domenica 9 aprile 2023

Triduo Pasquale: Giovedì Santo Lavanda dei piedi - Anno A - 6 aprile 2023

 



Dal libro dell’Esodo 12, 1-8. 11-14

«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne”».

 

Salmo  - Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

Dalla prima lettera di S. Paolo apostolo ai Corinzi 1 Cor 11, 23-26

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

 

Gloria e lode a te, o Signore, re di eterna gloria!
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.
Gloria e lode a te, o Signore, re di eterna gloria!

Dal vangelo secondo Giovanni 13, 1-15

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».  

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, il vangelo di Giovanni che narra l’ultima cena di Gesù con i discepoli inizia con una notazione importante: “Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.” Possiamo dire che questo è il “titolo” di tutto il racconto della passione, morte e resurrezione di Gesù: il Signore va incontro alla sua morte perché ha voluto bene a quelli che aveva scelto di amare ed ora è il momento di mostrare loro cosa vuol dire voler bene fino alla fine, fino in fondo.

Dicevamo domenica che Gesù entra, rischiando molto, in Gerusalemme che non è la sua città, accompagnato dagli apostoli che lui ha scelto, anche se non avevano quasi nulla in comune con lui. È Gesù che ha “scelto” per i dodici ed ha scelto per la città di Gerusalemme, e in questa sua scelta per persone alle quali non è legato da vincoli sociali o familiari o di convenienza sta una grande parte della buona notizia che è venuto ad incarnare. Sì, perché si può essere legati a qualcuno per affinità di parentela o di vicinanza, o di lavoro e altri interessi, per convenienza o utilità, ma questi legami di per sé sono fragili, inconsistenti. Alla prova della vita si dissolvono nella dimenticanza o nel tradimento. Sono legami “naturali” ma passeggeri. Gesù è venuto a dirci che al di là di questi legami “naturali” esiste un legame forte e duraturo, che non si scioglie con la forza dell’abitudine o della convenienza, che non si dimentica, ed è il legame che unisce Dio agli uomini, un amore diverso da tutti gli altri perché è un legame che si sceglie. L’amore non è mai naturale, spontaneo, ma sempre frutto della scelta di legare la propria vita a quella dell’altro, e l’altro è Dio, e sono le sorelle e i fratelli.

Nel racconto della passione vediamo cosa resta dei legami “naturali”: la folla prima osanna e glorifica Gesù, vede in lui un liberatore e un leader al quale aderire, ma nel volgere di pochi giorni grida “crocifiggilo!” Probabilmente pensano che non gli conviene più legarsi a quel Rabbì galileo ora che è caduto in disgrazia ed è un detenuto qualunque; l’ammirazione diventa presto disprezzo. Eppure fra quella gente c’erano tanti che lo avevano ascoltato e avevano visto i suoi miracoli, ma non avevano scelto per lui.

Anche i suoi erano andati con lui a Gerusalemme pieni di audacia, intenzionati a seguirlo “fino alla morte”, ma poi nel momento della violenza e della paura sanno solo prendersela con chi non c’entra niente, il servitore del sommo sacerdote, e poi abbandonarlo e fuggire a nascondersi. Anche loro non avevano scelto per lui.

Già prima Pietro, quando Gesù si china per lavargli i piedi si ribella: che capo è uno che si abbassa fino a compiere i servizi più umili: non vale la pena seguire uno che non sa farsi rispettare, non incute timore reverenziale e non sa mantenere le distanze con i suoi sottoposti. Pietro ha paura del gesto di Gesù perché mette in discussione le gerarchie in cui ognuno occupa un posto prestabilito. Se tutto il sistema va all’aria a quali regole ci si può affidare nel rapportarsi agli altri?

Eppure per Gesù la gente di Gerusalemme, i dodici restano “i suoi” fino alla fine, anche dopo il tradimento, l’abbandono, la fuga, le grida contro di sé. Con il suo comportamento continua a proclamare come è l’amore di Dio per l’uomo: fino alla fine, anche quando non conviene, anche quando costa fatica, anche quando sembra inutile, anche quando non è obbligatorio.

In quell’ultima cena l’evangelista Giovanni tiene a sottolineare che “il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo”, eppure Gesù anche a lui lava i piedi, anche a lui offre il suo corpo e sangue, anche a lui porge il boccone dell’amico. E persino quando con un bacio Giuda lo tradisce il Signore lo chiama “amico”, forse in un ultimo estremo tentativo di fargli capire quanto gli vuole bene.

Care sorelle e cari fratelli, a quella tavola solo Gesù è unito ai suoi commensali non con un “legame naturale” ma con un amore frutto di una scelta che fa diventare gli altri “i suoi” e Gerusalemme “la sua città”, e fa di tutto per dimostrarlo. Le sue parole e i suoi gesti, che noi ripetiamo fedelmente ad ogni S. Messa, ci interpellano su che cosa lega noi a Dio e agli altri uomini e donne. Legami “naturali” di convenienza e consuetudine, di abitudine, di rispetto e stima, di consanguineità e parentela, di socialità, di rispetto gerarchico? Oppure ci lega un amore frutto dell’aver “scelto” per l’altro, come Dio ha scelto per ogni donna e ogni uomo, considerandoci suoi figli, essendo pronto ad affrontare qualunque ostacolo pur di non lasciar recidere un vincolo fortemente desiderato?

Preghiamo in questo giorno benedetto nel quale in modo così eloquente Gesù ancora una volta sceglie per noi di lasciarci intenerire dal suo modo speciale di volerci bene, perché seguendo il suo esempio prendiamo anche noi la decisione ferma e consapevole di scegliere per un amore che ogni giorno si rinnova nella fedeltà e nel servizio fraterno.

  

Preghiere 

 

O Signore Gesù che ti chini sui piedi dei tuoi discepoli, insegnaci la tua umiltà nel servizio affettuoso ai fratelli e alle sorelle,

Noi ti preghiamo

  

O Cristo che ami i tuoi fino alla fine, aiutaci a scegliere per gli altri e a voler bene a tutti in modo gratuito e senza condizioni,

Noi ti preghiamo

  

Ti ringraziamo o Signore perché ci inviti a nutrirci del tuo corpo e sangue per ottenere la salvezza, fa’ che ci accostiamo al tuo altare con animo generoso e gratuito,

Noi ti preghiamo

  

Sostienici nella nostra debolezza o Dio , fa’ che ti restiamo accanto come discepoli desiderosi di imparare da te ad amare fino alla fine senza chiedere nulla in cambio,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio del cielo per le nostre sorelle e i nostri fratelli, perché in questi giorni della tua passione e morte attendino tutti con perseveranza e fiducia la tua resurrezione

Noi ti preghiamo

  

Guarisci o Signore chi è malato, sostieni chi è debole, salva l’oppresso, difendi chi è vittima della guerra e della violenza dall’aggressione del male,

Noi ti preghiamo.

  

Proteggi o Dio del cielo tutti i tuoi figli ovunque dispersi, raccoglici in un’unica famiglia senza divisioni di lingua, cultura razza, perché il tuo nome proclamato con fede ci renda tutti fratelli e sorelle,

Noi ti preghiamo

  

Donaci o Signore il tuo amore, perché come figli ti restiamo vicini fin sotto la croce e non fuggiamo impauriti,

Noi ti preghiamo

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