venerdì 20 aprile 2012

III domenica del tempo di Pasqua

Icona etiopica della crocifissione e resurrezione di Gesù


Dagli Atti degli Apostoli 3, 13-15. 17-19

In quei giorni, Pietro disse al popolo: «Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni. Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati».



Salmo 4 - Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.

Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia! +
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.

Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?».

In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare.




Dalla prima Lettera dell’Apostolo Giovanni  2, 1-5

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.



Alleluia, alleluia alleluia.
Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;
arde il nostro cuore mentre ci parli.
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Luca 24, 35-48

In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus narravano agli Undici e a quelli che erano con loro ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Commento

Ancora una volta il vangelo torna questa domenica a porci la domanda fondamentale su come si fa a credere nella resurrezione, su cosa vuol dire credere che Gesù è morto e poi risorto con il suo corpo. Infatti è più facilmente accettabile questa storia se la consideriamo come un mito, una leggenda simbolica e figura di realtà spirituali. Sarebbe più facile credere che Gesù mori simbolicamente, passò indenne attraverso la passione e la croce e poi il suo spirito apparve ai discepoli. In fondo la fisicità di Gesù, della sua passione e morte, così come la corporeità della sua resurrezione ci suscita molti problemi.

Ma Gesù è risorto con il suo corpo e la sua resurrezione prepara e in qualche modo rende possibile la stessa resurrezione dei nostri corpi. Lo sconcerto dei discepoli ad accettare questa realtà è lo stesso nostro. Infatti se Gesù fosse apparso loro come una nube scintillante e un tuono potente, forse avrebbero accettato più facilmente la sua manifestazione. Pietro e Giovanni quando Gesù si era mostrato loro trasfigurato, con le vesti sfolgoranti e avvolto in una nube luminosa avevano detto “è bello per noi stare qui” e volevano restarci per sempre (Mt 17,4). Ma ora Gesù torna ferito e senza appariscenti segni di gloria. Anzi come segno distintivo della propria resurrezione mostra proprio le mani e i piedi trafitti sulla croce, cioè i segni del suo dolore e morte. Sono questi i segni della gloria di Gesù risorto, perché sono quelli che dimostrano che il suo amore è più forte del dolore e della morte: è tornato da loro per amore, nonostante tutto, nonostante il loro peccato e la durezza della sua passione.

Quanto è difficile per i discepoli accoglierlo! Eppure dovrebbe essere la cosa più naturale e alla loro portata. E come è difficile per noi accogliere un Gesù che non si accontenta di dare qualche direttiva, di affermare alcuni valori come la giustizia, l’onestà, la fedeltà, la rettitudine, ecc… che non si limita a qualche momento forte di entusiasmo o esaltazione, ma pretende invece di entrare nella carne della nostra vita con i segni della passione che noi facciamo di tutto per evitare e non prendere nemmeno in considerazione, e di farla risorgere tutta intera, carne e spirito, desideri e peccato, debolezza e forza, gioia e dolore, ecc… I discepoli, proprio come noi, non credono e non capiscono, sono sconcertati, spaventati e felici, ma increduli,

Gesù però non si arrende e insiste: mangia con loro e, soprattutto, parla con loro. Ancora una volta Gesù non prende la scorciatoia di convincerli con l’eccezionalità di segni straordinari. Gesù non è un mago che trae credibilità per i suoi portenti. Ancora una volta Gesù rivela che la sua unica forza è la Parola. Lui che è il Verbo, cioè la Parola di Dio, e che come tale si è manifestato fin dall’inizio della creazione, quando Dio disse e le cose iniziarono ad esistere, così ora, Gesù è innanzitutto Parola che si esprime, che spiega, che mette insieme le persone e le unisce a sé e che vuole comunicare agli uomini la forza stessa della sua resurrezione.

È quello che Gesù continua a fare con noi. Ci raccoglie la domenica e ci parla, ci spiega, ci comunica la realtà della sua resurrezione, si fa presente col suo corpo e sangue che viene in mezzo a noi per la forza delle parole del vangelo pronunciate. E la parola è allo stesso tempo fisica, proferita da una persona reale, in una lingua specifica, con un tono e un volume concreto, ma è anche portatrice di un contenuto che va oltre la fisicità e tocca le corde profonde del cuore, dona spirito, apre visioni, illumina e scalda cuori e menti.

Gesù dice: “Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” cioè ricorda che aveva già annunciato loro cosa doveva avvenire, ma essi non avevano ritenuto credibili quelle parole, le avevano tralasciate come qualcosa di trascurabile e non essenziale. Sono le parole della Scrittura. Nel momento in cui tutto andava bene, in cui erano circondati da fama e successo le parole con cui Gesù parlava di passione, morte e resurrezione non erano risultate credibili per loro. E lo stesso è per noi: la Parola di Dio ci parla ogni domenica della realtà profonda del nostro vivere, ci rivela che oltre la realtà così presente del male c’è la prospettiva della resurrezione che lo vince con l’amore, ma tutto questo ci sembra qualcosa di trascurabile e poco rilevante, perché facciamo a meno di entrare in tali questioni. Per questo poi, quando veramente viene il momento in cui si fa dolorosamente  presente nella nostra vita e il male, restiamo increduli e sconcertati, perché non abbiamo ritenuto necessario conservare quelle parole e dargli fiducia. Eppure i discepoli avevano anche avuto la testimonianza verbale delle donne che avevano visto il sepolcro vuoto o i discepoli che lo avevano riconosciuto sulla via di Emmaus non era stata sufficiente. Ma le parole non sembrano bastare loro.

Fratelli e sorelle non trascuriamo di dare fiducia e di conservare come un tesoro prezioso le Parole che Dio ci rivolge nella sua Scrittura. Sono indicazioni preziose, come dice anche Giovanni: “Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.” Gesù ci dice che non ha altre armi per convincerci della forza straordinaria della sua resurrezione. Sì sono parole semplici e umili, che non hanno la forma di prodigi straordinari, ma possiedono una profondità unica, perché sono vere e di salvezza. Con la sua Parola Gesù si fa presente fra noi e comunica la forza della sua resurrezione. Non basta sapere, non basta conoscere, come dicevamo già domenica scorsa, bisogna incontrare Gesù, e noi lo possiamo fare ogni volta che egli ci parla.



Preghiere

O Signore Gesù che torni fra noi con i segni della passione, fa’ che incontrandoti riconosciamo in te l’amore che vince la morte,

Noi ti preghiamo


Perdona o Signore la nostra incredulità. Cancella il peccato che chiude gli occhi del nostro cuore e non ci fa credere che tu sei risorto,

Noi ti preghiamo


O Dio che non hai disprezzato il corpo del tuo Figlio Gesù ma lo hai fatto risorgere nella carne, proteggi i corpi deboli e sofferenti dell’umanità, perché risorgiamo un giorno nella tua gloria,

Noi ti preghiamo


Accogli o Dio le preghiere di chi è nel dolore ed esaudisci la domanda del debole. Fa’ che la tua resurrezione sia per essi inizio di vita nuova,

Noi ti preghiamo


O Padre misericordioso accogli tutti quelli che si presentano a te da questo mondo, perché nulla li separi dal tuo amore e sia cancellata in essi ogni ombra di male e di peccato,

Noi ti preghiamo


Guida con amore i nostri passi o Signore, perché incontrandoti povero e malato sappiamo sempre riconoscerti e volerti bene,

Noi ti preghiamo.


Proteggi o Padre del cielo tutti coloro che sono minacciati e nel pericolo. Dona pace e salvezza al mondo intero e vita piena dove essa è offesa e umiliata,

Noi ti preghiamo


Benedici o Dio, la famiglia dei tuoi discepoli che ogni domenica si riunisce nel tuo nome. Donaci la tua grazia che ci rafforza nella fede,

Noi ti preghiamo








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