mercoledì 29 gennaio 2014

preghiera del 29 gennaio 2014


 
Salmo 102

Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido di aiuto.
3 Non nascondermi il tuo volto
nel giorno in cui sono nell'angoscia.
Tendi verso di me l'orecchio,
quando t'invoco, presto, rispondimi!
4 Svaniscono in fumo i miei giorni
e come brace ardono le mie ossa.
5 Falciato come erba, inaridisce il mio cuore;
dimentico di mangiare il mio pane.
6 A forza di gridare il mio lamento
mi si attacca la pelle alle ossa.
7 Sono come la civetta del deserto,
sono come il gufo delle rovine.
8 Resto a vegliare:
sono come un passero
solitario sopra il tetto.
9 Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro di me.
10 Cenere mangio come fosse pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto;
11 per il tuo sdegno e la tua collera
mi hai sollevato e scagliato lontano.
12 I miei giorni declinano come ombra
e io come erba inaridisco.
13 Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo di generazione in generazione.
14 Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
è tempo di averne pietà, l'ora è venuta!
15 Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua polvere.
16 Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
17 quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
18 Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.
19 Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
20 "Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
21 per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte,
22 perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
23 quando si raduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore".
24 Lungo il cammino mi ha tolto le forze,
ha abbreviato i miei giorni.
25 Io dico: mio Dio, non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano di generazione in generazione.
26 In principio tu hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.
27 Essi periranno, tu rimani;
si logorano tutti come un vestito,
come un abito tu li muterai ed essi svaniranno.
28 Ma tu sei sempre lo stesso
e i tuoi anni non hanno fine.
29 I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza.

 

Il salmista incarna una umanità sofferente nel dolore. È la realtà di tanti, pensiamo ai popoli in guerra, o ai malati, o ai poveri. È una realtà sempre presente nella storia e ogni epoca e ogni terra ha i suoi sofferenti.
Ma il salmista mi sembra voglia dire qualcosa di più profondo. Non è solo lo sfogo di un sofferente. Vorrebbe dire che questa pagina della Scrittura non ci riguarda. È questo l’atteggiamento più frequente, trovare il motivo per sentirsi estranei alle parole della Scrittura.

Ma io credo che il salmista voglia qui rappresentare l’umanità come è realmente, dietro le apparenze, e cioè fragile e debole, sottomessa alla forza del male e colpita e oltraggiata dalle sue espressioni, anche quando queste sembrano cosa lontana dalla nostra esperienza presente.

C’è una partecipazione del singolo al dolore del mondo intero che ci rivela la nostra vera realtà di esseri deboli. Il salmista lega a questa partecipazione al dolore del mondo la possibilità di rivolgerci a Dio nella sua vera identità e a scorgerne il volto autentico. Dio infatti è soprattutto Salvatore, ma da cosa? Chi sta bene non sa da cosa farsi salvare e non sa che farsene di un Dio che salva.

Cosa fare allora, bisogna fingere di stare male? No, bisogna andare in profondità e leggere nelle fibre profonde della storia il dolore del mondo che non è mai assente. Ad esso possiamo partecipare con un senso di pietà, di solidarietà che ci lega ai nostri fratelli più sfortunati, ma anche ci lega nel nostro essere solidali con le cause di tanto dolore. Nessuno può ritenersi innocente, anche chi non ha colpe dirette.

Ecco allora che questo salmo ci rivela allo stesso tempo la vera natura di Dio e la vera natura dell’uomo. Noi bisognosi di essere salvati e Dio pronto a salvare chi lo cerca.

Immergerci in questa pagina della Scrittura vuol dire allora riuscire a incontrare Dio con il suo vero volto e a conoscere la sua salvezza.

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