sabato 30 agosto 2025

XXII domenica del tempo ordinario - Anno C - 31 agosto 2025

 



Dal libro del Siràcide 3, 19-21.30-31

Figlio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso. Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore. Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti. Perché grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato. Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio, perché in lui è radicata la pianta del male. Il cuore sapiente medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

 

Salmo 67 - Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio, +
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. 

Dalla lettera agli Ebrei 12, 18-19.22-24

Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
Alleluia, alleluia alleluia.
  

Dal vangelo secondo Luca 14, 1. 7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». 

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, le letture di oggi mettono bene in luce un tratto caratteristico dell’umanità del discepolo: mitezza e umiltà.

Lo insegna chiaramente il brano del Siracide della prima lettura: “compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso. Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Questo insegnamento contraddice in modo radicale la mentalità comune dell’uomo contemporaneo, che impone una logica di potenza ed esalta l’arroganza della ricchezza.

Sì, il “poterselo permettere” rende tutto accettabile, come se il benessere materiale ponesse chi lo ha al di sopra di ogni giudizio di bene o male.

Lo si vede evidente, esibito con arroganza, nelle relazioni internazionali: la potenza delle nazioni più ricche permette loro di imporre, anche violentemente, la propria volontà alle più povere. Non importa se è una volontà giusta o meno, quello che conta è avere la forza di imporla.

Le scelte politiche mondiali seguono questa logica, ed ogni strumento, anche se ingiusto o sbagliato, è ammesso per imporre il proprio interesse.

Si potrebbe dire che questo è stato sempre vero e che i forti hanno sempre dominato sui più deboli. Ma almeno, un tempo, le scelte più ingiuste andavano ammantate di nobili motivazioni o controbilanciate con altre scelte di segno contrario, perché potessero essere accettabili agli occhi del mondo. Altrimenti dovevano semplicemente essere tenute nascoste, perché completamente inaccettabili.

Oggi invece non c’è bisogno di mascherare con buone finalità o di retoriche giustificative: se ne ho il potere posso fare qualunque cosa.

Questo è vero a livello delle grandi scelte politiche mondiali o delle relazioni fra le grandi potenze, ma forse ormai diviene sempre più un modo di pensare diffuso e comune a tutti. Il modo stesso di concepire lo sviluppo e l’”anima” delle città lo dimostra. A livello italiano pensiamo a Milano, di cui si è parlato recentemente per alcuni scandali edilizi. Negli ultimi decenni Milano ha conosciuto un enorme sviluppo, si è detto, ha attratto capitali e investimenti, è divenuta più ricca di tutta l’Italia. Ma piuttosto, io direi, è divenuta sempre più una “città per ricchi”. Infatti tutti i parametri presi in esame per giudicarne lo sviluppo prendono in esame l’aumento di ricchezza della parte di popolazione già ricca e lo sviluppo economico dei quartieri già privilegiati. Non si dice nulla della soluzione dei gravi problemi di chi sta peggio, o di una maggiore equità e giustizia sociale.

A questo modo di giudicare e di agire oggi la Scrittura contrappone un modello diverso.

Dio pone un limite al crescere della potenza dei popoli e degli individui, ma non per esaltare la miseria, ma perché sia rimesso al centro l’unico criterio che può garantire a tutti una vita felice e piena di significato: il bene comune, e cioè che niente è buono se non lo è per tutti, o almeno per la stragrande maggioranza.

Mitezza è il contrario dell’arroganza di chi si sente di poter imporre la propria volontà perché ne ha i mezzi, e umiltà è l’atteggiamento di chi non mette al primo posto se stesso e il proprio interesse, ma il bene di tutti, visto come anche il proprio.

Gesù esemplifica questi atteggiamenti nella parabola che abbiamo ascoltato. “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” dice al Signore a chi crede che perseguire il proprio individuale vantaggio a tutti i costi e con qualunque mezzo si ala cosa più desiderabile. Ma ciò non fa che aumentare la conflittualità, le invidie, la falsità di chi è accanto e, in fondo, un’esistenza in perenne lotta per imporre e difendere sé stessi. E a quel ricco che cerca di trarre vantaggio dalle persone ricche e potenti come sé Gesù propone di occuparsi invece di chi sta peggio di sé, perché: “sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti.”

L’alternativa è chiara: cercare di imporsi subito con la forza della propria potenza, usando chi è come me e contaminando il mondo con una mentalità competitiva e in perenne lotta per la supremazia, oppure avere lo sguardo lungo, fino all’eternità, per godere fin da subito del bene che si può realizzare ora, ma soprattutto dell’eredità di giustizia e di pace che si può trasmettere a chi verrà dopo di noi?

Dio ci assicura che quest’ultimo è il bene più duraturo e desiderabile, che rende fin da ora felici proprio perché rende più felici tanti attorno a noi, a partire da chi sta peggio.

 

  

Preghiere 

 

O Signore Gesù aiutaci a non cercare di occupare tutta la nostra vita con la smania di accrescere il proprio potere, ma di lasciare spazio alla tua Parola che insegna mitezza e umiltà,

Noi ti preghiamo

  

O Dio plasma le nostre esistenze a immagine tua, perché non prevalga in noi la ricerca del primo posto, ma sappiamo con umiltà e semplicità riconoscerci bisognosi del tuo aiuto ed essere pronti a voler bene a tutti, specialmente i poveri

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Signore Gesù per le vittime delle guerre, per chi è morto, per chi è ferito, per chi ha perso tutto e vede il futuro incerto e pieno di minacce. Sostieni quanti oggi sono nel dolore, dona loro pace e fiducia nel tuo aiuto,

Noi ti preghiamo

  

Sostieni o Signore quanti con generosità si dedicano al soccorso di chi è debole e indifeso. Perché il loro impegno a sostegno della vita più fragile sia un esempio per tutti,

Noi ti preghiamo

 

Ti invochiamo o Signore, proteggi e libera dal male gli ammalati, chi è anziano, senza casa, prigioniero, profugo e migrante, per chi è vittima degli odi e delle persecuzioni. Dona a tutti pace e salvezza,

Noi ti preghiamo

  

Benedici o Padre santo, la tua famiglia che si raduna attorno al Vangelo e all’Eucarestia, rendila vigilante nell’attesa della tua venuta. Ti preghiamo per il papa Leone e per tutti i pastori del tuo gregge. Dona ad essi coraggio e speranza perché portino a tutti l’annuncio della salvezza che viene da te,

Noi ti preghiamo

Nessun commento:

Posta un commento