Così dice il
Signore: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro,
venite; senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché
spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non
sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete
l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza
eterna, i favori assicurati a Davide. Ecco, l’ho costituito testimone fra i
popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco, tu chiamerai gente che non
conoscevi; accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano a causa del
Signore, tuo Dio, del Santo d’Israele, che ti onora. Cercate il Signore, mentre
si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo
iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al
nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri
pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il
cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei
pensieri sovrastano i vostri pensieri. Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza
averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane
a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver
operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Is 12,2-6 - Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Rendete
grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
Cantate
inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le
conosca tutta la terra.
Canta
ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché
grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 5, 1-9
Carissimi,
chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui
che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di
amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In
questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i
suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il
mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è
che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui
che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con
l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo
Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo
Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la
testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la
testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio.
Alleluia, alleluia, alleluia.
Ecco l’agnello di Dio,
colui che toglie il peccato del mondo!
Alleluia,
alleluia, alleluia.
Dal vangelo secondo Marco 1, 7-11
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui
che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei
suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito
Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di
Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua,
vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba.
E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato:
in te ho
posto il mio compiacimento».
Commento
Cari fratelli e care sorelle, questa domenica conclude
il tempo liturgico del Natale con la memoria del battesimo di Gesù. È questo un
episodio importante nella vita del Signore perché dopo i lunghi anni di vita
nascosta, passata inosservata e della quale non sappiamo nulla, ecco che si
apre una nuova fase della sua esistenza, inaugurata dalla solenne
manifestazione di lui attraverso le parole del Padre: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Il luogo di questa manifestazione di Gesù è il
Giordano dove tanti andavano da Giovanni a farsi battezzare. Anche Gesù va.
Egli scende fino alla profonda depressione nella quale scorre il piccolo fiume,
e, come ogni momento decisivo della sua esistenza, anche questo è caratterizzato
dalla “discesa” del Signore. Infatti la sua nascita segna la discesa del Figlio
dal cielo; il battesimo è discesa fino al Giordano e poi immersione nelle sue
acque, e infine a Pasqua il Signore discende fino agli inferi per proclamare
anche in quella profondità remota la sua resurrezione e liberare quanti vi
erano rinchiusi. La vita di Gesù è sotto il segno dell’abbassamento, della
discesa, proprio a significare quell’umiltà di un Dio che non disdegna persino
di assumere la natura umana per manifestarci la sua vicinanza.
Giovanni è così colpito da questa “discesa” del Figlio
di Dio che vorrebbe impedirla: «Sono io
che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» (Mt 3, 14),
ma Gesù lo invita a compiere quel gesto con il quale i Vangeli aprono il
racconto della vita di Gesù adulto.
Care sorelle e cari fratelli in Gesù Dio si manifesta
per colui che veramente è: non un dominatore che impone, ma un padre che ama e
che sceglie l’umiltà come via per raggiungere ugni uomo.
Che via è mai questa? È una via difficile, lenta, fa
fatica a imporsi, rischia di non essere capita e di essere disdegnata. È la via
del perdente, del piccolo, del povero, di colui che non ha armi e potere.
Eppure è l’unica che Dio percorre, perché sa che non c’è altra via per
conquistare il cuore e non solo la mente delle persone, di far capire chi è
veramente, un padre e non un dominatore.
Davanti a tutto ciò è facile pensare che questa via
non è per noi, è troppo poco per fidarci di lui: che garanzie ci offre? Perché affidarsi
ad uno così, che ha scelto questo modo per presentarsi all’umanità?
Il profeta Isaia nel brano che abbiamo ascoltato
rivolge agli uomini l’appello accorato di Dio: “Perché spendete denaro per
ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e
mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti.” È la constatazione
disarmata che l’umanità cerca di saziare la propria fame di considerazione, di essere
importante per qualcuno, di raggiungere una condizione di equilibrio e serenità
spendendo il capitale della propria esistenza per ciò che non sfama: il
successo, il benessere, il senso di superiorità sull’altro. E vediamo nel mondo
a cosa porta questa spasmodica ricerca di imporre se stesso, di mettere al
centro la soddisfazione del proprio io: guerre, ingiustizie, disuguaglianze,
odi, razzismi, sopraffazioni, distruzione delle risorse naturali sfruttate in
modo irresponsabile.
È il risultato triste della ricerca di sfamarsi con
ciò che non sazia. E infatti il potere, la ricchezza, il successo, il possesso
delle cose non basta mai: entrati in questa logica si vive in una spirale che non
finisce mai e si autoalimenta, c’è sempre bisogno di più.
E così l’uomo crede di vincere, ma perde la vita per
ciò che non vale.
Davanti a tutto ciò Isaia proclama che ciò che
veramente sazia la nostra fame è un cibo gratuito, che ci è donato. Ciò che
porta alla soddisfazione di una vita piena è alla portata di tutti perché Dio
stesso ce lo offre senza chiedere nulla in cambio. Ciò che ci rende vittoriosi
davanti al mondo impazzito che corre dietro a considerazione e benessere ci è donato
senza doverlo strappare a nessuno, se solo ci fidiamo di un Dio che si abbassa
fino a noi, che scende giù al Giordano, un Dio che ci guarda dal basso. Sì, c’è
bisogno di un atto di fiducia in quella persona disarmata, umile e mite ma che
manifesta la vera natura di Dio. Egli non si impone, non porta vanti se stesso,
non promuove il proprio messaggio con tecniche accattivanti e di successo,
chiede solo di fidarsi di lui, della sua via. E la sua via la proclama il Padre,
con la sua voce potente dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho
posto il mio compiacimento.” È la via dell’amore. Gesù è “l’amato”, cioè la
sua forza è l’amore di Dio, il suo messaggio, la sua prospettiva, tutto ciò che
ha che conta è l’amore del Padre che egli riceve e ricambia e manifesta per
ogni creatura.
Oggi anche noi siamo invitati a entrare nel Giordano,
questa corrente dell’amore di Dio che è riversata con umile semplicità. A noi è
chiesto solo di fidarci di lui, una persona disarmata e mite ma dall’amore che
trascina e guarisce, sazia ogni fame e riempie ogni vuoto, se lo accogliamo. Sì
bisogna fidarci, e questa è la avera vittoria, come dice S. Giovanni: “questa
è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede”. Vinciamo su tutto ciò
che rende schiavi e non sazia, che attrae ma non concede nulla, che fa spendere
tutto per non ricavare niente. La nostra vittoria è a portata di mano di tutti,
è in quella persona che dal basso, inginocchiato nel Giordano ci manifesta il
vero potere che è l’amore di Dio.
Preghiere
O Cristo Gesù che chinasti umilmente il capo per ricevere il battesimo da Giovanni, aiutaci a vivere senza orgoglio e vanagloria. Fa’ che la nostra vita segua il tuo esempio di uomo mite e umile di cuore.
Noi ti preghiamo
Noi ti preghiamo
Dio nostro Padre, aiutaci a riconoscere che nella
nostra vita hanno ancora tanto spazio sentimenti di orgoglio e di egoismo. Fa’
che torniamo da te per riscoprirci figli tuoi, fratelli della famiglia umana.
Noi ti preghiamo
Come i pastori di Betlemme, aiutaci o Signore a riconoscere in te il re della pace. Fa’ che ti cerchiamo non nell’orgoglio della forza, ma nella mitezza pacifica e umile del Vangelo.
Noi ti preghiamo
Signore Gesù che sei la Parola fatta carne, insegnaci
ad ascoltarti sempre con cuore disponibile e aperto, perché siamo riempiti
dalla potenza del tuo amore che dà la vita che non finisce.
Noi ti preghiamo
O Spirito santo che sei l’amore del Padre,
scendi nei nostri cuori ed insegnaci a vivere come Dio
vuole. Donaci parole e gesti buoni, mostraci le vie della pace e del perdono,
indicaci il bene per cui vale la pena spendere la vita.
Noi ti preghiamo
Ti preghiamo o Padre santo di accogliere e proteggere
tutti quelli che sono nel bisogno e nel dolore: per chi è malato, anziano,
straniero e senza casa,
Noi ti preghiamo
Signore Gesù, Figlio unigenito che hai accettato di nascere sulla terra e vivere per salvare tutti, fa’ che ogni uomo possa presto ascoltare la tua Parola e metterla in pratica.
Noi ti preghiamo
Nessun commento:
Posta un commento