quest’uomo stanco, assetato e affamato è il nostro Dio. In nessun testo del pensiero umano è possibile trovare una tale descrizione di Dio. Il creatore eccolo lì, seduto, stanco, assetato e affamato. Gesù deve aver sentito così fortemente tali privazioni che si è identificato con tutti gli assetati e gli affamati. Il Vangelo di Matteo ce lo ricorda: “avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere”. Era stanco, Gesù, ma non per il cammino fatto. La sua stanchezza – potremmo dire – nasceva dal suo correrci dietro per liberarci dal male, per difenderci dai pericoli, per liberarci dai peccati. È la stanchezza del buon pastore che va in cerca della pecora perduta. Aveva fame, ma non di pane. Infatti i discepoli, dopo aver portato il cibo, dissero a Gesù: “Rabbì, mangia”; ma egli rispose: “Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete... Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato”. I discepoli non capivano che la fame di Gesù era portare a compimento l’opera del Padre. Aveva sete, non di acqua, bensì della salvezza degli uomini. È la stessa sete di Gesù sulla croce. Quel venerdì lo gridò: “Ho sete”. Mostrava così la verità di quella crocifissione: aveva a tal punto sete di salvarci da lasciarsi crocifiggere. Anche quella donna ha sete, tanto che stava andando a prendere acqua al pozzo. La sua sete però è limitata, infatti non ha che una brocca per prendere acqua. Anche noi, a differenza di Gesù, abbiamo una sete limitata, giusto un desiderio di qualche soddisfazione in più. La vita ci ha insegnato ad accontentarci. Forse da giovani sognavamo grandi cose: l’amicizia vera, un mondo giusto, la pace per tutti. Ma cosa è rimasto di questi sogni? Meglio accontentarsi di un po’ d’acqua per sé, che già è difficile ottenerla, e che gli altri si arrangino. Quella Samaritana è una donna indurita, un po’ antipatica, risponde male a Gesù che gli chiede da bere. E’ rimasta scottata dalla vita ed ora tiene alla larga tutti. Ha avuto cinque mariti, cioè ha cercato il vero amore affidandosi a molti ma è sempre rimasta delusa, ora ha capito che è inutile e che è meglio attingere acqua per sé e lasciar perdere gli altri. Meglio non aspettarsi troppo dalla vita, meglio non cercare l’amore, l’amicizia. A quella donna indurita e rassegnata il Signore offre un’acqua viva che non finisce. La vita della samaritana, segnata dalle delusioni e dai tradimenti, non le dava più speranza alcuna. Ormai non credeva negli altri e non aveva neppure tanta fiducia in sé. Come poteva aver fiducia di uno straniero? Come poteva capire che era Dio a parlarle in quel giudeo stanco e assetato e senza neppure uno strumento per prendere l’acqua? “Da dove hai dunque quest’acqua viva?” gli dice rassegnata e incredula. Per lei abituata alla durezza della vita, la parola non contava più, non cambiava, non dava vita. Ma Gesù insiste: “chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete”. E’ una tale insistenza che inizia a far breccia nel cuore di quella donna. Appunto come l’insistenza della Parola di Dio che torna sempre a parlarci. Così sgorga dal cuore di quella donna la prima preghiera: “Signore dammi di quest’acqua perché io non abbia più sete”. È una preghiera un po’ impacciata, ma vera, perché le sale dal cuore. Ed è il cuore che vuole Gesù; è lì che egli cerca i veri adoratori. Non contano le cose o gli atteggiamenti esterni, conta il cuore. Alla domanda della donna su chi sia il Messia, Gesù risponde: “Sono io che ti parlo”. In quel caldo mezzogiorno, quell’uomo stanco aveva risposto con le parole solenni che Dio disse a Mosè dal roveto ardente: “Sono io”. Non ci vuole grande solennità per vivere l’incontro a tu per tu con Dio, solo bisogna desiderarlo. Egli ci viene incontro e vuole entrare nel cuore di ognuno di noi per dirci il suo amore e assieme il bisogno che ha di noi. Da quell’incontro un’energia nuova entrò nel cuore di quella donna: “Lasciò la brocca e andò in città e disse: Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto... Uscirono allora dalla città e andarono da lui”. Un’energia di amore era entrata nella sua vita e l’ha resa una donna capace di cose grandi di tornare a credere nel potere della parola, della comunicazione di un destino nuovo, assieme a Dio. Cari Fratelli e care sorelle, anche noi ci avviamo stancamente ogni giorno al pozzo della vita cercando di ricavarne un po’ di felicità per sé, qualche soddisfazione. Eppure lì incontriamo chi può donarci la felicità tutta intera, il sogno realizzato di un modo di vivere che non finisce più perché ha il suo stesso cuore dilatato di amore. Lasciamoci persuadere da quelle parole, perché non dobbiamo più tornare stancamente a cercare una felicità falsa, che si esaurisce subito, ma possiamo essere come sommersi dalla gioia della vita del Vangelo, veramente umana e piena.

Preghiere

O Signore ti preghiamo perché anche noi tante volte ci accontentiamo di un’acqua che non disseta. Fa’ che attingiamo alla fonte inesauribile del tuo amore trovando la salvezza che disseta per sempre. Noi ti preghiamo


In questo tempo di Quaresima o Signore Gesù, ti incontriamo stanco per la fatica di restarci sempre accanto e assetato di bene per tutti gli uomini. Fa’ che ci fermiamo con te e come la samaritana sappiamo riconoscerti nostro salvatore. Noi ti preghiamo


Ti invochiamo o Dio, dona pace e salvezza al mondo intero, specialmente ai popoli che sono sconvolti dalla guerra e dalla violenza. Fa’ che in Libia, in Terra Santa, in Afganistan, e ovunque cessi il rumore sinistro delle armi. Noi ti preghiamo


Accompagna o Signore il popolo del Giappone in questo momento difficile di ricostruzione, perché possa riprendere presto la vita normale e tutti abbiano ciò che serve loro. Consola il dolore di quanti hanno perso i loro cari. Noi ti preghiamo  


Guarda con misericordia o Dio il nostro impegno in questa Quaresima per prepararci un cuore capace di restare accanto a te fin sotto la croce. Perdona le nostre colpe e guarisci ogni nostra infermità. Noi ti preghiamo


Stai accanto o Signore a tutti coloro che soffrono per la malattia e la povertà. Ad essi che condividono lo stesso dolore della tua passione dona di incontrarti risorto. Noi ti preghiamo.


Accompagna sempre o Padre del cielo il papa Benedetto XVI che ieri abbiamo incontrato a Roma. Fa’ che le sue parole restino impresse nei nostri cuori e siano di aiuto ad andarti incontro. Noi ti preghiamo


Sostieni o Padre tutti i cristiani che in questo tempo si preparano alla Pasqua. Fa’ che anche dove la fede è combattuta e perseguitata tutti i tuoi discepoli possano celebrarti nella pace e attenderti risorto. Noi ti preghiamo

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