martedì 12 luglio 2011

XV domenica del tempo ordinario





Dal libro del profeta Isaia 55, 10-11
Così dice il Signore: Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata».

Salmo 64 - Visita la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.
Tu visiti la terra e la disseti:
la ricolmi delle sue ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu fai crescere il frumento per gli uomini.

Così prepari la terra:
ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge
e benedici i suoi germogli.

I prati si coprono di greggi, +
di frumento si ammantano le valli;
tutto canta e grida di gioia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 18-23
Fratelli, io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità — non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa — e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

Alleluia, alleluia alleluia.
Chi osserva la parola di Gesù Cristo,
in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 13,1-23
Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca; si pose a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda». (…) Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».




Commento








Cari fratelli e care sorelle, le letture della liturgia di questa domenica ci offrono come un grande quadro che rappresenta Dio presente in mezzo a noi. Lo fanno indicando il modo più immediato e comune con cui si realizza questa presenza, cioè attraverso la sua Parola.
Tante volte gli uomini sentono Dio lontano, indifferente ai propri drammi, oppure lo cercano nelle esperienze più strane, nelle emozioni forti. Oppure, e questo forse è il caso più frequente, non lo cercano affatto, perché non ne sentono il bisogno. Agli uni e agli altri oggi la liturgia viene incontro e dice che Dio ci sta vicino, più di quanto ci rendiamo conto e nel modo più semplice e diretto, cioè parlandoci, rivolgendoci la sua Parola. E’ questo infatti il modo più umano che esiste per essere amici, per volersi bene. E’ il modo con cui anche noi costruiamo i nostri rapporti, proprio a partire dalla parola, affettuosa, interessata. Ascoltando le parole di una persona ci rendiamo conto che ci ama, e ciascuno di noi, se ci pensa, può trovare molti esempi nella sua storia personale, di quando una frase, un discorso ci hanno colpito il cuore e ci hanno fatto sentire quanto qualcuno ci amava. Dio sceglie questo mezzo umile ed efficace: non fulmini o tuoni, né stranezze misteriose, ma parole belle, profonde, da amico. Esse irrorano la nostra vita, come una benefica pioggia, ci dice nella prima lettura il profeta Isaia e sono donate a tutti. Dio non ha paura di essere rifiutato né pretende che sia l’altro a compiere il primo passo per accettare di avere un rapporto. E’ lui a rivolgersi a noi per primo, anche quando siamo sordi perché arrabbiati, delusi, spaventati. Sta a noi prestare ascolto e rispondergli. Ma poi Isaia continua e ci dice che non solo questa Parola è abbondante e data a tutti, ma che è anche efficace. Sì, perché di parole inutili ne ascoltiamo e ne diciamo molte. Se facessimo un conto delle parole che pronunciamo e ascoltiamo in una giornata quante sono vere e piene di significato? Tante sono solo parole formali che non significano niente, per riempire il silenzio. Oppure sono parole false, che nascondono sentimenti d’inimicizia. A volte sono parole dette per ingannare e per guadagnare qualcosa, come quelle delle pubblicità o dei politici. Invece la Parola di Dio è sempre buona. Dio non ha nulla da guadagnare da noi, non ne ha bisogno, né si diverte a prenderci in giro, ci ha dimostrato che è pronto a pagare di persona per le sue parole, fino alla morte. Se le ascoltiamo, come dice Isaia, sentiamo che sono parole che dissetano le nostre vite spesso aride, riarse dal sole accaldato della vita: “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra … così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto.” Se dopo aver ascoltato la Parola, a Messa o dovunque ci capita, restiamo uguali a come eravamo prima, è perché non l’abbiamo ascoltata, non l’abbiamo fatta scendere sul terreno della nostra vita, ma ci siamo riparati da essa con l’ombrello dei nostri pregiudizi. Quante volte accusiamo Dio di non ascoltarci, quando siamo noi a non voler ascoltare lui che ci parla!
La Parola di Dio cambia in modo radicale il nostro modo di vivere, ma non solo perché cambiano le situazioni, anche, ma soprattutto perché cambiamo noi. L’Apostolo Paolo ce lo fa comprendere. Nel brano della lettera ai Romani che abbiamo ascoltato infatti ci parla delle “sofferenze del momento presente”. Anche noi vediamo attorno a noi tanto dolore, che talvolta ci tocca e ci opprime. Paolo ci fa capire che il dolore del mondo non è una condanna da espiare o qualcosa di insensato che ci si abbatte sul capo e ci schiaccia. Il dolore è sempre un male, questo sì, nessuno vuole negarlo, ma Paolo dice che va considerate come le doglie che accompagnano sempre la nascita di una vita nuova. L’Apostolo dice questo non per nascondere l’ingiustizia di tanti dolori nel mondo, ma per dire che essi devono essere vissuti come la premessa per far nascere qualcosa di nuovo, una vita rinnovata. Il male che subiamo può essere occasione per rafforzare il bene che è in noi per far nascere sentimenti di perdono, di benevolenza. Il dolore che vediamo attorno a noi può divenire motivo per far nascere nuovi desideri di bene e un nuovo impegno per realizzarlo. Se facciamo irrigare la nostra vita dalla Parola di Dio germoglierà il seme della speranza, come dice il Vangelo, ma sempre ogni nuova nascita è accompagnata dal dolore delle doglie. Vorrei dire di più: se non si prova il dolore delle doglie non nascerà mai niente di buono nella nostra vita. Questo non significa che bisogna augurarsi disgrazie, ma che il dolore comunque sia esiste, ma noi lo fuggiamo spaventati quando lo vediamo attorno a noi, o sappiamo solo maledire quando si abbatte su noi. Anche Gesù ha subito il dolore della passione e crocifissione, un male ingiusto e immeritato. Ma non ha maledetto Dio né è fuggito via, e poteva farlo, ma dalle doglie del suo dolore ha fatto nascere la vita nuova della resurrezione per donarcela. Anche noi se ci fermiamo davanti a chi soffre e ci facciamo carico del loro dolore, scopriamo che la sofferenza che condividiamo fa nascere in noi una umanità nuova, più vera, più profonda e soprattutto cristiana. Vorrei dire che il cristiano nasce dalle doglie, anche noi dobbiamo rinascere ogni giorno nella nostra fede non fuggendo il dolore e neppure vivendolo con la rassegnazione del mondo. Gesù ci insegna a guardarlo con i suoi occhi come dolore che accompagna la nascita di qualcosa di nuovo e più bello.
Fratelli e sorelle, accogliamo il seme della parola di Dio come un dono prezioso. Quanto ne facciamo cadere a vuoto, quanto ne facciamo seccare per la nostra aridità o soffocato dalle spine del nostro pensare solo a noi stessi. Allarghiamo il cuore invece per accogliere quanto più pioggia possibile, perché ogni goccia spenga la nostra sete e renda la nostra vita terreno fertile ricco di frutti buoni.




Preghiere







O Signore Gesù che parli alla nostra vita con amore e vicinanza, fa’ che ascoltando l’annuncio del vangelo diveniamo esecutori fedeli della tua volontà di salvezza.
Noi ti preghiamo


Guidaci sempre o Dio Padre del cielo perché camminiamo sulla tua strada, affrontando le difficoltà che incontriamo senza perderci d’animo e scoraggiarci.
Noi ti preghiamo




Illumina le nostre menti e apri i cuori dei tuoi discepoli, perché ogni volta che sentiamo la difficoltà di vivere il Vangelo e di mettere in pratica la tua Parola ti invochiamo e chiediamo il tuo aiuto per esservi fedeli.
Noi ti preghiamo


O Dio nostro aiuto e sostegno, non lasciarci accontentare di una vita spesa male e con poco senso. Indicaci la via per la quale anche nella fatica e nella sofferenza possiamo far nascere una vita rinnovata dal vangelo.
Noi ti preghiamo




Proteggi o Padre del cielo tutti coloro che hanno bisogno del tuo sostegno. Guarisci i malati, libera i prigionieri, proteggi chi è solo, consola i sofferenti. Libera tutti dal male,
Noi ti preghiamo


Proteggi o Dio chi, nel tuo nome, annuncia e testimonia il Vangelo. Fa’ che liberi da impacci e pericoli possiamo accompagnare verso di te chi ancora non ti conosce.
Noi ti preghiamo.



Illumina o Spirito Santo la mente e il cuore di chi accompagna il gregge dei discepoli e lo guida verso di te. Dai coraggio e profondità ai loro cuori
Noi ti preghiamo


Fa scendere il dono della tua Pace in ogni luogo, o Dio nostro Padre. Perché cessi la violenza e la guerra,
Noi ti preghiamo








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