martedì 20 dicembre 2011

Preghiera del 21 dicembre 2011 (IV di Avvento)



Dal libro del profeta Amos 5,4-15

Poiché così dice il Signore alla casa d'Israele:
"Cercate me e vivrete!

Cercate il Signore e vivrete,
altrimenti egli, come un fuoco,
brucerà la casa di Giuseppe,
la divorerà e nessuno spegnerà Betel!

Colui che ha fatto le Pleiadi e Orione,
cambia il buio in chiarore del mattino
e il giorno nell'oscurità della notte,
colui che chiama a raccolta le acque del mare
e le riversa sulla terra,
Signore è il suo nome.
Egli fa cadere la rovina sull'uomo potente
e fa giungere la devastazione sulle fortezze.
Essi odiano chi fa giuste accuse in tribunale
e detestano chi testimonia secondo verità.
Poiché voi schiacciate l'indigente
e gli estorcete una parte del grano,
voi che avete costruito case in pietra squadrata,
non le abiterete;
voi che avete innalzato vigne deliziose,
non ne berrete il vino.
So infatti quanto numerosi sono i vostri misfatti,
quanto enormi i vostri peccati.
Essi sono ostili verso il giusto,
prendono compensi illeciti
e respingono i poveri nel tribunale.
Perciò il prudente in questo tempo tacerà,
perché sarà un tempo di calamità.
Cercate il bene e non il male,
se volete vivere,
e solo così il Signore, Dio degli eserciti,
sarà con voi, come voi dite.
Odiate il male e amate il bene
e ristabilite nei tribunali il diritto;
forse il Signore, Dio degli eserciti,
avrà pietà del resto di Giuseppe.

Commento

Siamo alla vigilia del Natale e la voce antica della Scrittura, per bocca del profeta Amos, ci esorta ancora una volta a cercare il Signore. Sì, il Natale non viene come una data qualunque del calendario. Il Natale è un appuntamento che il Signore ci dà perché noi possiamo incontrarlo. Per questo ci è stato dato un lungo tempo di preparazione, l’Avvento, per trovarci pronti all’incontro.

Infatti Gesù non viene nei luoghi ordinari della nostra vita. Gesù non viene dove sto io e non si sottomette al capriccio del mio egocentrismo. È vero, è lui a compiere la parte più grande e impegnativa del cammino verso il luogo dell’incontro, scende dal cielo e si china fino a incarnarsi nella nostra debolezza, ma chiede anche a noi di incamminarci verso di lui.

Cercate il Signore e vivrete

È necessario che ci mettiamo in ricerca di Lui affinché egli ci dia la vita. Ma che vuol dire, noi già abbiamo la vita! Cosa può darci in più quel Signore?

La nostra vita è come spenta di calore e di forza. È la vita che si ripete ed ha bisogno dell’esaltazione di un momento per trovare il suo senso, ma poi ripiomba nella tristezza. È la vita che si auto esalta nell’innalzamento di sé, che trova forza nell’imporsi con violenza sugli altri, nell’arroganza, nella sopraffazione. Ma che vita è quella che ha bisogno di schiacciare l’altro per sentirsi vera e forte? Che vita è quella che fa il vuoto attorno a sé per esaltare se stesso?

La vita che il Signore è la vita vera. Gesù non si esalta, né si impone. La sua presenza a Natale non è arrogante né sopraffazione. È piccolo e umile come un bimbo, e proprio per questo ci comunica la vita vera. È questa la sua forza più grande che sconfigge i poteri forti degli uomini di questo mondo:

Egli fa cadere la rovina sull'uomo potente
e fa giungere la devastazione sulle fortezze.
Essi odiano chi fa giuste accuse in tribunale
e detestano chi testimonia secondo verità.
Poiché voi schiacciate l'indigente
e gli estorcete una parte del grano,
voi che avete costruito case in pietra squadrata,
non le abiterete;
voi che avete innalzato vigne deliziose,
non ne berrete il vino.”

 L’uomo potente si sente come in una fortezza, poiché ha tutto: benessere, salute, vigore, successo, ecc… Si sente protetto da una casa fatta di pietre squadrate, ma quelle pietre sono macigni che pesano sugli umili e su chi è indifeso. Per questo la solidità di quella casa è un’illusione pericolosa, perché si fonda sull’umiliazione dell’altro e poggia sulla forza che passa. È l’illusione dell’uomo che accumula e si affida al proprio privilegio e si illude che questa sia la forza che lo salva. In verità non abiteranno a lungo in quelle case destinate a crollare e non gusteranno il vino di quelle vigne perché daranno aceto imbevibile o vino annacquato e insapore.

Cercate il bene e non il male,
se volete vivere”

insiste il profeta Amos: non è questa la vita vera, ma quella che ottiene chi si fa cercatore del bene.

Ma dove trovare il bene? Nella confusione dell’oggi abbiamo uno sguardo corto che vede solo attorno a sé, ed è facile scambiare il bene con la propria convenienza o la salvezza nel guadagno. Ma a Natale il Signore viene nello splendore che illumina la realtà di una luce nuova:

“Colui che ha fatto le Pleiadi e Orione,
cambia il buio in chiarore del mattino
e il giorno nell'oscurità della notte.”

Il Vangelo ci narra della luce che la nascita di Gesù porto in quell’angolo di mondo. Ma chi se ne accorse? Chi era lì, chi era uscito dalla casa di pietre squadrate e finestre e porte chiuse, chi si era messo in cammino e aveva accettato di vincere la paura del buio, di quella situazione in cui si perdono i punti di riferimento abituali e tutto sembra più incerto e sconosciuto. Ma lì, in quel buio incontriamo la luce che ci fa vedere la realtà così come è veramente.

“Cercate il bene e non il male,
se volete vivere,
e solo così il Signore, Dio degli eserciti,
sarà con voi, come voi dite.
Odiate il male e amate il bene
e ristabilite nei tribunali il diritto;
forse il Signore, Dio degli eserciti,
avrà pietà del resto di Giuseppe.”

Sì, Gesù nasce fuori dalle case di pietra e dalle fortezze delle nostre vite ben corazzate e sicure. Maria e Giuseppe faticano a trovare un posto nelle case normali per far nascere Gesù ed egli sceglie per venire al mondo un tetto incerto e un giaciglio rimediato. Lì vuole che noi lo troviamo. Lì ci dà appuntamento e ci invita a recarci da lui, come fecero i pastori.

Fratelli e sorelle utilizziamo questi ultimi nostri giorni prima di Natale per uscire dalla fortezza delle abitudini, di quello che abbiamo sempre fatto e che ci sembrano proteggere dal buio dell’incertezza. Andiamo per la strada dove c’è buio, sì, ma anche dove viene la luce vera e la vita vera. Forse Dio avrà pietà di noi e, nonostante il nostro peccato e la nostra paura, ci rivolgerà il suo sguardo paterno e affettuoso, ci riempirà di quella consolazione e fiducia che ci permetterà di non cercare più la fortezza ma di restargli accanto, per le strade dove, una volta grande, incontrerà le folle, guarirà i malati, moltiplicherà il pane e annuncerà la salvezza di chi lo segue.

Sia questo il nostro Natale. Amen.










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