mercoledì 27 aprile 2022

II domenica del Tempo di Pasqua - Anno C - 24 aprile 2022



Dagli Atti degli Apostoli
5, 12-16

Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.  Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.

 

Salmo 117 - Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre

Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre».

Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.


Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!


Benedetto colui che viene nel nome del Signore. +
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo 1, 9-11.12-13.17.19

Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.  Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese». Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.  Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».   

 

Alleluia, alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia, alleluia, alleluia

 

Dal vangelo secondo Giovanni 20, 19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, la festa di Pasqua che abbiamo celebrato domenica scorsa apre un tempo durante il quale la Resurrezione di Gesù continua a gettare la sua luce potente sulle nostre vite. Sì, c’è bisogno di un tempo prolungato per fare nostra l’esperienza della resurrezione e imparare a vivere non solo con Gesù, ma con lui Risorto. Infatti la resurrezione di Gesù getta una luce nuova su tutta la sua vita, cioè non solo ce la fa capire meglio, ma ci permette di sperimentare quella forza straordinaria di un amore che vince la morte.

I Vangeli descrivono bene come il tempo dopo la resurrezione di Gesù non fu facile per i discepoli. Essi vivono una grandissima difficoltà a credere alla resurrezione di Gesù. Nel rapporto di Gesù con i dodici il tema della sua resurrezione è quello che suscita nei discepoli la resistenza più grande; tanto che quando Gesù gliela preannuncia in diverse occasioni suscita la loro incredulità o addirittura il rimprovero di Pietro. L’episodio ascoltato oggi li trova combattuti da sentimenti contrastanti: da un lato il turbamento, la paura, la delusione, lo scoraggiamento che l’esperienza della passione e morte del Signore avevano impresso nel loro animo, ma poi anche lo stupore per la tomba vuota e per i racconti delle donne e dei due di Emmaus che hanno incontrato Gesù vivo. Fanno una grande fatica a credere che veramente Gesù è risorto e torna vivo in mezzo a loro. Questo ci dice qualcosa di molto importante, e cioè che credere alla resurrezione di Gesù non è cosa facile né scontata, ma frutto di una lunga fatica di conversione.

In fondo loro “sapevano” della resurrezione di Gesù: glielo hanno detto gli angeli alla tomba vuota, le donne che lo hanno incontrato vivo nel giardino, egli stesso compare a due di loro verso Emmaus, ma questo non basta a far sì che credano pienamente a quello che pure Gesù aveva loro detto esplicitamente: sì, un conto è “sapere”, ma ben altro è credere, ed infatti Tommaso e gli altri mostrano di non crederci molto.

Quanto è vero questo anche per noi! Anche noi sappiamo bene cosa è avvenuto dopo la morte di Gesù. Ne abbiamo ascoltato tante volte il racconto dei Vangeli, ma poi facciamo fatica a crederlo veramente, cioè a fare della resurrezione del Signore un evento che cambia il nostro modo di vivere.

Ma cosa vuol dire “credere nella resurrezione”!

Lo vediamo bene nell’episodio del Vangelo che abbiamo ascoltato oggi. È la prima volta che Gesù incontra risorto i discepoli riuniti. Non è nemmeno facile, perché Gesù deve superare la barriera della loro chiusura: “mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù”. Gesù risorto deve superare la chiusura dei cuori, delle menti, delle mani, della vita dei discepoli, e il suo primo messaggio è: “Pace a voi!”. Il primo dono del Signore risorto ai suoi è la pace. Ma cosa è la pace?

I discepoli volevano starsene in pace, dopo quel tempo pieno di trambusto e pericolo, per questo se ne stavano chiusi. Gesù era stato proprio lui a togliergli la loro pace, esponendoli a mille rischi e paure. Anche prima avrebbero volentieri evitato di andare a Gerusalemme, e per loro la passione e morte di Gesù era stata una sconfitta. Quale pace può venire da una sconfitta? Viene solo umiliazione, turbamento, paura, chi è vinto non può stare in pace.

Per il mondo la pace viene dalla superiorità sugli altri, dal potersi difendere con efficacia e dal non avere nulla da temere da nessuno perché ci si sente forti abbastanza. Questa è la pace del mondo. Gesù poco prima di andare a morire aveva detto ai suoi: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.” Gesù pur sapendo cosa stava per vivere ha la pace e la dona ai suoi che vede impauriti e agitati, con le spade pronte a colpire e uccidere.

Gesù durante la passione mostra bene cosa è la pace per lui: non avere mai sentimenti di avversione, di odio contro nessuno, nemmeno quelli che lo stanno uccidendo, tanto che nemmeno li fugge, nemmeno si difende. Gesù non lascia che entri dentro di sé il male, che gli susciti come sarebbe naturale sentimenti di odio: Gesù non desidera mai il male di nessuno, e non fa mai del male a nessuno. Anzi continua a voler bene a tutti e ne vediamo chiarissimi i segni fino alla fine.

Questa è la pace di Gesù: disarmata, senza volontà di male, senza aggressività. Gesù non si conquista la pace sconfiggendo i nemici: i romani, i capi del popolo, la gente inferocita, i traditori, gli accusatori, Pilato, Erode, ecc… anche se poteva farlo: “credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli?” dice a Pietro che vuole difenderlo sguainando le spade.

Questa è la pace di Gesù, e lui risorto oggi vuole donarcela, ed è una pace che viene con il dono dello Spirito Santo che effonde su di noi.

Ma noi vogliamo questa pace? È questa la domanda che dobbiamo porci oggi. Noi piuttosto cerchiamo invece la pace di questo mondo, quella basata sui rapporti di forza, per la quale io non temo gli altri perché sono più forte di loro o superiore, o perché li tengo lontano, dove non possono nuocermi. È la pace conquistata con le armi, incutendo paura agli altri.

Viviamo in tempo di guerra, e l’invocazione per la pace sale a Dio da tutta la terra. Tutti preghiamo per la pace. Io non credo che Dio è indifferente a questa invocazione e che nemmeno è indifferente al bisogno di pace di tante migliaia di uomini nel mondo intero. Il Signore dona la pace, ma sono gli uomini che non la vogliono come lui la dona. Lui può donare solo la sua pace disarmata e mite, di uomo che si lascia sopraffare dalla forza del male senza farsene strumento, e per questo vince la pace e la vita gli viene restituita.

Fratelli e sorelle, accogliamo il dono che oggi ancora una volta Gesù viene ad offrirci. Accogliamola dalle sue mani ferite, portano i segni dell’aggressività e della violenza degli uomini, ma non hanno mai smesso di fare il bene, di volere il bene di tutti, non hanno pensato a salvare lui stesso ma gli altri, fin sulla croce come ha fatto con il ladrone accanto a lui. 

 

Preghiere 

 

O Signore Gesù che vieni ancora una volta a parlare alle nostre vite chiuse nella paura, perdona la nostra durezza di cuore e la resistenza a credere alla tua resurrezione, aiutaci a fidarci delle tue parole e della testimonianza dei discepoli.

Noi ti preghiamo

  

Fa’ o Signore che impariamo ad ascoltare e vivere con fiducia il Vangelo della resurrezione. Perché la nostra vita sia trasformata dal voler bene come te, perché amiamo sempre e tutti, come tu hai fatto,

Noi ti preghiamo

 

O Signore ti preghiamo per quanti in questo tempo sono morti, colpiti dalla violenza omicida della guerra. Fa’ che la forza dell’amore vinca ogni odio e la pace torni a regnare fra gli uomini. Strappa dai cuori le radici del male che armano le mani e getta abbondante il seme della riconciliazione.

Noi ti preghiamo

  

O Signore Gesù, tu ci proponi di diventare testimoni del Vangelo e annunciatori della tua salvezza: fa’ che sappiamo attrarre a te i tanti che cercano senso e gioia, perché trovino il nutrimento della loro vita. Insegnaci a voler bene ai fratelli e alle sorelle con generosità e sincerità.

Noi ti preghiamo

 

O Dio soccorri tutti quelli che sono nel bisogno: i poveri, i sofferenti, i malati, i prigionieri, le vittime del male. Fa’ che con la tua resurrezione si apra per tutti un tempo nuovo di pace e consolazione.

Noi ti preghiamo

  

Dona alla tua chiesa in ogni parte del mondo coraggio e protezione, perché l’annuncio della Pasqua risuoni forte ovunque e porti frutti di conversione e pace.

Noi ti preghiamo.

 

O Dio fa’ che impariamo a compiere con audacia le opere che tu hai preparato per noi. Fa’ che sappiamo amare tutti i nostri fratelli, soprattutto i più lontani, come tu ci hai insegnato.

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Dio per il papa Francesco e i pastori della chiesa universale, perché in questo tempo difficile non manchi loro l’audacia del vangelo che rese credibili gli apostoli e piena di gioiosa attrattiva la loro comunità.

Noi ti preghiamo 

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