sabato 1 luglio 2023

XII domenica del tempo ordinario - Anno A - 25 giugno 2023

 




Dal libro del profeta Geremia 20, 10-13
Sentivo la calunnia di molti:
«Terrore all’intorno!
Denunciatelo! Sì, lo denunceremo».
Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta:
«Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui,
ci prenderemo la nostra vendetta».
Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,
per questo i miei persecutori vacilleranno
e non potranno prevalere;
arrossiranno perché non avranno successo,
sarà una vergogna eterna e incancellabile.
Signore degli eserciti, che provi il giusto,
che vedi il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di loro,
poiché a te ho affidato la mia causa!
Cantate inni al Signore,
lodate il Signore,
perché ha liberato la vita del povero
dalle mani dei malfattori. 

Salmo 68 -Nella tua grande bontà rispondimi, o Dio.

Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,

uno straniero per i figli di mia madre.

 

Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.
Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.

 

O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.

Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
non disprezza i suoi che sono prigionieri.

A lui cantino lode i cieli e la terra, 
i mari e quanto brùlica in essi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5, 12-15

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. 

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me,
e anche voi date testimonianza.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 10, 26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, nel racconto dell’evangelista Matteo abbiamo ascoltato Gesù ripetere due volte ai suoi discepoli: “Non abbiate paura degli uomini … non abbiate dunque paura.”

Questo invito giunge dal Signore dopo che con un lungo discorso li ha inviati fra la gente: “Gesù [li] inviò, ordinando loro: …Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.” Quella di Gesù è una proposta ambiziosa per gente comune e non abituata certo a svolgere una campagna di annuncio così vasta e nuova.

Lo dicevamo già domenica scorsa: non è troppo pensare che quelle persone semplici sianoin grado di guarire, resuscitare, cacciare i demoni? Gesù però rassicura i suoi dicendogli che non devono fare altro che restituire almeno un po’ di quello che loro stessi hanno già ricevuto in dono gratuito. Come loro sono stati salvati, guariti, resuscitati a vita nuova nell’incontro con Gesù e hanno sperimentato la forza del suo amore che li ha trasformati interiormente, così possono testimoniare e offrire ad altri la possibilità di fare un incontro così importante. È quello che Gesù sinteticamente dice con le parole: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

Gesù però sa anche che questa prospettiva è rivoluzionaria e contraddice il buon senso e la prudenza della cultura ordinaria del mondo, e che per questo fa paura. La novità fa paura, l’estroversione e l’andare incontro all’altro fa paura, la generosità fa paura. Direi che, in generale, le nostre scelte e comportamenti sono dettate dalle paure che ci guidano e suggeriscono cosa fare e cosa no.

A questa vera e propria “cultura della paura” Gesù non contrappone il coraggio spericolato o l’amore del rischio. Egli ci propone di vivere una “cultura del voler bene” che non nasconde i pericoli, ma ci fa vivere una nuova forza interiore che protegge anche davanti ai rischi della vita, se vissuta con amore.

Ecco allora il senso di quell’invito a non aver paura. Per meglio dire Gesù invita i suoi a non temere i “fantasmi” che la cultura della paura agita davanti a noi per bloccarci e farci rinchiudere in noi stessi. Il fantasma/paura di rimetterci, del restare delusi, di fare brutta figura, ecc… ed aver invece paura di ciò che veramente è temibile e pericoloso: “abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.

È interessante: Gesù non dice che il maligno fa morire solo l’anima, ma anche il corpo, sì perché la malvagità e gli egoismi, gli odi e i rancori e tutti quegli atteggiamenti che lasciano crescere in noi la forza del male corrodono la nostra vita in tutti gli aspetti spirituali e materiali, perché la vita è un tutt’uno.

Ma come si fa a riconoscere la cultura della paura per poter preferire invece la cultura del voler bene che Gesù ci insegna?

Innanzitutto la paura ci porta alla scelta di “non fare” piuttosto che fare. In questo si insidia anche la sua pericolosità subdola: infatti spesso pensiamo che il male si fa presente nelle azioni malvage che deliberatamente compiamo contro qualcuno. Ecco che facilmente pensiamo “non ho fatto niente di male”. Ma la paura il più delle volte non ci spinge tanto a compiere un’azione, quando a non compiere quelle che potremmo fare: non aiutare chi è in difficoltà, non soccorrere chi ha bisogno di aiuto, non ascoltare, non vedere, non fermarsi, non accorgersi, davanti a chi chiede. La paura trattiene, fa passare oltre, fa girare dall’altra parte, fa fingere di non vedere e non sapere. Succede così che non ci accorgiamo nemmeno quando Gesù si fa vicino alla nostra vita, nella richiesta di aiuto di un povero, di amicizia di un fratello o di una sorella, nella necessità di assumersi la responsabilità di fare ciò che è giusto e buono in certe situazioni. È quello che Gesù chiama, nel brano ascoltato oggi, “riconoscerlo davanti agli uomini”. Cioè riconoscere che in quel momento, in quella persona, in quella situazione, in quel contesto Gesù è presente e ci chiede di agire secondo la cultura del voler bene.

Sta a noi riconoscerlo, e non “rinnegarlo”, facendo vincere la paura ed evitando così di prendere posizione e di agire secondo le necessità del voler bene.

Cari fratelli e care sorelle, non si tratta di compiere gesta eroiche, che né gli apostoli né noi siamo in grado di fare, ma di vincere le paure che ci trattengono, lasciando sempre più spazio dentro il nostro vivere quotidiano alle ragioni del bene che, se diamo fiducia e ascolto al Signore, si fanno strada nella nostra esistenza.

 

 

Preghiere 

 

O Signore donaci lo sguardo del Vangelo che illumina il volto di ogni uomo e ce lo fa vedere fratello e sorella. Insegnaci ad amare ciascuno come tu ci ami.

Noi ti preghiamo

 

 

O Dio Padre buono, vinci in noi la paura che ci imprigiona nella gabbia dell’egoismo. Donaci la libertà del Vangelo che ci rende tutti fratelli e sorelle, figli di un unico padre.

Noi ti preghiamo


 O Signore Gesù dona la pace al mondo intero, specialmente a quelle terre dove infuria la violenza e la guerra. Suscita energie di riconciliazione nei cuori oggi sopraffatti dall’odio e dall’inimicizia.

Noi ti preghiamo

 

 

 

Sostieni e consola o Padre buono quanti sono nel dolore. Aiuta chi è povero e suscita sentimenti di solidarietà e amicizia in quanti passano accanto a loro.

Noi ti preghiamo


 

Guida e proteggi o Dio il nostro papa Francesco, perché le sue parole e il suo esempio siano di incoraggiamento per tutti quelli che cercano una vita più umana.

Noi ti preghiamo

 

 

Proteggi o Dio tutte le famiglie dei tuoi discepoli oggi radunate attorno alla mensa dell’Eucarestia. Fa’ che animate dal dono della tua Parola e del Corpo e Sangue di Cristo siano segno evidente del tuo amore nella vita di quanti incontrano.

Noi ti preghiamo


 

Guarda con amore o Signore a questa tua famiglia riunita come ogni domenica nella Santa Liturgia. Ti preghiamo per chi è malato e troppo debole per partecipare all’assemblea dei tuoi figli. Guariscili e sostienili nella prova.

Noi ti preghiamo

 

 

Ti ringraziamo o Dio Padre buono per il dono della convocazione domenicale alla Santa Messa. Fa’ che ne facciamo il centro e il fulcro della nostra settimana, fonte di vita nuova per ogni giorno della nostra vita.

Noi ti preghiamo.

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