Dal libro del profeta Amos 5,4-15
Poiché così dice il Signore alla casa d'Israele:
"Cercate me e vivrete!
…
Cercate il Signore e vivrete,
altrimenti egli, come un fuoco,
brucerà la casa di Giuseppe,
la divorerà e nessuno spegnerà Betel!
…
Colui che ha fatto le Pleiadi e Orione,
cambia il buio in chiarore del mattino
e il giorno nell'oscurità della notte,
colui che chiama a raccolta le acque del mare
e le riversa sulla terra,
Signore è il suo nome.
Egli fa cadere la rovina sull'uomo potente
e fa giungere la devastazione sulle fortezze.
Essi odiano chi fa giuste accuse in tribunale
e detestano chi testimonia secondo verità.
Poiché voi schiacciate l'indigente
e gli estorcete una parte del grano,
voi che avete costruito case in pietra squadrata,
non le abiterete;
voi che avete innalzato vigne deliziose,
non ne berrete il vino.
So infatti quanto numerosi sono i vostri misfatti,
quanto enormi i vostri peccati.
Essi sono ostili verso il giusto,
prendono compensi illeciti
e respingono i poveri nel tribunale.
Perciò il prudente in questo tempo tacerà,
perché sarà un tempo di calamità.
Cercate il bene e non il male,
se volete vivere,
e solo così il Signore, Dio degli eserciti,
sarà con voi, come voi dite.
Odiate il male e amate il bene
e ristabilite nei tribunali il diritto;
forse il Signore, Dio degli eserciti,
avrà pietà del resto di Giuseppe.
Commento
Siamo
alla vigilia del Natale e la voce antica della Scrittura, per bocca del profeta
Amos, ci esorta ancora una volta a cercare il Signore. Sì, il Natale non viene
come una data qualunque del calendario. Il Natale è un appuntamento che il Signore
ci dà perché noi possiamo incontrarlo. Per questo ci è stato dato un lungo
tempo di preparazione, l’Avvento, per trovarci pronti all’incontro.
Infatti
Gesù non viene nei luoghi ordinari della nostra vita. Gesù non viene dove sto
io e non si sottomette al capriccio del mio egocentrismo. È vero, è lui a
compiere la parte più grande e impegnativa del cammino verso il luogo dell’incontro,
scende dal cielo e si china fino a incarnarsi nella nostra debolezza, ma chiede
anche a noi di incamminarci verso di lui.
“Cercate il Signore e vivrete”
È
necessario che ci mettiamo in ricerca di Lui affinché egli ci dia la vita. Ma
che vuol dire, noi già abbiamo la vita! Cosa può darci in più quel Signore?
La
nostra vita è come spenta di calore e di forza. È la vita che si ripete ed ha
bisogno dell’esaltazione di un momento per trovare il suo senso, ma poi
ripiomba nella tristezza. È la vita che si auto esalta nell’innalzamento di sé,
che trova forza nell’imporsi con violenza sugli altri, nell’arroganza, nella
sopraffazione. Ma che vita è quella che ha bisogno di schiacciare l’altro per
sentirsi vera e forte? Che vita è quella che fa il vuoto attorno a sé per
esaltare se stesso?
La
vita che il Signore è la vita vera. Gesù non si esalta, né si impone. La sua presenza
a Natale non è arrogante né sopraffazione. È piccolo e umile come un bimbo, e
proprio per questo ci comunica la vita vera. È questa la sua forza più grande
che sconfigge i poteri forti degli uomini di questo mondo:
“Egli fa cadere la rovina sull'uomo potente
e fa giungere la devastazione sulle fortezze.
Essi odiano chi fa giuste accuse in tribunale
e detestano chi testimonia secondo verità.
Poiché voi schiacciate l'indigente
e gli estorcete una parte del grano,
voi che avete costruito case in pietra squadrata,
non le abiterete;
voi che avete innalzato vigne deliziose,
non ne berrete il vino.”
“Cercate il bene e non il male,
se volete vivere”
insiste il
profeta Amos: non è questa la vita vera, ma quella che ottiene chi si fa
cercatore del bene.
Ma dove
trovare il bene? Nella confusione dell’oggi abbiamo uno sguardo corto che vede
solo attorno a sé, ed è facile scambiare il bene con la propria convenienza o
la salvezza nel guadagno. Ma a Natale il Signore viene nello splendore che
illumina la realtà di una luce nuova:
“Colui che ha fatto le Pleiadi e Orione,
cambia il buio in chiarore del mattino
e il giorno nell'oscurità della notte.”
Il Vangelo
ci narra della luce che la nascita di Gesù porto in quell’angolo di mondo. Ma
chi se ne accorse? Chi era lì, chi era uscito dalla casa di pietre squadrate e
finestre e porte chiuse, chi si era messo in cammino e aveva accettato di
vincere la paura del buio, di quella situazione in cui si perdono i punti di
riferimento abituali e tutto sembra più incerto e sconosciuto. Ma lì, in quel
buio incontriamo la luce che ci fa vedere la realtà così come è veramente.
“Cercate il bene e non il male,
se volete vivere,
e solo così il Signore, Dio degli eserciti,
sarà con voi, come voi dite.
Odiate il male e amate il bene
e ristabilite nei tribunali il diritto;
forse il Signore, Dio degli eserciti,
avrà pietà del resto di Giuseppe.”
Sì, Gesù
nasce fuori dalle case di pietra e dalle fortezze delle nostre vite ben
corazzate e sicure. Maria e Giuseppe faticano a trovare un posto nelle case
normali per far nascere Gesù ed egli sceglie per venire al mondo un tetto
incerto e un giaciglio rimediato. Lì vuole che noi lo troviamo. Lì ci dà
appuntamento e ci invita a recarci da lui, come fecero i pastori.
Fratelli e
sorelle utilizziamo questi ultimi nostri giorni prima di Natale per uscire
dalla fortezza delle abitudini, di quello che abbiamo sempre fatto e che ci
sembrano proteggere dal buio dell’incertezza. Andiamo per la strada dove c’è
buio, sì, ma anche dove viene la luce vera e la vita vera. Forse Dio avrà pietà
di noi e, nonostante il nostro peccato e la nostra paura, ci rivolgerà il suo
sguardo paterno e affettuoso, ci riempirà di quella consolazione e fiducia che
ci permetterà di non cercare più la fortezza ma di restargli accanto, per le
strade dove, una volta grande, incontrerà le folle, guarirà i malati,
moltiplicherà il pane e annuncerà la salvezza di chi lo segue.
Sia questo
il nostro Natale. Amen.
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