venerdì 3 settembre 2010

XVIII domenica del tempo ordinario - anno C - 1 agosto 2010

Dal libro del Qoèlet 1,2; 2,21-23

Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male. Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!

Salmo 89 - Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi 3,1-5. 9-11

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria. Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli..
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 12,13-21

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Commento
Cari fratelli e care sorelle, anche questa domenica il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato si apre con una domanda. È l’atteggiamento che anche noi dobbiamo avere davanti alla Scrittura: come l’uomo della folla di questa domenica, o come il dottore della legge di qualche domenica fa’, come i discepoli, come tanti altri, anche noi non possiamo stare davanti a Gesù senza porgli e lasciarci porre una domanda. Non c’è incontro con il Signore che non sia segnato da una domanda, e la domenica è l’occasione propizia per fermarci e chiederci cosa abbiamo da domandare al Signore e cosa Egli ci chiede con le sue parole.
Nel Vangelo di Luca abbiamo ascoltato la domanda di un tale che chiede a Gesù che intervenga per dirimere una lite fra fratelli per la divisione di un’eredità. E’ una domanda apparentemente corretta: c’è una lite, qualcuno ha ragione e l’altro ha torto, è lecito che venga ristabilito il diritto. Gesù però si sottrae e non risponde, anzi reagisce energicamente: “Chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?”
Sì, perché quella domanda in realtà viene da uno che pensa già di conoscere la risposta e vuole “usare” Gesù per ottenere quello che non riesce ad avere da solo. Tante volte questo è anche il nostro atteggiamento nell’ascoltare la Scrittura: lo facciamo non tanto con l’atteggiamento di chi vuole imparare dal Vangelo come vivere, ma come chi sa già cosa è giusto e cosa è sbagliato, come agire e cosa pensare; il Signore può solo benedire e confermare quello che già l’esperienza o la saggezza comune ci ha insegnato. Quanta più forza ha infatti quest’ultima rispetto alla debolezza del Vangelo! Quanto ci sembrano solidi e indiscutibili certi convincimenti che ci siamo formati sulla base delle nostre esperienze o di quelle degli altri; il Vangelo, d’altro canto, quasi sempre sembra invece così poco ragionevole, così lontano dal senso comune, dalla sapienza che nel mondo tutti condividono in modo spontaneo e naturale. E’ quella “sapienza del mondo” di cui spesso il Vangelo ci parla, in contrapposizione con una “sapienza di Dio o del Vangelo” che il Signore Gesù è venuto ad insegnarci.
Ne abbiamo un esempio evidente nelle parole di Gesù che seguono immediatamente dopo, quando dice: “Anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”. Ma come? Facciamo tanti sforzi per garantirci un futuro sereno per la nostra vita e cosa più della sicurezza economica e familiare ce la possono garantire? E’ la filosofia con cui il mondo ci insegna a progettare la nostra vita e con cui segue passo passo i nostri sforzi per realizzarla. E’ il ragionamento di quell’uomo ricco che il Signore prende ad esempio: l’annata è stata abbondante, ha guadagnato molto e si preoccupa di progettare un futuro sicuro per sé e la sua famiglia: “Dirò a me stesso: anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti.” Cosa c’è di male? Non ha rubato, non ha fatto male a nessuno, perché non può godersi la meritata serenità frutto del benessere ottenuto? Sappiamo come termina la storia: quella sera stessa la morte annulla i progetti di quell’uomo.
Ma, secondo me, non è tanto questo ciò su cui dobbiamo soffermare la nostra attenzione.
La stessa cosa, infatti, poteva accadere a chiunque, e accade nella realtà, ma sul fatto che ciò che sembrava una solida sicurezza si rivela qualcosa di vano, di cui non rimane nulla. Gesù si chiede: “E quello che hai preparato di chi sarà?” La morte quel ricco in fondo fa emergere, come uno specchio, la consistenza della sua vita: una vita spesa ad accumulare per sé ciò che il mondo lo ha convinto a ritenere come solido e duraturo si rivela come vano sforzo di coprire con un velo appariscente il vuoto che nasconde. E’ la situazione che presenta Qoèlet: “Vanità delle vanità: tutto è vanità. … Quale guadagno viene all’uomo per tutta la sua fatica con cui si affanna sotto il sole?
Sembra un’amara condanna, ma come sfuggire ad essa? Una certa religiosità cristiana direbbe che bisogna disprezzare tutto ciò che è di questo mondo,rinunciare a trovare soddisfazione o gioia nella vita su questa terra per desiderare solo il premio dell’aldilà. Io non credo che sia questo quello che Gesù vuole dire con quelle sue parole, anzi. Egli ci dice che a nulla vale cercale la solidità apparente di quello che il mondo indica come tesori inestimabile, una vita soddisfatta di sé e sazia di benessere, per trovare invece qualcosa di solido su cui fondare la vita, qualcosa che non passa fugace senza lasciare traccia, un vero tesoro che si può accumulare, come conclude Gesù, per “arricchirsi presso Dio” dove, dice altrove il Vangelo non c’è ruggine o insetti capaci di rodere e rendere vano tutto ciò per cui si è vissuto.
Lo dice Gesù poche righe oltre: “Cercate piuttosto il suo regno e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.” La proposta del Vangelo non è dunque quella di una vita triste e senza soddisfazioni e gioie, ma queste vengono solo se i nostri sforzo sono per realizzare quel regno di amicizia e amore. Nulla ci mancherà, se stabiliamo ciò come la nostra priorità. Viviamo la generosità, delle nostre risorse materiali e umane, e nulla ci mancherà. Tratteniamo tutto per noi nello sforzo affannato di accumulare e andremo incontro alla vanità di una vita spesa per ciò che non vale e non resta.
Fratelli e sorelle, La logica del vangelo spiazza ogni ragionevolezza, ma racchiude in sé la verità della sapienza umana e divina. Lasciamoci andare alle sua paradossalità e ci accorgeremo subito che ciò che sembra solido e duraturo è in realtà illusorio e vano. Cerchiamo il bene, la pace, la realizzazione di quell’amore che Gesù per primo realizzò nella sua vita, e sentiremo la solidità di una vita che non scorre invano, ma che accumula un tesoro di umanità prezioso per sé e per chi ci sta accanto.
Preghiere

O Signore nostro Dio, dona alla nostra vita la solidità del vangelo vissuto nell’amore, perché non sprechiamo la nostra vita nel vano affanno per noi stessi.
Noi ti preghiamo

O Cristo, amico degli uomini, insegnaci a fondare ogni nostro desiderio e ogni nostra decisione sulla roccia solida della tua Parola. Fa’ che ci lasciamo interrogare dalla semplicità del Vangelo e dall’esempio dei fratelli che lo vivono.
Noi ti preghiamo
O Signore che conosci il cuore di ogni uomo, fa’ che non scegliamo di vivere per noi stessi, accumulando sicurezze che non ci possono salvare, ma donaci la libertà di offrire generosamente tutta la nostra vita per affrettare la venuto del tuo regno.
Noi ti preghiamo

Ti invochiamo o Dio per la salvezza di tutti i popoli, specialmente quelli che sono in guerra, nella miseria e per l’Africa tutta. Fa’ che venga presto il giorno in cui si realizzi la pace e la gioia per tutta l’umanità.
Noi ti preghiamo

Come figli umili, o Signore, ti chiediamo il perdono dei nostri peccati. Non guardare alla durezza dei nostri cuori, ma accoglici come un padre buono e misericordioso.
Noi ti preghiamo

Estendi, o Dio del cielo, la tua protezione a tutti coloro che sono deboli e indifesi. In modo particolare ti raccomandiamo le vittime della violenza e del terrorismo, i malati, gli anziani, chi è senza casa e famiglia. Aiutali e sostienili.
Noi ti preghiamo

Guida e proteggi o Signore la tua Chiesa ovunque diffusa, specialmente dove è in difficoltà, perseguitata o indebolita dal peccato. Fa’ che ogni tuo discepolo sia un annunciatore del Vangelo audace e credibile.
Noi ti preghiamo

Ogni discepolo del Vangelo, o Signore, è chiamato a vivere sempre e ovunque la priorità del voler bene. Fa’ che, in modo particolare, chi ha la responsabilità di guidare i fratelli e le sorelle verso di te viva la preoccupazione di realizzare con la sua vita i tuoi insegnamenti.
Noi ti preghiamo

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