sabato 2 marzo 2024

II domenica di Quaresima - Anno B - 25 febbraio 2024

 

 


Dal libro della Genesi 22,1-2.9a.10-13.15-18

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

 

Salmo 115 - Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

 

Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,31b-34

Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!

 

Lode a te, o Signore, Re di eterna gloria

Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:

«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».

Lode a te, o Signore, Re di eterna gloria

 

Dal vangelo secondo Marco 9,2-10

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbi, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, il racconto del sacrificio di Isacco che abbiamo ascoltato ci riporta all’attenzione la persona di Abramo, fondamentale riferimento per i credenti delle tre grandi religioni monoteistiche, ebraismo, cristianesimo e islam, ed incarna l’esempio più alto dell’uomo che pone la sua fiducia in Dio.

Ad Abramo il Signore aveva detto: “Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò” (Gen 12,1), chiedendogli di rinunciare alla sua storia, al suo passato, per incamminarsi in un viaggio verso una meta sconosciuta. Oggi abbiamo ascoltato come Dio gli chiese anche di sacrificare il suo futuro, il figlio unigenito avuto in vecchiaia, unica speranza della continuazione della propria esistenza nella sua discendenza.

In entrambi i casi Abramo obbedisce alla richiesta di Dio che sembra voglia cancellare il suo passato e il suo futuro.

È la domanda che Dio pone ad ogni credente: di lasciare il proprio passato, cioè come si è vissuto fino ad ora, le nostre idee e giudizi, e allo stesso tempo di lasciare le aspettative che ci siamo costruiti per il nostro futuro. Dio ci chiede di incontrarlo nel presente di un oggi che non è figlio del nostro mondo e nemmeno gravido di attese precostituite, ma nell’oggi di una decisione possibile, quella di farsi discepoli di un Dio imprevedibile e che sempre ci stupisce con un amore e una volontà di bene che non conosce limiti.

L’incontro con Dio infatti non può essere una cosa che appartiene al nostro passato, una scelta già fatta in un tempo più o meno lontano. Col tempo il rapporto con lui si è cristallizzato in abitudini, modi di fare e di essere che orami danno per scontato e non cercano più di rinnovare quell’incontro, di realizzarlo di nuovo oggi, qui, nel mio presente. Oppure l’incontro con Dio è rimandato ad un futuro generico, quando ci sarà più tempo, più spazio, più possibilità, piuttosto che nell’oggi affollato e caotico di impegni e responsabilità che non lasciano tregua.

In questo tempo di Quaresima il Vangelo ci propone di farsi indicare da Dio un itinerario diverso da quello che noi ci siamo costruiti e pianificati, altrimenti, se tutto è già deciso, quale è il suo spazio?

Ad Abramo il Signore chiede proprio questo, di lasciare il proprio passato e futuro per inventarsi una nuova vita con lui, come lui gliela propone. È come se dicesse: tutto può essere secondo un disegno diverso, che non appartiene né al passato che hai già vissuto né al futuro come te lo sei immaginato. È una proposta di assoluta libertà che si apre alla creatività dello Spirito per una vita rinnovata.

Per questo Abramo è indicato nella Scrittura come il modello dell’uomo di fede: “Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio” dice la lettera agli Ebrei (Eb 11,17). La fede è questo: lasciarsi incontrare da Dio in un presente che non è già determinato dalla propria storia e non è indirizzato ad un futuro già segnato, ma che si apre con disponibilità al suo volere.

Cari fratelli e care sorelle, questo ci fa paura: dobbiamo forse lasciare tutto e ricominciare da zero come se finora avessimo vissuto per niente?

Non è questo che Dio ci chiede. Abramo non abbandona la sua grande famiglia, costituita dalla moglie Sara e da un gran numero di servi, col suo bestiame ecc… però ciò non gli impedì di cambiare strada, di andare altrove, di scoprire con libertà un nuovo futuro con Dio che gli dice: “io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; … Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce.”

Questo tempo di Quaresima ci è donato per chiederci qual è il nostro oggi nel quale Dio ci vuole incontrare. Non facciamoci imprigionare dal nostro passato, le abitudini, i soliti modi di pensare e di fare, ma facciamoci sorprendere, spiazzare, meravigliare dalla Parola e facciamoci docili ad essa.

Il Vangelo ascoltato oggi ci descrive un momento in cui gli apostoli sono posti davanti ad una realtà che li supera e va oltre ogni loro esperienza passata e immaginazione per il futuro. Gesù trasfigurato appare nella sua gloria, cioè come sarà dopo la resurrezione. Gli apostoli sono disorientati, ma restano attratti da quella visione e vogliono fissare quel momento come una condizione permanente della propria vita, dicono: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia».

Ma Gesù sfugge al tentativo di rinchiuderlo in una condizione bloccata, fosse anche quella della visione gloriosa. La voce del Padre, dal cielo, li invita a seguire la sua parola: “ascoltatelo!”, restando disponibili ad andare dove egli dice loro, senza fermarsi in un angolo chiuso, fosse anche il più affascinante e desiderabile.

Ecco allora l’indicazione preziosa che ci giunge dalla Scrittura oggi. Noi siamo portati a pensare che ormai la nostra vita è determinata dalle scelte fatte, ha preso una certa strada, e quello che il Vangelo ci propone ci sembra non adatto a noi. Pensiamo di non essere capaci, di non farcela, di non poter sconvolgere il modo di pensare e agire che ormai ci determina. Ma fidiamoci di Gesù: quello che lui ci propone non è fuori dalle nostre possibilità, si tratta di fidarci di lui e di scegliere nell’oggi, cioè subito, secondo la sua volontà.

 

Preghiere 

 

O Signore ti preghiamo: manifestaci la tua volontà perché possiamo compierla.

Aiutaci a non rifiutarla come non adatta a noi o troppo difficile, e di accoglierla come il consiglio di un padre buono.

Noi ti preghiamo

  

O Padre misericordioso perdona quando le nostre vie si allontanano da te. Accoglici pentiti in questa Quaresima in cui scopriamo il nostro bisogno di essere guidati e sostenuti dalla tua bontà

Noi ti preghiamo

  

Padre onnipotente ti preghiamo per quanti operano il male e agiscono con violenza e ingiustizia.

Fa’ che il loro cuore possa tornare umano

e riscoprano la bellezza di essere operatori  di pace.

Noi ti preghiamo

  

Accogli o Dio nel tuo amore tutti coloro

che invocano la tua misericordia,

consola chi è solo nel dolore, sostieni chi è disorientato, perché trovino presto la via che conduce a te.

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Signore, fa’ che accogliamo la tua proposta di seguire le tue vie e non le nostre. Donaci la grazia di non dimenticare mai la gioia di stare in tua compagnia.

Noi ti preghiamo

  

O Cristo che ti prepari con la preghiera, il digiuno e la penitenza ad affrontare la passione e la morte, fa’ che sappiamo restarti vicini in questo tempo di Quaresima, meditando la tua Parola e vivendo la carità con i fratelli, specialmente i più bisognosi.

Noi ti preghiamo.

 

Proteggi o Dio onnipotente tutti i tuoi figli che sono in guerra. Dona la pace a quanti ti invocano, salva le vittime della violenza, sostieni chi soffre e fugge per la mancanza di tutto.

Noi ti preghiamo

  

O Signore ti ringraziamo ancora una volta per il dono della fede che ci fa gustare la gioia di essere tuoi figli. Fa’ che per nessun motivo dimentichiamo il nostro bisogno di restarti vicino, uniti ai nostri fratelli e sorelle.

Noi ti preghiamo

 

 

 

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