venerdì 21 aprile 2023

II domenica del tempo di Pasqua - Anno A - 16 aprile 2023

 



Dagli Atti degli Apostoli 2,42-47

Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. 

 

Salmo 117 - Rendete grazie al Signore perché è buono.

Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia. 
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia. 
 
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.


Grida di giubilo e di vittoria +
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.

Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!  

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 1, 3-9

Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

 

Alleluia, alleluia alleluia.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia, alleluia alleluia.

 

Dal vangelo secondo Giovanni 20, 19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, la festa di Pasqua che abbiamo celebrato domenica scorsa apre un tempo durante il quale la Resurrezione di Gesù continua a gettare la sua luce potente sulle nostre vite per settimane, fino a Pentecoste. C’è bisogno di un tempo prolungato per fare nostra l’esperienza della resurrezione e imparare a viverla con Gesù.

I Vangeli descrivono bene come il tempo dopo la resurrezione di Gesù non fu facile per i discepoli. Essi resistono a credere che Gesù abbia vinto la morte e sia vivo. Il tema della sua passione, morte e resurrezione è quello che suscita nei dodici lo sgomento più grande, tanto che quando Gesù gliene parla suscita addirittura il rimprovero di Pietro: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai» (Mt 16,22).

Oggi li abbiamo visti combattuti da sentimenti contrastanti: da un lato turbamento, paura, delusione, scoraggiamento che i fatti accaduti avevano impresso nel loro animo, ma poi anche stupore per la tomba vuota e per i racconti delle donne e dei due di Emmaus che hanno incontrato Gesù vivo. Sono combattuti fra paura e speranza, fra un realismo pessimista e il credere con fiducia al Signore. Questa condizione riflette lo stato d’animo e la realtà dei discepoli di tutti i tempi davanti alla Pasqua: essere fiduciosi nella resurrezione di Gesù non è scontato, ma frutto di una lunga e faticosa conversione.

Quant’è vero anche per noi! Anche noi sappiamo bene cosa è avvenuto dopo la morte di Gesù. Ne abbiamo ascoltato tante volte il racconto dei Vangeli, ma facciamo fatica a fare della resurrezione del Signore un evento che caratterizza il nostro modo di vivere e ci permette di superare titubanze, paure e chiusure.

“Credere nella resurrezione” significa accettare di passare attraverso la passione e la morte certi che il Signore non ci abbandona prigionieri del male, ma ci libera da esso con la forza del suo voler bene fino in fondo, fino alla fine. Ma noi, al contrario facciamo di tutto per cancellare l’esperienza della passione e morte. Le evitiamo mettendoci al sicuro in una vita comoda, al riparo dalle durezze della vita, avendo come priorità assoluta la ricerca del proprio benessere psico-fisico. Le evitiamo scansando la vista di chi quella passione e quella morte la vive oggi, nelle guerre che insanguinano la terra, nei campi-lager di quanti fuggono in viaggi pericolosi e disperati, nei tanti luoghi di dolore dove ogni giorno vengono innalzati i crocifissi di oggi. La nostra è la condizione che descrive il profeta Isaia quando dice: “Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia.” (53,3) Sì, ci si copre la faccia davanti a chi oggi vive la passione e la morte, ma così ignoriamo anche la resurrezione alla quale Dio chiama chi è passato con lui attraverso la passione.

Così facendo l’uomo e la donna di oggi crede di trovare la tanto agognata pace e serenità, ma in realtà, come oggi abbiamo udito fare i discepoli, si rinchiude in un carcere fatto delle mura delle paure e insensibilità.

Per questo quando il Signore risorto torna dai suoi la prima cosa che fa è donare loro la pace: “Pace a voi!” grida loro dopo aver superato le barriere che avevano posto fra sé e il mondo che li spaventava così tanto.

I discepoli volevano starsene in pace, dopo quel tempo pieno di trambusto e pericolo, per questo se ne stavano chiusi. Forse in cuor loro pensavano che era stato proprio Gesù a togliergli la loro pace, esponendoli a rischi e paure. Se era per loro avrebbero volentieri evitato di andare a Gerusalemme, e per loro la passione e morte di Gesù era stata una sconfitta. Quale pace può venire da una sconfitta? Viene solo umiliazione, turbamento, paura, chi è vinto non trova pace.

Per il mondo la pace viene dal trovarsi al di sopra degli altri, senza nulla da temere perché ci si sente forti abbastanza. Gesù poco prima di andare a morire aveva detto ai suoi: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.” (Gv 14,27) Gesù pur avendo angoscia e paura per quanto stava per subire ha la pace perché non smette di voler bene a tutti, e la dona ai suoi. Vede che anch’essi sono impauriti e agitati, ma, a differenza di lui, sono pronti con le spade colpire e provocare altro dolore.

Gesù durante la passione mostra bene cosa è la pace: non avere sentimenti di odio contro nessuno, nemmeno quelli che lo stanno uccidendo, tanto che nemmeno si difende. Gesù non desidera mai il male di nessuno, e non fa mai del male a nessuno. Anzi continua a voler bene a tutti e ne vediamo chiarissimi i segni fino alla fine.

Questa è la pace di Gesù: disarmata, senza aggressività, mite, umile, misericordiosa. Gesù non si conquista la pace annientando i nemici: i romani, i capi del popolo, la gente inferocita, i traditori, gli accusatori, Pilato, Erode, anche se poteva farlo: “credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli?” dice a Pietro che vuole difenderlo sguainando le spade.

Questa è la pace di Gesù, e lui risorto torna dai suoi per donarla a loro che si sono affidati alla falsa pace del mondo. Anche da noi oggi torna, perché vuole donarcela, ed è una pace che viene con il dono dello Spirito Santo che effonde su di noi.

Ma noi vogliamo questa pace? È questa la domanda che dobbiamo porci oggi.

Noi cerchiamo la pace di questo mondo, quella basata sui rapporti di forza, per la quale io non temo gli altri perché sono più forte di loro, o perché li tengo lontano, è la pace conquistata incutendo paura agli altri. È la pace che cerchiamo cancellando le tracce del dolore degli altri che tanto ci spaventano.

Viviamo in tempo di guerra, e l’invocazione per la pace sale a Dio da tutta la terra. Tutti preghiamo per la pace. Qualcuno accusa Dio di essere indifferente a questa invocazione. Ma Lui dona la pace, sono gli uomini che non la vogliono perché pretendono di importa con le armi. Lui può donare solo la sua pace disarmata e mite, di uomo che si lascia sopraffare dalla forza del male senza farsene strumento, e per questo vince la pace e la vita gli viene restituita.

Fratelli e sorelle, accogliamo il dono che oggi ancora una volta Gesù viene ad offrirci. Riceviamola dalle sue mani ferite che portano i segni della violenza degli uomini, ma non hanno mai smesso di fare il bene di tutti, non hanno pensato a salvare se stesso ma gli altri. 

 

Preghiere 

  

O Signore Gesù ti ringraziamo perché torni a incontrarci nel chiuso delle nostre stanze per vincere la paura. Aiutaci ad accogliere con fede il dono della tua pace frutto dell’amore.

Noi ti preghiamo

  

Ti ringraziamo o Signore per il grande dono della Pasqua, vittoria sulla morte che sconfigge per sempre il male. Sostieni la nostra fede perché sappiamo leggere la storia alla luce della tua resurrezione

Noi ti preghiamo

 

Aiutaci, o Padre buono, quando dubitiamo in cuor nostro che il mondo possa cambiare e che la storia possa prendere una strada diversa da quella attuale. Fa’ che vinciamo la paura e diveniamo annunciatori del Vangelo e testimoni della Resurrezione di Cristo.

Noi ti preghiamo

  

Guida i nostri passi o Signore perché una volta ricevuto l’annuncio della tua Resurrezione, come le donne anche noi sappiamo correre dai nostri fratelli e sorelle per indicare loro la morte vinta dall’amore di Dio.

Noi ti preghiamo

 

Rafforza in ogni tuo discepolo o Signore la certezza che la morte non è l’ultima parola e che quando tutto sembra perduto la fiducia in te fa risorgere la speranza. Dona a tutti quelli che invocano il tuo nome il dono della pace.

Noi ti preghiamo

  

Fa’ o Signore Gesù che tutti quelli che vivono oggi la via dolorosa verso il Calvario siano risollevati assieme a te che risorgi. Ti preghiamo per i malati, gli immigrati, gli anziani, chi è senza casa, oppresso dalla guerra e dalla violenza. Dona loro pace e salvezza. 

Noi ti preghiamo.

 

O Dio nostro Padre, rafforza la fede e l’amore del papa Francesco che non smette di indicarci il Signore Gesù vicino e amico. Proteggilo dal male e sostienilo sempre,

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Dio, proteggi tutti i cristiani nel mondo, specialmente quelli che sono perseguitati e discriminati. Fa’ che l’annuncio della tua Resurrezione doni loro il coraggio nella prova e la forza di resistere al male,

Noi ti preghiamo

 

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