martedì 14 gennaio 2014

II domenica del Tempo ordinario


 
Dal libro del profeta Isaia 49, 3. 5-6

Il Signore mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».

 

Salmo 39 - Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Ho sperato, ho sperato nel Signore, +
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.


Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 1-3

Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi.
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Giovanni 1, 29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, ancora una volta il Vangelo ci presenta Gesù che va incontro a Giovanni. Abbiamo visto più volte, in questi giorni di Natale come Gesù si presenti essenzialmente come Dio che va incontro agli uomini. Il Natale stesso è la festa che ricorda quando Dio è venuto incontro agli uomini, nascendo in mezzo a noi. Il cristianesimo è la fede in un Dio vicino all’uomo, tanto che prende l’iniziativa di andargli incontro, perché non sopporta la distanza da lui e fra gli uomini.

Questa realtà riguarda tutti gli uomini. Dio ci si fa vicino in tanti modi, ma principalmente con la sua Parola che in qualche modo rende viva la sua presenza in mezzo a noi, ancora dopo tanti secoli. E la domenica è il giorno in cui Dio ci si fa più vicino ancora, con la Parola e il suo stesso corpo, l’Eucarestia.

Spesso noi invertiamo la prospettiva e crediamo di essere noi che “concediamo” la nostra presenza alla Messa, nonostante tutto quello che abbiamo da fare. Lo si vede molto chiaramente in tanti atteggiamenti di sciatteria, come ad esempio il venire tardi, o la distrazione, l’essere presi dalle nostre cose, la scarsa disponibilità a partecipare col canto o la preghiera. Tante volte tanti di noi dicono con il loro modo di essere a Messa: già è tanto che ci sono, figuriamoci se c’è bisogno di altro!

Giovanni però non pensa così. Egli nota subito Gesù che gli viene incontro e dice a chi gli sta accanto: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!” Sì, Gesù viene incontro all’uomo per togliere il peccato che consiste essenzialmente nel nostro mantenere le distanze da Dio.

Il peccato non si identifica infatti tanto in alcune azioni malvage. Non si è peccatori perché si è fatto qualcosa. Il peccato è la scelta di chi tiene Dio lontano, nonostante questi cerchi di stargli vicino, di chi lo fugge e lo evita. Questa scelta di fondo è il peccato, il quale poi a sua volta può generare azioni malvage, ma anche una vita spesa solo per se stessi, senza fare qualcosa di male, ma senza nemmeno compiere il bene. Il peccato allora si manifesta nell’irrilevanza che diamo al Signore, alle sua parole, ai suoi insegnamenti, al suo modo di essere che ci vuole comunicare che Giovanni identifica come la mitezza e inoffensività dell’agnello. Sì, Gesù toglie il peccato da chi lo accoglie e accetta di vivere come lui: “imparate da me, che sono mite e umile di cuore” dirà infatti Gesù alle folle che lo stavano ad ascoltare (Mt 11,29).

Poi Giovanni aggiunge un’osservazione che ci può sembrare un po’ strana: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Giovanni cioè riconosce che nella sua vita ci sono priorità: tutto non comincia e finisce con me stesso, e quello che penso e dico io non è per forza ciò che conta di più. Egli riconosce nella sua vita qualcuno che viene prima di sé, e alla cui autorità egli cede volentieri. Lo aveva detto sul Giordano, quel giorno che Gesù era venuto a chiedergli il battesimo: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?"

Giovanni non ha difficoltà ad ammettere la priorità di Gesù sulla sua vita ed a lui si affida, anche quando non capisce, come nel caso di questa frase: non sa come mai Gesù sia venuto proprio da lui, ma fa’ comunque sia come lui gli dice.

C’è in lui quell’atteggiamento cedevole e malleabile che a volte noi rifiutiamo, perché segno di debolezza. Egli si sottomette a chi “viene prima di lui” e non pretende, come noi, che tutto e tutti stiano a nostra disposizione, come a noi sembra meglio. A volte ci infastidiamo anche se i fatti della vita se non seguono i nostri piani. Proviamo, con Giovanni, a leggere in essi un disegno diverso dal nostro, ma forse più simile a quello di Dio per l’uomo a cui vuole essere vicino. Accettiamo che la nostra storia sia indirizzata dalla parola e dalla volontà di uno “che viene prima di noi”. A volte cambiare la prospettiva con cui giudichiamo le cose ce la fa comprendere meglio e più in profondità.

Infine Giovanni conclude le sue parole ricordando che c’è un battesimo di Spirito che è superiore a quello di acqua che lui ha amministrato alle folle che lo cercavano. Cioè al di sopra di tutto, anche della correttezza e dell’onestà di chi si può dire limpido come l’acqua, c’è un dono che si effonde su chi non si allontana davanti a  Gesù che viene incontro, lo Spirito del suo amore. Sì, chi accetta di stare con lui, cioè conserva le parole e i gesti di Gesù e li confronta con le scelte della propria vita quotidiana, viene avvolto da uno Spirito buono che riscalda il cuore e illumina la mente con una intelligenza dell’amore che fa comprendere e accettare le cose della vita in modo diverso.

Lo capisce solo chi lo vive, come tutte le cose vere e profonde della vita. Lasciamoci allora avvicinare da Gesù che ci viene incontro, non scappiamo spaventati dalla novità di quello che dice e fa’. Non chiudiamo la porta credendo di sapere già e di avere capito già. Non ci voltiamo dall’altra parte per inseguire i sogni e i modelli di successo che ci promettono felicità e benessere, ma poi non mantengono. Volgiamo a lui i nostri occhi e le nostre orecchie e prepariamoci la domenica da un incontro importante, al quale non si può partecipare così come capita, ma con l’abito buono dell’attenzione e dell’umiltà, con la docilità di chi si fa discepolo di un agnello che con la sua mitezza e umiltà è venuto a cancellare dalla nostra vita il peccato della distanza da Dio.

 
 Preghiere


O signore Gesù, ti ringraziamo perché continui a venirci incontro e a cercarci per restare con noi. Aiutaci a non sfuggirti e ad accoglierti con gioia,

Noi ti preghiamo

Perdona il nostro peccato o Dio, quando ci chiudiamo in noi stessi e pensiamo di sapere già da noi cosa è il nostro bene. Apri il nostro cuore perché diveniamo tuoi docili discepoli,

Noi ti preghiamo

 
O Signore Dio fa’ che accettiamo che la priorità non sono io stesso, il mio interesse e ciò che penso e dico io. Aiutaci a imparare da Giovanni l’umiltà di essere tuoi discepoli e amici,

Noi ti preghiamo

Suscita in noi o Dio un cuore pieno di Spirito, perché non ci accontentiamo di non fare niente di male, ma cerchiamo con tutta la nostra forza di compiere il bene che tu insegni,

Noi ti preghiamo


Proteggi o Padre del cielo chi è povero e nel bisogno. Sostieni chi soffre nel corpo e nello spirito per la malattia e la solitudine; chi è senza casa, lavoro e famiglia; chi è schiavo della violenza e della sopraffazione,

Noi ti preghiamo

Dona la tua pace o Signore Gesù ai popoli in guerra. Riconcilia i cuori segnati dal dolore e dal lutto e dà il coraggio della speranza a chi non riesce più a volere il bene dell’altro,

Noi ti preghiamo.

Guida e proteggi o Dio il papa Francesco e fa’ che le sue parole ed il suo esempio conducano a te il gregge della Chiesa che gli è affidato,

Noi ti preghiamo

Proteggi le comunità dei discepoli ovunque radunate nel mondo. Dona loro di essere fermento di vita buona e di pace dove esse vivono ed operano,

Noi ti preghiamo

 

 

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