sabato 7 giugno 2025

Festa di Pentecoste - Anno C - 8 giugno 2025

 


Dagli atti degli apostoli 2, 1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

 

Salmo 103 - Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Benedici il Signore, anima mia! +
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 8-17

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 14, 15-16. 23-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, domenica scorsa abbiamo celebrato la festa dell’Ascensione che ricorda la partenza di Gesù dalla terra. I discepoli si ritrovavano senza l’Amico, il Maestro, il Signore della loro vita, ma Gesù aveva promesso loro che la sua presenza sarebbe rimasta con loro per sempre, anche se in modo diverso: “io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre”.

Oggi festeggiamo la Pentecoste, cioè quel giorno in cui questa promessa si realizzò e lo Spirito Santo discese e rimase con i discepoli riuniti rendendo il Signore Gesù per sempre vicino a ciascun uomo e donna.

Nel brano della lettera ai Romani che abbiamo ascoltato Paolo parla di due realtà distinte e diametralmente opposte: la realtà spirituale e quella carnale. L’Apostolo usa un linguaggio che può suonare estraneo alla nostra sensibilità, un po’ arcaico. E in effetti la cultura cristiana delle origini, imbevuta di quella greco-classica, considerava la realtà umana divisa in questi due principi opposti e lo sviluppo dell’uno avveniva a discapito dell’altro, come due realtà inconciliabili e nemiche l’una dell’altra.

In realtà la vita dell’uomo è composta di entrambe le due dimensioni, spirituale e fisica, che devono trovare armonia e simbiosi, perché l’una ha bisogno dell’altra per un sano sviluppo e per l’esercizio veramente libero della volontà e dell’azione.

Ma allora qual è il significato della contrapposizione che fa San Paolo?

Egli usa la parola “carne” proprio per indicare le funzioni vitali di base: il respiro, il bisogno di cibo e acqua, il sonno, la vista, l’udito, ecc… Esse cioè sono le funzioni che servono a garantire la sussistenza e lo sviluppo fisico umano individuale. Il loro scopo cioè è il benessere mio, tuo, suo, del tutto sganciato da quello degli altri esseri umani. La fame, ad esempio, è l’istinto a fornire al corpo l’energia sufficiente a stare bene, e così tutti gli altri istinti. Tutto quello che interessa loro è il mio personale benessere, non importa come è la situazione del mio vicino, i suoi bisogni, le sue reazioni. Il mio corpo cioè non sente la fame, il freddo, il dolore o il benessere degli altri, ma solo il proprio, non ne ha gli strumenti.

È chiaro che se una persona segue solo la legge dei propri bisogni si instaura una situazione di egoismo individuale o collettivo, che in modo spietato fa prevalere il proprio interesse su tutto e tutti, come una suprema legge naturale.

Ma la natura, ci ricorda oggi Paolo, non è per fortuna fatta solo dal corpo. L’uomo è stato creato da Dio anche con una capacità spirituale che è proprio quella di superare il confine della nostra epidermide e sentire anche con gli occhi, lo stomaco, la mente degli altri, cioè provare pietà per il dolore altrui, interesse per il bisogno dell’altro, simpatia e partecipazione per le vicende di chi non dovrebbero riguardarmi secondo la legge di natura.

Perché dovrei provare fame se ho cibo in abbondanza? Freddo se ho da coprirmi e riscaldarmi? Soffrire se non sono io ad essere malato o ferito o colpito da una disgrazia, come ad esempio la guerra?

Questa capacità di sentire ciò che sente l’altro, vicino o lontano che sia, come se fossi io stesso non ci viene dunque dalla “carne” di cui parla Paolo, ma dallo Spirito di Dio che proclama come nostra salvezza, cioè da quella forma spirituale che Dio ci ha impresso a somiglianza di sé al momento della nostra creazione, un qualcosa che non hanno gli altri esseri viventi.

Ecco allora che sì, c’è una lotta, tra l’istinto a pensare a soddisfare i propri bisogni, a preoccuparsi del proprio individuale benessere, e il dono spirituale di cercare il bene comune, di preoccuparsi se anche soffre un solo essere umano diverso da me.

È lo Spirito che ha guidato la vita intera di Gesù che ha sempre manifestato una spiccata capacità di comprendere e farsi toccare dal bisogno di chi aveva difronte, è lo Spirito che gli ha fatto scegliere per il bene di tutti a discapito di quello che a tutti sembrava naturale fosse il suo interesse personale. Quando lo esortano a “salvare se stesso” scendendo dalla croce proclamano la legge dell’istinto naturale di autoconservazione, perché non hanno lo Spirito che fa sentire che a poco vale conservare la propria esistenza carnale se si rinuncia a quella spirituale che ci rende veramente umani.

Infatti il segreto che gli apostoli all’improvviso apprendono, dopo aver ricevuto con abbondanza lo Spirito a Pentecoste, è che la loro vita ha un valore più grande se spesa alla ricerca di un bene più ampio della propria individuale conservazione.

Vincono la paura e si gettano nella mischia, comunicano a tutti la loro scoperta sensazionale, che c’è una vita spirituale che rende veramente umani e ridona la pienezza ad esistenze che altrimenti sono schiave e prigioniere della carne, cioè di quell’istinto di autoconservazione che non conosce amore, misericordia, umanità.

Eppure oggi si sente proclamare con naturalezza e orgoglio “prima me stesso” declinato nei nazionalismi, nei razzismi, nel riarmo scellerato e folle. Si proclama il desiderio di potenza, cioè di “tornare grandi”, intendendo con questa parola “temibili, superiori, pronti a fare il proprio interesse anche a discapito degli altri, insensibili ai bisogni altrui avvertiti come una minaccia al proprio potere”.

Care sorelle e cari fratelli, questo è il clima che respiriamo. La carnalità che vogliono imporci non riguarda tanto la sfera sessuale, come spesso si pensa, ma la legge della carne è quella che fa guardare all’altro con diffidenza od ostilità, che fa imbracciare il fucile per eliminarlo fisicamente, che non fa “sentire” con la pelle, con lo stomaco, con la mente, con il cuore degli altri.

Diveniamo esseri spirituali e il mondo sarà migliore, invochiamo il dono dello Spirito santo che ci trasforma da animali che si autoconservano e si impongono sugli altri ad esseri umani che amano, rispettano, sentono fratello e sorella ogni altro essere vivente.


Preghiere


 O Signore Gesù che sei asceso al cielo promettendoci che lo Spirito Santo avrebbe riempito le nostre vite, donaci di essere sempre vicini ai fratelli e alle sorelle per accoglierlo con gioia,

Noi ti preghiamo

  

O Dio, manda dal cielo il tuo Spirito a rendere le nostre vite piene del tuo amore e docili al Vangelo, capaci di sentire ciascuno vicino, fratello, amico.

Noi ti preghiamo

 

Ti invochiamo o Spirito Santo, donaci il desiderio di imparare da te ad essere umani attraverso la profondità della Parola di Dio ,

Noi ti preghiamo

  

Apri il nostro cuore, o Spirito di Dio, alla voce della Scrittura, perché la ricordiamo e la conserviamo dentro di noi. Fa’ che sulla tua Parola spendiamo forze ed energie per il bene di tutti,

Noi ti preghiamo

 

Ti invochiamo o Dio, manda il tuo Spirito di pace e concordia dove oggi regna l’odio e la violenza. Per l’Ucraina, la Palestina e tutti i Paesi preda della guerra e del terrorismo, perché cessi ogni violenza,

Noi ti preghiamo

  

Perdona o Dio la durezza dei nostri cuori che ci chiudono al soffio dello Spirito. Perché nuovi sentimenti di pietà e tenerezza suscitino in noi un tempo di generosità con chi è nel bisogno,

Noi ti preghiamo.

 

Per tutti quelli che ancora non conoscono il Signore e non hanno udito l’annuncio del Vangelo. Perché attraverso la testimonianza e le parole dei fratelli lo Spirito Santo possa indirizzare i loro passi verso di te,

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Dio per il papa Leone. Riempilo del tuo Spirito perché guidi la comunità dei tuoi discepoli alla pienezza dell’incontro con te nell’umiltà e nella mitezza,

Noi ti preghiamo

 

Nessun commento:

Posta un commento