venerdì 10 giugno 2022

Festa della Ss.ma Trinità - Anno C - 12 giugno 2022

 


Dal libro dei Proverbi 8, 22-31

Così parla la Sapienza di Dio: «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; pri­ma che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo. Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».


Salmo 8 - O Dio, mirabile è il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 5, 1-5

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a que­sta grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.  

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo:
a Dio che è, che era e che viene.
Alleluia, alleluia alleluia.

 

Dal vangelo secondo Giovanni 16, 12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, siamo ad una settimana dal giorno in cui abbiamo celebrato la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli a Pentecoste. Anche noi ne siamo stati inondati, e possiamo dire che un tempo di grazia si è aperto, benedetto dal dono dello Spirito che è l’amore di Dio. È un dono di cui c’è un grande bisogno. Ed oggi ricordiamo lo Spirito assieme al Padre e al Figlio contemplando la realtà del nostro unico Dio in tre persone distinte. Il Dio dei cristiani lo sappiamo, non è un’unica persona, ma tre diverse, con caratteristiche diverse, storia diversa, tanto che addirittura una di esse, il Figlio, ha condiviso la vita degli uomini e dopo la sua incarnazione vive con il Padre e lo Spirito assieme al suo corpo terreno.

Dio infatti si manifesta a noi non tanto come un essere potente, quanto piuttosto come colui che ama, e l’amore non può esistere senza l’atro. È questa la sua caratteristica essenziale: essere con l’altro e vivere per l’altro. Per questo le persone della trinità sono tre: diverse ma insieme, unite da un vincolo di amore così grande da renderle un unico Dio. La trinità allora non è tanto un difficile concetto impossibile da dimostrare, come una formula matematica, ma piuttosto è una realtà di amore vero, un’esperienza di vera unità, basata non sulla forza che si esercita con il potere di dominio sugli altri, ma col voler bene autentico, a tutti e sempre.

Questa caratteristica di Dio è fondamentale, è la sua “sapienza”, così come ci è descritta nella prima lettura di oggi dal libro dei Proverbi. Essa e viene prima di tutto il resto, come abbiamo ascoltato: “Così parla la Sapienza di Dio: Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine.” Cioè all’origine di tutto e come causa di tutto, a partire dal primo agire nella creazione dell’universo, sta questa sapienza che è l’amore di Dio. Ripeto, la Scrittura ci tiene a sottolineare che questa spinta interiore a Dio che lo ha portato a creare tutto quello che esiste fuori di sé non è il desiderio di esprimere potenza o di avere un campo largo sul quale dominare incontrastato, ma è l’amore di allargare fuori di sé creature, persona alle quali dedicare tuta la sua attenzione amorevole.

E non a caso il male che contrasta Dio si chiama “diavolo” che in greco significa “divisione”. Sì, non essere uniti per amore, come lo sono le persone della Trinità, è negazione di Dio, è il male più grande e la vittoria del re del male, è il contrario della sapienza, cioè è la più grande stoltezza.

La Trinità per questa sua caratteristica costruisce ponti di collegamento fra mondi e persone che il male vuole definitivamente isolati, e per costruirli usa la sapienza dell’amore e non ha bisogno di altre conoscenze e abilità. Chi invece abbatte i ponti ed esalta l’isolamento è stolto perché si imprigiona nell’isola dell’io che porta alla follia.

In questo tempo vediamo questa forza di divisione incarnata in modo tragico nella potenza distruttrice della guerra. Essa è forse una delle massime espressioni della distruzione dei vincoli che legano l’umanità in una unica famiglia di fratelli e sorelle. La guerra infatti si fonda sulla cultura del nemico che mira ad annientare fisicamente l’altro e ad affermare il proprio dominio senza limiti. La guerra considera il nemico un oggetto da eliminare, ed anche fra alleati si è uniti solo se serve agli scopi di dominio. E stiamo attenti, perché la logica della guerra non è solo quella dell’aggressore. Certo egli innesca un processo, ma poi esso si espande e ingloba in sé anche l’aggredito che reagisce e assume la stessa logica.

Davanti alla guerra noi comprendiamo bene come essa sia manifestazione di una stoltezza infinita: essa prepara non solo un presente di morte ma lascia un’eredità di distruzione e odio alle generazioni future. È la follia totale, negazione della sapienza e negazione di Dio che è amore.

Noi uomini siamo stati creati ad immagine di questa sapienza e non possiamo vivere per questo senza l’altro: Dio dopo aver creato Adamo disse “Non è buono che l’uomo sia solo” (Gen 2,18). Eppure, sembra che l’impegno più grande degli uomini sia proprio affermare il contrario, senza rendersi conto della pericolosità di una tale stoltezza.

Anche noi tante volte pronunciamo con la nostra vita questa bestemmia. Lo diciamo, ad esempio, quando affermiamo che non si può vivere assieme con chi è diverso da sé o a tutti i piccoli-grandi segni che offrono giustificazioni alla logica della guerra e dell’annullamento dell’altro. Pensiamo al rifiuto di chi è straniero, al pregiudizio contro chi è di cultura o religione diversa.

Differenziarsi, contrapporsi fino a negare l’altro sembra una cosa così naturale, eppure anche il Pare e il Figlio sono diversissimi, il loro essere insieme non è perché sono uguali ma perché l’amore che è la loro essenza è più forte di qualunque differenza e diversità.

L’apostolo Paolo ci ha ricordato oggi che: “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. Sì a Pentecoste abbiamo sperimentato che noi possiamo vivere l’amore vero rivolto all’altro. Ce ne danno esempio gli apostoli che appena ricevuto lo Spirito Santo si riversano sulla strada per annunciare il Vangelo, il gesto di amore più alto che ci sia. Dobbiamo chiederci; cosa abbiamo fatto di questo dono?

Questo rifiuto dello Spirito per lasciare spazio allo spirito del maligno sta la radice della tanta violenza che segna il mondo di oggi. La radice della guerra, dell’odio, della divisione nella società, dell’essere gli uni contro gli altri.

Sì, perché, fratelli e sorelle, ogni gesto che esclude e allontana un fratello o una sorella, perché disprezzato, antipatico, nemico e semplicemente perché estraneo è una bestemmia contro lo Spirito Santo e un rafforzamento del potere del male sul mondo.

Lasciamo agire lo Spirito in noi: “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera” dice Gesù nel vangelo di Giovanni, accogliamo dunque lo Spirito di amore che ci viene dal Vangelo ed egli, con naturalezza ci guiderà alla verità tutta intera che è la vera sapienza dell’amore di Dio Trinità.

  

Preghiere 

 

 O Signore Gesù che sei unito al Padre e allo Spirito col vincolo santo di un amore che non finisce, insegnaci a voler bene come te e a non poter fare a meno del fratello e della sorella che ci metti accanto,

Noi ti preghiamo

  

O Padre del cielo, re di misericordia, tu che hai così amato il Figlio da restituirlo alla vita, aiutaci ad amare la vita di chi è più debole come la nostra,

Noi ti preghiamo

 

O Spirito di amore che unisci il Padre e il Figlio come un’unica persona, vieni in noi e fa’ che sappiamo essere uniti ai nostri fratelli e sorelle da sentimenti di solidarietà e comunione,

Noi ti preghiamo

  

Ad una settimana dalla festa di Pentecoste, ti invochiamo ancora con forza: o Spirito Santo che sei Dio, scendi su di noi e rendici discepoli del vangelo e suoi audaci annunciatori,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Santa Trinità, veglia con amore su questo mondo, ancora troppo pervaso dalla stoltezza della divisione: cancella le gierre che dividono l’umanità, fa’ che prevalga in ogni situazione la sapienza dell’amore che porta pace e concordia,

Noi ti preghiamo

  

T’invochiamo con insistenza o Signore della pace, perché cessi la violenza in ogni paese insanguinato da odi fratricidi.

Noi ti preghiamo.

 

Per tutti noi ti invochiamo o Signore, fa’ che non viviamo nei nostri cuori la stoltezza che è lo spirito di divisione che ci allontana dagli altri, ma vinciamo ogni tentazione del maligno restando uniti a te ed ai fratelli,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio dona alla Chiesa in tutto il mondo la misericordia e la bontà che tu hai vissuto, perché ovunque sia maestra di mitezza e operatrice di pace.

Noi ti preghiamo

1 commento:

  1. Grazie Roberto x la tua fedele trasmissione della liturgia!

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