lunedì 23 maggio 2011

V domenica del tempo di Pasqua – 22 maggio 2011





Dagli Atti degli Apostoli 6, 1-7
In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.

Salmo 32 - Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamo.
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 2, 4-9
Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso». Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo. Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.

Alleluia, alleluia alleluia.
Io sono la via, la verità, la vita, dice il Signore:
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 14, 1-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, i brani della Scrittura che abbiamo ascoltato oggi ci presentano una realtà particolarmente importante, ovvero come il cristiano non si possa dire tale per nascita o per tradizione ma solo se risponde quotidianamente ad una vocazione, cioè al modo di vivere a cui Dio lo invita ad aderire. Si può ben dire infatti che nemmeno il battesimo, da solo, può bastare. Sì, è vero, esso imprime un carattere indelebile all’esistenza di chi lo riceve, ma questo carattere deve sempre essere incarnato perché non rimanga un potenzialità inattuata.
Abbiamo ascoltato dal libro degli Atti come gli apostoli si dedicano con intensità all’annuncio della Parola di Dio, cioè a far giungere a più persone possibile l’invito di Gesù a lasciare il vecchio modo di fare ordinario, per assumerne uno nuovo, quello del Vangelo. E sempre dagli Atti vediamo come “la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede”. Quest’ultima notazione sottolinea come anche chi per status sociale e ruolo religioso poteva dirsi già ad un livello elevato, come i sacerdoti, ascoltando l’invito di Gesù “mite e umile di cuore” si chinavano per assumere su di sé il giogo soave di un nuovo modo di essere e di vivere.
Questo deve essere vero anche per noi. Anche a noi infatti, un giorno, un discepolo del Signore ha annunciato il Vangelo, forse quando eravamo piccoli, oppure da grandi. Sì, perché non si è cristiani per nascita e non si eredita la fede come il cognome, dai genitori. La fede affonda le radici da una risposta, cosciente e convinta, ad un invito giunto alla nostra vita dalla voce di un altro cristiano che ci ha preceduto: un catechista, un amico, un testimone…, il quale a sua volta aveva fatto la sua scelta. E poi, certamente, ogni volta che ascoltiamo il Vangelo siamo chiamati a rinnovare la decisione di esserne figli, perché ogni lettura che viene fatta qui in Chiesa si conclude con una domanda implicita: “Questa è la proposta del Signore, vuoi farla tua?”. La risposta è libera, certamente, ma non può essere elusa. Anche non rispondere è una risposta, più precisamente un rifiuto. Per questo possiamo dire che si diventa cristiani ogni domenica ed ogni volta che nella vita concreta siamo messi davanti alla scelta di seguire il vangelo del Signore o le proposte del mondo. Se aderiamo alla proposta di Dio, allora il battesimo non rimane più un evento lontano e inutile, ma l’inizio di un tempo nuovo.
A questo proposito l’Apostolo Pietro nel brano della sua lettera che abbiamo ascoltato parla del discepolo come di colui che è come una pietra. In fondo ciascuno di noi si sente affidabile e sicuro di sé come una pietra, capace di giudicare gli altri e di insegnare a vivere. Ma perché questo sia vero non basta avere molta esperienza, come si dice ad esempio degli anziani, o avere avuto successo nella vita. Pietro dice: “Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo.” Ovvero, per essere pietre capaci di costruire un edificio solido e duraturo bisogna appoggiarsi sul Signore come un solido fondamento. Bisogna cioè conformarsi a lui, adattarsi alla sua forma, e non decidere noi cosa ci sembra meglio e più opportuno usare come fondamento su cui costruire. Così la nostra casa verrà su forte e robusta, potrà ospitare tanti ed essere anche d’esempio ad altri. Ma se invece la pietra resta per conto suo, sconnessa dalle altre pietre che formano l’edificio, non è altro che un inciampo, cioè qualcosa che rende più difficoltoso il cammino e pericoloso, per il rischio di scontrarsi con lei e finire, magari, per terra.
Potremmo dire: ma perché bisogna scegliere per il Vangelo e aderire alla proposta che il Signore ci fa, cosa ci aspetta alla fine di questo itinerario? È quello che probabilmente si chiedevano anche gli apostoli che, ascoltando Gesù dire che se ne sarebbe andato via, dubitano del loro futuro. Gesù li rassicura dicendo: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”?” Il Signore cioè ci assicura che c’è un posto che ci attende, che la nostra esistenza ha uno scopo e qualcuno che garantisce per esso, Dio stesso. A noi sta raggiungerlo, incamminarci verso di esso e non perderci lungo le strade che non portano a nulla. Ma il cammino è sicuro, perché è Gesù stesso: " Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” È Gesù la via, è il suo modo di voler bene, di spendere la vita per gli altri, di non risparmiarsi, di dare tutto se stesso. È lui l’esempio da seguire e la vita da fare. Scegliamo allora, fratelli e sorelle, per ciò che è duraturo e solido, diveniamo anche noi una pietra solida sulla quale altri si possono appoggiare, ma non per la nostra forza, ma per il fondamento sicuro sul quale abbiamo edificato. Potremo così essere certi che il posto che Dio ci ha preparato non resterà vuoto e che la nostra vita non si perderà su strade che non portano a niente.


Preghiere



O Signore che hai preparato per noi un posto perché non perdessimo la nostra vita all’inseguimento di ciò che non vale e non dura, guidaci nel cammino verso la vita vera, tu che sei la via da seguire.
Noi ti preghiamo



Ti preghiamo, o Dio nostro Padre, perché accettiamo con gioia la proposta che tu ci fai di non vivere per noi stessi e scegliamo di seguirti per ogni giorno della nostra vita.
Noi ti preghiamo


Aiutaci, o Signore Gesù, a non dubitare del fondamento buono che è la tua Parola e il tuo esempio, ma di edificare su di esso la nostra vita, perché sia di testimonianza e sostegno a molti.
Noi ti preghiamo


Insegnaci, o Padre buono, ad essere annunciatori efficaci del Vangelo, perché senza timore parliamo di te e con coraggio indichiamo a tutti la tua Parola come via sicura per raggiungerti.
Noi ti preghiamo


Ti preghiamo, o Dio del cielo, vieni in soccorso di tutti quelli che ti invocano e chiedono il tuo aiuto. Per i malati, i sofferenti, i prigionieri, gli anziani e gli stranieri, per tutti quelli che sono nel dolore giunga presto la tua consolazione e salvezza,
Noi ti preghiamo


Non sdegnarti o Dio del nostro peccato, ma accetta che torniamo a te per ottenere il perdono. Fa’ che, sicuri di essere accolti come il figlio prodigo, volgiamo i nostri passo verso Te che sei fonte inesauribile di ogni bene.
Noi ti preghiamo.


Benedici e proteggi o Padre onnipotente tutti i tuoi figli che in ogni parte del mondo si radunano oggi attorno alla tua mensa: fa’ che nutriti dal tuo corpo e sangue ottengano la forza di restarti sempre vicini, anche nelle difficoltà e nei pericoli.
Noi ti preghiamo


Ispira sentimenti di pace, o Signore, in chi oggi si combatte e si uccide. Fa’ che cessi in ogni luogo della terra la guerra che semina distruzione e morte. Riconcilia i cuori di chi si odia e unisci l’umanità intera nell’unica famiglia dei tuoi figli.
Noi ti preghiamo

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