sabato 9 dicembre 2023

II domenia di Avvento - Anno B - 10 dicembre 2023

 


 

Dal libro del profeta Isaia 40, 1-5.9-11

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri». 

 

Salmo 84 - Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci salvezza.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: +
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

 

Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo 3, 8-14

Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia. 

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Marco 1, 1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

 

Commento

 

Care sorelle e cari fratelli, questa seconda domenica del tempo di Avvento segna un ulteriore avvicinamento alla nascita del Signore, è una tappa segnata dalla persona di Giovanni battista. Egli è l’uomo dell’Avvento, colui che nella storia ha saputo per primo e meglio incarnare lo spirito di questo tempo che ci troviamo a vivere.

Lo fa richiamando a se stesso, e a quanti lo venivano ad incontrare, l’invito dei profeti antichi Malachia e Isaia che abbiamo ascoltato: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.”

Cosa significa questo invito?

Essenzialmente Dio manifesta la volontà di incontrare gli uomini, di stare con loro, ma si chiede: “qual è la via per raggiungere ciascuno di loro?” La via, lo sappiamo, significa la vita, è il tracciato attraverso il quale percorriamo il cammino che ci separa alla meta. Di vie, cioè di modi di vivere, ce ne sono tante, potremmo dire che nella lunghezza dei secoli gli uomini ne hanno tracciate tante diverse. Grandi strade battute e agevoli, sentieri tortuosi e impervi, infinite sono le vie che l’uomo ha costruito e che solcano la storia. Ma Dio per venire nella nostra vita chiede che apriamo una via nuova. Non basta ripetere la vita di sempre, riproporre cioè ciò che la tradizione e la ripetizione suggeriscono come sicuro e perciò rassicurante. Se ci guardiamo intorno ci rendiamo conto che le vie di sempre hanno portato ad un mondo che non possiamo accettare. Troppo spesso le vie già aperte sono state utilizzate per spostare correnti di inimicizia, di odi e divisioni. Oppure sono strade riparate, nascoste, dalle quali il mondo scompare perché è lontano e confuso: sono le vie dell’indifferenza e della deresponsabilizzazione. Sono strade sulle quali solo pochi vanno avanti, e lasciano indietro, sul ciglio, chi è più debole, fragile, isolato.

Dio non accetta di percorrere queste strade per giungere a noi!

C’è bisogno di intraprendere un lavoro di costruzione di una via, cioè un modo di vivere, nuovo. Esso non può che essere frutto dello sforzo di ciascuno, perché l’incontro con Dio è personale e parte dal nostro cuore, dalla nostra storia e attraversa il nostro essere. Le vie “preconfezionate” non funzionano. Abbiamo tempo per farlo: il tempo dell’Avvento ci è donato proprio per compiere questa opera di nuova edificazione.

Ma quali sono le caratteristiche di una via o modo di vita che possa renderci capaci di accogliere il Signore che viene?

Innanzitutto, come abbiamo ascoltato nella prima lettura dal profeta Isaia, è una via spianata delle asperità che caratterizzano tanta parte della vita nel mondo: “Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata.” La via da tracciare non evita i deserti del mondo, i luoghi impervi e scoscesi, ma li attraversa umanizzandoli, rendendoli cioè non ostacoli ma opportunità, non impedimenti ma occasioni da cogliere di costruire il bene.

Poi bisogna rimuovere tutto ciò che blocca il passaggio e impedisce a Dio di avvicinarci: le diffidenze, le paure, le scontrosità, il formalismo che non permette di andare oltre la superficie esterna della nostra vita. Se la nostra è una via percorribile e permette a Dio di percorrerla fino a noi lo possiamo vedere dal fatto che essa fa avvicinare i fratelli e le sorelle, se cioè siamo attrattivi e capaci di far giungere l’altro fino al nostro cuore, senza escludere nessuno.

Infine il modo di vivere che permette a Dio di raggiungerci è sì personale, come dicevo prima, ma è anche una via che incrocia quella del popolo degli altri cercatori, non è isolata ed eremitica. Dice infatti Isaia: “Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno.”

Sì il Signore cerca la via da percorrere per giungere alla vita di ciascuno, via personale e unica, ma vuole allo stesso tempo che una volta giunto a noi la sua presenza sia manifesta e attragga tanti.

Care sorelle e cari fratelli, in questo tempo che ci separa dal Natale viviamo con attenzione ed entusiasmo l’opera di apertura di una nuova via, via di fraternità e di condivisione, via di apertura e generosità, via di mitezza e di bontà. Il Signore ci cerca, troverà lo spazio aperto, la strada giusta per restare con noi?

È la domanda dell’Avvento, tempo opportuno per la costruzione di vie e di vite nuove.

 

Preghiere 

 

Dio del cielo fa’ che in questo tempo ti attendiamo, disponibili e vigilanti, dove e come non ci aspettiamo, senza difenderci dalla novità del Vangelo.

Noi ti preghiamo

  

O Padre benedetto, donaci la disponibilità del cuore e l’apertura della mente per ricevere la novità del Natale con gioia. Fa che la nascita del tuo Figlio trovi la via aperta per la sua venuta nelle nostre vite.

Noi ti preghiamo

 

Fa’ o Dio che come Giovanni rispondiamo alla vocazione ad aprire strade e cambiare il volto della terra. Perché non rinunciamo a farci tuoi discepoli per essere pieni solo di noi stessi,

Noi ti preghiamo

  

O Signore onnipotente, aiutaci a rimuovere le montagne di indifferenza e le valli di distanza che ci impediscono di incontrare te, i fratelli e le sorelle e chiudono la strada del nostro cuore,

Noi ti preghiamo

 

Consola o Dio chi oggi è nel dolore. Ti preghiamo per i poveri, i dimenticati, gli offesi dalla vita e gli oppressi dall’ingiustizia, per le vittime delle guerre. Dona salvezza a chi oggi è nel dolore,

Noi ti preghiamo

  

Ti ringraziamo o Padre del cielo, perché continui a visitare il mondo, a riempirlo della tua presenza, a benedirlo col tuo amore, a vivificarlo col tuo Santo Spirito. Fa’ che impariamo a riconoscerti vicino e ad accoglierti,

Noi ti preghiamo

 

Benedici o Dio e proteggi il nostro papa Francesco che non si stanca di rinnovarci l’invito ad accoglierti. Fa’ che le sue parole diano coraggio a quanti non ti attendono e non ti cercano,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Signore Gesù per le vittime delle guerre e della violenza. Per quanti sono uccisi e feriti invochiamo la tua misericordia e consolazione, manda presto la pace,

Noi ti preghiamo

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