sabato 7 giugno 2025

Festa dell'Ascensione - Anno C - 1 giugno 2025

 


Dal libro degli Atti 1,1-11

Nel mio primo libro ho già trattato, o Teofilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo. Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre “quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni”. Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: “Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?”. Ma egli rispose: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”. Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.

 

Salmo 46 - Ascende il Signore tra canti di gioia.
Popoli tutti, battete le mani! 
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. 

 

Dalla lettera agli Ebrei 9,24-28; 10,19-23

Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza. Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. 
Ecco, io sono con voi tutti i giorni, 
fino alla fine del mondo. 
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo di Luca 24,46-53

“Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto”. Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

 

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, oggi festeggiamo l’Ascensione del Signore. È una festa che possiamo paragonare ad un Natale al contrario.

Nella Natività è Dio che “nasce sulla terra” e prende il nostro corpo, oggi è l’uomo che “nasce in cielo”, cioè un corpo come il nostro sale in cielo e rimane in Dio per sempre. Gesù non lo ha abbandonato sulla terra, come una cosa inutile e superata, ma ha portato con sé per sempre il vissuto di quel corpo che ha trascorso più di trent’anni fra gli uomini. Ha portato con sé i segni dei chiodi, ma anche i piedi lavati dalle lacrime della Maddalena, e dalle tante lacrime versate in ogni tempo. Le mani che hanno toccato e guarito tanti, gli occhi che hanno visto le folle disorientate e confuse, le orecchie che hanno udito le grida degli indemoniati placarsi nella pace del suo amore. Il cuore che ha battuto accanto a quello di tanti feriti dalla vita, dolenti, spaventati, induriti e che ha gioito assieme agli apostoli per i segni prodigiosi del Regno che si inaugurava sulla terra davanti a loro. Oggi tutto ciò è con lui, indissolubilmente legato alla vita stessa di Dio.

Niente va perduto di ciò che viviamo, viene a dirci questa festa di oggi, ma resta con Gesù, ancorato nel suo corpo e trascinato in cielo con lui dalla forza della sua resurrezione. Niente della nostra vita è inutile, superfluo, da sprecare, disprezzabile, perché Gesù lo assume in cielo dove il suo corpo continua a condividere con noi la vita del mondo.

Abbiamo udito come gli apostoli negli ultimi minuti in cui stavano fisicamente con Gesù, a tavola, poco prima che ascendesse al cielo, avendo intuito che si stava compiendo il tempo della sua permanenza con loro, gli chiedono se dunque era giunto il momento in cui si sarebbe realizzato il suo piano per il mondo, che essi riassumono nella domanda: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Essi manifestano così tutta la loro miopia. Nelle loro aspettative la missione di Gesù si sarebbe dovuta esaurire nella restaurazione dell’indipendenza politica e sociale del Regno di Israele, di un tempo di splendore e prosperità conosciuto un giorno dai loro padri. Cioè non riescono a immaginare niente di più di ciò che è già esistito nel passato.

In fondo è quello che succede spesso a tutti i discepoli del Signore, i quali non riescono a immaginare e desiderare per il proprio futuro e per quello del mondo niente di più e di meglio di ciò che è già stato, magari mitizzando alcuni momenti e situazioni che nella nostra memoria assumono il valore del massimo desiderabile.

Gesù a tutto ciò risponde indicando loro una prospettiva del tutto nuova. Innanzitutto non sarà lui a realizzare il compimento del tempo nuovo che è venuto a inaugurare, senza l’attiva partecipazione dei suoi discepoli. Egli dice: “riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”, cioè non mancherà il suo aiuto e la sua forza, lo Spirito, ma poi ciò che cambierà il mondo sarà la loro capacità di vivere il Vangelo (“di me sarete testimoni”) e l’ampiezza degli orizzonti che accetteranno di fare entrare nella loro vita personale: “fino ai confini della terra.”

Ecco dunque il senso di questa festa: essa non rimarca la fine di un tempo, quello della presenza terrena di Gesù fra di noi, ma l’inizio di una missione vasta di quanti vorranno fare propria la forza trasformatrice del suo voler bene, quello Spirito che a Pentecoste celebreremo con forza, e il suo orizzonte.

Gesù con queste ultime parole pronunciate in terra non solo dunque affida agli uomini tutto il potere di realizzare il suo Regno, ma indica loro un modo diverso per immaginare il futuro del mondo. Quella immaginazione creativa che le parole del Signore ci ripropongono oggi come una vocazione personale di ciascun discepolo. Tutto ciò avviene grazie al dono dello Spirito che a Pentecoste, domenica prossima, celebreremo, ma che ogni giorno il Signore dona a quanti lo desiderano e lo invocano. Facciamo dunque nostra questa dimensione larga e profonda di essere non più realizzatori del piccolo nostro presente, al massimo copia di un passato felice, ma di sognare e inventare un futuro migliore che con la forza dello Spirito, potremo realizzare sulla terra modificandone radicalmente la storia.

 


Preghiere 

 

O Signore Gesù ti invochiamo: resta con noi, affinché il tuo amore ci unisca in un unico corpo, fratelli e sorelle figli di un unico Padre,

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Dio perché non risparmiamo di vivere con tutto noi stessi l’impegno per realizzare il tuo regno di pace e giustizia. Fa’ che animati dalla forza del tuo Spirito ampliamo l’orizzonte del nostro cuore fino ai confini larghi dell’intera famiglia umana,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Signore per le famiglie, che il tuo Spirito le illumini e scaldi i cuori, perché tu sia sempre compagno e guida della loro vita rendendole luogo di accoglienza di chi è più debole e di comunione con te,

Noi ti preghiamo

  

Fa’ o Signore che ti riconosciamo ogni giorno vivo e presente nel mondo, dove il tuo nome è amato e invocato, dove l’amore dei fratelli li unisce e il tuo aiuto è concesso con abbondanza,

Noi ti preghiamo

 

Ti invochiamo o Dio, fa’ che presto tutti gli uomini ascoltino l’annuncio del Vangelo, perché nessuno sia escluso dalla possibilità di conoscerti e amarti,

Noi ti preghiamo

  

Sostieni, o Padre buono, tutti coloro che sono in difficoltà: i malati, i sofferenti, i prigionieri, chi è solo, senza casa e sostegno, chi è in guerra. Fa’ che il tuo aiuto li raggiunga presto,

Noi ti preghiamo.

 

Ti preghiamo o Dio, fa’ cessare la violenza che uccide e semina terrore. Ti preghiamo per le vittime delle guerre e del terrorismo, per i loro cari, per chi è vinto dal dolore. Donaci o Dio la tua pace, perché ovunque torni a regnare presto umanità e concordia

Noi ti preghiamo

  

O Signore nostro Dio, sostieni e proteggi il nostro papa Leone perché il suo impegno ad annunciare e testimoniare il Vangelo porti un nuovo spirito di solidarietà e accoglienza in Europa e nel mondo intero,

Noi ti preghiamo

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento